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Autore: MJBlack    05/02/2014    2 recensioni
[A real life in New York City GDR]
[A real life in New York City GDR]« Il nostro patto non comprendeva tutto questo » La voce gli uscì di due toni più bassa del normale, ma non poteva farci nulla, era la sua presenza e la consapevolezza di essere circondati dai suoi leccapiedi a parlare per lui. « Me ne tiro fuori. E dovresti anche tu, questo piano è troppo grande perché tu riesca a compierlo. »
Non ricevette nessuna risposta. L’ombra aveva semplicemente inclinato appena il viso, come se stesse studiando una potenziale preda. Divertito dalla sua inquietudine, non faceva che giocare al gatto con il topo.
Lui fremeva di ottenere una risposta, un assenso, un segno di ascolto. Se avesse saputo cosa avrebbe portato da lì a poco quel leggero accenno, probabilmente avrebbe preferito non ottenere nulla. Delle braccia forti lo presero, impedendogli l’accesso alle armi di cui era portatore.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1:

Volti nuovi, sangue vecchio

La ronda notturna era passata piuttosto fiaccamente: niente demoni in giro, nessun nascosto alla ricerca di guai e nulla che ricordasse anche solo minimamente una trasgressione. Insomma, un vera e propria noia. Le strade di Manhattan erano sempre così caotiche e piene di gente, una vera e propria attrazione per chi, come gli stranieri, non aveva mai visto il centro del mondo; perché questo era ciò che la città era diventata negli ultimi anni: il cuore pulsante del pianeta. Gli era sempre piaciuta, come luogo in cui vivere, a differenza di altri che preferiscono posti più pacifici e tranquilli, come Stefan. Non che l’aria di città non gli piacesse, ma per il suo temperamento calmo e pacifista sembrava più portato per la vita in uno di quei cottage in cui puoi coltivarti da solo la lattuga. Chris, d’altro canto, era il contrario di suo fratello: molesto, impulsivo e molto, molto incline ai guai.

Ma quella sera non aveva intenzione di fare niente di male, era solo arrivato il suo turno per fare un controllo in zona in cerca di tracce di attività sospette. Da quando era stato trovato il corpo di un cacciatore morto a Central Park, il numero di controlli da effettuare era aumentato a dismisura, ma questo non gli era dispiaciuto più di tanto. Di solito quelle cose gli piacevano, sul serio, tanto da ritrovarsi spesso a barattare con Isabel per ottenere anche il suo giorno di ronda, ottenendo in cambio favori come il dessert della ragazza o il letto fatto. Non ci poteva fare granché, adorava essere quello che era e gli piaceva ricordarlo, tracciando sulla sua pelle sempre più marchi di quanti, effettivamente, servissero per una semplice occhiata in giro.

Tuttavia c’erano sere, come quella appena trascorsa, in cui tutto era pateticamente in regola, e quindi non c’era nessun divertimento a girovagare per la 5th Avenue con dei coltellini nascosto negli stivali. La tenuta dei cacciatori era rigorosamente di cuoio nero, trattato appositamente dalle Sorelle di Ferro, che lo rendevano più spesso e resistente di un qualunque altro tipo di tessuto utilizzato dai mondani. Naturalmente, questo non serviva a proteggere da tutti i tipi di attacchi e veleni dei demoni, quindi stava anche alla bravura e l’agilità dello Shadowhunter fare in modo di resistere durante le battaglie. Aveva fatto fuori un numero non esiguo di demoni nel corso dei suoi anni di “servizio” e, un po’ per riflessi, un po’ per fortuna, non era mai arrivato in fin di vita. Più per fortuna, che per altro.

