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Autore: Greywolf    08/02/2014    7 recensioni
Una giornata di pioggia come non si vedeva da tempo. Una corsa sfrenata. Un amico in difficoltà. L'inizio di un dramma...un lento cambiamento...fino ad un nuovo inizio.
""-Si può sapere dove mi porti?- gli domandai mentre cercavo goffamente di coprirmi la testa con il braccio libero.
Lui non era infastidito da nulla di quello che lo circondava. Era concentrato solo a correre. L’acqua e il vento sembravano l’ultimo dei suoi problemi.
-Da Naruto!- mi disse.
-Da Naruto? Gli è successo qualcosa?! Dov’è ora?- domandai senza sapere che altro dire.
Rispose dopo un attimo:
-In ospedale…-""
E' la mia prima storia a capitoli e aggiungerei che è una storia delicata. Sperò vi possa interessare e piacere alla fine. Pubblicherò il nuovo capitolo di giovedì e di sabato. Qualsiasi appunto che avete, critiche, apprezzamenti, qualsiasi cosa, fatemi sapere e recensite per dirmi cosa ne pensate. Ci terrei molto! Buona lettura! :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Shikamaru Nara, Tenten | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Piccola Nota: Scusate per il ritardo ma è stata una giornata particolare. Per il prossimo capitolo dovrete aspettare sabato perchè avrò una settimana di fuoco. Spero che questo modo di rendere i dialoghi, renda la storia più scorrevole da leggere. Spero che il capitolo vi piaccia. Aspetto sempre critiche e consigli. Buona Lettura! :D





Non credevo che vederlo mi avrebbe fatto così male. Dato che avevo insistito tanto, pensavo che trovarmelo davanti mi avrebbe dato sollievo. Tutto il contrario. Quasi non riuscivo a credere che il ragazzo sdraiato su quel lettino, fasciato e attaccato a un respiratore fosse Naruto. Ma era lui. Il medico che ci aveva parlato per primo, gli stava sistemando la flebo. Non appena mi notò, mi fece cenno di aspettare. Rimasi lì vicino alla porta in attesa. Lui finì quello che stava facendo e venne verso di me. A bassa voce mi disse:

“So già tutto. Hai dieci minuti, se serve sono qui fuori.” E mi lasciò sola con Naruto.

Lì per lì non sapevo cosa fare…poi presi la sedia che stava nell’angolo e mi sedetti vicino a lui. Più lo guardavo più faticavo a pensare che fosse in una situazione tanto critica. Eppure respirava piano…pianissimo, ma almeno aveva un respiro regolare. Il volto era pallido e contratto in una smorfia di dolore. Tremava. Gli sfiorai appena la guancia con la mano e mi bastò per sentire che era bollente. Doveva avere una febbre altissima. Dopo tutto quel tempo passato sotto la pioggia, sperai non avesse altro. Gli tastai piano il polso in cerca della vena pulsante. Quando la trovai, il battito era normale. Era stabile, per fortuna. Ripensai immediatamente a quei momenti terribili della guerra…non avevo più sentito il suo battito o il suo respiro per molti minuti. Avevo dovuto tentare il tutto per tutto per cercare di tenerlo in vita quanto bastasse per dargli una speranza. Scossi la testa per far sparire quei pensieri. Faceva tutto parte del passato ormai e nonostante anche ora Naruto fosse in condizioni gravissime, almeno non c’ero solo io a occuparmi di lui. Qui in ospedale non avrebbe corso rischi, lo avremmo salvato in qualche modo anche se la situazione fosse precipitata. Per scrupolo volli controllare le sue fasciature. La spalla sinistra era apposto e anche il braccio destro. Stesso dicasi per entrambe le mani fasciate. Un lenzuolo leggero lo copriva fino al petto. Lo abbassai tanto quanto bastava per vedere la ferita che aveva sull’addome. La benda era già intrisa di sangue. Concentrai un po’ di chakra sul palmo della mano e sondai quella zona. Meno male…nessun punto vitale! Ma la ferita era veramente molto ampia e irregolare…come se l’arma fosse stata smossa una volta penetrata. Rabbrividii solo al pensiero. Lo ricoprii subito, evitando di controllargli la ferita sulla gamba. Doveva aver perso davvero molto sangue…ma era davvero incredibile che fosse sopravvissuto considerando le due ferite precedenti che lo avevano già debilitato. Ma Naruto era una persona incredibile, questo non lo negherà mai nessuno. Ancora una volta mi domandai come aveva potuto fare una cosa simile. Sembrava che tutte le parole che aveva sempre detto sull’importanza della vita fossero svanite. Possibile che lo avevamo trascurato fino a questo punto? Presi quanto più delicatamente possibile la sua mano tra le mie per non fargli male. Tuttavia sussultò. Non lo avevo mai fatto prima…in quel momento volevo solo fargli sentire la mia presenza. La sua mano era tiepida e pregai che sentisse di non essere solo. Cercando di mantenere la voce ferma, inizia a parlargli:

