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Autore: LadyTsuky    13/02/2014    0 recensioni
“Io non so chi sono e non posso mai sapere cosa mi riserverà il destino.“
Una seconda possibilità che tutti vorrebbero. Una seconda chance, che avrebbe cambiato una volta per tutte il corso di due vite intrecciate e indivisibili..
“ Forse credere in essa è stata la cosa più giusta e sensata che avessi mai fatto, che mi ha portato alla vera felicità.”
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“ Una cosa però l’ho imparata:
per conoscere bene la gente
 bisogna averci litigato seriamente
 almeno una volta.”
 
Capitolo 1   


 

L’amore non è bello se non è litigarello…
Ma chi diamine ha inventato questo proverbio?  
















Pov Juliet


“ No! Assolutamente no!” dico incrociando le braccia sotto il seno.

Come era possibile? Stavamo ancora qui a discutere come due cani randagi? con la bava alla bocca, che contendevano lo stesso osso!

“ Non puoi dire di no, tesoro mio, hai promesso” fa lui attirandomi a sé.

Grrrrr! Quanto  mi da sui nervi quando fa così!

 La mia schiena tocca il suo petto nudo. Blocco sul nascere un brivido delizioso, la sua pelle a contatto con la mia schiena...è davvero…
 “Cavolo, no non voglio!” ripeto intestardita, ritornando in me e fissando l’ abat-jour, tanto per non guardarlo negli occhi. Mi stava quasi per fregare con il suo metodo di distrazione.

“ Juliet ti prego, non fare la bambina”  lagna, per poi sbuffare nascondendo il volto nell’incavo del mio collo. Mamma! Lo sa che soffro il solletico! Proprio il collo no!

“ Non faccio la bambina! Io non ci vado!” contesto più decisa che mai.

Quando dico una cosa è quella diamine! Sono un tipo più che testardo, io!

“ Ti manca il broncio e sei perfetta per fare la mia piccola bambina” continua circondandomi con le sue braccia.
Posso sentire aleggiare un sorrisino sulla sua faccia, anche se lo nasconde piuttosto bene. Io invece devo trattenermi dal fargli una linguaccia in faccia.
“ Rompi palle ” sussurro girandomi e facendogli ammirare il pizzo blu della mia canotta.

Si merita il mio muso lungo!

“ Lo sai come va a finire vero?” finalmente quel sorrisetto soddisfatto spunta nel bel mezzo del suo viso.
Lo sento sul mio collo,ancora, e questa volta mi fa venire la pelle d’oca.
“ No..non..non.. questa volta!” tentenno con la voce un po’ alta, colta nel vivo. E no, sta toccando il mio punto debole. Il mio orgoglio. E lo fa con estrema precisione e furbizia. Vuole farmi perdere la testa per far sì che io ceda.
E la schiacciante consapevolezza delle mie continue sconfitte mi brucia ancora…
Ma avrebbe avuto al più presto fine questa sfiga! Adesso tocca a me vincere! Dopo tante sconfitte finalmente avrei avuto la mia agognata vittoria. O si!

“ Si, si come no” dice con tono accondiscendente.
“ Chris non vincerai ancora! Parola di Juliet Angie Drew!”giurai staccandomi dall’abbraccio, e appoggiando la schiena sulla testiera del letto.

Adesso non si trattava di una partita all’Xbox, ma della vita reale! Cavolo.

“ Oh-oh stai usando il tuo nome completo o sbaglio?” nella sua voce noto un pizzico di incredulità, smorzato dalla sua aria derisoria.
“ Si hai sentito bene” sorrido furba. Meglio mettere in chiaro le proprie posizioni.
“ Amore lo sai che non resisterai ancora per molto, quindi dai retta a me” sorride furbamente, era ritornato il paparino ragazzi. Io  non lo sopporto affatto quando fa così.

Così lui sa il mio limite di sopportazione del dolore  e la sottoscritta no, eh? O caro mio, quanto ti stai sbagliando in questo momento.

