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Autore: OllysAngel    02/02/2014    2 recensioni
"Non avrei mai pensato di amare qualcuno così tanto. Wo ai ni, Taozi."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kris, Kris, Tao, Tao
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno, Tao.

Come stai? Ti cureranno, vero? E poi tornerai a casa, da me? Ti trattano bene? Vorrei essere lì con te, vederti e scherzare come sempre, aiutarti... Quando ci potremo vedere? Se venissi lì da te? Mi manchi, Taozi... Ti scriverò tutti i giorni, se vorrai, se ti farà stare anche solo minimamente meglio. Lo dai, per te farei di tutto.

Manchi a me...e a tutti gli altri... Perchè non mi hai parlato della tua malattia...? O del fatto che saresti dovuto andare via...? Sai che puoi dirmi tutto, qualsiasi cosa. Puoi fidarti di me, lo sai.

Ti voglio bene Taozi, non dimenticarlo mai.

XOXO, Kris”

Imbucai quella lettera, già impaziente di riceverne un'altra in risposta dal mio Panda.

Sì, Panda, perchè Tao aveva gli occhi di un panda: attenti, allegri, dolci, puri, come quelli di un bambino. Erano specchi neri che riflettevano la vita, anche ora che era costretto a letto, lui era sempre allegro e con la voglia di vivere dentro.

 

Passai le giornate aspettandomi una sua risposta, sue notizie, qualsiasi cosa. Forse aveva cambiato idea sulle lettere. Forse non voleva più né sentirmi né vedermi. Forse voleva dimenticarmi. O forse stava così male da non riuscire neanche a scrivere, non avrei potuto sopportare l'idea che Tao stesse male, preferivo pensare che volesse dimenticarmi, io non lo dimenticherò mai.. Certo che non lo farò, lui è tutta la mia vita, il mio mondo. Quanto avrei voluto essere al suo posto, essere io quello che non poteva alzarsi dal letto, che stava male, e lui avrebbe continuato a vivere, pieno di allegria, come sempre, sarebbe stato più facile lasciarlo andare in questo modo, e lui non sarebbe stato male.

 

Tutti i giorni, i ragazzi che mi accolsero quel pomeriggio a casa di Tao, mi trascinavano fuori di casa, ridevano, scherzavano, cercavano di distrarmi dalla risposta di Tao non ricevuta, ma io restavo isolato nel mio mondo. Non ero più niente senza di lui.

Ormai era passato almeno un mese e la sua risposta non arrivava.

“ORA BASTA, KRIS! NON PUOI CONTINUARE A STARE COSÌ! SE NON TI HA SCRITTO CI SARÀ UN MOTIVO! NON PUOI FARE IL BAMBINO E PRENDERTELA IN QUESTO MODO!” mi urlò contro Baekhyun, dopo che ebbi rifiutato l'ennesimo invito a uscire di Suho. Non gli risposi, lo ignorai restando seduto sul letto. Non ero più lo stesso senza Tao, o almeno così dicevano Kai, D.O. e Chanyeol. Nessuno tocava mai “l'argomento Tao”, e ora Baekhyun se ne usciva con questa scenata isterica definendomi un bambino.

“NON PROVARE AD IGNORARMI! ORA ALZATI, USCIAMO CON GLI ALTRI.” continuò poi lui. Erano tutti immobilizzati, sorpresi quanto me dalla sua reazione, così ruppi quel breve silenzio con appena un sussurro:

“Non mi va...”

“MUOVITI!” urlò lui nuovamente, in risposta “NON PUOI ASPETTARLO QUI PER SEMPRE, TI STA DIMENTICANDO!”

“Baekhyun...” Si avvicinò appena a lui, Chanyeol, per cercare di calmarlo, quando io mi alzai in piedi.

“IO LO AMO, BAEKHYUN, NON POSSO DIMENTICARLO! PERCHÈ NON LO CAPISCI?!” urlai, tappandomi immediatamente la bocca con una mano, imbarazzato dopo essermi reso conto di quello che avevo appena detto. Rimasi in silenzio, scuotendo la testa e indietreggiando lentamente. Poi mi voltai e corsi fuori, sbattendo rumorosamente la porta.

Prima di uscire, vidi Baekhyun rimanere immobile, mentre l'espressione dure che aveva sul viso si trasformava in un misto di sorpresa e dispiacere, come se volesse chiedermi scusa. Gli altri si lanciavano occhiate confuse ma forse quasi comprensive. Baekhyun mosse qualche passo verso di me, vedendomi uscire con gli occhi lucidi, ma Chanyeol lo fermò spiegando poi il suo gesto:

“Credo che sia meglio lasciarlo un po' da solo, ora”

Dopo di questo non vidi più niente di quel che successe, uscii, il solito vento freddo soffiava più forte del solito e portava in giro le foglie arancioni cadute dal loro albero, creando confusione come dentro di me; il cielo grigio prometteva pioggia, ma non sarebbe cambiato molto, visto che dentro di me pioveva già da tempo.

Mi rifugiai nell'unico posto in cui lo sentivo ancora vicino a me, dove, da piccoli, trascorrevamo la maggior parte del nostro tempo: avevamo costruito una casetta sull'albero, nel bosco vicino casa. Era l'unico posto in cui eravamo davvero solo io e lui, nessuno sapeva della sua esistenza. Era da un po' che non venivo qui, sentivo ancora la sua presenza, in quelle quattro mura composte da semplici assi di legno... e ora che avevo bisogno di lui, era il luogo perfetto.

 

Le goccie iniziarono a scendere, dal cielo fino al tetto che mi riparava, dai miei occhi fino al pavimento legnoso.

Non so per quanto rimasi lì.

Passai il tempo a scrivere l'ennesima lettera a Tao. Le scrivevo ogni giorno, era l'unica cosa che facevo. Non le inviavo, le lasciavo tutte in un cassetto, aspettando ancora che rispondesse all'unica che avevo inviato. Mi serviva per sfogarmi, aggrapparmi a qualcosa per non crollare.

 

Caro Tao,

lo sai, mi manchi tanto. Senza di te non riesco più a fare niente. Non ho più un motivo di andare avanti, non riesco e non voglio dimenticarti. Non penso ad altro, mi sento vuoto, perchè tu eri la parte migliore di me, e sei andato via. Non so neanche se stai bene, se la malattia peggiora, se è grave, quante possibilità ci sono che tu torni.

E pensare che mi basterebbe un semplice foglio di carta. Sì, uno che racchiuda la tua dolcezza con la tua delicata scrittura, un foglio firmato “XOXO, Tao”.

Se stai male, credimi, farei di tutto pur di essere al tuo posto, alleviare il tuo dolore. Tu non meriti di stare male.

Spero di vederti presto..

XOXO, Kris

P.S.: Non dimenticarti mai... Ti amo.”

 

Era solo un'altra delle lettere che non gli avrei mai inviato, ancora in attesa della prima risposta, fiducioso. Avevamo passato tutta la vita insieme, non poteva dimenticarmi così facilmente neanche se avesse voluto. E poi era lui che aveva chiesto di tenerci in contatto con quelle lettere...

 

Dopo qualche ora smise di povere e mi alzai svogliatamente, sospirando, dall'angolino della casetta in cui mi ero rannicchiato, cercando di scacciare il freddo, ma quello era l'ultimo dei miei pensieri in quel momento. Uscii dalla caserra e iniziai a camminare per il bosco, mettendo i piedi uno davanti all'altro, a fatica, nella terra zuppa d'acqua, immerso nei miei pensieri.

  
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