L'allenamento finì, e Giorgia era a pezzi. Ma le faceva male tornare a casa. Non lo voleva più vedere. Afferrò la borsa e si diresse verso la sua casa, mentre la neve cadeva fitta su tutta la città.

"Sono a casa!" urlò Giorgia chiudendo la porta e attaccando all'attaccapanni il suo giubbotto coperto di neve. La madre non gli rispose e allora salì in camera sua nell'attesa di essere chiamata per la cena.

"Com'è andato l'allenamento?" le chiese Liam, arrotolando degli spaghetti intorno alla forchetta.

"Bene ed ho delle novità!" rispose senza alcun entusiasmo. Di solito, quando parlava di quello sport che tanto amava, era sempre felice.

"E qual è questa novità?" le chiese la madre.

"Sono stata invitata a giocare un torneo a Manchester per una settimana."

Silvia la guardò con gli occhi sgranati, e per poco non perse l'equilibrio. Giorgia se lo aspettava. Non la avrebbero mai mandata.

"Giorgia, io non posso accompagnarti. Il mio lavoro mi tiene occupata e credo che la stessa cosa sia per Liam." disse la madre. Liam annuì all'affermazione di Silvia e le avvolse un braccio attorno alle spalle.

"Può venirmi a prendere papà. Sto una settimana con lui, e poi torno qua."

"Devo decidere, ma per il momento è un no. Hai la scuola e come farai con le lezioni perse?"

"Le recupererò." rispose sfacciata Giorgia. Prendeva sempre 8 o 9, ma a matematica aveva la media del 6.

Silvia annuì e si alzò da tavola prendendo il telefono per chiamare il suo ex. A tavola rimasero solo Liam, Giorgia e Irene. La piccola bambina di quattro anni, andò in collo al suo papà.

"Papà, perchè Giorgia è arrabbiata con te? E perchè non ti chiama papà?" le chiese la piccola confusa.

"Perchè semplicemente lui non è mio padre." disse con sfaggiataggine Giorgia.

"Giorgia non iniziare..." la rimproverò Liam. Giorgia alzò gli occhi al cielo, e incrociò le braccia. Altro motivo per cui lo odiava. Voleva fare la parte del padre buono, ma per lei, era solo uno sconosciuto. Peccato che odiasse pure suo padre. "Che mondo ingiusto!" pensò.

Silvia tornò in cucina e si sedette accanto a Liam.

"Allora? Che ha detto? le chiese Giorgia guardandola.

"ha detto che va bene, ma ti devi comportare bene e non come l'ultima volta." le disse la donna.

Giorgia ridacchiò ripensando al casino che aveva combinato l'ultima volta che era andata da suo padre. Ovvimente era una specie di "vendetta".

"va bene. Preparo le valigie. A che ora mi viene a prendere lunedì?"

"Verso le dieci, undici." le rispose Silvia.

Giorgia annuì, e si avviò a passo deciso verso la sua camera. Domani sarebbe passata dal coach per dirgli che aveva accettato l'invito. Era emozionata, ma la voglia di vedere suo padre era molto piccola.

Prese il telefono e compose il numero di suo zio Louis. Fece due o tre squilli fino a che non le rispose.

"Pronto?" rispose una voce in preda al fiatone. Giorgia si fece una brutta idea su quello che stava facendo il suo zio in quel momento. Allora decise di fargli uno scherzo.

"Salve, parlo con il signor Louis Tomlinson?" gli disse con una voce roca,in modo che sembrasse un vecchietto a chiamarlo.

"Si sono io. Perchè?"

"Lei è in arresto!"

"C-come?." le chiese scioccato lo zio.

"Ahahahahaahh ciao zio!" gli disse Giorgia.

"Stupidina la mia nipotina, come stai?" le chiese. Potè sentire le risate della sua ragazza rimbombare per la stanza. Gli raccontò della scuola, del calcio e del torneo che avrebbe fatto.

"Sono fiero di te nipotina. Hai preso dal tuo bel zio." disse felice Louis.

Dopo aver chiacchierato al telefono con il suo amato zio, si mise a fare la valigia. Tra le mani, le capitò una foto. La osservò bene e per poco non pianse. Ritraeva lei da piccola all'età di tre anni, sua madre e suo padre. Tutti e tre insieme, FELICI!! Una bella famiglia, che era stata spezzata da quello stupido di Zayn. Giorgia era costretta a nasconderla, perchè sennò Silvia l'avrebbe buttata nella spazzatura. Infilò la foto nella valigia e la richiuse.

Si stese sul suo amato letto, e osservò il soffitto e le sue crepature. Irene aveva una stanza più ampia, più colorata e più decorata. Si sentiva messa da parte anche da sua madre. Solo perchè era figlia dell'uomo che l'aveva lasciata, non doveva mica trattarla come se fosse un estranea.

Con quei pensieri, si addormentò in un sonno triste e demoralizzato.

Silvia e Liam, osservavano la loro piccola Irene, che dormiva beatamente nel mezzo del lettone, tra i due genitori.

"Vado un attimo al bagno, torno subito." le disse Liam, dandole un dolce bacio a fior di labbra. Silvia annuì, e lui si alzò.

Passò davanti la camera di Giorgia. Notò che la porta era accostata e così decise di entrare. Era la prima volta in cinque anni, che entrava nella camera della ragazza. Osservò le varie crepe che si trovavano sul soffito.Il colore del muro, era di un azzurro spento.

Liam si avvicinò al letto di Giorgia. Si sedette sul letto e contemplò la figlia della sua amata Silvia. La considerava bellissima, la figlia perfetta. Le accarezzò i capelli e le diede un bacio sulla fronte.

Dopo pochi minuti, si alzò e uscì dalla camera di Giorgia lasciando la porta leggermente accostata. Tornò nel suo letto e guardò Silvia e Irene che dormivano beatamente. Si infilò nelle coperte e cadde in un sonno tranquillo...


Ciao bellissime!!! Scusate ma ieri sono stata impegnata ed non ho potuto aggiornare. Che ne pensate della fan fiction? A me per il momento piace, ma sopratutto deve piacere a voi ;) Me la lasciate una recensione? Accetto pure critiche :)
Je Je xx