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Autore: Blind Guardian    03/02/2014    8 recensioni
[Storia ad OC]
Girovagando su EFP, mi sono imbattuta in numerose storie interattive che mi hanno incuriosita parecchio, così ho pensato che avrei potuto provare a scriverne una.
Questa parlerà del risveglio della più antica, misteriosa e potente entità divina e saranno i vostri semidei ad affrontarla.
Perché il destino del mondo e degli dèi è nelle mani di ogni semidio, almeno una volta nella sua vita.
Semidei, siete pronti ad intraprendere una nuova impresa?
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1
 
Da quando, tre giorni prima, Chirone ed il Signor D. si erano rinchiusi nella Sala Grande e non si erano più fatti vivi, i mezzosangue avevano un sacco di tempo libero, e nessuno che gli dicesse come come gestirlo. Così, ovviamente, si era scatenato il caos più totale.
Alcuni, soprattutto i figli di Ermes, si erano dati alla pazza gioia, programmando festini illegali ed organizzando scherzi sempre più frequenti, mentre altri - come Isobel Duchannes e Nathan Timeline, ad esempio - si stavano annoiando a morte.
Isobel e Nathan camminavano fianco a fianco, in silenzio, una figlia di Zeus e l'altro un indeterminato, mantenendo le dovute "distanze di sicurezza".
Non erano davvero quello che la gente comune poteva definire "amici".
Il loro era un rapporto strano, di reciproca ammirazione, curiosità e, a volte, anche di sfida, come se dovessero continuamente dimostrare chi tra i due fosse il migliore.
Non che Nathan si prodigasse mai in qualche spettacolino per mettersi in mostra o che Isobel cercasse di attirare l'attenzione in qualunque modo, anzi, spesso non si accorgevano neanche di quella loro muta disputa.
Perché, diciamo, Isobel, in quanto star internazionale, di fama ed attenzione pareva attirarne sin troppa. 
Poche settimane prima, aveva persino beccato un figlio di Afrodite intento a rimirare un suo poster con aria sognante. Cosa che, tra parentesi, stava ancora cercando di dimenticare.
Dal canto suo, Nathan era più il tipo di ragazzo che se ne sta per conto suo in un angolo a leggere o, in alternativa, a gironzolare per il Campo Mezzosangue in cerca di qualcuno che abbia bisogno del suo aiuto.
Insomma, uno buono come il pane, timido e spesso introverso, l'altra una dura dalla lingua velenosa per chiunque osasse disturbarla. 
In tutta onestà, gli altri semidei non avevano idea di come facessero a sopportarsi.
«È ridicolo», sbuffò Isobel, d'un tratto.
Nathan la guardò stranito, e mormorò un "mh?" poco convinto.
«Tutto questo, intendo», riprese la ragazza, alzando gli occhi azzurro elettrico al cielo «mio padre e tutti gli altri dèi che impazziscono, Chirone ed il Signor D. che complottano chissà cosa tra di loro... e a noi non dicono niente. Potremmo aiutarli, magari, e loro ci ignorano».
Nathan continuò a camminare un po' in silenzio, pensieroso.
«Tu che ne pensi?», incalzò Isobel.
«Penso che forse loro il nostro aiuto non lo vogliono», rispose Nathan, calmo «cioè, non l'hanno mai voluto, perché dovrebbero cominciare adesso?».
«Ti riferisci alla guerra coi Titani?», fece lei, arricciando il naso.
Nathan annuì ed incrociò le braccia.
«Anche con Gea si sono comportati in questo modo», disse «il loro silenzio non mi sorprende. Fanno sempre così, quando hanno bisogno di noi e non lo vogliono ammettere».
 