“ Sono ancora viva, quindi.. Me..ttiti l’anima in pace” finisco la frase malferma. Strizzo gli occhi per scacciare via quella nebbia fastidiosa insieme a quelle lacrime che chiedevano o meglio supplicavano di uscire. Ma no Juliet non deve piangere, se non di gioia.
Un’altra fitta di dolore, sempre nei momenti meno opportuni eh?  E poi sto litigando non posso essere messa K.O già da adesso!

Non lo guardo ma dal suo silenzio capisco che sta aspettando la mia ripresa. Alzo la testa pesante  quanto un macigno e aspetto la ramanzina fissandomi le dita intrecciate.
Sbuffa. Odio farlo assistere al mio spettacolino penoso.
“ Ester ha detto che sei in questo stato  da otto ore, io sono arrivato tre ore fa, quindi fatti due piccoli conticini… tesoro e dimmi” sottolinea la parola tesoro con tono troppo sdolcinato, io rimango in silenzio lasciandolo sfogare, così ho il tempo di pensare alla risposta adatta.
 “La situazione invece che migliorare è peggiorata, Juliet, e solo perché la mia ragazza cocciuta non vuole dare retta a nessuno” gli lancio un’occhiataccia.

Questo non lo può dire! Appunto perché ho dato retta a qualcuno che sto in queste condizioni!

 Ma lui invece di finire la sceneggiata continua, ignorando bellamente il mio aiutino implicito, “Credevo che la dolce biondina si mettesse a piangere da un momento all’altro, tanto era disperata la sua voce al telefono” fa ridacchiando “ Mi ha pregato di venire subito, era in preda ad una crisi nervosa.” mi prede la mano stringendola delicatamente “Mi sono seriamente preoccupato.“ si interrompe fissandomi, come per dare enfasi a quella frase. “ Ho buttato giù almeno cinque persone, che mi hanno mandato senza convenevoli a quel paese, e stavo quasi per essere arrestato dalla sicurezza.Te lo giuro Jul, avevo paura di trovarti imbavagliata e legata alla sedia! Ester  Mi ha tenuto al cellulare per un‘ora solo per dirmi di venire più in fretta che potevo. E io con il fiatone che dicevo "si, si arrivo".
 Mi ha descritto una scena catastrofica! Stavo quasi per essere investito da un taxi per venire da te il più velocemente possibile…e poi ti ritrovo così.” finisce indicandomi con la mano.

Così come?

“ Così maledettamente intrattabile!” dice rispondendo alla mia domanda silenziosa. “ Per fortuna sei tutta intera”

Wow adesso legge nel pensiero…devo stare attenta. Forse sarà la mia faccia.

“ Ma non è successo” replico, distraendolo.
“ Cosa non è successo?” chiede stranito.
“ La marmellata del mio ragazzo sull’asfalto” dico sarcasticamente “Per fortuna che non è successo nulla. Sai un ragazzo spappolato come nei film di zombie non è bello da vedere“ sorrido.
“ Di tutto quello che ti ho detto l’unica cosa che ti è rimasta in quella testolina è stato il mio quasi incidente con un taxi?”
“ Guarda che  te lo posso anche ripetere il tuo discorsetto da paparino, ma non lo faccio perché voglio ricordarti che io ti ho detto di fare con calma. Ti sei fatto contagiare, come uno stupido, dall’ansia irrazionale di Ester. Lo  sai che quella ragazza è troppo apprensiva!”
“ Hai detto bene. Irrazionale è la parola giusta per descriverti stasera. Non credo che Ester lo sia”

Ma poi nella mia mente, la sua voce viene allontanata per poco. Ripeto nella testa il nome che avevo appena pronunciato…quel nome..quel nome…. Non poteva averlo fatto, non lei, non lei che me l’aveva giurato! Ester.
 
“ Hai chiamato Ester!?” sbraito incredula.
Ho capito male, si, si evidentemente ho scambiato quel nome per un altro… sicuramente è stato lui a chiamare Ester…e lei ha parlato, ma sotto minaccia spero…credo…suppongo… insomma fatto sta che ha parlato! E sono nei casini per colpa sua!

“ Veramente è stata lei a chiamare” sussurra, affiancandomi e poggiando la testa anche lui sulla testiera.