Arrivata una certa ora, non aveva trovato ancora nulla: il parco lo aveva controllato due volte e, parlando di Central Park, non era stata una passeggiata; era poi passato in rassegna per tutte le stradine e locali più in vista nel mondo dei nascosti, ma il numero di indizi non si apprestava a salire al di sopra del 2,5. Quel “,5” era dovuto unicamente al fatto che era riuscito ad ottenere qualche informazione sull’uomo in questione da un barbone della metro, in cambio di cinque dollari per comprare una bottiglia di birra. A quanto pareva, l’uomo era arrivato alla Atlantic Avenue intorno all’una di notte. Chissà perché tutte le cose losche che avvenivano, prendavano sempre piede di notte e quando non c’era nessuno che faceva da controllore. In quel momento, invece, non era successo niente di importante. Decise di fermarsi nell’ultimo bar che aveva in programma di visitare quella notte, tanto, se fosse accaduto qualcosa, la voce si sarebbe sparsa in meno di un nano secondo.

*

Che cos’è uno Shadowhunter? I Nephilin sono guerrieri nominati dall’Angelo Raziel. Hanno il compito di vigilare e controllare la sfera demoniaca presente nel nostro mondo, che comprende sia i demoni che gli altri esseri soprannaturali, generati dalla loro presenza tra di noi. Il nome “Shadowhunter” viene dal nome del nostro primo Nephilim: Jonathan Shadowhunter.

Ormai, non sapeva più nemmeno quante volte aveva letto quel dannato libro. Le prime volte risultava pesante, essendo più che un libro, un manuale da studiare a memoria. Leggere o meno quel volume grande e polveroso, avrebbe potuto stabile la vita o la morte di un cacciatore, durante una lotta. E lei, di quei momenti, ne aveva vissuti parecchi. Quindi, in fin dei conti, era stata grata ai suoi genitori per averla costretta quando era solo una bambina. Tutti i Nephilim crescono con in un mano una copia del Codex(1), e nell’altra una spada angelica. Venivano addestrati per combattere, per essere delle spietate macchine da guerra contro il mondo delle ombre. Se poi tua madre è la tua stessa istitutrice non è che ci sia questa grande opportunità di rifiuto. Ricordava distintamente come odiasse lo studiare l’arte della monomachia(2), e di come sentisse ogni volta più avvilita nel vedere la naturale inclinazione di Stefan e Chris per quest’ultima. Più Stefan, in realtà; Chris era più il tipo da lanciare coltelli con gli occhi bendati, steso sul letto della propria camera, mentre leggeva la cronaca mondana e risolveva casi, considerati da lui, banali.
Non vi meravigliate, ogni Shadowhunter ha, nella sua istruzione di base, una anche minima capacità di deduzione. Era insegnata allo stesso modo del greco o del tracking. Isabel era più il tipo portato verso la diplomazia e lo studio delle lingue demoniache, oltre a non essere niente male con i pugnali, che aveva scelto come sua arma designata. Nell’equipaggiamento di base, ogni cacciatore deve portare due spade angeliche e un’arma scelta da lui stesso, con la quale poi si avrebbe continuato ad allenarsi. La scelta era completamente autonoma e poteva essere davvero qualsiasi cosa, da una balestra ad una katana. Inizialmente, la sua scelta era ricaduta sulla frusta ma, provandola la prima volta, un movimento sbagliato indirizzò il colpo verso la faccia di Stefan, provocandogli un bel livido sulla guancia che sarebbe, poi, durato per settimane.

« Lo stai davvero rileggendo? »

La voce di Stefan la raggiunse alle spalle, facendola lievemente sobbalzare. Era una Shadowhunters, ma non si disturbava mai una ragazza nel mezzo della sua lettura, per l’Angelo!

« Sì, do una rispolverata ad alcune tecniche di sopravvivenza di base. »

Riprese la foto di lei con i due fratelli Hallowstark(3), e la mise all’interno del libro. Era una delle poche foto che avevano tutti e tre, ed erano rappresentati all’età di otto anni. Erano adorabili, con le guanciotte piene e gli occhi che ancora non avevano visto la corruzione che affliggeva il mondo. Certe volte si era fermata a pensare come sarebbe stata la sua vita se fosse nata come una semplice mondana. Non si sarebbe dovuta occupare d’altro che del ragazzo che le piaceva, o di prendere un buon voto al compito di latino. Magari avrebbe potuto essere una cheerleader, data la sua naturale inclinazione per le acrobazie. Ma lei era una fiera Shadowhunter, non avrebbe mai abbandonato la sua attuale vita per un'altra. Lei era Isabel Maplechild, Nephilim e nient'altro.

