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Autore: _ToMSiMo_    07/02/2014    2 recensioni
"Durante la settimana successiva parlare con lei non fu affatto facile. Il ragazzo del giornale non era più così preciso,e non riuscivo sempre a svegliarmi alle 6 meno dieci per via del mio lavoro. Gli unici salve che mi disse,furono quasi sussurrati. In 14 giorni,ci salutammo solo 4 volte." Bill racconta una sua storia,la sua storia con Mia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad Alessia che si emoziona ancora dopo tutto questo tempo.
 
L’aria di dicembre aveva rallegrato tutti, soprattutto Mia che non vedeva l’ora di passare il natale con me. Alcuni  parenti alla lontana avrebbero passato le ferie con la nonnina Bros, quindi lei sarebbe stata solo mia. Quando Tom tornò con un albero di Natale misura extralarge, io e Mia stavamo preparando delle mini sfoglie per la sera. Avremmo cenato tutti e quattro insieme e le avrei parlato di mia madre che aveva voglia di conoscerla.
-Hey piccioncini, potresti darmi una mano?- chiese Tom dall’ingresso.
-Si, arriviamo-
Mentre lui cercava di trascinare dentro casa due metri di albero, la sua fidanzata mi passava scatole e buste piene di decorazioni.
-Possiamo farlo dopo cena? Che ne pensi Primavera?- chiesi guardando il dono di Natale più bello che potessi mai ricevere
-Solo se quei due ci danno una mano- sorrise.
-Io ci sto- rispose l’italiana- solo che dobbiamo costringere Tom-
Tutti e tre ci girammo a guardare mio fratello che aveva ormai già sistemato l’albero accanto alla tv nel salottino.
-Ok! Mi arrendo! Se mi guardate così, come posso dire di no?-
-Perfetto- fece eco Mia- ora Bill andiamo a cucinare!-
Le mie capacità culinarie erano davvero piccole ma in quel momento guidato dalle sue mani, mi sembrava di essere il miglior chef della Germania. Non preparammo così molto difficili, anzi. La semplicità con Mia era una garanzia. Era semplice nel modo di vestire, di porsi, di cucinare; Mia poteva incantare solo recitando una poesia ed io ne sapevo qualcosa.
La cena fu divertente, Mia sembrava essere a suo agio tra mio fratello e la fidanzata. Intratteneva qualsiasi tipo di conversazione e aveva idee brillanti su tutto. Sarebbe potuta essere un’ottima aiutante per la band, ma tutto ciò non lo sapremmo mai.
-Allora- interruppe Tom- il nostro cugino David, vuole parlarci di una cosa verso la metà di dicembre. Tu sei dei nostri?-
David, cosa doveva dirci di così importante da far si che Tom ne parlasse in un momento così delicato?
-David, dici? E che cosa vuole di così importante?-
La fidanzata di mio fratello, l’unica forse in grado di capire quanto Tom alcune volte non arrivasse alle cose da solo, portò l’attenzione di Mia lontano dal nostro finto cugino e le chiese di sparecchiare insieme.
A tavola, da soli, avrei preferito alzare la voce con Tom,  ma avevo paura di essere scoperto.
-Cosa c’è?- sbottai quando Tom continuava a non capire le mie reazioni.
-Bill, è una cosa urgente. Te ne avrei dovuto parlare molto tempo fa, ma aspettavo che tu le dicessi la verità. Visto che questo non  è neanche lontanamente nei tuoi pensieri- sospirò – un momento valeva l’altro-
-Ma davanti a lei? Tom !! Avrebbe potuto scoprire tutto e dio solo sa quanto si sarebbe allontanata-
-Bill se non le parli ora, se ne andrà comunque-
BUM, cosa c’era di così importante da fare per David?
-Che vorresti dire? Che cosa sai che è nascosto al frontman?-
-Non è nascosto al frontman, ma se tu prestassi più attenzione durante gli incontri, invece di chiederti cosa lei può o non può scoprire, sapresti della proposta che abbiamo ricevuto-
Di cosa stava parlando? Quando ero stato così poco attento? Che cosa mi stava succedendo?
-Di che proposta parli?- abbassai la voce, stavo tremando dalla paura.