“Ciao Naruto…sono io..Sakura…” la mia voce tremò. Era tutto l’opposto di quando gli avevo gridato di resistere, di non mollare mentre cercavo disperatamente di rianimarlo e Gaara ci portava dal Quarto Hokage. Ancora quel ricordo. Cercai di andare avanti. Continuai:

“So che sei forte, me lo hai già dimostrato tante volte..fallo anche adesso ti prego... non sei solo! Sai…gli altri sono dovuti restare fuori per ora…ma mi hanno raccomandato di dirti che ti salutano…” ripensai a  Hinata "...di dirti che ti vogliono bene...Ti vogliamo TUTTI bene Naruto…” .

Mentre pronunciavo le ultime parole, sottolineando volutamente la parola “tutti”, iniziai a piangere. Avevo appena detto una verità che non avevo mai pronunciato apertamente, né io né gli altri. Ma era la verità…non importava quanto a volte lui potesse essere infantile, testardo o stupido…in fondo gli volevamo bene proprio perché era così. Sempre se stesso. Strinsi appena la sua mano con la mia, mentre con l’altra mi asciugavo le lacrime. Dovevo essere forte per lui. Gli dissi ancora:

“Ti prego…tieni duro…”

Niente, nemmeno un cenno. Chissà se mi aveva sentita? Rinunciai a continuare a parlargli dato che non serviva. Perché? Continuai a cercare una riposta a quella maledetta domanda…senza riuscirci. Sentii una debole stretta sulla mia mano. Sobbalzai.

“Naruto?” Nulla. Ripetei. “Naruto? Mi senti?”.

Lui aprì appena gli occhi. Mi riempii di gioia nonostante potevo osservare che i suoi penetranti occhi azzurri era spenti…stanchi. Si stava guardando intorno lentamente…

“Naruto, sono io… Sakura…sono qui.” dissi, avvicinandomi a lui con il volto, sperando che mi sentisse. Il suo sguardo si fermò su di me…ma stringeva gli occhi, temevo non riuscisse a mettermi a fuoco. La mano di Naruto cercava di sottrarsi alla mia. Non ne capivo il motivo. Lentamente si stava chiudendo a pugno e premeva debolmente contro il mio palmo. Abbassò appena lo sguardo e poi tornò a fissarmi…ma i suoi occhi si stavano richiudendo. Forse tentava di dirmi qualcosa. In quel momento pensai a Bee, l’ex forza portante dell’Ottaco-.. cioè volevo dire…di Gyuky, si! Ripensai al loro modo di salutarsi, scambiandosi i pugni…ripensai a lui e Kurama che si salutavano davanti a portone del Villaggio di fronte a tutti, con il medesimo gesto. Poteva essere un’idea assurda…ma provai. Chiusi anche io la mano a pugno e pianissimo l’appoggiai a quello di Naruto. I suoi occhi sembrarono rasserenarsi per un attimo…prima di chiudersi di nuovo. Non sentivo nulla. Mi diedi dell’idiota…come potevo pensare che volesse dirmi qualcosa attraverso il tocco dei pugni? Intanto avevo perso l’occasione di parlargli, anche se per pochissimo…

“Sakura…”

La sua voce flebile mi rimbombò in testa. Ma lui non si era mosso. Stavo impazzendo forse?