Lizanne Collins ed Elizabeth Evans, figlie di Afrodite, parlottavano tra loro, intente a riordinare la Casa 10 insieme ai loro fratelli, come da ordine della capocabina.
Ovviamente, la tipa in questione si era rinchiusa in bagno e non sembrava affatto intenzionata a dare il suo contributo per la pulizia della Cabina.
Niente di nuovo, comunque, tutti erano abituati agli scatti di pigrizia di Fawn McCollought ed ormai nessuno ci faceva più caso, anche se, talvolta, la faccenda diventava piuttosto fastidiosa. 
Fawn era una buona capocabina, ma, spesso, i suoi fratellastri finivano per sperare che un mostro la rapasse a zero.
«Grisam pensa che ci sia sotto qualcosa di grosso», osservò distrattamente Lizanne, accartocciando delle vecchie cartacce e gettandole nel cestino.
Elizabeth le lanciò una timida occhiata divertita, ma i suoi grandi occhi color lapislazzuli lasciavano trasparire una vaga preoccupazione.
«Grisam dice un sacco di cose, Liz», rispose «lo sai com'è».
«Carino», s'intromise Margaret Stevens, loro sorellastra e cara amica di Lizanne «molto carino».
Qualcuno - Mark Hurries -, ridacchiò.
Lizanne abbozzò un sorrisetto e si spostò una ciocca di capelli rosa pallido, freschi freschi di tinta, dal viso.
«A volte è un po' nevrotico», commentò, inclinando il capo di lato «però è raro che si sbagli... e poi lo dice anche Geneviére, e lei è figlia di Apollo. Ci azzecca sempre».
Elizabeth si esibì in una piccola smorfia agitata, cercando di sistemare le tendine color pastello che incorniciavano le piccole finestre rosa.
«Okay, questa non l'avevo sentita», ammise «ha detto esattamente "sta per succedere qualcosa di grosso"? Perchè "qualcosa di grosso", potrebbe anche essere qualcosa di positivo, no?».
Lizanne si strinse nelle spalle e corrucciò le labbra, come se si sentisse in colpa per ciò che stava per dire.
«Ehm... credo che abbia detto "qualcosa di terribile", in realtà» disse «e, comunque, non credo che gli dèi si comporterebbero come delle primedonne isteriche, se non stesse per accadere qualcosa di... beh, terribile».
Elizabeth avrebbe voluto ribattere che gli dèi si comportavano sempre come primedonne isteriche, ma, in quel momento, Fawn McCollought comparve sulla soglia del bagno.
Margaret quasi gemette, quando Fawn si avvicinò a lei stringendo una spazzola per capelli in una mano ed uno specchio rosa nell'altra.
«È finito lo shampoo al gelsomino», disse poi Fawn, in un sorrisino colpevole «scusate».
Margaret si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, ma il gridolino disperato di Mark fu ben udibile in tutto il campo.
 
