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Autore: choppy_choppy    02/02/2014    21 recensioni
Un assassino dal volto angelico.. ci si potrebbe mai innamorare del proprio nemico?
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- Aspetterò il giorno in cui ci rincontremo, il giorno in cui mi cercherai per vendicare la morte di tua madre. E quando sarà il momento io sarò lì, pronto a battermi lealmente con te. -
[..]
- Non mi scorderò di te, Katsurou. -
- Oh lo so.. ma chiamami.. Inuyasha. -
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Spero di avervi un po' incuriosito.. Buona Lettura :D
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.

 

« Scappate! Sono arrivati i NoTaisho! »
Un urlo squarciò l’atmosfera quotidiana nel villaggio di Ojihama.
Il sole stava appena per tramontare, quando tra le case, si scatenò una confusione generale.
Tutto era completamente in disordine: i campi, erano stati abbandonati nel bel mezzo del raccolto, le porte, lasciate spalancate per la troppa fretta e gli animali erano come impazziti, percependo nell’aria il pericolo.
La gente, terrorrizata, si era ammassata all’imbocco della foresta, cercando, tra spintoni, grida e pianti, di raggiungere il limitare di quella boscaglia.
Un vento autunnale accompagnava gli abitanti del villaggio, scuotendo le chiome quasi secche, degli alberi.
Kagome correva, insieme a sua madre, spaventata quanto lei. Entrambi i volti, così simili nei lineamenti, erano deturpati da una smorfia di puro terrore, sebbene cercassero di celarla dietro una maschera di apparente calma.
La ragazzina le strinse di più la mano, fino a far sbiancare le nocche, ma sentendo il bisogno di avere un sostegno fisico.
Strinse per un momento gli occhi, che avevano cominciato a pizzicarle per via delle lacrime, sentendo un enorme peso all’altezza del petto.
La donna, percependo lo stato d’animo della figlia, rinforzò la stretta, sorridendole appena, per rassicurarla.
Kagome la guardò per un momento, per poi voltare lo sguardo indietro, sbiancando subito dopo.
Eccoli, erano già arrivati.
Sei demoni maggiori, fecero il loro ingresso correndo, uccidendo le persone una dopo l’altra, ignorandone le suppliche e le loro grida di pura agonia.
Kagome aveva solo una parola per definire quello scenario: terrificante.
La donna si fermò di colpo, per poi spronare la bimba ad andare avanti, senza di lei.
« Kagome tesoro, fuggi via! Almeno tu devi sopravvivere figlia mia.. » gridò, con le lacrime agli occhi. Le baciò velocemente la fronte, come ad assaporare per un momento, l’ultimo istante con sua figlia.
« No mamma, io non ti lascio qui da sola! » ribattè la piccola, impuntandosi.
La donna la guardò terrorizzata, ma si riprese velocemente quando vide i demoni avanzare.
Tirò fuori dalla sua faretra una freccia, che posizionò sull’arco che portava legato dietro la schiena, subito dopo.
« Muoviti Kagome, ti prego.. » la pregò, disperata.
Ma la ragazzina era irremovibile, non voleva assolutamente lasciare andare l’unica persona che le restava. Sarebbe rimasta vicino alla madre anche da morta, sicuramente.
Kagome stava per ribattere ancora, quando il rumore di un rametto spezzato vicino a loro, le fece trasalire.
Un demone, dal volto semilluminato dalla luce e dai lunghi capelli color pece, le guardava con un sorrisino stampato in viso.
Per un momento solo, Kagome pensò che fosse l’uomo più bello che avesse mai visto.
Due iridi scure come la notte, erano in contrasto col volto bianco la neve. I capelli lunghi, gli incorniciavano il viso a meraviglia, evidenziando gli zigomi alti e ben pronunciati.
Due spalle larghe erano in perfetta armonia con il petto solido e il busto scolpito.