Il mio castello di carte in quel momento cadde. Cadde inerme, impotente…
non potevano contrastare l’evidente forza di gravità. Quella folata di vento…quelle sei parole, avevano distrutto tutte le mie ipotesi maledettamente infondate. Non avevo più la forza di ricostruire il mio castello…
Perché? Perché l’aveva fatto? Anche lei..lei!
Ma dico, come… come ha potuto?
 Lei, la mia migliore amica! La mia nuova ex migliore amica.
Si, da quattro secondi esatti.
Traditrice!  
Si era schierata dalla parte del nemico! Contro di me! Sono tutti contro di me!
L’avrebbe pagata. Oh si che l’avrebbe pagata cara..la mia vendetta non l’avrebbe sicuramente risparmiata! Forse…sarebbe stata la prima! Anzi, mi correggo la seconda…la precedenza doveva averla per forza lui. Lui che ha quel sorrisetto stampato in faccia, lui che continua a sorridere e non cambia minimamente espressione e guarda la mia di faccia, la mia faccia stupita, incavolata nera, e sofferente.

“ Lei…lei…come ha potuto!” sibilo sinistramente, i miei poveri nervi stanno già crollando. In questo momento più che mai mi sento molto nel corpo di mia madre…
“ Ha fatto il suo dovere di amica Jul, e lo sai anche tu, ma non lo vuoi ammettere” la sua voce risuona autoritaria alle mie orecchie. Alzo  impercettibilmente il sopracciglio destro.
 Mi massaggia lentamente la  coscia, nuda a contatto con la sua gamba …forse per smorzare la sua affermazione molto convinta e autoritaria…la sua mano calda sulla mia pelle, mi distrae parecchio. movimenti  lenti e circolari..sempre, sempre più intensi. Sto per abbandonarmi  a quel piacere paradisiaco quando spalanco gli occhi furiosa ricordando il nostro battibecco.
“ Io non devo ammettere un corno!” lo fulmino. Potevo distinguere perfettamente le saette che arrivano al destinatario.
Al diavolo quella provocante mano sulla mia coscia. Presa dalla rabbia l’afferro e la riappoggio sulla sua di coscia. Lui alza il sopracciglio sinistro e io lo imito.
“ Ti devo fare il riassunto di quello che non abbiamo fatto?” mi provoca.

Non mi serve il riassunto grazie. Lo  so benissimo che alla fine è sempre colpa mia… mai sua..per carità.

Rimango muta, stringo le labbra e allontano lo sguardo dai suoi occhi, mentre lui gode della mia reazione “Stanotte cara la mia temeraria, non abbiamo concluso un bel niente, e non è stata colpa mia

Visto? Che uomo prevedibile… certo colpa mia…

“Grazie…non spiattellarmelo in faccia!” bisbiglio acida.

Quando mi arrabbio preferisco non parlare proprio, rimanere zitta e ascoltare le prediche e le lamentele degli altri. Invece che urlare. Ma come ogni volta qualcosa sfugge al mio controllo e la sputo a chiunque, senza fare distinzioni. Come in questo caso, non riesco mai ad ignorare le frecciatine.
Sbraitare come una pazza, e farmi venire il mal di gola, solo per far vedere a lui quanto io sia incavolata?  No, deve capirlo da solo il mio livello estremo di “incazzatura“.
E poi, si sa che le persone silenziose si rivelano le peggiori.

“ Peggio per te. Tu mi hai abbandonata e mi hai lasciata con le baby-sitter, ricorda che non ho più cinque anni.” protesto seccata.
 Insomma anche io ho una dignità! Non posso essere trattata come una ragazzina.