Altair Ibdan-La scorse, per la seconda volta quella mattina, la lista delle canzoni sul suo Ipod, cercando qualcosa con cui riempire le orecchie e che non somigliasse neanche lontanamente alle noiosissime chiacchiere che si stavano diffondendo per il Campo Mezzosangue da tre giorni a quella parte.
Insomma, non gliene poteva importare di meno se Zeus e Poseidone stavano avendo la loro ennesima discussione su chi dei due fosse il più figo o se Ade stesse di nuovo protestando perché non veniva mai invitato alle festicciole che gli altri dèi tenevano sull'Olimpo - o meglio, sull'Empire State Building, ma questa è una lunga storia -.
Scorse nuovamente tutta la playlist, per poi infilarsi le cuffie nelle orecchie ed attaccare "Back in Black" degli AC\DC a tutto volume.
Se fosse stato un normale essere umano, si disse distrattamente, i suoi timpani sarebbero di sicuro esplosi. 
Beh, se fosse stato un normale essere umano, di certo non si sarebbe potuto arrampicare sul tetto della Casa 1 come se niente fosse, e non solo perché Zeus l'avrebbe fulminato.
Ad Altair piaceva stare in alto, forse a causa della sua discendenza divina.
Zeus, suo padre, era il dio del cielo. Il cielo stava in alto. Aveva una certa logica.
Altair arricciò il naso, mentre Back in Black si trasformava improvvisamente nella nona sinfonia di Beethoven.
«Cosa?!», esclamò il ragazzo, strappandosi le cuffie e guardandole stranito «ma chi...».
Una risata acuta e sospettosamente compiaciuta giunse da terra, ed Altair lanciò un'occhiata al di sotto del tetto della sua Cabina.
Una ragazzetta dai tratti quasi elfici si stava godendo lo spettacolo, coi capelli color miele raccolti in una disordinata mezza coda.
«Ermione Makayla Cooper!», sillabò Altair, assottigliando lo sguardo verde foglia e trattenendosi dall'imprecare «si può sapere che Ade hai fatto al mio Ipod?!».
«Ops!», gridò la ragazzina, senza smettere di sorridere furbamente «colpa mia, scusa!».
«Ma era il mio Ipod!», ripetè lui, avvicinandosi al bordo del tetto con aria minacciosa.
In tutta risposta, Ermione nascose le braccia dietro la schiena e sbatté angelicamente le folte ciglia scure, come a voler sottolineare la sua furbizia. 
Fregare un figlio di Zeus, diciamolo, era un gran bel colpo.
Poi, il volto di Altair fu attraversato da un lampo di sorpresa, ed Ermione alzò il mento verso di lui, in un gesto di sfida e curiosità insieme.
«Come hai fatto a prenderlo?», domandò il ragazzo, passandosi energicamente una mano tra i capelli scuri «non lo lascio mai incustodito. Hai chiesto aiuto ai figli di Ecate?».
Negli occhi color nocciola di Ermione guizzò una certa offesa, e la ragazzina sollevò le sopracciglia.
«Davvero credi che io abbia bisogno della magia per rubarti un Ipod?» disse, muovendo un indice a mo' di "no" verso il ragazzo «stai di nuovo sottovalutando noi figli di Ermes».
 
«Chi pensi che vincerebbe, se si sfidassero in un duello, tra Albus Silente di Harry Potter e Jadis delle Cronache di Narnia?», chiese Geneviére Doherty, sollevando improvvisamente lo sguardo dal nuovo libro su cui era riuscita a mettere le mani grazie all'aiuto di Ermione, degna ed indiscussa figlia di Ermes.
I suoi occhi del colore del petrolio si piantarono poi sul ragazzo dai capelli dorati e le iridi ambrate che lei aveva interpellato, anche lui immerso nella lettura.
A volte, Geneviéve sospettava che William James Finnigan fosse figlio di Apollo come lei, invece che di Efesto. 
Insomma, Will non aveva niente a che vedere con suo padre, erano l'uno l'opposto dell'altro.
Se il dio dei fabbri era brutto, con le mani callose ed incapace nelle relazioni umane, Will era indiscutibilmente bello, divertente e persino un gran oratore.
Poi, ogni tanto, il ragazzo inventava qualcosa di sensazionale, e Geneviéve si ricordava con chi aveva a che fare.
«Silente non sfiderebbe mai nessuno, è troppo saggio per farlo», rispose Will, per poi arricciare il naso «Jadis, poi... figuriamoci, è una tipa tosta».
Geneviére chiuse il libro e si voltò verso l'amico, incrociando le gambe.
«Questo è ovvio, ma metti che siano costretti da... che so, dal presidente Snow», disse, seria.
Will abbassò il suo libro, "Hunger Games", e le puntò l'indice contro.
«Ah-ah», disse, con fare accusatorio «non spoilerarmi il finale».
Geneviére scoppiò a ridere, e gli tirò un lieve pugno contro una spalla.
«E dai!», disse «fai il serio».
Will finse di riprendere contegno, poi s'infilò in bocca una delle fragole del Signor D. e la ingoiò.
«Vincerebbe Silente», disse poi, tornando a leggere «senza dubbio. La trasformerebbe in un sorbetto al limone e se la mangerebbe».
Geneviére annuì, soddisfatta.
«Sì, hai ragione», disse, scostandosi i capelli biondo scuro dagli occhi ed infilandoseli dietro un orecchio «però non credo che se la mangerebbe. Pensaci: "sorbetto al limone con morbido ripieno all'essenza di Jadis". Disgustoso».
Questa volta, fu Will a ridere.
«Oh, dai», fece il figlio di Efesto «il ripieno non sarebbe affatto morbido, al massimo di pietra, come tutto ciò che ha a che vedere con Jadis».
 
