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Autore: emychan    16/06/2008    2 recensioni
-Corretta e completa!- Futura Spike/OC.AU.Al posto di Kendra viene attivata un'altra cacciatrice,Julien Moore. In seguito a diversi eventi julien finisce a Sunnydale definitivamente,tra l'iniziativa e il chip di Spike gli eventi si sviluppano così come li conosciamo...oppure no??
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: William Spike
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: I personaggi di Buffy the vampire slayer appartengono a Joss whedon,julien,Sam e la toria contorta invece sono miei!XD

Stava accadendo di nuovo, se lo sentiva.
Qualcosa di terribile sarebbe presto successo.
Non sapeva cosa o quando, ma sapeva che la sua vita ne sarebbe uscita completamente sconvolta.
Aveva di nuovo sognato quella notte, non un sogno normale, no... questo era uno di quei sogni, quelli che la perseguitavano notte dopo notte finché non prestava loro ascolto. 
Quelli che, a volte, si facevano vivi anche in pieno giorno.
Non era possibile... tutte le stupide pillole, i medici, le cure a cosa erano servite? A niente!
Sette anni e lei era ancora la pazza Julien, la stramba, la spostata.
Perché non poteva essere quella normale per una volta? Julien rise al pensiero. Normale non era mai stata una parola adatta a lei, al massimo poteva recitare la parte,fingere di esserlo, come provava a fare da tutta una vita ormai, anche se a tredici anni parlare di una vita suonava forse un po' ridicolo.
I suoi problemi erano cominciati otto anni prima, quando aveva scoperto che sognare le cose prima che accadessero non era una bella cosa.
Per settimane aveva sognato un aereo, un grosso aereo bianco con delle strisce rosse ai lati.
C'erano tante persone a bordo e tutte parlavano e ridevano prima che l'aereo decollasse, ma poi...
All'improvviso l'aereo si fermava e cominciava a precipitare nell'oceano e tutti gridavano, piangevano e le grida echeggiavano nella sua mente finché l'aereo svaniva nel nulla. 
A quel punto il sogno cambiava e Julien si ritrovava tra tanta gente che conosceva: sua nonna,i suoi zii e sua madre che la teneva per mano e piangeva nel fazzoletto.
Erano tutti così tristi che a Julien veniva da piangere solo guardandoli.
Si svegliava tra le lacrime, chiamando i suoi genitori, tremando di paura e sua madre correva preoccupata nella sua stanza. 
La teneva stretta e la ascoltava mentre balbettava il suo sogno in parole incomprensibili e le diceva di stare tranquilla, perché tutto sarebbe andato bene, ma non era vero...
Due settimane dopo,una mattina d'estate come tante altre, Julien faceva colazione guardando la televisione, quando ad un tratto la sua visione la colpì nuovamente. Sembrava tutto così reale, l'aereo, le persone, per un attimo la bambina pensò che fosse alla tv, ma era solo nella sua mente.
Quando tutto finì, lo stomaco le faceva male e la testa le girava mentre tutto il suo corpo era attraversato da forti tremori.
Sua madre la trovò così, seduta al tavolo con lo sguardo fisso nel vuoto e la abbracciò 'Cosa succede July?', la voce tremante e le mani così dolci sui suoi capelli neri.

L'aeroporto era pieno di gente, famiglie che partivano, amici che si salutavano con un abbraccio, grossi cartelli con scritte luminose e lei guardava tutto con attenzione mentre sua madre la trascinava per  i corridoi. 
Suo nonno le aspettava davanti ad una grande vetrata.
Era un uomo davvero gentile, non si arrabbiava mai con lei, le strizzava l’occhio e le diceva che anche sua figlia era una peste da piccola.Ciao July” la salutò dandole un bacio sulla guancia ”Guarda cosa ti ha portato il nonno.”
Le tese un coniglietto di peluche, un grosso coniglio bianco dalle lunghe orecchie nere e July lo prese contenta e se lo strinse al petto ringraziando suo nonno con un grosso bacio sulla guancia.
Mentre i grandi parlavano tra di loro, July ricominciò a guardarsi attorno.
Fu allora che lo vide, il grande aereo che tormentava i suoi sogni.
Era là, oltre la vetrata.
Il suo corpo riprese a tremare,colta dal panico cercò di liberarsi dalla mano che la teneva.Cosa c'è July?”Aereo!” provò a spiegare la bambina,ma sua madre non capiva e July pianse e gridò quando capì che suo nonno sarebbe salito proprio lì. Non servì a nulla.
Pochi giorni dopo il posto che aveva sognato divenne reale e tutti erano lì a piangere e a guardare il buco per terra,ma nel buco adesso c'era una grossa scatola marrone,suo nonno era lì? Sua madre le aveva detto che se ne era andato, ma lei non aveva capito bene dove. Era in mare con le altre persone? Per questo non poteva tornare? July non riusciva proprio a capire e sua madre non voleva spiegarle niente “Sta zitta Julien”.