Mi ha rotto le scatole per tre lunghissime settimane. Ventidue giorni. Potrei dirvi anche i minuti..
Per ventidue giorni, ho sopportato le sue pressioni per andare a quel maledetto festival di videogiochi in Italia.
Si, un festival di videogiochi…anzi, come dice lui, un “incontro fra i cervelloni del campo“. Qualcosa di assolutamente nerd insomma.. Lo ammetto, li amo anche io i videogiochi, e tutte le  cose inerenti al tema..  tant’è vero che ci lavoro. Si, ho trovato qualcosa che mi rende davvero felice…vengo pagata per fare qualcosa che adoro… ma anche se amo i videogiochi, odio tutti i festival, congressi, riunioni o incontri fra gli altri cervelloni del settore. Perché sono caotici e ammettiamolo, quasi mezza popolazione maschile ci presiede…ecco perché quelle poche volte che ci sono andata me ne sono pentita all’istante.
Se  mi ricordo bene è stato qualche anno fa, quando mi ero messa da poco con lo scemo di ragazzo che ho, era qui vicino e che dire. Sono fuggita via dimenticando anche il cellulare. Troppi, troppi ragazzi assolutamente usciti fuori di testa…e le ragazze che ho incontrato erano peggio dei ragazzi. Forse in totale erano tre, me compresa. Tre ragazze fra trecento maschi di tutte le età…ho ancora la pelle d’oca.
E lui cosa ha fa per tre settimane? Mi ha portato al limite della sopportazione  solo per accompagnarlo. La sfiga non mi ha lasciato neanche stavolta e Jack, il suo braccio destro, il suo compagno d’armi, non poteva andare a causa di un impegno di famiglia, e lui aveva scelto me. Sa quanto odiavo quelle cose, ma testardo com’è non mi ha ascoltato. Per mia enorme fortuna, che aveva ritrovato la strada, Jack è riuscito a liberarsi e mi ha risparmiato ore e ore di tortura in aereo per qualcosa che odio… sarà la centesima volta che lo ripeto, ma scusatemi è solo per recepire meglio il concetto. La fortuna come è venuta così è sparita ed  sono rimasta fregata lo stesso, mi ha lasciato in balìa di quelle due…
 E adesso ha il coraggio di lamentarsi con me con me? Io sono rimasta sola soletta con quelle due pazze che mi ritrovo per amiche e lui a divertirsi.

“ E ho fatto bene a chiamare Ester e Alex, sono mancato tre giorni e ti trovo peggio di come ti ho lasciata”

Davvero adesso lo soffoco con il cuscino!

“Peccato che non sono riuscite a convincerti, aimè questo ingrato compito tocca a me” sospira pesantemente come a prepararsi ad una guerra.

Ma come mi prudono le mani! O Dio voglio ucciderlo all’istante. Sono io che devo andare in guerra! Contro di lui. E sicuramente non sarà una guerra ad armi pari.
E come ciliegina sulla torta non mi bastavano le due settimane di lagne del mio ragazzo, le sue lagne al cellulare e le sue lagne quando è arrivato e mi ha visto, no, si sono aggiunte al coro anche quelle due, che hanno tentato in tutti i modi di aiutarmi, standomi appiccicate come una gomma spiaccicata sotto la suola delle scarpe fino a che non sono uscite da casa mia, e anche dopo con messaggi minacciosi. Ma si sa che le mie minacce convincono anche i sordi.