« Christopher è tornato, ieri notte? »

Stefan era l’unico a chiamare Chris con il suo nome di battesimo, invece che con il simpatico diminutivo che lui preferiva, ed era anche l’unico a cui era permesso, tranne i suoi genitori. Anche se non lo dimostrava spesso ed apertamente, Chris ci aveva sempre tenuto molto a suo fratello maggiore, forse più di ogni altra persona sulla faccia della terra. Erano come due parabatai, senza neanche essere stati contrassegnati dai marchi. Alcune volte Isabel stessa invidiava l'affetto che provavano l'uno per l'altro, palpabile anche senza dimostrazioni eccessive.

« Non l'ho visto rincasare, ma non preoccuparti - lanciò velocemente ho sguardo fuori dalla finestra, che dava sul cortile - Chris è come una fenice: risorge sempre dalle sue ceneri! »

Una delle politiche degli Shadowhunter era il non dirsi mai addio, o augurarsi buona fortuna. Si doveva sempre partire dal presupposto che sarebbero tornato tutti sani e salvi, ma era comunque difficile il dover mandare qualcuno lì fuori, sapendo tutti i pericoli che c’erano sono, senza preoccupazioni. E Stefan era l'emblema della preoccupazione. Non che lo facesse apposta, semplicemente teneva così tanto al fratello che non poteva far altro.

E poi, Chris era il tipo di persona capace di vomitare l’anima e, dopo un’ora, alzarsi dalla tazza del water per andare ad allenarsi. Viveva per la causa dei Nephilim, e gli unici piaceri che si concedeva erano i drink alcolici e il perder tempo dietro qualche ragazza, qualunque fosse la sua razza d’appartenenza. Per un periodo si era frequentato con una strega con delle adorabili orecchie da gatto; non aveva mai capito la ragione per cui avesse puntato lei, dato che avrebbe potuto fargliela pagare in modi abbastanza divertenti. Fortunatamente per Chris, e per sfortuna per Isabel che si sarebbe divertita un mondo a vederlo ricoperto di bubboni, la strega non sembrò prenderla molto male. Probabilmente perché anche lei non voleva ottenere niente di più che qualche incontro sporadico terminato con pochi vestiti e corpi distesi su una qualunque superficie piatta, o verticale.

« Ragazzi, Chris è tornato »

Sua madre, la signora Maplechild in persona, fiera e austera donna dagli occhi molto simili a quelli di sua figlia, fece capolino dalla porta d’entrata alla biblioteca, annunciando con voce abbastanza preoccupata il ritorno del “figliol prodigo”.

« È nella sua stanza »

Aggiunse, poi, guardando in direzione di Stefan che, prevedibilmente, a grandi passi lasciò la stanza. Entrambi i genitori dei due fratelli erano partiti per Alicante: la morte di uno Shadowhunter, ritrovato in territorio diverso da quello di sua competenza, aveva provocato grande scompiglio tra le linee del Conclave, costringendo i direttori il consiglio a riunirsi per un’assemblea. Quindi, ora, l'unico adulto presente in casa era la madre di Isabel. Questa si occupava dei ragazzi, dei loro allenamenti e di cucinare la cena e, in quel momento particolare, anche di mandare avanti la struttura e di organizzare le ronde per la città.

« Si è cacciato in qualche guaio? » chiese, abbastanza curiosa. Ormai la lettura del libro era un capitolo chiuso, per così dire.

« No è solo un tantino… Sbronzo, credo. »

« Non c’è da meravigliarsi, è quello che fa sempre.»

