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Autore: Hanabi Lawliet    09/02/2014    1 recensioni
Era inutile piangere. Inutile, inutile, inutile. Ma allora perché le lacrime mi rigavano il volto? Perché non riuscivo a trattenerle?
Naruto.
Lui mi avrebbe fatto tornare il sorriso.
Ma non c’era. Non c’era mai stato. E ora come ora era persino nascosto in qualche posto strano, per sfuggire ad Alba. Lo sentivo veramente distante.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Kiba/Hinata
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Comunque, stare seduta sul mio letto solo per attendere un qualsiasi segnale proveniente dalla stanza accanto mi sembrava veramente troppo. Iniziai a spogliarmi, dopo aver chiuso accuratamente la porta; strato dopo strato, lanciai ogni indumento sul letto, a formare una montagna di panni; solitamente ero una tipa ordinata, ma in un momento di agitazione simile, anche la semplice azione di porre dei vestiti nell’armadio  mi sembrava impossibile da realizzare, per le mie gambe rigide come tronchi. Presi una coperta, me la buttai sulle spalle, e sgattaiolai fuori. Sebbene fosse tardi, sentivo che la casa non era ancora addormentata; probabilmente il motivo era quello che teneva sveglia anche me. Mi rintanai in bagno, lasciando che l’acqua riempisse la vasca, e intanto mi sedetti sul bordo. Non riuscivo ancora a capacitarmi del fatto che… che… mi dava fastidio il solo pensare che Naruto sarebbe venuto a breve. Ed io…
raggiunto il limite d’acqua, mi immersi. Era gelida. Dall’attacco di Konoha, si erano persi molti confort che la mia famiglia aveva avuto da anni, come la sauna, eppure quella nuova vita, semplice, mi faceva sentire più vicina alla realtà che la gente affrontava ogni giorno. Non tutti nascono principesse.
 “Chissà qual è stato il pensiero di Naruto, alla notizia che sarebbe venuto qui…”
In effetti era una buona domanda. L’avrà toccato la cosa di essere sotto il mio stesso tetto? Non come a me. Si sarà fatto scrupoli? Non era nel suo carattere.
ne era stato felice?
Bo.
Depressa più di prima, uscii grondante, bagnando tutt’attorno, e mi avvolsi in un accappatoio candido e profumato trovato sul bordo della vasca. Probabilmente era stato destinato a Naruto, ma ormai era troppo tardi perché si facesse un bagno, appena fosse arrivato, e comunque ormai lo avevo inzuppato tutto. In punta di piedi tornai in camera. L’acqua gelida che scivolava lungo le caviglie creava una scia di orme dietro di me; mi aveva lasciato sulla pelle segni dei brividi che mi scuotevano in spasmi terribilmente piacevoli dalle gambe alle braccia, e con quella sensazione addosso, mi diressi verso camera mia. 
I miei pensieri furono bloccati.
Stop.
Aut.
Kaput..
La mia stanza era già occupata. Un ragazzo biondo, muscoloso, bellissimo, stava seduto a gambe incrociate, dandomi le spalle. Era Naruto. Indietreggiare, fu l’unica cosa che il mio cervello pensò, e andai a sbattere contro lo stipite della porta, tonfando leggermente. E il biondo si voltò.
“Hi-hinata? ” poi guardò la cosa che teneva in mano e si rivolse di nuovo a me “oddio, adesso mi è tutto chiaro.” E accanto a sé posò un reggiseno rosa pallido e un paio di mutandine abbinate. Il mio reggiseno. Le mie mutande. Perché non le avevo messe a posto?
“allora questa è camera tua, scusa, mi sa che mi sono confuso, sai, le due stanze sono vicine, e mi ero dimenticato il numero, ahah, questa casa è così grande!” mi strizzò gli occhi,e piccole rughe d’espressione gli contornarono le palpebre.
Io, giuro, non riuscivo a muovermi. Ero davanti a lui, con addosso solo un accappatoio, e per giunta aveva appena toccato la mia biancheria intima.
Improvvisamente sembrò accorgersi dello stato in cui mi trovavo, fece per avvicinarsi, poi, vedendo il mio misero indumento, ricadde sul letto.
“em… forse è meglio che me ne vada, eh? Avrai molte cose da fare e non vorrei disturbarti”; sembrava veramente turbato per lo stato in cui mi aveva trovato. Uscì dalla porta, passandomi vicinissimo. Notai un leggero rossore sulle sue guance.
 Lentamente, scivolai per il leggero bordo della porta, fino ad appoggiarmi per terra, sul pavimento in legno. E lì, com’era da aspettarsi, svenni.  
Quando poi il mio cuore riprese a battere normalmente, mi alzai e andai a letto. Ma prima di ciò, mi vestii, aggiungendomi qualsiasi capo addosso, nel caso fosse entrato qualcun altro nella stanza. Dopodiché, con addosso un pigiama, una camicia da notte, tue paia di calzini e un berretto, andai sotto le coperte, coprendomi fino alle orecchie.
che. Figura. Di. Merda.
sentii dall’altra parte del muro un tonfo, probabilmente Naruto era appena andato a dormire. Anch’io dovevo farlo. Ma mi era impossibile. E pensando che non sarei riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, mi addormentai.
 