“ Non ti tocca niente, e chi ti dice che riuscirai a convincermi?” lo sfido fissandolo negli occhi.
“ Il mio intuito Drew” sorride.
“ Piantala con quel tono da sapientone, e poi l’intuito che non sbaglia mai è quello femminile, scemo. E sento che la vittoria sarà mia” lo canzono compiaciuta.
“ E il fattore persuasione?”  mormora suadente.
“ Quello puoi lanciarlo dalla finestra. Io non sarò mai persuasa dal sottoscritto.“
“ O si che lo sarai” mi smentisce sorridente.
“ O no che non lo sarò”
“ Cosa ti rende così sicura?” domanda assottigliando lo sguardo.
“ La convinzione che tu non riuscirai a resistermi” dico avvicinandomi lentamente al suo viso
“ Sei davvero sexy quando sei così combattiva, lo sai?”
“ Mi elogi solo per portarmi dalla tua parte?” sorrido passandogli una mano fra i capelli.
“ No…affatto” ma il suo sorriso lascivo afferma tutto il contrario. Lo guardo intensamente, e sento la sua mano scendere, come una dolce carezza, lungo la mia schiena avvicinandomi a se. Intreccio le mie gambe alle sue stringendomi a lui. “ Ma io ci provo lo stesso” ridacchia. Alzo gli occhi al cielo esausta.
“Cavolo ho ventitre anni, sono maggiorenne, quindi posso decidere di non andare se voglio. E io non voglio andarci. Quindi  questione conclusa” sbuffo.
“ Mi sembra di rivivere le tue giornate del ciclo, tesoro mio” continua a ridere abbracciandomi.
“ Mi dispiace, quando mi hai incontrata hai dovuto accettare il pacchetto completo difetti inclusi, quindi, aimè che piaga che dovrai sopportare” finisco lasciandogli un dolce bacio all’angolo della mandibola sinistra.
“ Sei sempre la solita” dice con tono roco, stringendo la presa. Mi metto a ridacchiare anche io e per un po’ rimaniamo abbracciati a fissare il muro sopra di noi, l’unico rumore a spezzare il  silenzio venuto a crearsi è lo sfrecciare delle macchine e i guaiti dei cani…
“ Non verrò lo sai vero?” sussurro vicino al suo orecchio. Lo dico più a me che a lui, interrompendo la momentanea pace. Ha le palpebre socchiuse.
“ Vedremo..” risponde sussurrando a sua volta. Mi mordo il labbro inferiore e increspo le sopracciglia, ma non riesco a trattenermi.
“ Come vedremo? Ho detto NOOOOOO!!!!!!!!!!!” sbraito nel suo orecchio.
“ Ma che cavolo fai! Così divento sordo!” si allontana mezzo metro da me e appoggia immediatamente la mano sull’orecchio.
“ Sarebbe il minimo, e ringraziami che non ci è andato di mezzo il tuo Cri” mi sfugge quasi un sorriso sadico, ma mi trattengo…ben gli sta. Incrocio le braccia e aspetto.
“ Cri ed io ti ringraziamo, ma la prossima volta comunica le tue opinioni con un tono di voce più basso.  Aggiungo: che non superi più di un decibel, dopotutto sono le quattro del mattino e tra l’altro non vorrei perdere l’altro orecchio, se no come farò a sentire i  complimenti e gli elogi delle altre ragazze?”
Assottiglio lo sguardo per intensificare e fargli capire la mia rabbia. Non può lanciare tutto sul comico.
“ Christian se non la smetti ti castro, e lo dico seriamente” lo minaccio seria.
“Anche io e amo quando fai la gelosona” sorride sornione

Gli lancio uno sguardo torvo e lui imperterrito continua a sorridermi.

“ Non ci posso credere che Ester ti abbia chiamato! Di solito è Alex la spia”  me ne esco fuori io ritornando alla realtà e distruggendo la mia bolla personale di fluff con Chris.

Sembra tutto uno scherzo, si proprio così, uno di quelli davvero strambi, che te lo fanno e ti ci voglio cinque minuti buoni per renderti conto che è solo uno stupido scherzo.