-Bill lascia sta!!! Ne parli con David direttamente. Non voglio essere la causa del tuo cattivo umore. Hai una fidanzata che si aspetta di fare l’albero.  Io anche ne ho una, con la differenza che lei, almeno, sa quello che succederà all’inizio del nuovo anno.- si alzò per raggiungere la cucina e chiamare le ragazze – Sistema tutto con la tua Primavera e vedi che tutto ciò gioverà sia a voi due che alla band. Non vogliamo un cantante depresso, per quanto la depressione riesce a farti dare il meglio. Sei mio fratello e ti voglio bene-
Dopo la chiacchierata, Mia che aveva intuito che ci fossero dei problemi in famiglia (non sai quanti!), mi alleggerì la testa. Danzò e cantò mentre preparavamo l’albero. Ognuno di noi si era occupato di un lato, il mio era il più ordinato, quello di Tom aveva degli immensi buchi tra una ghirlanda e l’altra, la sua fidanzata era stava meticolosa quanto me, ma era il lato di Mia quello che trasmetteva a pieno il senso del Natale. Era perfetto: rosso e verde, un po’ di dorato. Eravamo talmente affascinati che decidemmo di usare quello come lato in vista.
Da quando te ne sei andata non ho più fatto l’albero di Natale. Non ho neanche più festeggiato. Il natale ha significato disillusione e addii. Ho ancora il tuo regalo da qualche parte a casa. All’inizio voluto buttarlo via, regalarlo ai poveri, metterlo in beneficenza, ma oggi sono contento di non averlo fatto. Questo regalo, semmai tu tornassi, significherebbe che abbiamo un nuovo inizio e so che è quello che ci meritiamo. Quando cerco di darmi una motivazione per tutto quello che è successo, penso alla tua insistenza di nasconderti da me. Come mai non mi hai mai confessato il tuo nome? Porti il peso di un cognome cattivo? Avevi paura che io potessi giudicarti da quello che si diceva in giro? Amore, come posso io giudicare te quando sono io quello che per primo aveva una seconda vita? Come potrei anche solo pensare che tu sia quello che il tuo cognome dice? Oppure, il tuo nasconderti, significa che non eri sicura della nostra storia? Magari tu sapevi da sempre io chi fossi e volevi proteggerti; proteggere te stessa da una mia cazzata. Hai fatto bene amore a scappare. Ma avrei voluto che tu scappassi nella mia stessa direzione. Dove sei?
Il 10 dicembre nevicò. Era tutto così bello con te. Anche la neve era carica di nuove promesse. Sembravi non sentire il freddo e magari eri così eccitata da quell’atmosfera da non sentirlo davvero.  Ci godemmo quegli ultimi giorni, da amanti e da amici. Ultimi perché verso la metà di dicembre, David mi raccontò tutto.
Ti avevo dato le chiavi di casa e la fidanzata di Tom come compagnia quel giorno. Avevo bisogno di saperti vicino qualcosa che parlasse di me. Avevo paura. Era arrivato il momento più difficile della mia vita dopo tutti quei mesi di amore folle. Tom continuava a mantenere il segreto:  non voleva che andassi in escandescenza prima di conoscere la verità.
Georg e Gustav erano già all’interno della sala quando entrammo. David ci raggiunse poco dopo.
-Bill, finalmente ti sei degnato di presentarti!-
-David, ad un certo punto, devo pur fare il mio lavoro!- scherzai.
Non era vero, non volevo fare nessun lavoro.  In quel momento, il peso delle mie bugie divagò in me e mi fece piegare le ginocchia. Mi sedetti accanto a Gustav.
-Come tutti voi sapete..- mi guardò – come tutti voi sapete tranne Bill- disse David – ho cercato in tutti i modi di portare la vostra musica anche aldilà dell’oceano-
Questa non era una novità. Avevamo già fatto concerti in Asia e America. Erano più di 5 giorni all’estero ma erano sempre giorni sopportabili. Sarei sempre tornato da lei.
-Quindi abbiamo un altro tour?- chiesi
-Bill, non ti ha detto nulla Tom?-
Tutti e due lo guardammo –Ho cercato di tenere il suo morale sollevato in queste settimane prima di questa notizia. Non spettava a me dargliela. Io lo aveva avvisato che stava cambiando qualcosa- rispose mio fratello.
-Di che cosa state parlando?-
-Bill, dobbiamo andare in America!-
-Tutto questo per alcune date in USA?- mi rilassai. Avevo creduto di perdere Mia per sempre. Non era la Francia o un qualsiasi paese confinate alla mia nazione. Era l’America!
I miei amici non rispondevano, finché non toccò a David spiegarlo. Credo, dopo questi anni, che  Tom lasciò il compito a David per non rovinare il nostro rapporto.