Calduccio. Troppo caldo. Mi ricordai in quel momento che mi ero vestita in tenuta polo nord. E poi mi venne alla mente anche il perché di quel gesto sconclusionato. Arrossii violentemente.
Che ore saranno state? Il sole era già sorto, lo potevo notare dalla pallida luce che rischiarava la stanza; danzava nell’aria, eppure non riusciva a illuminare i miei pensieri confusi. Mi alzai e mi diressi davanti allo specchio, cominciando a districare i lunghi capelli. E i nodi che si erano creati nella mia testa.
Dunque, Naruto era arrivato e accidentalmente era entrato nella mia camera, si era seduto nel mio letto, e come se non bastasse aveva pure toccato quel che c’era sopra. Mi scappò da ridere. Presi la biancheria che avevo nascosto nel cassetto e la esaminai. Era ovviamente tale e quale a quando l’avevo ritirata dalla lavanderia: soffice, trasparente, la stoffa era incredibilmente sexy. Perché avevo della roba simile in casa? Era stato Kiba, l’anno prima, a portarmi una roba del genere.

<< Buon compleanno, Hina-chaaaaan!!!>>
Sorrisi al suo sorriso. Smile.
Era passato un anno dalla partenza di Naruto. Per una strana coincidenza, proprio il giorno in cui compivo gli anni, aveva deciso di intraprendere il viaggio con Jiraya.
Quel giorno mi ero vestita carina, sebbene ci fosse soltanto Kiba, dato che neanche Shino era potuto venire, perché i suoi insetti si erano ammalati, ed era restato a casa con loro (che cavolo di scusa era?). Avevo messo un abitino azzurro lungo fino al ginocchio, in seta, e avevo portato i capelli all’indietro con un cerchietto. Stavano diventando sempre più lunghi.
Kiba mi prese per mano e si fece spazio verso la mia camera, trascinandomi; poi, giunto a destinazione, si lanciò sul letto, mugugnando dal piacere.
<< Hinata, io adoro il tuo letto… io ho solo uno stramaledetto futon che puzza di piscio. Perché le principesse devono avere materassi così morbidi? Non sarà mica per quella famosa favola, “la donnuccia sul pisello”, eh?>>
<< ahahah, principessa sul pisello, Kiba, principessa! E comunque non penso sia per quello!>>
<< Bè, perché no, infondo tu sei così delicata…>> mi prese il braccio e lo strattonò leggermente.
<< AHI!!!>> gemetti
<< Appunto!>> e fece una faccia talmente buffa che non riuscii di nuovo a trattenermi, e riscoppiai a ridere. Kiba aveva qualcosa che mi ricordava troppo Naruto. Sarà stato il sorriso, o quella capacità che aveva di riuscire a farmi sentire finalmente me stessa.
il ragazzo prese dalla tasca un piccolo pacchettino colorato. Rimasi contrariata, perché non mi andava di ricevere un regalo da Kiba. Il solo fatto che mi era amico era più che sufficiente. Feci per parlare, ma fui interrotta dalla sua grossa mano che mi si posò sulla bocca.
<< Alt, non dire nulla, so che non sei d’accordo, ma mi andava di farti un regalo. Ah, aprilo pure, ma ti farà schifo! Però prima o poi spero ti servirà, e così..>>
<>
Iniziai ad aprirlo cautamente, non volevo rovinare la carta, era così graziosa, con quei piccoli soli stampati in rilievo; feci scivolare il dito sotto lo scotch e strappai: scivolarono giù una mutandina e un reggiseno rosa antico.
<>
<< No, ferma, non fare così, ehi, Hinata!!>>