Grisam Lightway chiuse di nuovo gli occhi, abbandonandosi al caldo tepore del suo letto.
Che fosse mezzogiorno e lui fosse ancora mollemente abbandonato all'interno della cabina di Atena, sembrava non averci fatto caso nessuno, nemmeno i suoi migliori amici.
O forse se ne erano accorti, ma avevano deciso di lasciarlo fare.
Cosa fantastica, a parer suo, perché lui adorava non essere disturbato, soprattutto quando l'alternativa era gironzolare per il Campo Mezzosangue ad ascoltare decine di semidei intenti a spettegolare sui probabili litigi interfamigliari tra gli dèi.
Un tuono più rumoroso degli altri rimbombò in tutta la Casa 6, ma il ragazzo si limitò a coprirsi le orecchie con un cuscino, sbuffando lievemente.
Sarebbe rimasto rintanato sotto le coperte per ancora molto, molto tempo, se solo, d'un tratto, qualcuno non avesse cominciato a gridare il suo nome come un ossesso.
Anzi, come un'ossessa. Si trattava chiaramente di una voce femminile, e si trovava esattamente di fianco a lui.
Jane Evans, figlia di Apollo ed una delle sue più care amiche, l'osservava con una buffa espressione ad illuminarle gli occhi del colore dell'oceano.
I capelli castano chiaro erano legati in una morbida treccia laterale, che le ricadeva delicatamente su una spalla e terminava nel piccolo e familiare pennacchio rosso rame di cui era solita tingere le punte delle ciocche.
Jane arricciò il naso ed aggrottò le sopracciglia, e Grisam sbuffò di nuovo, tirandosi finalmente a sedere sul materasso, rassegnato.
«Che c'è, Jane?», chiese, stropicciandosi gli occhi.
«Sei sicuro di discendere da Atena?», gli domandò lei, puntellandosi le braccia ai fianchi «dormi quanto un figlio di Morfeo... o di Ipno».
«Ho passato la notte su un libro», si giustificò lui, facendo spallucce ed abbozzando un sorrisetto gentile.
«Nuova», fece Jane, in risposta, ma un sorriso affiorò sulle sue labbra.
«Beh? È successo qualcosa?», incalzò Grisam, decidendosi ad alzarsi dal letto.
Indossava ancora il pigiama ed i capelli biondo sabbia erano più arruffati del solito, ma i suoi pigri occhi grigi, adesso, scintillavano di curiosità.
«Chirone è uscito dalla Casa Grande», riprese la ragazza «ho pensato che avresti voluto saperlo, quando sarebbe accaduto».
Lo sguardo del ragazzo si animò, ed il suo intero corpo parve perdere tutta la stanchezza.
«Andiamo a sentire come giustifica l'assenza sua e del Signor D. negli ultimi giorni, avanti, che ci facciamo ancora qui?», fece Grisam, avviandosi verso la porta, quasi saltellando.
Grisam Lightway passava da un umore all'altro con la stessa facilità con cui maneggiava le armi.
Jane dovette reprimere una risatina.
«Vuoi davvero farti vedere dai figli di Ares e di Afrodite in pigiama, Gris?».
 
Angolo Blind:
 
Ciao, gente! :3
Dèi, è la prima storia che scrivo - o che pubblico, per meglio dire -, e diciamo pure che sono in preda al panico (?)
Insomma, per quanto questo capitolo sia breve, spero di aver reso i vostri OC nella maniera "meno peggiore" possibile.
Aggiungo che, all'interno della storia, ho inserito anche il mio semidio. 
 
Ebbene, domandine aggiuntive:
1. Come si veste, di solito, il vostro semidio?
2. La sua arma\le sue armi hanno un nome? Se sì, quale?
 
Domandine inutili: 
1. Quale tra questi personaggi vi piace di più?
2. Sono molto... orribile? 
  
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