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Autore: Jenrauhl    06/02/2014    2 recensioni
Jennifer e Justin. Poche parole, troppi sguardi.
Dopo anni di distanze e sofferenze, si rincontrano a New York.
Ormai tutto è cambiato, ed entrambi si spingono a continuare le distanze che li separano.
Ma qualcosa prevale dal loro cuore, e li spinge a distruggere il muro di pietra che li contrappone.
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CHAPTER FIVE.
-Justin, almeno rispondimi.-dico, quasi irritata.
Si gira verso di me.
Noto in lui uno sguardo diverso. Vedo i suoi occhi colmi di rabbia.
-Perchè l'amore è una merda.-continua, calmando la sua ira.-...e credo che rimanendo al tuo fianco, potrei persino cambiare idea.-
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TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=YOTjBMuJPYE&feature=youtu.be
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ho sempre pensato a cosa dovessi andare in contro se ci fossero stati problemi sul mio campo. Ma in fondo, non avevo tutti i torti.
Nel periodo precedente la mia famiglia si stava distaccando troppo, e la casa ormai non era neanche più un mio rifugio dove poter stare. I miei genitori litigavano in continuazione, fin quando mio padre non ha preso le decisive di andarsene. Sono stata abbastanza indifferente.
Non si amavano più, cosa potevo fare?
Mi sono preoccupata più per mia sorella. Ormai io sono abbastanza grande per affrontare questi cosiddetti problemi, ma mia sorella ha solo 13 anni. Non volevo che fosse influenzata da situazioni negative. Ma i miei genitori stavano superando ogni limite. La casa ormai era piena di negatività e Rosie si stava lasciando andare. Tengo troppo a lei per farle prendere una cattiva strada.
E quel giorno in cui nostro padre se ne andò, mamma fece altrettanto, senza alcun addio.
Potevo capirla, il dolore la stava portando a fare ciò. Ma non potevo vedere mia sorella, con le lacrime agli occhi, in cerca di sua madre.
Vederla lì, accasciata ai piedi della porta, in attesa che ritornassero. Come potevo dirle che non sarebbero più tornati? Mi era terribilmente impossibile vederla ridotta cosi.
Lei è l’unica ragione per cui io sono ancora qui. Mi è sempre stata vicino, quando ne avevo bisogno.
Ed ora è il momento che io prenda il posto di nostra madre, standole il più vicino possibile.
Sono passati giorni dopo quel che è successo, e ho deciso di trasferirmi, portando Rosie con me.
Adesso siamo qui, a New York.
E' una meraviglia questa città. Ho sempre desiderato trasferirmi qui, ma purtroppo i miei genitori non hanno mai avuto la possibilità di portarmi.
E grazie a svariati lavori, ho racimolato molti soldi. Li ho conservati, perché sapevo che un giorno me ne sarei andata di casa e mi sarei trasferita proprio qui.
Dio, ma i miei genitori hanno cambiato tutto il programma, rendendo le cose alquanto difficili. Ma avevo abbastanza soldi, grazie al cielo. Sono riuscita a comprare due appartamenti, e fare l’iscrizione a due scuole diverse. E’ stata una fortuna, perché nel mio programma non c’era scritto che avrei speso per due.
Ma non mi interessa più di tanto, mia sorella è più importante.
Ho deciso che avremmo avuto due appartamenti diversi perché ognuno ha bisogno del suo spazio. E’ sempre un’adolescente, e io alla sua età avevo il mio spazio. E' una giusta scelta, vero?
Adesso sono qui, e sul marciapiede di fronte riesco a vedere la mia nuova scuola.’Professional Arts School’ ,che nome originale.
Non riesco ancora a crederci. E’ arrivato il momento di cambiare vita, e tutto cosi maledettamente veloce.
Avrei dovuto aspettare i 18 anni per andarmene di casa e venire qui.
Ma adesso mi ritrovo ad affrontare il 4° anno, in una scuola a me completamente estranea.
Sono una ragazza di 17 anni che deve comportarsi come un’adulta di venti.
Mi sembra più che giusto considerare la mia vita difficile, ma so di avere la forza nel fare tutto ciò. Ed ora, devo anche basare a mia sorella.
Ho una vita tra le mani, e di certo non mollerò proprio ora.
Sono ancora qui, sul marciapiede opposto a fissare la mia nuova scuola.Sento il vento che mi scompiglia i capelli, la luce del sole che mi sfiora la pelle, e il dolce cinguettio degli uccelli.
Sono così pensierosa che non mi rendo conto del forte frastuono della campanella.
E’ ora di entrare. Nuova vita…a noi due.