“ All‘inizio sono rimasto un po’ sorpreso anche io, ma dopo cinque minuti Alex ha chiamato”
“ Come sempre, lei non poteva mancare all‘appello, la reginetta delle chiacchiere non può stare a lungo senza parlare.  Adesso che ci penso sto parlando con l’inviato di Alex e Ester..quelle due  sono davvero delle stronze” mi lagno seccata rituffandomi su di lui mordicchiandogli il collo.
“ Non sono state stronze si preoccupano solo per te” soffia vicino al mio orecchio.
“ Se non avessero chiamato.. a quest’ora avremmo fatto ben altro, invece di perdere tempo in chiacchiere inutili” gli bacio il petto nudo.
“  Non credo proprio, le tue lagne e io tuoi continui ahi , aspetta, ahi! non danno atmosfera e non intendo quel tipo di Ahi” mi prende il viso fra le mani.
“ Bravo, bravo infierisci pure. Invece di aiutarmi…” metto su un finto broncio.
“ Io ti sto aiutando in tutti i modi Jul, sei tu che non vuoi essere aiutata” dice dolcemente.
“ Forse se mi distrai….” la mia voce diventa roca e afferro le sue mani allontanandole dal mio viso, le appoggio sui miei fianchi e comincio a baciargli il collo..
“ Mh..hai ripreso le forze?” strofina il suo naso sui miei capelli.
“ Io? Invece di pensare a me, pensa al tuo Cri cri. È sveglio?” asserisco ridacchiando..cresceva sempre di più l’eccitazione che ostentavo.
“ Lui è sempre pronto come me” ribadisce stringendo la presa.
Sorrido di rimando. Alzo lo sguardo e lo ammiro.
Ammiro i suoi occhi blu. Ardono e sento la sua voglia sulla pelle. Non vede l’ora di condividerla con me. Dopodiché mi soffermo sulla sua smorfia divertita, rispunta ancora una volta quel sorrisetto furbo che mi fa impazzire come sempre. In tutti e due i sensi.
Cattura dolcemente il mio viso e il mio sguardo fra le sue grandi mani calde, ed inizia a sfiorare le sue labbra con le mie. Lentamente, piccoli tocchi che ci portano dritti in paradiso.
Quanto desidero questo contatto, queste sue labbra dolci, morbide, carnose, sulle mie, non ne ho mai abbastanza… mai..mai..mai..come l’acqua, come l’aria..come un cuore che batte in un corpo.
Mi è mancato così tanto in questi  tre giorni che sono diventata pazza.
Questa non è solo infatuazione ma vero e proprio amore.
Sono innamorata di questo ragazzo fantasmagorico e ne vado fiera.
Non riesco più a dormire la notte senza di lui. Il nostro letto senza Chris mi sembra troppo enorme e troppo freddo…no no non lo prendo per una stufa, ma diciamo il mio piccolo pezzettino di sole, senza il quale non posso vedere.
Le mie labbra fremono ad ogni contatto con le sue, e per quel mezzo secondo che si staccano dalle mie, il mio cuore perde un battito, le voglio, lo voglio, voglio tutto di lui. Non solo le labbra…
Invece lui continua a lasciare teneri baci sull’angolo della bocca e a sfiorarle, e poi solletica il collo con i denti…ma mai la sua lingua tocca la mia.

Sto iniziando a spazientirmi.

Alla fine devo prendere io l’iniziativa?

Inizio a baciarlo modellando le mie labbra sulle sue, con più ferocia e più passione, con la punta della lingua tocco il suo labbro inferiore, un permesso muto. Sento nascere un suo sorriso, ma invece che assecondare il mio desiderio e la mia brama e si stacca da me lentamente.
“ Quanta fretta” soffia, ancora con lo sguardo languido.
Mi fermo fissandolo negli occhi.

E adesso?

“ Perché tu non ne hai?” sussurro con il fiato corto e tutta accaldata.
“ E se senti dolore?”

Mi trattengo dall’alzare gli occhi al cielo, ma non riesco a bloccare uno sbuffo.

Uffa ancora con questa storia?

Mi sta davvero facendo venire i dubbi. Davvero sono un tipo così lagnoso?

“ E non sbuffare, lo sai che io ho ragione” mi immobilizza con i suoi occhioni blu.
“ Amore” afferro il suo volto e lascio sulle sue labbra rosee un dolce bacio a stampo “ Secondo te perché ho tutta questa fretta? Non ti vedo da tre giorni, mi sei mancato tantissimo e mi neghi un bacio? Un bacio vero.”
Quello sfioramento di labbra mi ricordano tanto i bacini che riservavo al mio post preferito di Johnny Depp, il mio idolo ancora adesso, cavolo chi non lo ama?
“ Non voglio farti male” confessa appoggiando la fronte sulla mia e chiudendo gli occhi.

Da quando in qua lo si doveva pregare? Diamine dovevo scrivergli un bigliettino?

“ Chris non mi farai male” mormoro.
“ Ma se ….”
“ Shhh” appoggio l’indice sulla sua bocca fermando l’infinita lista di se “ Niente ma, e niente se” blocco il suo viso prendendolo con entrambe le mani. “Io. Voglio. Questo. Maledetto.Bacio” ordino perentoria.
Apre gli occhi e li vedo bruciare
“ Io ti do questo bacio, ma tu mi avvisi subito se senti dolore” mi avvisa con il mio stesso tono deciso.
“ Va bene” sorrido soddisfatta.

