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Autore: DDimples    08/02/2014    2 recensioni
Quando arrivammo a Roma fui il primo di noi sei a scendere dall’aereo, trattenendomi a stento dal baciare il terreno. Fu David a farlo. Si inginocchiò e poi si distese con eleganza sulla bella pista sporca dove c’erano passate centinaia di ruote di aerei. E naturalmente la baciò.
-Oh, ehi, David!- Esclamò Seb scendendo dall’aereo ancora assonnato. –Hai trovato finalmente una ragazza! Complimenti amico!-
-Stà zitto.- Ribatté David.
-Per favore! Cerchiamo di non attirare troppo l’attenzione.- Sbottai io.
-Rilassati Chuck.- Mi rispose Pierre sbadigliando con una calma irritante. –Siamo in vacanza!-
Già. Una rilassante vacanza. Questo doveva essere.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chuck Comeau, Jeff Stinco, Nuovo personaggio, Pierre Bouvier, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saaalve. Ringrazio pensosoloSP, per avermi fatto tornare l'ispirazione per continuare,e ti dedico questo capitolo. Mi scuso per la brevità, ma preferisco non concentrare troppe cose in un capitolo solo. Beh che altro vi devo dire... spero che vi piaccia. Buona lettura!

                                                                            ***


Bip-Bip.
Cavolo.
Bip-Bip. Bip-Bip. Bip-Bip.
Devo cercare la sveglia a tastoni per spengerla. Un’altra mattinataccia mi attende. Cavoli, non mi piace la mia scuola.
Bip-Bip. Bip-Bip.
Sinceramente non mi piace proprio la mia vita in questo momento. Questa scuola mi distrugge ogni giorno sempre di più.
Bip-Bip. Bip-Bip.
Poi, fra l’altro, adesso ci si mette anche Pierre. Va bene che é nervoso e stressato, per la storia della sua ragazza e per colpa della scuola, ma ogni giorno mi risponde male.
Bip-Bip. Bip-Bip.
L’altro giorno mi ha anche acceso una sigaretta in faccia, e sa che odio il fumo. Ma perché mi devo alzare…non mi piace la scuola, non mi piace la compagnia…Ma dove accidenti è la sveglia?
 