Al solo ricordo mi misi a ridere come un’idiota. Bè, erano servite, in fondo, a distruggere quel poco di dignità che avevo. Mi vergognai di me stessa, e dell’idea malsana che ebbi la scorsa sera, perché col fatto che sarebbe arrivato Naruto, mi sarei dovuta metter qualcosa di carino.
Sentii bussare alla porta.
<< Aperto!>>
Era Hanabi << ehi, sorellona, come mai non ti sei ancora alzata? Sono le 11 e mezzo, il tuo latte è diventato gelido!>> mi si sedette accanto << perché hai in mano quella roba confettosa? Non penserai mica di indossare una cosa del genere solo perché c’è Naruto, vero? Aahahahaha!>>
<< Ma cos..cosa DICIII!!!>>
<< e non urlare, anche te, guarda che il tuo principe azzurro ancora dorme!>>
le diedi uno sberlotto, lei uscì, facendo una linguaccia, e rimasi di nuovo sola.

Dovevo fare in fretta se non volevo incontrare Naruto per la colazione. Era stupido scappare, lo sapevo benissimo anch’io, prima o poi ci saremmo incontrati, essendo sotto lo stesso tetto, eppure… al solo ricordare l’esperienza passata, come avrei potuto minimamente rivolgergli la parola, o semplicemente guardarlo? Ero sicura che già l’opinione che aveva di me non era delle migliori, ero un continuo svenirgli in faccia, ma dopo la bravata scorsa mi avrà dato anche della pazza… Non era stata neanche colpa mia, avevo soltanto fatto una doccia ed era lui che era entrato nella MIA camera, come aveva potuto, però quel reggiseno non doveva stare lì, e poi….
Troppo casino c’era nella mia testa.
Scalza, aprii la porta che dava sul corridoio. Silenzio.
Scesi allora le scale, ed entrai nella sala da pranzo. In piedi c’era mio padre, che sentendomi da dietro, si girò.
<< Hinata, ti sembra l’ora? Non dovresti essere con la tua squadra?>>
<< Non sono al villaggio, perché sono partiti ieri… e purtroppo non mi hai fatto andare>> mi sedetti e presi una fetta di pane e marmellata. Lamponi.
<< Logico, è stata solo una scusa per saltare gli allenamenti, no? C’era da aspettarselo. Cosa pensi che farai tutto il giorno?>>
<< Io non ho marinato!>>
<< Non usare quel tono con me!>>
Due colpi di tosse dalla porta.
<< Em, salve, scusate il ritardo. Ho interrotto qualcosa?>>
Non ci potevo credere. Lui non dormiva fino a tardi? Era un tardi ancora troppo presto. Panico.
Sembrando fin troppo concentrata nello spalmare il mio panino, non alzai lo sguardo.
Ci pensò mio padre a rompere il ghiaccio.
<>
Naruto si diresse il verso il tavolo, sentii chiaramente lo spostarsi della sedia.
<< Suvvia, Hinata, preparagli qualcosa!>>
<< Ma signor Hyuga, faccio da sol..>>
<< Gli ospiti sono ospiti!>> lo ammonì mio padre.
Presi a spalmare un altro panino.
<< Dimmi, Naruto, che progetti hai per la giornata?>>
io non alzavo lo sguardo, non ce la facevo proprio.
<< Bè, signore, suppongo che dovrei allenarmi, ahahahha! Alba mi farebbe a spezzatino di volpe, sennò. Però prendo tutto molto soft, almeno oggi, il viaggio di ieri mi ha stancato troppo, AAAAAAAWN.>>
Mio padre non rise.
<< Allora, Naruto, se non ti devi troppo impegnare, ti devo chiedere un favore.>>
Porsi il pezzo di pane al ragazzo che avevo di fronte; nel darglielo, le nostre mani si sfiorarono. Erano terribilmente calde, le sue, al contrario delle mie. Un brivido mi percorse il corpo.
<< Allenati con Hinata.>>

Eh?
<> disse Naruto.
alzai lo sguardo. Mi guardava. Il coltello mi cadde di mano.
Poi mi sorrise, uno dei suoi tipici, belli, caldi, sorrisi.
<< Mi farebbe molto piacere, Hinata!>>
Mio padre: << Allora è un sì>>.


 
  
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