Così, continuiamo da dove abbiamo interrotto, e ottengo quello che volevo fin dall‘inizio, il suo bacio.

Lo sento nella mia bocca, quell’ irresistibile dolce calore che si propaga in tutto il corpo…
Quel bacio diviene più profondo, più intenso, più passionale. Le nostre lingue danzano e sembrano felici, come me…
Ma i momenti belli finiscono sempre troppo presto…
Ancora quell’insopportabile dolore! Dio ma cosa mi ero meritata per passare una giornata così?
Eppure ho fatto la brava! Non ho distrutto nulla, la  casa non ha preso fuoco, e ho anche preso il giornale! Non insulto mai i vicini, quando capita faccio la dog-sitter a Macchia, il piccolo dalmata dell’inquilina sotto casa, una vecchietta davvero simpatica…
Insomma! Davvero ho una punizione da scontare?
Non penso a quello che feccio, ma sicuramente qualcosa che non dovevo fare in quel determinato momento, come mordere con forza la lingua del mio ragazzo…

Merda!

“ Cazzo!” quell’imprecazione esce soffocata. prontamente appoggia la mano sulla bocca e stringe gli occhi come a cancellare il dolore che prova.

Merda! Merda! Merda!
Cavolo gliel’ho sicuramente mozzata. Oddio!

La sua voce risuona nella casa silenziosa.
Quel bacio è stato tanto dolce quanto doloroso, ed è colpa mia. Solo mia. Sono stata io ad insistere. Ancora un meritatissimo Merda!
 In questo momento mi sento come se fossi stata buttata giù dal letto e contemporaneamente aver sbattuto la testa per terra…
Abbiamo concluso coi fuochi d’artificio.
Voglio chiedergli scusa, ma non riesco a pronunciare nulla, torturata come sono dal dolore, mi limito a fissarlo e a trattenere le lacrime. Dolore e irritazione…
Cavolo mi sono sopravalutata, e adesso sto dando ragione a Chris con i fatti, sono davvero una femminuccia, che non riesce a sopportare il dolore.

Lui ha ancora la mano sulla bocca ma adesso le sue palpebre sono rilassate, evidentemente il suo dolore sta attenuando, al contrario del mio.
Lo guardo ancora, ma non riesco a non pensare a quel fastidioso dolore, sembra una palla da basket che rimbalza sulla mia testa, posso immaginarla e sentirla… tum tum tum.
Devo bere, la gola secca è più secca di un deserto.
A tutta velocità mi sporgo verso il comodino e afferro la tazza blu che mi ero portata dietro prima. inizio a bere, e mi maledico all’istante, ricordandomi che bevendo dell’acqua ghiacciata peggioro la situazione;  si acqua fredda, perché fa caldo e il povero condizionatore ci ha abbandonato, infatti lo faccio subito dopo ripetendomi mentalmente che le mie brillanti idee le dovevo lasciare chiuse in un cassetto. A chiave. A Tre mandate per essere sicura.
Appena il liquido freddo attraversa la mia bocca vedo le stelle e le galassie. Riesco, per mia fortuna a ingoiare senza sputare niente, ma lo faccio così velocemente che ci rimango secca. Tossisco così forte che ho paura di sputare tutti e due i polmoni. Prima il destro poi il sinistro.
Finita la mia crisi di tosse, che momentaneamente ha sviato il mio cervello al dolore che avevo in gola, mi volto e il mio naso sfiora il suo. Oltre ai polmoni ci aggiungerei anche il cuore.

“ Christian!” mi ritraggo istintivamente e non sentendo più il morbido materasso come appoggio sotto il mio fondoschiena, per forza di gravità finisco con il sedere per terra e le gambe per aria.
E con questa sono tre, ma si può essere così imbranati? SI.
Le urla  nelle orecchie.
Il morso alla lingua.
La mia caduta.