Affascinante, lo avrebbe definito. O magari un angelo, le cui mani però erano state macchiate da uno dei più grandi peccati.
La donna coprì subito la figlia col proprio corpo e, ancora una volta, la esortò ad andare via.
Ma Kagome non accennava a muoversi, troppo impressionata dalla possente figura maschile che le si trovava davanti.
« Commovente – commentò il demone – decisamente, commovente » continuò, accennando ad un sorrisino ed avvicinandosi.
« Dannato! Tu sei il più piccolo di quella famiglia di bastardi, il famoso Katsurou..(*) » sputò la donna nascondendo ancora di più la figlia, ma senza mollare la presa sull’arco, che tendeva verso di lui.
« Oh bhè.. mi chiamano così, ma è un nome talmente stupido.. preferisco l'originale.. » sorrise ancora, guardando la bimba che era caduta in una specie di trance, dietro la figura femminile della madre.
Avanzò di qualche passo, passandosi la lingua sui canini bianchi e ghignando subito dopo quando la vide riprendersi e tremare sommessamente.
Si fermò un attimo, squadrandole per bene: la donna era sicuramente una sacerdotessa, dato che indossava la tipica veste bianca e rossa.
Bella, senza ombra di dubbio: lunghi capelli neri raccolti in una treccia, erano perfettamente in sintonia col viso etereo e gli occhi caffè.
Le labbra, piene e rosse, erano tese e semichiuse.
Poi guardò la piccola: era il ritratto della madre, tranne per alcuni e piccoli dettagli.
I capelli –proprio come la donna-, erano di un colore scuro come la notte, che evidenziavano i tratti ancora dolci e infantili del viso.
Le guancie, leggermente paffute, erano di un colore roseo, così come le labbra.
Ma gli occhi, quelli erano senza dubbio diversi. Rimase per qualche secondo affascinato da quell’azzurro intenso che la rendevano ancor più bella.
Per un attimo sentì il bisogno di fuggire via da quella situazione, ma si riscosse immediatamente, dandosi mentalmente dello sciocco.
La donna, intercettando lo sguardo del demone, si mosse ansiosa, scoccando subito dopo una freccia contro di lui.
Katsurou rimase imperturbato, osservando la freccia che, veloce, veniva verso di lui, per poi afferrarla tra le dita, sotto lo sguardo scioccato della sacerdotessa.
« Donna, non hai speranza con me. E' inutile, qualsiasi cosa tu faccia alla fine, a vincere sarò io. »
Si avvicinò fulmineo, prendendo la donna per il colletto.
Incontrò per un secondo gli occhi spaventati della ragazzina e, come a voler togliere quell’immagine dalla sua testa, trapassò senza esitazione, il petto della donna con i suoi artigli.
Kagome spalancò gli occhi, mentre un urlo che stava per nascere spontaneo dalla bocca le si fermò in gola.
Guardò il corpo della madre cadere a terra, in un pozza di sangue.
Lanciò un ultimo sguardo verso la figlia, sussurrando un flebile ‘scappa’.
Kagome si buttò a terra, scuotendo la madre con forza.
Gli occhi, ormai vitrei, erano ancora spalancati per il dolore, ma non un suono le era uscito dalla bocca.
Era successo tutto in pochi secondi, neanche il tempo di reagire gli era stato concesso.
Katsurou si leccò gli artigli insanguinati, gustandosi l'espressione addolorata e impaurita della bambina.
Tuttavia, sentì un’enorme peso al petto,a cui non seppe proprio dare nome. Decise comunque di non badarci, ignorandolo.
Le si avvicinò lento, guardandola per bene.. piccole lacrime cominciarono a rigarle il volto sconvolto, facendolo sorridere.
Chiuse gli occhi.
Adorava sentire l'odore della paura delle sue vittime, lo elettrizzava da morire.
Assaporò quel momento per alcuni istanti, sentendo la piccola indietreggiare leggermente. Lì riaprì di scatto, sorridendo ampiamente.
