4) Bulma…all’interrogazione!
Continuava a rigirarsi nervosamente fra le dita quella ciocca di
capelli turchini, osservandola in ogni minimo particolare, quasi volesse contare
il numero di capelli che la componevano.
Non era da lei agitarsi tanto per
un’interrogazione e lo sapeva, ma, quel giorno, avrebbe dovuto dare il massimo
di sé a tutti i costi.
-Non posso darla vinta a quell’arrogante di Vegeta! Devo vincere la scommessa costi quel che costi…-
Nella mente della ragazza scorrevano immagini familiari: davanti
a sé rivide il momento in cui Vegeta, sminuendola, diceva di essere sicuro di un
prossimo insuccesso dell’azzurra. Lei decise di stare al suo gioco e
scommetterci sopra… “Se sei così sicuro che mi andrà male perché non ci
scommettiamo? Io scommetto…” a quel punto era stata interrotta da Vegeta che,
prontamente, prese la parola “eh, no, carina: tu sguazzi nel denaro dei tuoi
genitori e non ti costa niente scommettere con me. Che ne dici di mettere in
gioco qualcos’altro?”
All’espressione interrogativa di Bulma il giovane
rispose “se prenderai meno di nove…mi passerai tutti i compiti che ti chiederò
fino alla fine dell’anno scolastico!” Sul volto di Vegeta si dipinse un
sorrisetto di sfida e Bulma accettò, rispondendogli con lo stesso atteggiamento
e aggiungendo: “se dovessi vincere io…tu non mi chiederai MAI più di passarti i
compiti!”
Ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. L’anziano professore di lettere aveva appena fatto il suo ingresso nell’aula e, dopo aver salutato gli studenti con un “amichevole” cenno della mano, prese posto dietro la cattedra.
-È il momento…- pensava Bulma preparandosi ad alzare la
mano e a offrirsi volontaria.
Vegeta, qualche banco distante da lei, la
guardava di sottecchi attendendo la sua prima mossa.
“Professore…” mormorò la ragazza dai capelli color cielo,
“professore!” disse poi, alzando la voce per farsi sentire.
Finalmente il
Fujihara, laureato in letteratura in tenera età (si diceva che avesse
frequentato l’università a diciassette anni), si voltò in direzione di quella
voce femminile scorgendo una ragazza con la mano alzata.
“Sì?” rispose
pacatamente quello, facendo finta di non capire le sue intenzioni.
“Oggi…vorrei essere interrogata io, professore”
“Fammi dare un’occhiata
ai tuoi voti…”
Silenzio di tomba: se Bulma Brief non avesse avuto bisogno di
voti, allora tutti gli altri ragazzi sarebbero stati in pericolo di
vita.
Chi, il pomeriggio precedente, aveva preferito studiare il
romanticismo, piuttosto che godersi la splendida giornata di sole?
Bulma si stava mangiando le unghie.
Vegeta analizzava,
silenzioso, la situazione.
Il professore non distoglieva lo sguardo dal
registro.
I ragazzi tremavano interiormente.
-Bulma! Cosa combini?! Non vorrai rovinarti la manicure…- si disse la ragazza per costringersi a lasciare in pace le unghie smaltate.
“D’accordo…” sentenziò infine Fujihara, “forza, Brief!
All’interrogazione!”
“Arrivo”
Bulma si alzò e, senza curarsi del fastidioso rumore della sedia
che veniva brutalmente spostata, si incamminò verso la sua
interrogazione.
Verso la sua vittoria.
Era in piedi alla sinistra del professore, pronta per rispondere
a qualsiasi domanda le fosse stata posta.
Si sentiva come un atleta che,
finito il riscaldamento muscolare, si mette in posizione per cominciare la sua
corsa.
“Sono pronta” disse infine, più a sé stessa che
all’insegnante.
“Bene…Allora cominciamo. Parlami del Romanticismo, poi sarò
io a fermarti per qualche eventuale domanda”
-Un bel respiro…-
La ragazza sospirò e si lanciò in quello che si prospettava essere un lungo discorso sul fenomeno letterario.
“Il movimento romantico europeo ebbe origine nell'opera di
alcuni letterati e ideologici tedeschi della fine del Settecento.
Si faceva
una netta distinzione tra la poesia naturale, ‘Naturpoesie’, quella che esprime
subito, con il sentimento, le caratteristiche di una nazione, e la poesia
riflessa o d'arte che è quella che non nasce spontanea, ma nasce dalla
imitazione dei modelli stranieri.
Il diverso atteggiamento che gli scrittori
e i poeti assumono nella vita, fa si che nella produzione letteraria si
sviluppino due correnti: la corrente soggettiva, che concepisce la poesia come
una delle più alte espressioni di spirito, di fantasia, di sentimento dell'
uomo, espressione spontanea degli ideali dell' artista. Costui da voce all'
inquietudine e all' insoddisfazione dello spirito umano, al contrasto tra reale
e ideale, tra finito e infinito che dilaniano il suo cuore. La poesia è fonte di
introspezione, scavo interiore, analisi degli stati d' animo dell' autore che
sono universali e accomunano tutti gli uomini. La corrente oggettiva, concepisce
la letteratura come rappresentazione di una realtà lirico sociale; vuole
rappresentare il vero esteriore, la vita e gli ideali degli uomini di un preciso
tempo e luogo. Si sostenne che ogni nazione avesse la sua poesia, diversa per
forma e lingua dalle altre, pertanto era assurdo che la poesia tedesca si
rifacesse a quella dei greci o dei romani. Essa doveva trovare una poesia nuova
e spontanea che fosse conforme alla sua storia e alla sua natura. Le
caratteristiche degli scrittori di questo gruppo furono il disprezzo per tutte
le forme dell'arte classica, l'idea di una poesia intesa come immediata adesione
alla natura, l'ammirazione verso le fonti primitive dell'arte germanica,
l'esaltazione di un tipo di eroe appassionato e ribelle ad ogni
legge.”
