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Autore: LuminaNocte    11/02/2014    0 recensioni
Dal secondo capitolo:
"Cosa devo fare?
Dovrei buttare i prossimi anni di studi per diventare una madre? Dovrei gettare a calci in culo tutti i miei sogni? Dove troverò il coraggio per dimenticarmi chi volevo diventare? Dove troverò il coraggio di uccidere qualcuno? "

Di cosa parla questa storia? E' difficile dirlo anche per me..
Di un'evento sconvolgente, è troppo riduttivo. Della vita, è troppo ampio.
Quello che so è che alcuni fatti sono realmente accaduti nella vita dell'autrice, e che altri sono di sua invenzione.. il resto è da scoprire ;)
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Universitario
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ATTENZIONE: Nel seguente capitolo viene trattato un argomento a mio parere molto delicato. Prima che lo leggiate, qualunque siano le vostre opinioni o esperienze, vorrei ricordare che la mia intenzione non era quella di offendere la sensibilità di nessuno. Grazie :)


L'arte della vita.

Perfettamente sbagliato

 

Mi avevano sempre detto che sarebbero stati i tre minuti più lunghi della mia vita. Avevo sempre creduto che avessero ragione, ma non mi ero mai soffermata a pensare quanto in realtà potesse essere vero. Lo sto scoprendo ora, mentre quei tre maledetti minuti non passano. Il tempo scorre a ritmo con il battito del mio cuore. Ma il cuore si è fermato. Getto uno sguardo fuori dalla finestra per non vedere la risposta. La vita, là, continua indisturbata. I secondi hanno rallentato solo nella stanza. Magari se mi sporgo un po' di più, proseguirò anch'io indisturbata. Innocente, ingenua e felice. Andrò a vivere in una bella casa in campagna, di quelle piene di animali. Con un orto ricco di verdure profumate. Ogni week end ritornerò in città, a pranzo dalla nonna. E quando vorrò partirò, e visiterò tutti i luoghi che ho sempre desiderato visitare. Le piramidi, il deserto, e poi le montagne, i luoghi misteriosi, e i mari profondi. Veleggerò sicura nell'oceano della vita.

Un suono di clacson mi riporta alla mia finestra, alla mia stanza. Al mio peso sul cuore. Mi volto verso la luce artificiale, tenendo lo sguardo basso, sulle complicate mattonelle rosate. Gli intricati disegni che le percorrono, assomigliano ai miei pensieri: liberi di muoversi ovunque, ma costretti in un piccolo spazio. Nei miei brevi 19 anni, mai avevo pensato di ritrovarmi in una situazione simile. Guardo l'orologio digitale sulla schermata del telefono: i tre minuti sono finiti. Ma io non sono ancora pronta. Perchè in fondo la risposta la conosco già, ho solo paura di ammetterla.

Ripenso a quelle notti. Quando l'amore mi rese incosciente, stupida. Troppo giovane per amare. Troppo vecchia per amare. Troppo innamorata per non farlo. E ripenso a lui. Con la sua aria sicura e forte. Lui che non ne sa niente. Tutte quelle notti, tutti quei momenti. La sua strana piega delle sopracciglia. Il suo curioso odore. Le sue labbra. I nostri corpi vicini, tanto vicini, troppo vicini. Tutto troppo. Troppo nuovo. Troppo amata. Troppa paura. Troppa semplicità. Davvero molta semplicità. Quasi felici in quelle notti. E la felicità è difficile da raggiungere. È come l'ingrediente segreto di quel piatto che non smetteresti mai mangiare. Tu provi a ricreare la ricetta perfetta, ma per quanto tu possa andarci vicino, raramente trovi la chiave per quella combinazione che ti lascia senza parole.

Ripenso a tutti quei giorni riempiti di nulla. Solo la presenza di uno per l'altro. In un interminabile gioco di sguardi, parole liberate per caso e gesti soffocati. Il parco, le città e l'intero l'universo non erano più che semplici spettatori di quella magia primordiale.

Non era niente di più che la vita, la spontanea, meravigliosa, istintiva, stronza vita.

Vorrei con tutta me stessa ritornare alla vita facile, a quando parlare con lui era facile.

So che da quando guarderò quella dannata risposta, dovrò morire per riuscire parlarne con lui. Eppure lui era così perfetto...

Già la mia pelle pachidermica è solcata dalle lacrime, già i miei occhi colano, quando abbasso lo sguardo e vedo quella seconda infida linietta. Quella che mai e poi mai sarebbe dovuta comparire. Quella che pone fine ai giorni di svago spensierato, quella che mi riporta in fondo nella vita, quella che mi uccide.

Sono paralizzata nel mio stesso corpo.

Socrate diceva che è saggio colui che sa di non sapere. Io dico che è saggio colui che sceglie di non sapere. Perchè le conferme, a volte, sono delle vere bastarde. Ti tagliano gambe, braccia e testa insieme, e solo perchè va loro di farlo.

Non so più cosa fare.

Non so più chi sono.

Non so più cosa sia successo.

Merda!

E adesso?

Ok, stai calma. Dov'è il telefono? Quel maledetto aggeggio. Trovato. Rubrica, Giovanna. Chiama. Suona, rispondi. E dai brutta stronza psicopatica, rispondi!

-Pronto?-

-Giò, ti devo parlare, subito. Vieni qui.-

-Ma è successo qualcosa?-

-Non rompere e vieni subito qui!-

-Ok, volo.-

Quando riattacco, intorno a me sento solo un doloroso silenzio.

Nessuna risposta si mostra alla mia muta domanda.

Cosa devo fare?

Dovrei buttare i prossimi anni di studi per diventare una madre? Dovrei gettare a calci in culo tutti i miei sogni? Dove troverò il coraggio per dimenticarmi chi volevo diventare? Dove troverò il coraggio di uccidere qualcuno?

Sono sempre stata attratta dalle strade facili. Ma qui nessuna scelta è facile. Non esiste più il bianco o il nero. Non esistono scelte di mezzo. Ogni scelta potrebbe essere quella giusta, o quella perfettamente sbagliata. Vorrei annullarmi, e far finta che nulla sia successo. Ma il mio cuore mi impedisce di abbandonarmi.

Sta crescendo una vita dentro di me, e, visto i problemi della mia famiglia, potrebbe essere l'unica occasione di tutta la mia vita. Non posso sprecarla solo perchè non era stato programmato. Solo perchè ho paura.

Sono incinta, e lo amo.

 

Il campanello suona impaziente, segno che la mia migliore amica deve essere già arrivata. Comunicare a lei la mia scelta sarà più facile che dirlo a lui. Ma sicuramente non sarà facile. Mi tartasserà di domande, di dubbi, di affermazioni, di nozioni scientifiche, di insulti, di abbracci. Si arrabbierà, fino a che non capirà.

E mi starà vicino.

Come sempre.

 

 

***
Hello! 
Intanto vorrei ringraziare chi ha commentato e/o letto il primo capitolo. Grazie, di cuore.
Non so nemmeno io bene cosa puntualizzare, quindi se avete qualche domanda, dubbio, consiglio, o se avete solo voglia di farmi sapere cosa ne pensate fatelo pure :)
Un bacione my dear!
P.s. non ho veramente idea se e quando pubblicherò un terzo capitolo.. quindi non aspettatevi nulla. (sicuramente non nell'immediato)

 

 

  
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