- Mi sento davvero al sicuro con te dentro di me. E con ‘te’ intendo la tua voce. E con ‘me’ intendo il mio orecchio. Okay, la smetto di parlare. –
- Sarebbe preferibile. –
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- Sarebbe preferibile. –
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Lei che batteva frenetica con le dita sulla tastiera, lì in quel sotterraneo.
Era una cosa rilassante. Specie quando era preoccupato.
Anche se non l’avrebbe mai ammesso.
«Trovato qualcosa?»
Le domandò mentre continuava ad allenarsi alla sbarra.
«Poco e niente. Da qui non posso … fare niente.» emise sconfitta, mentre Oliver lasciava la presa alla sbarra e atterrava sul pavimento.
Lei si voltò a guardarlo. «Mi spiace Oliver.»
«Non preoccuparti, c’è sempre un modo.»
«Riguardo a cosa? Allora Felicity, trovato niente?»
Diggle e Roy stavano scendendo le scale, portando un sacchetto di carta.
«Scommetto che non avete mangiato.»
Oliver si allontanò un attimo per sciacquarsi, tornando poi vicino a Felicity dove aveva poggiato una maglietta grigia.
«Grazie Dig. »
«Non ho trovato molto. » ammise Felicity. «Potrei solo dal computer principale di Javier. Da qui non posso far niente di concreto. »
«Oh. E come si fa?» emise Roy.
Oliver guardò Felicity. «Casinò?»
Lei annuì.
«Casinò?» emise Diggle. «Quando?»
Oliver finì di ingoiare il boccone di hamburger, mentre la ragazza mordeva una patatina fritta.
«Quando siamo rimasti solo io e lei. Continuando a cercare Walter.»
Diggle rimase un attimo in silenzio, ricordando l'alterco tra lui ed Oliver per quella sua mancanza. Poi si rivolse a Felicity. «Tu, puoi farcela?»
«In questo caso, è un ufficio, dovrò solo fingermi una stagista. E non credo ci saranno sparatorie.»
Oliver si chinò verso di lei, con la scusa di prendere altre patatine. «Tranquilla sei al sicuro con me dentro di te, tutto il tempo. » finse un espressione pentita per la gaffe « E per ‘te’ intendevo il tuo orecchio. E con ‘me’ intendevo la mia voce.» continuò innocente.
«Oliver. È preferibile che tu stia zitto. » sibilò lei, seppur arrossita, rifilandogli una gomitata e fregandogli le patatine direttamente dalle dita.
«Dici?»
«Lo preferisco.»
Lui sorrise, mentre lei arrossita si allontanava con passo nervoso. Ignari degli sguardi di Roy e Diggle.
«Idiota.» gli disse lei da lontano.
«Ti ho sentito.» poi sentendosi osservato, sollevò il capo. «Nulla.»