« Sempre che si tratti solo di alcool. Sua madre non la prenderebbe bene se scoprisse che assume droghe, magari droghe demoniache.»

Isabel inarcò un sopracciglio e scoppiò in una fragorosa risata.

« Mamma, Chris è un idiota, ma non fino a questo punto.»

*

Stefan era ormai abituato a risolvere i casini in cui suo fratello continuava a cacciarsi, che fosse una rissa con dei vampiri, o il reggergli la testa mentre liberava il proprio corpo da tutte le sostanze alcoliche che era riuscito a ingurgitare. Era quasi certo che, prima o poi, si sarebbe rovinato completamente il fegato, a furia di bere più di quanto realmente potesse sopportare. I loro genitori non erano per niente contenti del comportamento del proprio figlio minore, che avevano più volte spronato a diventare più simile al fratello, benché lui stesso fosse contrario ad essere un termine di paragone. Erano due persone diverse, con diversi modi di vedere il mondo e di affrontare la vita. Paragonarli era la cosa peggiore che potessero fare, perché non facevano altro che incrementare i comportamenti “ribelli” tenuti da Chris. Non era il genere di ragazzo che, dopo un rimprovero, smetteva. Anzi, questo non faceva altro che incrementare il suo desiderio di mettersi alla prova. Molte volte era intervenuto lui stesso per evitargli ulteriori guai o punizioni, ma era comunque il primo a chiedergli di non tenere certi comportamenti, almeno non quando era in servizio. E, per un periodo, il misto di consigli regalati da entrambe le parti, aveva davvero funzionato; durante i suoi turni, evitava futili distrazioni e non portava liquidi, diversi dall'acqua, alle labbra. Fu una specie di miracolo. Ma sapete come dice il detto: “Quando il gatto non c'è, i topi ballano”. Non era stato difficile immaginare che, senza i due grossi gatti, stesse di nuovo cadendo nel vortice formato dai suoi vizi.

Entrò nella camera del fratello convinto che fosse semi-svenuto sul proprio letto ma, soprattutto, da solo. Invece, chinato sul corpo, c'era un ragazzo. Aveva la pelle olivastra e i muscoli ben definiti, visibili anche se coperti da un leggero strato di vestiti.

« Davvero un tipo resistente, tuo fratello. Ho dovuto batterlo per ben due volte a birra pong, per essere metterlo KO! »

Aveva già sospettato di non averlo mai visto da quelle parti, ma quando si girò nella sua direzione, guardandolo in viso, capì che la sua supposizione era esatta. Non era molto alto, lui lo superava di una ventina di centimetri; un ciuffo castano gli ricadeva sulla fronte, facendo contrasto con il colore chiaro degli occhi. Sembrava non vedere una spazzola da giorni.

« Sono Liam Lanter - cominciò a fare avanti e indietro per il perimetro della stanza, studiando tutto ciò che c'era al suo interno - tu sei Stefan Hallowstark, giusto? Certo che lo sei, se lui è Christopher, tu sei Stefan »

« Non chiamarlo Christopher »

Gli era uscito spontaneo. Suo fratello non amava essere chiamato con il suo nome completo, ora che era svenuto doveva per forza  fare da suo vice. Liam spostò nuovamente lo sguardo su di lui, alzando un sopracciglio. Era come se avesse ritenuto che l’oggetto di studio più interessante, nella camera, fosse proprio Stefan.

« Non ti dispiacerà, allora, se lo chiamo Junior »

Quando lo Shadowhunter diede una rapida, ma più dettagliata, occhiata al soggetto, notò finalmente la spilla dorata che portava appuntata al giacchetto di pelle.