Era la prima volta che sua madre la trattava così, era la prima volta che sua madre la chiamava così, ma da quel giorno tutto cambiò...
Nessuno la chiamò più July sorridendole, suo padre non la guardava nemmeno e sua madre era sempre arrabbiata.
Le uniche cose che rimasero invariate furono gli incubi, ogni notte più spaventosi.
A volte si svegliava piangendo e soffocava i singhiozzi nel suo coniglio di peluche, altre volte le sue grida erano così forti da svegliare i suoi genitori e quelle erano le notti peggiori perché allora sua madre si arrabbiava davvero.Smettila Julien! Non lo capisci?E' mostruoso,devi smetterla di fare questi sogni, è sbagliato!”
Le gridava contro per ore, spaventandola così tanto che non riusciva più ad addormentarsi.
E qualche volta, se era davvero arrabbiata, la trascinava fuori dal letto e la costringeva a stare in punizione, inginocchiata a terra per ore, oppure la guardava piangendo e Julien si sentiva così male per essere così cattiva da far piangere la sua mamma...
Così cominciò a fingere,o almeno provò a farlo.
Non servì a nulla. 
Loro sapevano sempre la verità.
A sei anni iniziarono i medici, la metà dei quali non ricordava nemmeno a cosa servissero. Dicevano tutti le stesse cose: la bambina mentiva, era in cerca di attenzioni, aveva le allucinazioni, terrore notturno o, la teoria migliore, era schizofrenica... così Julien diventò bugiarda o pazza e non era sicura di cosa fosse meglio.
A dieci anni era così imbottita di tranquillanti che non capiva la metà di quello che le veniva detto, ma i sogni non si fermarono... mai.
A dodici anni mentre se ne stava seduta sola in un angolo del giardino dove la sua classe trascorreva l'intervallo arrivò finalmente l'illuminazione... poteva sembrare ridicolo visto la vita che aveva passato fino a quel momento, ma mentre guardava una maestra consolare una bambina con un ginocchio sbucciato, capì.
I suoi genitori non la amavano.
Non la volevano neanche.
Anzi, nessuno al mondo la voleva o la amava.
L'improvvisa realizzazione la rese così triste che si mise a piangere, ma nessuno la consolò, nessuno consolava mai la stramba Julien.
Ma non importava. Perché quel giorno Julien decise che se nessuno la amava non le doveva importare, se nessuno la voleva neanche lei voleva gli altri, stava bene da sola, in fondo era sempre stata da sola. E se i suoi genitori la odiavano per i suoi sogni, peggio per loro, perché non aveva modo di fermarli.
Così smise di prendere tutte le medicine e ricominciò a fingere, stavolta di essere felice.
Adesso Julien Moore aveva tredici anni,arrivava a malapena al metro e sessantadue e aveva gli occhi azzurri e lisci capelli neri, lunghi fino a metà schiena. Per seccare sua madre se li era tinti, adesso erano attraversati da grandi ciocche blu neon, ma la donna si era limitata a guardarla senza dire una parola. Nonostante la reazione fosse stata un po' deludente i capelli le piacevano, così li aveva tenuti.
Non era esattamente infelice,era semplicemente un po'... vuota, ma non sapeva spiegarsi cosa significasse con esattezza.
E da due settimane le cose stavano di nuovo cambiando.
L'aveva percepito ad un livello profondo, ogni cosa nel suo mondo stava per cambiare... se in peggio o in meglio non lo sapeva.
A visitarla era sempre lei, una piccola ragazza dai capelli biondi e gli occhi verdi.
Combatteva contro una specie di mostro ed era davvero forte, Julien non aveva mai visto una ragazza combattere a quel modo, ma nonostante tutto il mostro riusciva ad ucciderla..
Julien guardava la ragazza riversa in una pozza d'acqua e si sentiva davvero triste per lei.
A quel punto la ragazza si muoveva, i suoi occhi privi di vita si fissavano in quelli di Julien 'Tu sei la prossima' le diceva ed ogni cosa svaniva.
Quando si svegliava, non provava paura, solo una strana sensazione di ansia,di aspettativa.
Quel giorno la visione si era ripetuta all'improvviso.
Un momento prima riempiva un bicchiere di succo d'arancia e un momento dopo si ritrovava bloccata nel suo sogno e la voce della ragazza le rimbombava nel cervello fino a farle male.
Sentì il rumore di un bicchiere rotto in lontananza ed una nuova voce entrò nella sua visione.
