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Autore: fedekost    13/06/2008    2 recensioni
Quando Jamie si svegliò quella mattina non aveva idea che la sua vita sarebbe radicalmente cambiata. L'arrivo del misterioso signor Robinson aveva scombussolato la routine quotidiana della sua famiglia, che non sarebbe mai piùritornata come prima. Seguite Jamie nelle sue avventure nel mondo di Hogwarts e (ri)scoprite con lui l'emozione di (ri)vedere tutto come se fosse la prima volta!=PAUSA ESTIVA=
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I
-Jamie, svegliati! Jamie!-
Controvoglia, gli occhi castani del giovane undicenne si aprirono lasciandosi abbagliare dalla luce mattutina.
-Cos’è successo?-
Queste furono le prime parole che il ragazzo pronunciò, ancora sdraiato sul letto e assonnato per via di una nottata trascorsa al computer.
-C’è un uomo che ti vuole vedere…dice di chiamarsi Robinson. Lo conosci?-
La voce della mamma era preoccupata, ma la faccia piena di botulino non lasciava trasparire alcuna emozione. Nella sua stanza di una casa nella zona più in di Londra, Jamie si trascinò giù per le scale, dove suo padre, il famoso chirurgo Oliver Summers, stava parlando con uno degli uomini più strani che Jamie avesse mai visto: abbastanza alto, indossava un paio di scarpe da ginnastica consunte, un kilt scozzese e una maglietta da surfista che lasciava ben vedere la sua pancia strabordante.
A coronare il tutto, quello che Jamie intuì essere il signor Robinson portava un paio di occhiali da sole rossi a forma di cuore.
Vedendolo Jamie sorrise e incuriosito da quella figura si avvicinò al tavolo e si sedette accanto a suo padre, che sorseggiava un caffè espresso.
Diana, la madre di Jamie, si affrettò a mettere nel piatto che il ragazzo aveva di fronte un paio di uova con la pancetta e a versare nel bicchiere del figlio dell’aranciata fresca.
Poi, con sorpresa, gli occhi di Jamie si posarono sull’orologio, che indicava le otto e dieci. -Mamma, ma tu sei pazza! Perché mi hai svegliato così presto!?-
La donna, agitandosi, guardò prima verso il marito, e poi verso l’uomo, che stringeva nella mano destra una busta da lettere di pergamena.
Il ragazzo, intuendo che qualcosa non quadrava, si affrettò a dire, con tono tanto calmo quanto curioso:
-Cosa mi state nascondendo voi? E poi- rivolse lo sguardo verso l’uomo –chi è lei?-
L’uomo guardò il signor Summers cercando un segno di approvazione, e l’uomo sorridendo gli fece un cenno di assenso con la testa mentre Diana si sedeva vicino a lui e gli stringeva la mano.
Il cervello di Jamie, intanto, cominciò a galoppare.
Pensò prima di tutto che quello fosse un avvocato e che i suoi volessero divorziare, ma poi vedendo i genitori che si stringevano le mani scacciò via l’idea. Allora in lui sorse il dubbio che qualche parente fosse malato, o addirittura morto.
In ogni caso, non avevano scelto una persona adatta per comunicarlo.
Immerso nei suoi pensieri, Jamie sobbalzò quando l’uomo cominciò a parlare.
-Io sono Oscar Robinson, e sono venuto qui per consegnarti questa.-
Dicendo ciò tese la mano che stringeva la lettera verso Jamie, che con qualche esitazione la prese e la aprì senza fare troppe domande.
Tirò fuori due fogli, e lesse il primo ad alta voce.
Era scritto con un inchiostro verde smeraldo e una scrittura chiara e precisa, e recitava:

Caro signor Summers,
con la presente la informiamo che lei è stato ammesso alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
I corsi cominceranno il primo settembre.
La preghiamo di mandarci una conferma via gufo entro e non oltre il 31 luglio prossimo venturo.
Cordiali saluti,
Daniel Phoenix, Vicepreside