“No…non stai impazzendo…è tutto normale…” disse ancora.

“N-Naruto?” domandai mentre lo osservavo cercando di capire come facesse a parlarmi senza aprire bocca.

“Si…”

“Ma…come? Com’è possibile…?” chiesi. Mi sembrava così incredibile…

“I pugni...creano… un contatto telepatico…Era l’unico modo…ora non riesco a parlare…” sussurrò.

Non potevo davvero credere che stessi parlando con lui mentalmente. Però Naruto cominciò a ansimare. Ebbi il presentimento che anche quel contatto lo stancasse molto. Così gli dissi:

“Ascoltami, non parlare se ti costa fatica…Devi solamente pensare a guarire, ora il resto non conta.”

“Posso resistere…qualche altro minuto…”

“Sei il solito…esageri sempre…” sorrisi appena poi continuai “Come ti senti?”

“Ora…sto meglio. Finalmente per ora…il peggio è passato…”

“Naruto…” dovevo essere delicata, cercando di non metterlo in agitazione ma era difficile trovare le parole giuste. Come facevo a dirgli che rischiava ancora la vita?

“Questo lo so Sakura…Non ti agitare così…”

“Aspetta…”sai” cosa?” chiesi sorpresa.

“Che non sono fuori pericolo…resisterò però, tranquilla…” rispose lui.

Com’era possibile? Riusciva a sentire i miei pensieri? No, non era una cosa possibile. Gli chiesi ancora:

“E come fai a sapere che sono agitata?”  lo aveva capito dalla mia voce?

“No…l’ho capito dal tuo chakra…è alterato.”

Ok, mi dissi. Riusciva in qualche modo a leggere i miei pensieri.

“E non solo…” aggiunse.

Sospirai. Era davvero incredibile..non credevo sapesse fare una cosa del genere. 

“Grazie…me l’ ha insegnato Bee…e poi lo facevo sempre con Kurama…”

Improvvisamente mi travolse una sensazione di malinconia. E come in un lampo vidi delle immagini…Kurama che lottava contro Naruto…loro due insieme mentre si scambiavano il pugno…il momento in si erano separati…

“Scusami” disse lui, interrompendo quel flusso di ricordi “Non sempre è facile trattenere i ricordi…sono come un fiume in piena…”

Capii in quel momento che gli mancava. La Volpe gli mancava da morire. La cosa mi meravigliò molto perché non lo aveva mai dato a vedere. Tutte le volte che ne avevamo parlato era sempre stato sorridente ma non aveva mai lasciato trapelare un tale senso di mancanza. Perché di questo si trattava. Mi chiesi se fosse stato per questo tremendo vuoto che aveva dentro di se che aveva compiuto quel gesto.

“Di che cosa stai parlando? Quale gesto?”

Accidenti! Perché lo avevo pensato? Avevo dimenticato che lui poteva sentire tutto.

“Sakura…di che stai parlando?” insistette.

Non potendo non pensarci, parlai direttamente con lui.

“Del fatto che ti hanno trovato moribondo al Campo Pratica…”

Sentii di averlo colto su un tasto delicato. Non so come ma lo avevo percepito. Il contatto andava in due direzioni…ma come mai allora solo io non riuscivo a sentire i suoi pensieri?

“Mi hanno colto di sorpresa…erano più abili di me…non ho potuto fare nulla…”

“Naruto devi stare tranquillo. Non sei solo, ti staremo vicino … vedrai che tornerà tutto come prima…”

Lui inarcò un sopracciglio: “Che vuoi dire? Cosa intendi con “tornerà tutto come prima?”

 “Che ti aiuteremo a superare questo brutto momento…” gli dissi.

“Stai pensando davvero che io abbia tentato di togliermi la vita?!” urlò.
Risuonò nella mia testa due volte più forte. Maledizione! Fermare il flusso di pensieri era davvero impossibile. Perché lo avevo pensato?! Ora che cosa potevo dirgli?