Gli occhi neri del ragazzo luccicarono in un leggero spostamento del volto, le ciglia scure puntate contro di lei. La tirò per la maglia e, la stoffa le si strinse intorno al collo, facendola annaspare in cerca d’aria.
« Piccola, non avere paura. » la schernì passando una mano tra i lunghi capelli color pece e,  trovandoli davvero morbidi al tatto.
Kagome tremò a quel contatto così freddo. Le sembrò quasi la mano di un morto e, non potè fare a meno di reprimere quel brivido di puro disgusto che la colse.
Puntò le sue iridi color cielo contro il demone, guardandolo con sfida, nonostante le lacrime le appannassero la vista.
Il demone sentì ancora una volta un dolore all’altezza del petto, ma nuovamente, lasciò perdere.
« Shh.. non tremare piccina. Come ti chiami? » le domandò, mollando un po' la presa dalla maglia che diventava sempre più stretta attorno al suo collo.
Si sorprese del suo gesto, tant’è che spalancò gli occhi sorpreso. Qualcosa dentro di lui era scattato, un qualcosa di davvero fastidioso, constatò.
La bambina tentennò. Era prudente rivelargli il suo nome? Ma infondo che importava, sarebbe morta tra pochi minuti.
« Allora? » la incitò serafico.
« K..Kagome.. » rispose balbettando.
Il demone rimase a fissarla per pochi minuti poi mollò la presa, buttandola senza troppi complimenti, per terra.
« Bene Kagome. Ho deciso di lasciarti andare. Aspetterò il giorno in cui ci rincontremo, il giorno in cui mi cercherai per vendicare la morte di tua madre. E quando sarà il momento sicuramente non mi tirerò indietro, battendomi lealmente con te. » dichiarò.
Ma prima che lei potesse anche solo spiccicare una parola, il demone la baciò.
Solo un piccolo sfiorarsi di labbra, ma che immobilizzò Kagome sul posto.
Poi, senza che se ne accorse, il demone lasciò le sue labbra, per mordegli a forza una spalla.
Kagome urlò dal dolore e, non appena questo indietreggiò, la ragazzina cadde a terra.
« Questo è il mio marchio di sangue, così ti ricorderai di me. Saprai dove cercare. » disse, leccandosi le labbra sporche del sangue della ragazza.
Kagome respirò affannosamente, premendosi la ferita con una mano, cercando un minimo di sollievo.
« Perché tutto questo? A che scopo? » si fece il coraggio di chiedergli, ormai sul punto di piangere per il dolore.
Il ragazzo rise. « Ogni cosa a tempo debito ragazzina. Ora devo andare, ci rincontremo.. Kagome. » sottolineò bene.
« Non mi scorderò mai di te, Katsurou. » promise, mentre le palpebre si facevano pesanti.
« Oh lo so.. ma chiamami.. Inuyasha. » detto questo scomparve, così com'era apparso.
Inuyasha.. un nome troppo bello per appartenere ad uno come lui.
Ed aveva ragione quando aveva detto che le sembrava un angelo, ma era un angelo assassino.
« Ti ucciderò.. Inuyasha. » dichiarò, prima che intorno a lei calasse il buio più totale.

 



(*) Katsurou: figlio della vittoria :D

 

Angolino Autrice

Okkey, premetto che questa è un idea campata in aria così.. non so cosa potrebbe uscirne fuori sinceramente xD

In realtà non volevo neanche pubblicare, ma alcune mi hanno minacciato xD

Dai a parte gli scherzi xD

Voi direte: Ma già hai 3 storie in corso mo pure una quarta?

Bè avete ragione xD mi piace complicarmi la vita hahaha ma vi dico che per il momento lascio il prologo, se piace la continuerò altrimenti la cancellerò ^_^

Ora vi lascio.. spero mi farete sapere cosa ne pensate :)

Ah, Voglio dedicare il capitolo ad Ilenia, dato che è tutta la mattinata che mi incoraggia xD grazie *____*

Ora vi saluto.. Un bacio Marty <3 <3 <3

 

P.s il capitolo l'ho corretto velocemente, scusate eventuali erorri|orrori  ^_^

  
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