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Autore: Merope_Blackbow    01/02/2014    2 recensioni
Una ragazza semplice ma determinata, pronta a offrirsi volontaria per vendicare la morte del fratello. Pronta a uccidere, a sconfiggere, coloro che le hanno portato via il suo eroe.
All'età di soli 13 anni, Chiara conosce tutta la storia della Ghiandaia Imitatrice, colei che ha abolito gli Hunger Games. Sono passati 70 anni dalla vittoria dei ribelli, la capitale è riuscita a riconquistare il comando e ha fatto rinascere gli Hunger Games dalle loro ceneri, come una fenice. Suo fratello è morto alla 15° edizione. Ora Chiara, tributo del Distretto 10 nella 20° edizione dei giochi, vuole vendicare la sua morte e mettere un fermo all'ingiusta carneficina, ripercorrendo le orme di Katniss Everdeen, la Ghiandaia Imitatrice.
Dal testo:
"Mi alzai in silenzio e portai le tre dita centrali della mano sinistra alle labbra, per poi allungarle verso il pubblico. Ecco, l'avevo fatto. Il gesto del distretto 12, quel gesto che, all'inizio, significava ammirazione, rispetto e dire addio ad una persona cara; mentre, durante la rivolta, significava Ribellione."
"[…]…rabbrividii. Non perché mi facesse venire la nausea al solo pensiero di quelle morti, anzi, me ne rallegravo. Erano 6 tributi in meno. Sei possibilità in più di sopravvivere."
Genere: Azione, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Caesar Flickerman, Nuovi Tributi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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È strano trovarsi li, ad allenarsi in vista della carneficina insieme agli altri tributi.

Si, carneficina, è così che la chiamo.

Odio pensare che prima o poi ucciderò uno di loro. Spero vivamente che non sarà il mio compagno di distretto. Non lo conosco molto, ma non mi perdonerei mai l'errore di aver ucciso una persona con le mie stesse origini.

Mi dirigo verso la postazione di tiro con l'arco.

Di sicuro non è la mia specialità, ma me la cavo. Voglio far vedere agli altri tributi che non sono indifesa come posso sembrare.

Afferro un'arco e una faretra. Mi posiziono davanti al bersaglio. Prendo una freccia. Tiro. Centro. Ne prendo un'altra. Tiro. Centro. Continuo così per altre 18 volte. Prendo una freccia. Tiro. Centro. Sempre al centro del bersaglio. Quando finisco le frecce, mi accorgo che sono tutte piantate nello stesso punto. Sembrano un'unica grossa freccia. Invece sono venti; delle quali sono quasi tutte spaccate a metà. Solo una è integra.

Rimetto a posto l'arco e la faretra, ormai vuota. Percorro i pochi metri che mi separano dal bersaglio. L'unico rumore sono i miei passi sul pavimento. Tac, tac, tac. Comincio ad estrarre le frecce. Una senza-voce corre ad aiutarmi. A poco a poco, comincio a sentire un vociare sommesso alle mie spalle.

Finiamo in neanche un minuto. Non riesco a non origliare qualche conversazione. Stanno parlando di me. Dicono che sono pericolosa; che ho una mira infallibile…

Ci sono tante altre postazioni di addestramento. Credo proverò la postazione di sopravvivenza. Ci sono uno dei tributi del cinque e la ragazza del distretto uno. Mi avvicino e li saluto con un cenno del capo. Hanno più o meno la mia età. In questa edizione abbiamo tutti più o meno la stessa età.

Appena li raggiungo si ammutoliscono. Saranno alleati, sicuro.

Mi siedo lontano da loro e cerco di accendere un fuoco. Dopo 5 minuti non ce l'ho ancora fatta, ma non mi arrendo.

-Vuoi allearti con me?- una voce mi fa sobbalzare e faccio cadere il pezzo di legno. Alzo lo sguardo e vedo due occhi grigi che si fissano nei miei. Un ciuffo di capelli neri gli cade sul naso. Le labbra sono incurvate in un sorriso. Le guance sono scavate, la pelle olivastra. Viene dal Distretto 12, il suo nome mi sfugge.

-Sono James, vengo dal Giacimento, piacere- sorride ancora.

-Chiara, Distretto 10, il piacere è mio- stringo la mano che mi porge e dico una sola ultima parola: -Alleati-.