-Si tratta di un contratto di 5 anni, esclusivo dell’America. Dovete trasferirvi. Staccate la spina da questo posto e vi aprite alle nuove opportunità-
-COSA? STAI DICENDO CHE DOBBIAMO ANDARE VIA DA QUI?-
L’unico pensiero era Mia. Come avrebbe reagito alla notizia? Quando si sarebbe trasferita con me? L’avrebbe fatto? Ero sul punto di svenire, quando Tom  si avvicinò.
-Bill, si sistemerà tutto.  Le parlerai e lei capirà. Non è detto che tutto questo deve finire. Magari avrete un nuovo inizio!-
-Tom tu non capisci! Le ho mentito per mesi. Mi sono nascosto dal mondo per anni e lei mi ha guardato e ha visto me. Non l’uomo con il trucco ma quello che c’era sotto. Lei ha visto quello che neanche io volevo vedere. Lo capisci o no? Sto per perdere l’unica persona che mi conosce. Io non accetterei le mie scuse, e se la conosco neanche lei le accetterà-
Lasciai la stanza e tornai a casa.
Era il 16 dicembre. La riunione mi aveva ucciso e tolto ogni possibilità di amore. Per i 5 futuri anni sarei stato da solo.  Appena tornato a casa la sua risata mi riscaldo l’anima.
Si avvicinò e mi baciò.
-Bill, ti senti male?-  avevo un viso così bianco. Le labbra viola. Volevo lasciarmi il mondo alle spalle.
-Primavera, dobbiamo parlare!- le dissi risoluto.
-Ok, parliamo ma prima vai a stenderti a letto. Ti porto qualcosa di caldo. Non farmi preoccupare più del necessario-
Mi mandò a letto e dopo pochi minuti bussò alla porta.
-Posso?-
-Certo che puoi Angelo!-
Posò il bicchiere sul comodino e prima di parlarle ne presi qualche sorso.  Tremavo ancora, ma i suoi occhi mi diedero la calma necessaria.  Adesso o mai più, mi ricordo che mi dissi. Ma prima di formulare le prime parole, svenni.
Classico da me, lo so. Sono un tipo piuttosto prevedibile. Ma quel giorno avevo troppe emozioni  chiuse nel mio cuore: rabbia, delusione, tristezza. Tutte che combattevano con quella più importante: l’amore.
Dopo che la preoccupazione di tutti svanì mi addormentai e mi risvegliai il 17 dicembre. Mia non c’era. Io non c’ero.
La casa era deserta,  nessun biglietto. Nulla. Trovai solo alcuni borsoni: Sophie stava andando via? O Tom preparava le cose per l’America? Quando avremmo avvisato la mamma?
Quando avrei parlato con Mia?
Nessuno mi fece visita fino alle 13, quando dalla mia camera sentii le voci di tutti: Tom e la sua ragazza, mia madre e Gordon e Mia.
Scesi le scali tre gradini alla volta.
-BILLLLL!- mi madre corse ad abbracciarmi – tesoro, la tua splendida fidanzata mi ha detto che sei stato male. Come va amore? Stai bene?-
Sorrisi a Mia, che sembrava molto tranquilla in tutto quel casino.
-Mamma- ricambiai forte l’abbraccio – che ci fai qui?-
-Come che ci faccio qui amore?- sorrise – vi ho raggiunto per  salutarvi prima della vostra partenza per l’America-
Lo aveva detto. Davanti a tutti, senza peli sulla lingua. Lasciai andare le sue mani e mi avvicinai a Mia. La sua espressione dall’amore puro si trasformò in terrore.
-Di che cosa sta parlando tua madre?- mi chiese.
Oggi dopo anni penso che mia madre abbia detto le cose giuste al momento giusto, altrimenti sarei stato troppo codardo per lasciarla andare. Non potevo scegliere tra lei e la band e speravo che lei scegliesse me anche dopo tutte le bugie. In realtà, io avevo una scelta e l’ho fatta. Una scelta che è stata sbagliata per tutte le ragioni che vi ho raccontato. Avevo paura ok? Ancora adesso ho una fottuta paura. Ma il suo volto ne trasmetteva una ancora più grande.
-Primavera dobbiamo parlare.. io non sono chi tu pensi io sia… sono Bill Kaulitz, il frontman dei Tokio Hotel-

 


Penultimo capitolo prima dell'epilogo, cosa succederà adesso? Grazie a tutte **
  
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