-E’ uno scherzo?-
Le prime parole che uscirono dalla bocca di Jamie dopo aver letto la lettera erano tremolanti e diffidenti, ma sotto sotto il ragazzo sapeva che il contenuto della lettera era reale.
-No, ragazzo.- Cominciò il signor Robinson –Io sono un inviato del Ministero della Magia e mi hanno mandato qui per spiegare a te e ai tuoi genitori il contenuto di questa lettera. In quanto Babbani- A questa parola i genitori di Jamie non seppero cosa pensare –voi non potete essere al corrente dell’esistenza di un mondo parallelo al vostro, popolato da maghi e streghe.-
A questo punto il signor Robinson fece una pausa, perché, come l’esperienza gli aveva insegnato, dopo queste parole cominciavano le prime domande e polemiche.
-Buon uomo,- esordì il signor Summers –sia razionale, com’è possibile tutto ciò?-
Jamie leggeva sui volti dei genitori l’incredulità e la sbalorditaggine che le parole del signor Robinson avevano provocato, ma non riusciva ad essere d’accordo con loro.
Aveva passato l’intera esistenza da solo, a casa, con il suo gatto Elliot, e fin da quando aveva sei anni erano cominciate ad accadere strane cose.
Per esempio, una volta era riuscito a trasformare il suo gattino in una tigre famelica, e si era dovuto rifugiare nello stanzino per tre ore, prima di uscire e vedere il piccolo Elliot addormentato davanti alla sua porta.
In seguito trasformò il suo pesce rosso in un palloncino e non passò poco tempo che esplose, sporcando tutto.
Jamie era così disperato che si mise a piangere, e quando riaprì gli occhi era tutto tornato normale.
Così aveva cominciato a convincersi che quelle fossero semplici visioni, ma a quelle due ne seguirono altre, e presto Jamie cominciò a farci l’abitudine, sebbene non ne parlò con nessuno e non le reputasse magia.
Ma adesso la realtà vera era lì, racchiusa in quelle poche parole che erano scritte sul foglio davanti ai suoi occhi.
-Io ci credo. Però può darmi una dimostrazione?-
Sentì tutti gli occhi della stanza puntati su di lui: quelli dei genitori, sorpresi, e quelli dell’uomo, felici di non dover perdere troppo tempo.
-Ma certo, ragazzo.-
Detto questo tirò fuori dalla tasca, con un movimento teatrale, quella che sembrava essere proprio una bacchetta magica.
I signori Summers arretrarono, mentre Jamie si avvicinò ancora di più.
L’uomo si guardò intorno con circospezione e poi agitò leggermente la bacchetta in direzione delle finestre, sopra le quali si chiusero le tende.
La signora Summers urlò e suo marito sussultò, ma Jamie era rimasto affascinato da ciò e non vedeva l’ora di assistere ad un’altra magia. Nel frattempo, Elliot gli saltò sul grembo e si acciambellò.
Accarezzandolo, Jamie ascoltò le parole dell’inviato, rapito.
-Meglio essere sicuri…oh, non si agiti troppo, se suo figlio andrà ad Hogwarts farà questo ed altro! Ma adesso passiamo alle cose serie.-
Fece scorrere lo sguardo su tutto ciò che era sul tavolo e lo fermò quando giunse ad un bicchiere vuoto. Agitò leggermente la bacchetta e pronunciò una formula magica.
Il bicchiere cominciò a sollevarsi in aria, fluttuando, sotto gli occhi sorpresi della famiglia Summers.
Oliver si rassegnò e abbracciò sua moglie, e, guardando Jamie, gli disse:
-Decidi tu.-
Gli occhi di Jamie si illuminarono e la bocca si allargò in un sorriso quando, alzandosi e facendo cadere Elliot per terra, che sussultò e miagolando corse via, disse:
-Accetto!-
  
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