Qualcosa cominciò a scuoterla con forza, i denti le batterono dolorosamente ed il sogno svanì all'improvviso lasciandola con un gran mal di testa... sua madre le stringeva le braccia gridandole contro.Mi stai facendo male.” le intimò scivolando dalla sua presa.Lo stai facendo di nuovo,vero?” il suo sguardo era così disgustato che la fece trasalire.Non so di cosa parli”Invece sì, smettila!Devi smettere di farlo prima che sia troppo tardi”Lasciami stare.” Si sentiva stranamente sconfitta, una parte di lei sperava ancora che sua madre la abbracciasse perdonandola per qualcosa su cui lei non aveva alcun potere, mentre un'altra parte gridava alla prima di lasciar perdere le cose impossibili.Hai preso le medicine?”No e non lo farò, non servono a niente.”Lo so.”
Per qualche assurdo motivo,quell'affermazione la ferì più di tutto il resto.Pensi che non abbia capito? Cosa sei, cosa fai? Tu... prevedi il futuro Julien!” L'ultima parte l'aveva sussurrata come se pronunciare quelle parole forse un grave peccato.”... e non devi farlo,non puoi farlo,non capisci? E' disumano, mostruoso... è come la stregoneria, è proibito” la voce le tremò e gli occhi le si fecero lucidi, ma Julien sentì solo il desiderio di riderle in faccia perché tra le due chi non capiva era lei,era sempre stata lei.Pensi che mi piaccia? Non è qualcosa che posso controllare,non ho un interruttore nella testa da spegnere! Non capisci che lo odio, odio questi sogni, queste visoni, ma sono nata così e non posso farci niente! Vorrei che mi aiutassi invece di giudicarmi, vorrei solo... vorrei solo che tu mi amassi...”
Sua madre si coprì la bocca con una mano tremante e calde lacrime le scivolarono sulle guance “Oh Julien...” le disse tra i singhiozzi “tu devi capirmi...” la raggiunse e la strinse tra le braccia come tanti anni prima e Julien trovò in quell'abbraccio tutta la speranza che aveva perso “...come posso amare una cosa come te?” 
Julien si irrigidì, ma sua madre la strinse ancora più forte “Tu sei la maledizione di questa famiglia, un demone nel corpo di una bambina, abbiamo lottato, sperato, pregato per te, per salvarti, ma guardati. Tu sei dannata da sempre, il tuo posto è all'inferno.”
La donna sciolse l'abbraccio e si allontanò, la sua espressione addolorata sarebbe rimasta impressa nella mente di Julien per tutta la sua vita “Vattene adesso Julien, lascia questa casa e non tornare mai più. Te ne prego.”
Il mondo di Julien sembrò finire in quell'istante.
Vagò sotto la pioggia per ore senza sapere dove andare, ma non si permise di piangere, non se lo sarebbe mai permessa, non per lei, non per quella donna orribile.
E alla fine giunse il momento, il momento in cui la predizione si avverò e un uomo in abito scuro le si presentò come Sam Zabuto, l'osservatore.
La portò in una caffetteria, ma non le chiese niente dei suoi vestiti bagnati o del suo vagare da sola per le strade, si limitò a sorriderle con indulgenza.Immagino che tu sappia già perché sono qui.”Perché dovrei saperlo?”Il tuo dono ti avrà certo mostrato un cambio di simili proporzioni.”
Julien sapeva bene di cosa parlasse l'uomo, ma finse lo stesso di essere confusa.Dono?”Parlo della tua chiaroveggenza ovviamente, è più di duecento anni che non nasce una prescelta con il dono della vista. Sei molto speciale Julien”Dono? Pensavo fosse una maledizione”Oh no, le tue visioni..”Sono orribili e non voglio parlarne. Cos' é una prescelta? Prescelta per fare cosa?”Per uccidere i vampiri, ogni generazione ne ha una. Tu sei stata scelta e dopo di te ne verrà un'altra.”E se non volessi farlo? Se non mi importasse dei vampiri?”Questo non è possibile, è il tuo destino e non puoi...”E le visioni? Quelle puoi fermarle?”
Sembrò quasi sconvolto dalla sua domanda,come se gli avesse chiesto di ucciderla.Cosa?”E' una domanda chiara e semplice,puoi fermare le mie visioni o no?”Il tuo dono è parte di te, non puoi semplicemente cancellarlo, può essere soppresso con le sostanze adatte, ma anche così non è detto che non trovi il modo di manifestarsi in altri modi, senza parlare delle conseguenze che una scelta del genere potrebbe avere sulla tua mente o sul tuo corpo. Al concilio possiamo aiutarti a comprendere e sfruttare il tuo dono, possiamo...”No. Il mio dono non mi piace, non lo voglio. Perciò eccoti l'accordo, tu fai sparire le mie visioni ed io faccio la prescelta e uccido chi vuoi, ci stai?”Questo è”E' un'offerta, prendere o lasciare, allora?”Va bene, come vuoi.”Bene, allora complimenti, hai appena trovato la tua nuova prescelta.”
   
 
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