“La verità Sakura…” disse lui. Riaprì gli occhi per un attimo e mi fissò. Quello sguardo mi mise completamente allo scoperto…

“Si.” risposi. Era la verità. Semplice e innegabile purtroppo. Non ci avevo creduto all’inizio…ma le prove erano troppo evidenti. Dal quel contatto di pugni percepii il suo stato d’animo: si sentiva ferito dentro, tradito…un dolore terribile e inarrestabile. Interruppe subito quella sensazione e i suoi occhi si fecero tristi in un attimo. Scosse appena la testa.

“Vattene Sakura...”  mi disse.

“Naruto, ti prego ascoltami…” Dovevo assolutamente spiegargli perché lo avevo pensato.

“Ascoltami tu….non ti ho mai chiesto nulla…nessun favore personale. Lo sto facendo ora. Vai via…e lasciami solo…” 

Dicendo questo chiuse gli occhi e allontanò di pochissimo il suo pugno dal mio. La sua coscienza si allontanò molto di più. Cercai di recuperare quel contatto ma lui si era chiuso. Non mi rispose più. Dovevo parlargli e spiegargli. Notai che aveva ripreso a respirare regolarmente, non era più agitato. Aveva perso i sensi…doveva essersi stancato moltissimo. Le sue ultime parole mi rimbombavano ancora in testa…era terribile. Non doveva andare così…Poco dopo entrò il medico e mi intimò di uscire dato che il tempo era scaduto. Me ne andai con un dolore straziante nel cuore. Non sarei mai dovuta entrare da lui. Non appena uscii dalla sala, tutti mi chiesero informazioni su di lui, com’era andata…ma io mi sedetti e continuai a versare lacrime. Con enorme sforzo, raccontai quello che era successo. Gli altri mi ascoltarono in silenzio, dandomi tutto il loro conforto.

“Penso sia normale che abbia reagito così…si sarà sentito colto in fallo…” mi tranquillizzo Shikamaru.

“Voi non immaginate…dentro provava un dolore incredibile…Entrando lì l’ho solo fatto stare male…” disse senza trovare pace.

“Dici che si è sentito tradito e ferito…in che senso?” mi domandò Shino.

“Non te lo so spiegare…quando gli ho detto che lo avete trovato al Campo Pratica si è inventato una scusa..ha detto di essere stato aggredito di sorpresa...ma era evidente che mentiva…ma quando gli ho detto che credevo davvero che avesse tentato di uccidersi...si è intristito subito..e ha chiuso tutti i contatti…dopo avermi detto di andarmene…” risposi.

“Avrà tentato di nasconderlo ovviamente. Anche lui è orgoglioso, lo conoscete…non potrà mai ammettere una realtà del genere…” disse lui.

“Sicuramente….ma la cosa certa è che ora non vuole più vedermi…”

“Ora non dire così Sakura! Il suo sarà stato uno sfogo. Dobbiamo avere pazienza…cerca di capirlo, sta affrontando una situazione complicata dal punto di vista fisico e morale. Ma non preoccuparti, non penso proprio che potrebbe stare troppo tempo senza vederti…non ti preoccupare.” mi incoraggiò Ino mettendomi il braccio intorno al collo.
Cercai di credere a quello che mi diceva…ma era difficile. Naruto era serissimo…non era mai stato così duro con me.
Parlammo a lungo finché non arrivò l’Hokage in persona. Ci alzammo tutti in piedi.

“Comodi ragazzi, state tranquilli.” ci disse subito. “ Piuttosto, come state?”

“Noi bene, signorina. E’ quell’ Idiota là dentro che ha qualche problema…” gli rispose Kiba.

L’Hokage ci osservava ad uno ad uno, cercando di capire cosa ci stesse passando per la testa…per capire fino a che punto eravamo provati da tutta quella vicenda. Poi ci disse:

“Vedo che siete più abbattuti di quanto mi aspettassi. Non siete gli unici. Quando sono venuta a sapere di questa storia, ho pensato subito che fosse una burla.” disse lei ad occhi bassi.