« Fai parte del Preator Lupus, riconosco la spilla »

Avere a che fare con i lupi mannari non gli andava a genio, sebbene gli Accordi avessero stabilito decenni prima che stabilire buoni rapporti con loro fosse della massima importanza. Lui lo sapeva, ma preferiva comunque stare fuori dai loro giri. Erano Chris e Isabel quelli che fraternizzavano con quella che, a detta di molti cacciatori, veniva definita feccia.
Il Preator Lupus però era cosa ben diversa. Era una società segreta, una sorta di setta organizzata di lupi mannari che tenevano d’occhio l’attività dei propri simili, aiutando le nuove leve ad adattarsi con la propria natura. E questo non includeva solo i lupi mannari, ma anche vampiri e stregoni alle prime armi.

Liam si avvicinò di nuovo al letto, restando ad osservare il moro per qualche istante abbastanza prolungato.

« Che cosa vuoi? » disse con tono austero Stefan, non ricevendo risposta.

« Qualcosa di oscuro sta per accadere, forze misteriose si aggirano nella notte. Il tempo di giocare è finito »

Annullò la distanza tra lui e Stefan in pochi passi, avvicinando le labbra al suo orecchio, sussurrando flebilmente un: « Ci vedremo ancora, Stefan Hallowstark »

Detto questo, a grandi falcate, uscì dalla stanza.

« Oh, cerca di non far morire tuo fratello. Mi dispiacerebbe non vedere più il suo bel culetto in giro! »

Solo quando lo vide uscire dalla paronimica proposta dalla porta aperta della stanza, spostò la poltrona posizionata nell’angolo della camera più vicino al letto. Appena si sedette, si ritrovò a pensare al fatto che non avesse quasi aperto bocca in presenza di quello strano ragazzo, o lupo mannaro, perché questo era lui. Non aveva ricevuto risposta, ma era piuttosto chiaro e per far parte del Preator Lupus, doveva esserlo anche da diverso tempo. Un nuovo lupo non sarebbe andato a spiattellare su due piedi di esserlo, specialmente con uno Shadowhunter nei paraggi.

“Dannazione, Chris, che razza di compagnie frequenti?”

*

I recenti avvenimenti avevano reso essenziale intensificare il numero di ronde notturne e soprattutto, il numero di cacciatori da impiegare in queste ronde. Per questo motivo, Stefan e suo fratello, accompagnati da una Isabel fin troppo in tiro, si dirigevano al Pandemonium. Il Pandemonium era un poco appariscente locale frequentato da mondani, ma per lo più da Nascosti. Non era difficile incontrare fate o vampiri e, con un po’ di fortuna, anche demoni sotto mentite spoglie. Il punto fondamentale era mescolarsi con la folla e non dare nell’occhio. Perché se i mondani non potevano vedere gli Shadowhunters grazie alle rune dell’invisibilità, i demoni potevano vederli eccome.

« Puoi ripetermi perché sei vestita come una prostituta minorenne? » chiese Chris rivolgendosi a Isabel con il suo solito tono misto fra lo scherzoso e il saccente. Stefan li trovava piuttosto divertenti, sempre intenti a punzecchiarsi a vicenda.

« Chris, se mi definisci ancora prostituta minorenne, ti infilo un pugnale dove non batte il sole. » gli arrivò come risposta, insieme ad un’occhiataccia per niente scherzosa e molto omicida.

« Via, via… Come sei suscettibile. »

Capendo subito l’andazzo, Stefan decise di intervenire per placare gli animi. « Questa non è una novità, Christopher. Comunque stiamo entrando in un locale frequentato da mondani e una buona capacità di mimetizzazione è alla base di una perfetta caccia ai demoni »

« Quindi i mondani si vestono sempre come se cercassero in tutti i modi di beccarsi la sifilide demoniaca? »

« I mondani non possono prendere la sifilide demoniaca, questo comporterebbe la presenza di sangue d’angelo nelle loro vene, cosa che sappiamo perfettamente essere impossibile»

Stefan tendeva a prendere in giro Isabel per la sua assidua lettura del Codex proprio perché lui era un’enciclopedia vivente e non si capacitava del fatto che né lei, né tantomeno suo fratello, fossero a conoscenza di concetti basilari come questi.