Gli sorrisi e mi alzai. Rimisi a posto il legno e mi diressi verso la postazione di arrampicata. James mi seguì. Ci guardarono tutti, e tutti rimasero scioccati quando lui mi prese per mano. Aprii la bocca per sibilargli di lasciarmi andare, ma la richiusi subito. Mi stava portando verso una fila di coltelli. Voleva mettere alla prova la mia mira.

Bene, avrebbe scoperto di cosa ero capace.

Mi lasciò andare e prese i coltelli. Si mise in posizione e cominci a tirare.

Tirava e faceva centro. Sempre.

 

 

Il giorno dopo ci chiamarono per la sezione privata. Ero nervosa, non sapevo cosa avrei fatto.

-Chiara Fattore, Distretto 10- chiamò la voce fredda e metallica.

Mi alzai, percorsi il corridoio ed entrai nella stanza.

Alla mia destra c'era una specie di terrazza riservata agli strateghi, che erano tesi. Dei materassini erano stati disposti al centro e a nord della stanza. Provai a spostarne uno e scorsi noi tributi, tutti con le mani unite che sorridevamo. Ribelli, erano stati loro di sicuro. Allora non ero l'unica.

Sorrisi al pavimento. Mi girai verso gli strateghi e annunciai il mio nome il mio cognome e il mio distretto.

Non avevo idea di cosa avrei potuto fare, avevo già mostrato la mia abilità nel tiro con l'arco.

Ora sapevo perché James mi aveva portato alla postazione dei coltelli. Io non avevo tirato come lui non aveva toccato neanche una freccia.

Mi diressi dove mi aveva portato ieri James. Afferrai dodici coltelli. Mi misi in posizione, mirai e...centro. Sorrisi e mentalmente ringraziai quel ragazzo del Giacimento.

Mirai di nuovo, tirai e feci centro. Continuai così finché non finii i coltelli.

Miro. Tiro. Centro. Miro. Tiro. Centro. Miro. Tiro. Centro. Colpisco sempre il centro. Per dodici volte colpisco il centro di dodici bersagli diversi, bersagli in movimento.

Quando finii mi girai verso gli strateghi. Feci un piccolo inchino e mi incamminai verso l'uscita.

 

In ascensore incontrai il mio compagno di distretto, un certo George. Gli rivolsi un semplice Ciao. Lui grugnì come saluto. Credo che i ragazzi grugnissero per ogni cosa.

L'ascensore si fermò al decimo piano e noi uscimmo, o meglio, entrammo nel nostro appartamento.

Andai a farmi una doccia prima di vedere i punteggi.

 

Dieci minuti dopo ero seduta su una poltrona imbottita e comodissima aspettando i punteggi.

Il ragazzo dell'uno aveva fatto 4; la ragazza invece era stata breva e aveva preso un 8.

Quelli del due avevano preso entrambi 6.

La ragazza del tre aveva fatto 7, il ragazzo 5.

Quelli del quattro avevano ottenuto entrambi un 9.

I tributi del cinque, del sette e del nove, avevano preso tutti 5.

Il ragazzo del sei aveva fatto 7, la ragazza 8.

I tributi dell'otto avevano preso entrambi un misero 3.

Eravamo arrivati al Distretto 10, Caesar stava annunciando: -Il tributo del

Distretto 10, George Evans, ha ottenuto un punteggio di...7!-

George si lasciò cadere sul divano magenta, con un sorriso compiaciuto.

Io ero ancora nervosa. La tensione nella stanza era alle stelle.

-Il secondo tributo del Distretto 10, Chiara Fastus, ha ottenuto un punteggio di...11!-

Oh santo cielo! Undici! Non ci potevo credere! Mi rilassai sulla sedia, ma ero ancora un po' nervosa. Com'era andato James? Anche lui aveva ottenuto il mio stesso punteggio?

Ero così preoccupata che non mi accorsi che avevano già detto i punteggi

dell'undicesimo distretto.

-Per finire, i punteggi dei tributi del Distretto 12!- la voce pimpante di Caesar jr mi riportò alla realtà.

-James Black, tributo maschile del dodicesimo distretto, ha totalizzato un punteggio di...11!-

Si, ce l'aveva fatta. Non so perché fossi contenta che avesse fatto undici. Forse perché eravamo alleati...”

  
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