Magari lo fosse stata, pensai io. Lei riprese a parlare:

“Comunque vi assicuro che troveremo una soluzione. Rimanete tutti qui…io entro a dare un’ occhiata.”

Ed entrò. Il pensiero che la signorina Tsunade lo visitasse mi rassicurò. Se c’era qualcosa ancora che poteva essere fatto per lui, lei lo avrebbe fatto. Anche gli altri immagino sperassero in qualche miglioramento grazie al suo intervento. Quindi la aspettammo con impazienza. L’attesa durò una mezz’oretta. Quando tornò da noi, quasi non riuscivamo a respirare. Aspettavamo solo che ci desse qualche buona notizia.

“Allora…non vi nascondo che effettivamente si trova i condizioni critiche. Ma il suo cuore è forte, le sue condizioni sono stabili…io sono ottimista. Se riesce a superare la notte senza contrattempi, sono certa che poi si riprenderà velocemente. Ma le prossime ore saranno decisive.” fu il suo responso.

Certo… non erano proprio buone notizie ma almeno lei era fiduciosa. C’era speranza.

“Personalmente come lo ha trovato? Che ne pensa delle sue ferite?” chiese Tenten.

Tsunade si irrigidì un attimo. Poi rispose:

“Purtroppo ho dovuto concordare anche io sull’ipotesi del suicidio, in base a tutto quello che già vi è stato detto. Ma vorrei avere delle prove concrete in mano prima di convincermene del tutto. Riguardo le sue ferite, trovo che sia già stato fatto un buon lavoro. Ora come ora la situazione è talmente delicata che è preferibile evitare di usare troppo le arti mediche, smuoverebbe troppo il suo chakra. Appena sarà fuori pericolo inizieremo per bene a curarle ed a farle cicatrizzare il meglio possibile. Io per ora aspetterei. Visto come stanno le cose dubito che gli possano creare dei problemi nelle prossime ore. L’unica cosa che mi preoccupa è se riuscirà a reagire e a riprendersi. Ha perso molto sangue…è completamente debilitato. Rischia di non passare tranquillamente le prossime ore…per questo andrà monitorato costantemente… in attesa di domani mattina.”

“Si, è chiaro…”

Capimmo tutti che ci aspettavano altre ore d’angoscia. Lei ci capì.

“Ragazzi reagite! Qui tutto c’è da fare tranne che starsene così abbattuti! Dannazione, siete grandi ormai! Avete affrontato i dolori della guerra…ora potete affrontare questa situazione con la grinta e la forza di cui c'è bisogno! Quindi in piedi, pronti ad ascoltare gli ordini che sto per darvi!” disse con forza.

Un tepore mi riempii. Era vero…bisognava reagire. Non potevamo restare a piangerci addosso. Bisognava agire! Così mi alzai in piedi:

“Agli ordini!” esclamai.

Gli altri si scambiarono uno sguardo di assenso. Si alzarono tutti in piedi e si misero sull’attenti come me. Anche Konohamaru e i suoi amici. Kiba sospirò prima di alzarsi per ultimo. Eravamo pronti.

“Molto bene. Allora prima di tutto, Shikamaru e Kiba voi due farete un sopra luogo a casa sua e al Campo Pratica. Voglio che raccogliate quanti più elementi possibili riguardo l’accaduto. Il fiuto di Akamaru vi sarà utile. Tenten li seguirai fino a casa di Naruto e non appena i ragazzi avranno finito, vorrei veniste subito a fare rapporto. Rock Lee, tu vai a subito a far recapitare la notizia solo alle persone a lui più vicine che sono fuori in missioni. Parlo di Kakashi, Iruka e Sai, vedi tu chi altro poi. Konohamaru, Moegi, Udon…voi tre invece preferirei che tornaste a casa.”

“Come sarebbe a dire?! Vogliamo fare qualcosa anche noi!” controbatté lui.

“Lo capisco benissimo…ma siete troppo turbati in questo momento. Tornate a casa e riposate…potrete tornare domani mattina.” rispose lei.

“Ma-..” cercò di dire.

“Questi sono gli ordini! E non interrompere!” riprese decisa lei, in modo che lui si rassegnasse.