« Sì, sapientone. Ma questo non risponde alla mia domanda. » insistette Chris.

« Perché la tua domanda è stupida. E Isabel non è vestita in maniera così succinta. »

Questa era una bugia bella grossa, perché il vestito a fascia nero di Isabel le copriva a malapena il fondo schiena e le premeva sul petto fino a farle scoppiare anche la sua prima scarsa. Stefan se ne rendeva conto, ma tendeva a difenderla sempre, qualsiasi cosa facesse.

« Ti prego, sei veramente ridicolo. Se diventare parabatai significa foderarsi gli occhi di prosciutto, non voglio avere un parabatai per tutta la vita! »

Diventare parabatai nel mondo degli Shadowhunters significava stringere un patto di sangue che andava al di là di qualsiasi tipo di legame, che fosse d’amore o d’amicizia. Significava rendersi vicendevolmente più forti in battaglia e diventare, in un certo senso, uno parte dell’altro. Stefan aveva chiesto a Isabel di diventare la sua parabatai due anni prima, quando si erano ritrovati a combattere con alcuni svariati demoni Oni. Lei accettò subito, senza pensarci due volte. Se prima erano amici, adesso erano inseparabili, l’uno l’ombra dell’altro.

« Chris, il giorno in cui qualcuno vorrà essere tuo parabatai, probabilmente dovremo pregare che non si stia scatenando l’inferno sulla terra. » Le parole di Isabel risuonarono intorno a loro come una battuta, segno evidente che la conversazione stava tornando su toni scherzosi.
Un attimo prima di entrare nel locale, quando Chris era già dentro, Stefan prese il polso di Isabel e se la tirò vicino, lanciandole un occhiata di traverso.
« Comunque questo vestito è troppo corto.»
Lei non gli rispose, si limitò a sorridere e alzare gli occhi al cielo.

La loro perlustrazione del Pandemonium si dimostrò noiosa e infruttuosa come previsto. Questo almeno per le prime due ore passate a girovagare per il locale e impedire a Chris di tracannare l’ennesimo cocktail. Fu proprio quando stavano per abbandonare il campo e passare ad altre zone, che Isabel strattonò la maglietta di Stefan.

« Quel tizio la giù, con la ragazza bionda…» indicò un ragazzo robusto dalla pelle chiara intento a chiacchierare fitto con una bella ragazza piuttosto formosa « Mi ha guardata, prima. Deve essere un Eidolon al cento per cento, altrimenti come potrebbe sembrare un umano? »

Lo sguardo di Stefan seguì il dito di Isabel e si soffermò sui due soggetti e, in effetti, ora stavano guardando entrambi nella loro direzione. Erano sospetti, ma non c’era traccia di segnali di attività demoniaca dal sensore. Tuttavia erano piuttosto lontani e la potenza degli impianti del locale poteva interferire con il corretto funzionamento delle strumentazioni di caccia. Stava per dirle di fare un giro di ricognizione, quando se la vide sfuggire da sotto il naso, seguita a ruota da Chris. Loro erano fatti così e lui lo sapeva, sempre pronti a gettarsi nella battaglia senza pensare. Battaglia, fra l’altro, che ancora dove cominciare. Lì seguì trattenendosi dal maledire l’angelo per avergli dato l’arduo compito di fare da baby sitter a due adolescenti incontrollabili e cercò di non perdere di vista il probabile demone. Lì seguì fino all’uscita, facendosi spazio fra la folla. Quello che trovò di fuori fu inaspettato.

« Sciocchi Shadowhunters, a quanto pare le nuove reclute sono molto facili da abbindolare.» Non fu il ragazzo massiccio che ora mostrava evidenti occhi rossi pregni di fiamme direttamente dall’inferno a parlare, ma la ragazza bionda. La ragazza bionda che ora aveva dei serpenti al posto dei capelli. Un’esca. Farsi passare per un demone che cerca di far del male ad una ragazza innocente era solo un’esca. Quella ragazza era tutto fuorché innocente.