Entro con il passo svelto, sono in ritardo. Buon inizio come primo giorno.
Vado in segreteria e prendo il foglio delle mie lezioni. Sgrano gli occhi, portandolo dinnanzi ad essi.
Non ci capisco niente, sembra scritto in greco, oddio.
Cerco di trovare il senso giusto del foglio girandolo,e rigirandolo in continuazione.
Fin quando non mi scontro con una ragazza,e cado a terra. Davvero un buon inizio.
-Oddio, scusami, non volevo.-dice,mortificata.
-Non ti preoccupare.-
Mi alzo velocemente, per poi sistemarmi.
Noto che prende il mio foglio e lo legge.
-Stiamo nella stessa classe, figo.-dice, esaltata.
Finalmente qualcuno che può aiutarmi, grazie dio.
-Ah davvero? Grazie al cielo, così puoi aiutarmi a capire qualcosa di 'sta roba.-dico, indicando il foglio.
Accenna una risata, prima di guardarmi.
-Io sono Jazmin, ma chiamami Jaz.-
Mi fa un enorme sorriso.Dio che bella.
Mi incita a darle la mano,che stringo con piacere.
-Io mi chiamo Jennifer,ma chiamami Jenny.-dico,ridendo
-Sei nuova?-
Noto che incomincia a camminare, incitandomi ad andare con lei.
-S
i,mi sono trasferita da poco con mia sorella.-
-Niente genitori?-dice,incominciando a ridere.
Una scia di tristezza mi percorre tutto il corpo.Ho sempre odiato parlarne ad altre persone.Ho sempre tenuto tutto dentro,e detto niente a nessuno.
-No,loro non ci sono.-dico,con un velo di tristezza nella voce.
-Ah mi dispiace, non sapevo che..-
-Non fa niente, non ti preoccupare.-ribatto, interrompendola.
-Bè, sappi che se ne hai bisogno, io sono qui.-
-Grazie.-dico,accennando un sorriso.
Non c’è mai stato nessuno per me.Mi è nuova questa sensazione, mhm.
-Sai, penso che la nostra intesa andrà molto d'accordo.-dice, sorridendomi.
-Lo penso anch’io.-dico,ricambiandole il sorriso.
Arriviamo dinnanzi ad una classe. Credo sia la nostra, aiuto.
-Eccoci qua..-continua-...benvenuta nel tuo nuovo incubo.-afferma, prima di girare i tacchi.
La prendo per un braccio,cercando di fermarla.
-Aspetta.Tu non entri?-
-No, purtroppo ho combinato una della mie e sono stata mandata in presidenza..-continua-..ma arrivo subito, promesso.-
Scoppio dalle risate, dopo la sua prima affermazione.
Immagino quel che ha potuto fare di così grave per essere stata chiamata dalla preside.
-Ci vediamo dopo, Jenny.-dice,accennandomi un sorriso prima di andarsene.
Le faccio segno con la mano, ricambiandole il saluto, per poi voltarmi verso la porta della classe.
Ok, è giunto il momento. Prendo la maniglia della porta e l’abbasso lentamente.
-Buongiorno.-dico,entrando.
Noto la classe che mi fissa.Ho sempre odiato essere osservata. E la presenza di tutti questi occhi su di me, mi mette in agitazione.
Vedo la professoressa alzarsi dalla cattedra e avvicinarsi a me.
-Tu dovresti essere la signorina Daw-dice,incitandomi ad andare al centro della classe. Sono piena di imbarazzo, oddio.
-Si.-affermo, con voce tremante.
-Ragazzi, lei è Jennifer Daw, e sarà la vostra nuova compagna di classe.-dice,per poi andarsi a sedere nuovamente dietro la cattedra.
Vedo un posto vuoto, e mi ci vado a sedere in silenzio.
Riesco ad intravedere risatine, leggeri sorrisi ,e molti di loro che farfugliavano.
Non mi sento a mio agio, lo devo ammettere. Ma a chi importa di quel che dicono? Sono indifferente.
Non mi degno neanche di osservare la mia nuova classe, perché non ci vuole tanto a capire che è divisa in gruppi. Tra cheerleader, giocatori di basket, giocatori di football, i musicisti, i nerd.E poi ci sono io, che ancora devo capire quel che mi piace fare, e mi distinguo dalla massa.


_Spazio per l'autrice._
Hi guysss, omg questo è il mio primo capitolo della storia.
Aiuto, sono agitatissima. Spero vi sia piaciuto, ci tengo davvero tanto.
Vi chiedo di recensire in tanti, almeno per darmi l'idea di cosa ne pensate.
Byee,much love.<33
  
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