Proseguiva sicura, appena il tempo di riprendere fiato tra un
periodo e l’altro. Ai suoi compagni di classe sembrava di sentire la lettura di
un libro di testo ad alta voce, piuttosto che una ragazza che parla.
Bulma
era fatta così: se la si lasciava esporre un discorso lei era in grado di
articolarlo alla perfezione, ma, se un insegnante la bloccava per porle delle
domande più specifiche…spesso si ‘impappinava’.
Purtroppo così accadde.
Fujihara interruppe la parlantina di Bulma e, dopo aver sfogliato il libro, le pose questa domanda: “sappiamo che il Romanticismo non è soltanto una corrente letteraria…cosa sai dirmi del Romanticismo in arte?”
La ragazza, un attimo prima tanto fiduciosa e tranquilla, ora
boccheggiava.
Nel suo cervello riecheggiavano quelle parole che le parevano
prive di senso.
Un foglio bianco.
Panico.
-Romanticismo artistico… Romanticismo artistico… Romanticismo artistico… Romanticismo artistico… Romanticismo… artistico… artistico…-
“A-allo-allora…” cominciò titubante, “v-viene definita ‘romantica’ la scuola di…i…voglio dire le rappresentazioni artistiche che toccano la profondità e…le emozioni più intime dell’uomo…”
Non era da lei balbettare e arrampicarsi sugli specchi durante
l’interrogazione e il Fujihara lo sapeva bene, quindi decise di non metterla
ulteriormente in difficoltà. Le disse di continuare il suo discorso.
E la
ragazza, presa da un’improvvisa felicità, riprese a parlare del Romanticismo in
letteratura. Solo…con brio.
“Per quanto riguarda gli artisti romantici tedeschi, bisogna dire che in Germania si sviluppò tra il 1770 e il 1785 il movimento dello Sturm und Drang che vantava artisti come Goethe e Schiller, nel 1798 invece nacque ufficialmente il Romanticismo, con la pubblicazione del primo numero del giornale ‘Athenaeum’. Da allora si distinsero due diverse scuole: quella di Jena e quella di Heidelberg. Della prima facevano parte i due fratelli Schlegel, fondatori di quella rivista, e altri artisti come Novalis, Tieck e Schelling; della scuola di Heidelberg (che aveva tendenze campanilistiche) facevano parte autori come Von Chamisso e Brentano…”
-Ammirevole…MOLTO ammirevole: ha ricordato tutti i nomi tedeschi!-
Questi i pensieri di Fujihara che apprezzava la buona memoria e la forza di volontà della studentessa. Poi fermò nuovamente il flusso di informazioni per capire che era in grado di effettuare collegamenti.
“Molto bene, Brief! Adesso ti chiedo un’ultima cosa e poi puoi anche andare a posto…”
Nei grandi occhi blu di Bulma si poteva leggere una liberazione.
“Cosa ti dice il nome Byron?” chiese allora con un sorriso da
furbetto.
-Lo so…lo so!! Sono a posto! Ormai è fatta!!!-
Dopo aver esibito un sorriso raggiante, Bulma attaccò a parlare
del poeta romantico inglese. Una presentazione precisa e impeccabile.
Passando per la biografia, il pensiero e le opere, la ragazza si destreggiò
abilmente fra storia e letteratura.
Sì: ce l’aveva fatta.
“Benissimo! Sono molto soddisfatto. Ti metto…un
bel…nove…”
-Grande! Grandioso! Grandiosissimo! Sono un
genio!!-
“…meno”
-Cosa?!?-
“Professore… nove meno? P-perché meno? È sicuro??”
“Non
starai contestando la mia decisione, vero?”
“…No…”
“Perfetto. Allora vai a
posto e accontentati”
“Sì, professore…”
La campanella decretò la fine di quell’ora infausta e
Fujihara, dopo aver assegnato i compiti, uscì dall’aula.
Bulma stava appuntando sul suo diario il voto
dell’interrogazione, con la testa sorretta pigramente da una mano a pugno,
quando si ritrovò dinanzi la sagoma di un ragazzo.
Era Vegeta. La fissava
sogghignando.
“Bene, bene, bene…Guarda un po’ chi ha perso la
scommessa…”
“Non è vero!”
“Ah, no? Sbaglio o hai preso un nove
MENO?”
“…È la stessa cosa”
“Non credo proprio…Hai già fatto i compiti per
domani?”
“Ti ho detto che non vale!! Il nove ci sta, no? La scommessa diceva
che l’avresti vinta se io avessi preso meno di nove, quindi
otto…sette…sei…”
“Questo te lo sei immaginata tu. Allora? Ce li hai ‘sti
compiti?”
“VEGETAAAAAAA!!!”
Che tesorini: evviva l’amore!
Su richiesta ho
scritto questo capitolo su Bulma (da una certa persona che mi ha supplicato
XD)…Ma il prossimo capitolo sarà dedicato a…rullo di tamburi…a Trunks! Mi sa che
molti di voi non aspettavano altro, ihih.
Beh…Io ci proverò! ^^
Però
ditemi cosa pensate di questa one-shot, ci conto! ^_-
Intanto ringrazio
vivamente queste sante: angela3, trullitrulli,
Angelo Azzurro, Sexxxychichi,
Vegeta4ever, Umpa_lumpa, Gohan e
Videl, Sgt, Dragonball93,
jojoND e Dark Shinobi!
Graaaaazie!
*_*
Alla prossima, amici! Vi voglio bene! (Come mai questo slancio di
affetto improvviso? o_O nd voi)
°Satsuriko°
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