“Stupidi, ragazzini stupidi e incoscienti!” pensò Stefan, mordendosi la lingua, per non esporre ad alta voce i suoi pensieri. Se si comportavano in modo sconsiderato, affrontando demoni alla cieca senza elaborare un piano era solo colpa sua, che non aveva abbastanza polso.

« Gli sciocchi siete voi, se credete di poterci tenere testa da soli. » disse Stefan incoccando molto rapidamente una freccia sul suo arco e spuntando dietro suo fratello e Isabel, anche loro già muniti delle loro armi.

Il demone dagli occhi rossi si aprì in un ghigno di pura malvagità e sibilò «Chi vi dice che siamo soli? »

*

Erano in una situazione di stallo. Stefan non aveva abbandonato la sua posizione, rimanendo sui gradini più alti dell'uscita secondaria del locale per avere una migliore visuale sui nemici. E ce ne erano tanti, davvero tanti. Troppi, rispetto al solito. I demoni non si muovevano mai in gruppi così grandi e variegati, Stefan era riuscito a contarne almeno una ventina. Sarebbe stato un gioco da ragazzi far fuori due di loro, se non fossero stati dei mutaforma fin troppo intelligenti accompagnati da altri demoni alti circa tre metri. Essere in inferiorità numerica non era mai un problema per gli Shadowhunters, ma essere circondati da bestioni in un vicolo buio non era il massimo, specialmente per tre cacciatori così giovani. Isabel e Chris fronteggiavano tre demoni Shax a testa, coperti di viscido sangue nero demoniaco dalla testa ai piedi. Stefan li vedeva chiaramente, anche se la sua attenzione era tutta rivolta ai demoni che li circondavano. Con il suo arco scoccava una freccia dietro l'altra, senza mai mancare un colpo, ma non riuscendo a rallentare di molto la loro avanzata. Sembravano aumentare e rigenerarsi dal sangue dei demoni già uccisi. Più la battaglia si dilungava, più iniziava a domandarsi da dove saltassero fuori.

“Giorni e giorni di totale inattività e ora questo?” continuava a ripetersi infuriato, il viso una maschera di rabbia e determinazione. Fu quando sentì il grido di gelido dolore di Isabel che distolse lo sguardo dal demone Iblis, che stava trasformando in un puntaspilli per frecce, e si accorse del mutaforma dai capelli serpentini che si avventava su di lei, munita solo di uno dei suoi preziosi pugnali. Li raggiunse in un lampo, lasciando l'arco ormai munito di poche frecce e sfoderando la spada.

« Ithuriel » sussurrò infondendole il potere angelico e con un colpo secco recise la testa del demone che si accartocciò su se stesso sotto i loro occhi.

« Non dovevi intervenire, me la stavo cavando benissimo da sola. » disse lei portando una mano alla cintura e sfoderando la sua spada.

« Non mi sembrava proprio, ti aveva stesa. »

« Già e ora che hai abbandonato la posizione sarà tutto molto più facile, vero? »

Si guardò intorno impedendosi, per la seconda volta durante la serata, di nominare il nome dell'Angelo invano. Ormai erano completamente circondati, Chris se la stava vedendo da solo con quattro demoni, loro stavano per affrontane altrettanti. Aveva in mano due spade, destreggiandosi con esse tra i nemici. Affondava la lama velocemente e con il giusto calibro di potenza, sporcandosi sempre di più di putrido e viscoso liquido nero.