“Shino e Choji ...voi tre andrete in cerca di informazioni. Voglio sapere bene come si è comportato Naruto negli ultimi giorni, quindi chiedete in giro ma massima riservatezza. Sono state chiara con tutti?”

“Si, signorina.” risposero all’unisono.

“Bene… allora andate!” concluse.

Mi chiesi perché non mi aveva nominata, così come non lo aveva fatto con Ino e Hinata. Ci scambiammo uno sguardo e lei mi fece capire che aveva altri ordini per noi. Salutammo i ragazzi che non avevano la minima voglia di tornare a casa ma che in qualche modo Shikamaru riuscì a convincerli. Non so perchè…ma aveva una certa influenza su Konohamaru…forse perché era stato l’allievo di suo zio. Ma sospettavo ci fosse dell’altro. Alla fine restammo solo noi tre insieme all’Hokage.

“Per voi tre ho un compito più importante. Siete pronte?!” ci domandò.

Annuimmo tutte e tre.

“Prima di tutto in attesa che i vostri compagni tornino, voglio che mi aiutaste a sistemare questo corridoio in modo che sia agibile per poterci passare una notte. Dovremo procurarci cuscini e coperte e tutto quello che potremmo portare qui. Dubito che qualcuno di voi voglia tornare a casa. I tre Genin…non ho avuto scelta…era meglio così per loro…” disse lei, sinceramente dispiaciuta dopotutto.

Non potevo dargli torto. Per loro era già stato troppo. Una nottata del genere in ospedale li avrebbe sconvolti ancora di più.

“E poi…” aggiunse “...vorrei che vi divideste con me i turni per vegliarlo questa notte.” concluse.

“Come scusi?” chiesi.

“Tu e Ino siete mie allieve per cui non avrete nessun problema. E tu Hinata conosci le tecniche di primo soccorso ma in ogni caso siamo tutte qui, se dovesse succedere qualcosa. Piuttosto che farlo sorvegliare da qualche medico che lui non conosce, credo sia meglio che a stargli vicino stanotte ci siate voi.” rispose.

“Per me non c’è nessun problema, lo farò molto volentieri.” disse Ino.

“Lo stesso vale per me, signorina.” accettò anche Hinata.

“Io non posso…non penso sia il caso…” dissi io invece.

“E perché mai? Sii più chiara!” domandò.

Raccontai per la seconda volta del mio breve dialogo con Naruto. Per la terza volta mi sentii in colpa e fui tentata di piangere. Ma non potevo davanti alla mia maestra. Non lo avrebbe accettato. Lei ascoltò in silenzio. Dopo che ebbi esposto tutto conclusi dicendo:

“Capisce quindi? E’ meglio che io non vada…se si sveglia rischio solo di metterlo in agitazione…”

Tsunade mi fissò con i suoi grandi occhi castani che mi guardavano con dolcezza. Poi sorrise:

“Sakura…come puoi anche solo pensare che lui non ti voglia più vedere?”

“Mi pare che sia stato abbastanza chiaro…”

“Allora forse non lo conosci ancora così bene…”

“Come?”

“Sakura…Naruto non potrebbe mai avercela con te, nemmeno se ci si mettesse d’impegno. Tiene moltissima te e ha bisogno che tu gli stia vicina. Devi avere pazienza e cercare di capirlo perché per lui è più difficile che per te in questo momento. Puoi andare tranquillamente da lui …fargli sentire che la sua amica più cara gli è accanto…e che non l’ha lasciato solo…”

Ripensai a quando avevo stretto la sua mano prima. A quanto desiderassi fargli sentire quanto gli volevo bene in questo momento…come gliene avevo sempre voluto dopotutto, anche se non glielo avevo mai detto apertamente…

“Non lo lascerò solo…non potrei mai…” riposi alla fine.

Tsunade annuì con il capo soddisfatta e Hinata e Ino mi sorrisero sincere.

“Bene! Allora prepariamoci! La giornata non è ancora finita…e ci aspetta una lunga nottata!” affermò l’Hokage rimboccandosi le maniche.
  
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