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Autore: Gipsy Danger    10/02/2014    0 recensioni
Si chiama W.I.L.D, Wake Initiated Lucid Dream Device, ed è quanto l'uomo ha sempre sognato. Cliniche specializzate vengono istituite in tutto il globo per chi sceglie un coma intenzionale, di comodo, garantendo così un'esistenza ideale. L'accidia è benaccetta. La fuga dal reale, accolta e pubblicizzata.
Godiamo della nostra Utopia, finché vive e respira.

[Se i Sogni sono Infiniti, il Cammino è sconfinato. Non sarà la Paura a farvi vedere la Luce.]
Genere: Science-fiction, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sanosuke Harada, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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III. La Villa
~


011.

É meglio di quanto pensasse. La casa è enorme, nessuno lo disturba e svolge i suoi compiti in autonomia.
Ci vuole tempo. Con calma ricostruisce il proprio corpo – e la sua massa muscolare torna in forma. Di sera è indolenzito, ma passerà, esercitandosi meglio.
Dopo un paio di settimane può addirittura di sistemare il laboratorio di Kodou.
È la prima volta che vede l'apparecchiatura W.I.L.D.
“Pensavo fossero state abolite”.
Yukimura non lo rimprovera, né lo punisce. S non domanda più altro.

Di tanto in tanto Chizuru passa a trovarlo. Arriva e sparisce prima che possa salutarla.
Prima di coricarsi trova una caramella rosa nella tasca della divisa.

012.

Cerca le cesoie a tentoni e trova, invece, un piedino scalzo. Sobbalzano tutti e due, Chizuru per lo spavento; lui per la sorpresa...poi per l'orrore.
È in ginocchio prima ancora di rendersene conto, a profondersi in scuse prima che lei scappi in lacrime dal padre.
Chizuru lo guarda, seduta per terra. Batte le palpebre,  indica i bulbi con un ditino paffuto.
“Sono gigli?” chiede.
“...Sì?”
“Bianchi?”
S esita. Non lo sa, non ha guardato la busta. Parla senza pensare.
“Ma certo, ojou – san. Bianchi.”

Chizuru gli sorride. Con tutto il cuore, e pochi dentini.
“Sono belli,”soffia.

S prega che quei maledetti fiori vengano su candidi.

013.

A nessuno dei due piace essere lasciato a casa solo, ma Kodou è un uomo impegnato, e la sua sembra più un incidente di percorso che una famiglia.
Kaoru diventa ancora più intrattabile. Sfascia due delle aiuole rifatte la settimana scorsa e si rinchiude in camera.
Chizuru tace.  Per tutto il giorno. Fa i suoi compiti diligentemente – una bambina di quattro anni a studiare? Di già? - gioca secondo le regole, è obbediente.
Quando la depone a letto per la notte, però, non lo lascia.
“C'è la Nebbia.” mormora.
“Siamo sotto lo Schermo, ojou-san. Non può arrivare fin qui.”
“La sento.”
Lo capisce, quel terrore cieco.

Rimane.

014.

Si sveglia tre volte. Due perché crede davvero che la coltre argentea sia lì, a picchiettare contro la finestra – una perché una mano di Chizuru gli si posa sulla guancia, alla cieca. Allora si ricorda di essersi addormentato, inginocchiato vicino al letto, in una casa troppo grande e troppo vuota per due bambini.
Il pavimento è quasi comodo, coperto di soffice moquette. Fuori, il cielo è un velluto liscio e uniforme.

Non andartene docile in quella buona notte, i vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
Infuria, infuria contro il morire della luce...

Le palpebre pesano. Si raggomitola per terra, su un fianco.

Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta-

Il resto della poesia non gli viene in mente. Shinpachi la ricordava tutta. Ma Shinpachi è morto, e lui è solo S.  
Chiude gli occhi, dimenticandosi di tutto il resto.
Sogna la Nebbia.

015.

Arriva come l'ha vista giungere nei territori esterni allo Schermo, durante la fuga: una marea di volute senza consistenza, l'approcciare di un temporale senza fulmini né rombi di tuono. Il silenzio gli riempie le orecchie, dilaga nel suo naso. È umido, impalpabile, e amplifica il battito del suo cuore al punto da fargli credere che se ne nutra.
Sappiamo com'è arrivata, non che cosa sia. Sappiamo che è letale, non perché danneggi e aggredisca ogni creatura vivente.
Nel sogno scopre qualcosa che nessun antico rapporto ha svelato.
La Nebbia ha una voce, e bisbiglia il suo nome.

È di nuovo Sanosuke. Solo Sanosuke.

Si sveglia di scatto. Qualcosa non va.



Angolo Autore

Un nuovo aggiornamento. Non in ritardo come temevo, ma mi scuso ugualmente per aver rallentato il ritmo. Non voglio bruciare mettere troppa carne al fuoco :)
Mi ritaglio una piccola comunicazione riguardo Derail - entro la settimana mi metterò a lavorare sul prossimo capitolo per rimetterlo a nuovo. Nel frattempo, un ringraziamento a chi segue, legge e recensisce, come sempre.



Non andartene docile in quella buona notte: poesia di Dylan Thomas (1914 - 1953)
   
 
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