« Ragazzi dobbiamo ritirarci! »

L'unica soluzione sembrava quella. Stefan e Isabel, schiena contro schiena, continuavano ad inffliggere colpi ai nuovi demoni che li stavano pian piano circondando. La battaglia non sembrava avere una fine. Anche se avessero provato un piano di ritirata, sarebbe stato difficile aprirsi un varco tra tutti quei mostri disgustosi, sebbene ci stessero provando in tutti i modi. Il sudore imperlava le loro fronti, a causa dalla stanchezza, mentre i nuovi demoni che si apprestavano ad attaccarli non erano per niente provati da battaglie precedenti. Lui e Isabel si erano lanciati in direzioni diverse, dopo poco, togliendo la vita a quanti più esseri possibile e, per un istante, fu felice che la sua parabatai fosse così impulsiva. Quando, però, uno Shax abbastanza coraggioso, aveva fatto rotolare la sua spada a terra, lasciandolo senza armi, tornò a maledirla.

Il demone gli era saltato addosso, tenendolo saldo al terreno. Tentava di divincolarsi, con scarso successo. Doveva arrivare alla sua lama, altrimenti sarebbe stata la fine per lui; Chris e Isabel erano troppo presi dai loro nemici, per notare la sua rovinosa caduta. Poi sentì una voce. Un grido di battaglia squarciò l'aria e si precipitò addosso al mostro una ragazza dai lunghi capelli castani, raccolti in una treccia che ricadeva di lato alla sua testa; dal colore erano molto simili a quelli di Isabel. Conficcò un’ascia nella schiena della creatura, che ricadde addosso a lui senza vita e si accartocciò su se stessa, prima di sparire. Allungò una mano verso di lui, aiutandolo a rialzarsi da terra.

« Serve una mano? »

Tutti e tre furono colti di sorpresa da questa apparizione, ma lo stupore si fece ancora più intenso quando dietro di lei sbucarono altri due Shadowhunters che non avevano mai visto prima. Fu incredibile, riacquistarono le forze necessarie e, non tanto la superiorità numerica, quanto la superiorità strategica. Contro ben sei cacciatori, nemmeno un esercito di cento demoni avrebbe potuto avere la meglio. Il combattimento riprese, questa volta ad armi pari. I cacciatori si lanciarono contro i loro nemici, senza pietà. Quando tutti furono sconfitti e il sangue aveva imbrattato per bene tutto il vicolo, comprese le mura del locale, solo il demone dagli occhi di fuoco mancava all'appello.

« Morirete tutti giovani cacciatori, ben presto vi ritroverete in ginocchio ad implorare per non essere nati figli dell'Angelo Raziel, ma figli delle fiamme dell'inferno!»

Ognuno di loro lanciò lui un penetrante sguardo di disprezzo, ma solo uno si avvicinò a lui quel tanto che bastava a mettere fine a quel teatrino inutile.

« Sai, per i miei gusti parli un po' troppo.» uno dei due cacciatori spuntati dal nulla pronunciò queste parole con un guizzo di sagace divertimento negli occhi e infilò la spada dritta nel cuore della creatura che, come tutte le altre, raggiunse il Vuoto. Mantenendo quel sorriso, si voltò verso gli altri.

«Permettete che ci presenti - disse facendo un piccolo inchino assolutamente teatrale – Ian Heronblood, mia sorella Elizabeth e il nostro compagno Drake Fairwood. Al vostro servizio! »

 



 

(1): Manuale per Shadowhunters
(2): Combattimento corpo a corpo
(3): Cambieremo tutti i cognomi dei personaggi, finché è necessario, e a volte anche i nomi. Questi sono facili da riconoscere, quando poi ci sarà bisogno interverremo noi a spiegare chi è chi.
 


Ed eccoci qui con il capitolo uno, arrivato decisamente più velocemente di quanto ci aspettassimo! (Questo progetto ci sta dando alla testa)
Non abbiamo ancora un'idea precisa della data di pubblicazione del prossimo capitolo, ma se continuiamo di questo passo penso decisamente presto.
Abbiamo inserito i protagonisti e i primi personaggi che saranno presenti nella storia, che poi continueremo a riprendere in seguito.
Lasciateci un commento per farci sapere se siamo dei geni o delle pazze che dovrebbero smettere di leggere. 
Io direi la seconda!
Alla prossima, 
Manu e Jules ♥

   
 
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