Si, pensai questo, non appena suonò la sveglia. Jeff scattò in piedi in un attimo e la spense. Ecco! Era stato Jeff ad aver messo la sveglia. Pian piano tornai alla realtà. Avevo finito la scuola ed adesso avevo una band. Pierre, David, Seb, io e Jeff. Jeff ci aveva fatto fare una vacanza in Italia, a Roma, ed avevamo conosciuto quel pazzo di Samuele, che quella sera voleva portarci alla festa. Già, la festa! Scattai a sedere alzando finalmente la testa dal cuscino e guardai gli altri. Jeff si stava infilando un paio di jeans, mentre Patrick era ancora con la testa affondata nel cuscino e la coperta fino alle orecchie.
-Che ore sono?- Chiesi sbadigliando e stropicciandomi gli occhi.
-8,30! Ma il mattino ha l’oro in bocca!- Disse Samuele entrando in camera, allegro e vivace.
-Sparategli.- farfugliò Patrick con ancora la faccia nel cuscino.
-Cosa?- Domandò Samuele. Patrick allora alzò la testa e lo guardò.
-Come fai ad essere così di buon umore ad ogni ora del giorno?-
Samuele, infatti, il giorno precedente era rimasto carico ed attivo tutto il giorno, era andato a letto per ultimo, ed adesso alle 8,30 di mattina era allegro e vivace. Beh, un lato positivo ce l’aveva, almeno.
-Jeff, perché hai messo la sveglia così presto?- Domandai io, senza avere ancora la forza di alzarmi dal letto.
-Beh, me lo ha detto Samuele!- Si difese lui, perché aveva notato che lo stavo guardando con uno sguardo acido.
-Perché?- Domandò Pat, sconsolato. –Hai detto che la mattinata ce la saremmo dovuti organizzare da soli, no? Bene, io la mia l’ho già organizzata.- E tutti gli sforzi che aveva fatto per tirarsi su dal letto e mettersi seduto si vanificarono mentre si ributtava sul cuscino stile balenottera azzurra.
-Stanotte non sono riuscito a dormire per pensare!- Spiegò Samuele, ignorando del tutto la reazione di Patrick. –Vedete, io ieri sera vi ho detto che la mattinata ve la sarete dovuti organizzare da soli, e vi ho visti persi e indecisi. Così, ho preso in mano la situazione, e pensa pensa, alla fine ho trovato cosa farvi fare stamani!-
-Cosa?- Domandai io con scarsissimo entusiasmo, mentre ormai rassegnato, mi stavo infilando i pantaloni di Pat, e una delle poche maglie che avevo infilato nel mio bagaglio a mano.
-Eh, no! La spiegazione a dopo, quando ci saranno anche gli atri- E detto questo uscì dalla stanza, senza dimenticarsi di tirar via le coperte a Patrick di modo che si alzasse. Io e Jeff lo seguimmo in corridoio, e passammo davanti alla stanza di David e Seb, dove per quella notte ci aveva dormito Pierre. Samuele bussò un paio di volte poi aprì la porta. La stanza era ancora immersa totalmente nel buio, tranne che per quella poca luce che filtrava dalle persiane. David era tutto raggomitolato su se’stesso, i capelli biondi spettinati e il lenzuolo e la coperta sparsi giro per la stanza. Pierre invece dormiva a pancia all’in su con la coperta fino al mento, e russava di gusto.
-Sveglia, ragazzi!- Samuele battè le mani un paio di volte, poi andò ad aprire le persiane per fare entrare la luce piena. Tutti e due, contemporaneamente, infilarono la testa sotto il cuscino senza pensarci due volte.
-Coraggio!- Esclamò Samuele (l’unico di noi che mostrava entusiasmo e che era sveglio. Io e Jeff avevamo troppo sonno, e Patrick non si era ancora degnato di uscire dalla stanza) tirando via la coperta  a Pierre.
-Si, cinque minuti....- Farfugliò Pierre, riprendendo la coperta e ritirandosela addosso.
-Ok, ma non fatemi ritornare qui! Ho metodi molto convincenti io…- Disse Samuele, sorridendo e uscendo dalla stanza. Poiché noi non avevamo voglia di restare lì a guardare il lento risveglio di quei due babbuini, uscimmo dalla stanza, seguendo Samuele, e per miracolo divino ci raggiunse anche Patrick. Entrammo nel soggiorno collegato alla cucina, e trovammo Seb ancora addormentato sul divano, ancora nella posizione in cui lo avevamo lasciato la sera prima. Si, lui non si spostava di un centimetro mentre dormiva.
-Cosa vi preparo?- Domandò Samuele mentre si avviava verso la cucina. –Latte, tè, cappuccino…?-
-Cappuccino, per me, grazie! Con un’ abbondante dose di caffè!- Disse Patrick, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando.
-Lo stesso!- Disse Jeff con un cenno della testa avvicinandosi alla tavola.
-Anche per me!- Aggiunsi io.
-Bene, consideratelo fatto…e oh! Ci pensate voi a svegliarlo?- Disse Samuele indicando Seb.
-Si, certamente!- Pat che si era appena ripreso dallo sbadiglio, si avvicinò al divano vuoto, e con la grazia di un elefante in un campo di margherite, tirò a Seb uno dei cuscini. –Buongiorno!-
Seb si riscosse e alzò la testa di scatto, si girò verso Patrick, fece due conti, e lo fulminò con lo sguardo.
-La prossima volta potrebbe essere l’ultima.- Disse Seb malignamente rivolto a Patrick, tanto che ebbe l’istinto di allontanarsi dal divano.
-Buongiorno!- Pierre sbucò dalla porta del corridoio trascinandosi dietro David, che sembrava essere fortemente convinto di potersi trovare ancora nel suo letto.
-Allora, vuoi spiegarci il motivo di questa levataccia?- Disse Patrick, mentre rubava dal vassoio che gli era stato messo davanti una manciata di biscotti al cioccolato.
-Ebbene, se ieri siete convinti di aver visto tutta Roma vi sbagliate di grosso!- Spiegò Samuele mentre portava i cappuccini in tavola.
-C’è dell’altro?- Domandò Pierre con la faccia disperata.
-Oh, si!-
-Oh no!- Seb appoggiò la testa sul tavolo disperato, ma Samuele lo ignorò.
-Ieri avete visto i monumenti, la città storica, e tutte queste cose…oggi vedremo i negozi di Roma!-
Se fosse stata notte, si sarebbero sentiti i grilli cantare. Il nostro entusiasmo era pari a zero. Mi sentivo come quando a scuola la nostra prof di religione entrava in classe e allegramente, quasi saltando di gioia, ci diceva che avremmo fatto la “mitica verifica”. –Oh andiamo ragazzi! Questo è un vantaggio anche per voi! Sono sicuro che in valigia non avete nemmeno un abito decente.-
-Beh ne abbiamo altri come questi…- Disse Jeff toccandosi la maglina.
-…si appunto.- Continuò Samule. –Il problema è che stasera dobbiamo andare ad una festa no? Vi ci vuole qualcosa che attiri le ragazze, abiti da veri duri…non da sfigati!-
-Vuoi portarci in giro per i negozi a comprare vestiti per stasera?- Domandò Seb tirando le somme. –Ma non sono cose da ragazze?-
-Potranno anche essere cose da ragazze, ma stasera, se non fate come dico io, nessuno si avvicinerà a voi! Fidatevi, so come stanno le cose.-
-Eh va bene…se la metti così.- Disse Jeff perplesso.
-Ah, grandioso! Bene, appena avremmo finito…- Cominciò Samuele super entusiasta.
-Sarà il caso di frenare l’entusiasmo.- Cercai di riportare tutti alla realtà con questa frase, anche se ormai sembrava una cosa impossibile. –Non abbiamo poi così tanti soldi!-
-Chuck…devi rilassarti.- Samuele mi guardò con una faccia scocciata. –Ho pensato anche a quello…-
-E…?-
-E conosco negozi dove i prezzi sono anche per noi comuni mortali!-
-Speriamo…-
-Bene, adesso. Mangiamo!-
-Si mangia?- David alzò la testa dal tavolo ritornando in quel preciso istante dal mondo dei sogni.
-Oh benvenuto fra noi!- Disse Pierre ridendo.
-Che mi sono perso?- Domandò allungando una mano verso il vassoio dei cornetti e prendendone uno al cioccolato.
-Veramente stavi ancora dormendo?- Domandò Jeff guardandolo perplesso.
-Si, perché?-
-Sei un caso perso David…- Mi limitai a dire.
-Insomma, mi volete spiegare cosa avete detto? Riassumere, almeno.-
Nessuno di noi aveva intenzione di ricominciare da capo il discorso, e nemmeno di riassumerlo. Ci volevamo provare, ma la sintesi di Seb, accompagnata da un sorriso, ci spiazzò tutti:
-Latte o cappuccino?-
 

 
  
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