“ Merda..ci mancava pure questa” sibilo massaggiandomi il fondoschiena dolorante.
Addio effetto sexy, e pensare che ho  indossato il completino blu che gli piace così tanto!
Alzo la testa e li vedo. I suoi occhi. Che trattengono a stento il divertimento, ma quel pizzico di severità mi blocca.
Alzandomi lentamente mi rimetto a sedere sul letto e punto lo sguardo sulla tazza vuota maledicendola. Non lo fisso, rimango zitta al mio posto, ormai sconfitta dalla realtà. So che avrei passato la notte in bianco, il tremendo destino mi sta tirando brutti scherzi.

“ Juliet guardami”

Davvero un ordine camuffato per bene.

Faccio NO con la testa.

“ Juliet te lo ripeto. Guardami” ribadisce fermo.

Ancora no con la testa. La sua voce severa mi da sui nervi, e come conseguenza divento peggio di un riccio, chiusa in me stessa, sigillata, e muta. Non mi si può toccare.
Mi avvicino alla testiera del letto e mi circondo le ginocchia con le braccia, affondando la testa tra di esse.
Lo sento sbuffare, e il materasso sotto di me si abbassa notevolmente, segno del suo spostamento. Mi bacia i capelli,  la sua pelle sulla mia, e poi le sue mani calde che tentano di slacciare l’intreccio delle mie braccia.

“ Lo sai che io odio i ricci ” continua con un tono di voce diverso da quello precedente.

No, non ha paura dei ricci, ma li odia a morte, sicuramente se avesse avuto la possibilità di sterminarli lo avrebbe fatto all’istante. Li odia più della tortura cinese, solo perché ha avuto un “piccolo” incidente con un esemplare di quella specie…

“ Soprattutto quando lo fai tu il riccio”
Tengo la testa ben salda tra le braccia.
“ C’è nessuno in casaaaa?” cantilena come un bambino di quattro anni.

No, al momento Jul non è disponibile.

“ Jul.. e dai…quello offeso dovrei essere io! Mi hai mozzato la lingua, non è una cosa carina da fare al proprio fidanzato!”

Io non sono offesa…ma non vedi che sono in imbarazzo? Mi sento le orecchie esplodere! E poi non pensi che io stia soffrendo? Aggiungerei tantissimo!

“ Devo parlare da solo?”
Si.
Si.
E si.
Parla da solo, anzi mettiti comodo, prendi una sedia e parla al muro, guarda che è un bravo ascoltatore!

Sono tentata dall’alzare la testa e fulminarlo. Insensibile gli urlerei, ma non posso, dato che è notte fonda.

“ Allora ascolta bene il mio monologo e non perderti una parola” si schiarisce la voce, si sistema meglio sul letto, e inizia con il suo discorsetto da paparino. Una seconda volta.
“ Bene, non ce la faccio più…” piccola pausa, evidentemente ha tanto a cui pensare “Non puoi continuare così Juliet, io davvero non ce la faccio a vederti in questo stato. Mi sento male anche io, ti amo più della mia stessa vita ma ti prego..ti prego..ragiona. Non puoi essere stupida…ti stai facendo controllare da una paura irrazionale. Dopotutto sei una ragazza adulta hai detto no? Quindi che ti costa? Se proprio non ce la fai ti aiuterò io, sempre..e tu lo sai bene. Non ti ucciderà mica…e poi non lo permetterei mai, credimi.. Siccome ti piace così tanto dire che non sei una bambina, anche se io ho seri dubbi, domani ci andremo insieme, e credimi ti porterò come un sacco di patate in spalla se non collaborerai.”

Spalanco gli occhi a dismisura..non voglio crederci. Ho sentito bene? Credo proprio di no. Forse è il sonno, si, si è la stanchezza che mi fa sentire cazzate. Sicuramente, sono anche le quattro del mattino e non dormo da tanto, quindi sarà stata la mancanza di sonno a distorcere quelle parole.
“ Scherzi vero? Non puoi dire sul serio” un sorrisino quasi di disperazione spunta sul mio viso.
“ Dico sul serio, non sto scherzando. Farò di tutto pur di portarti lì…e se non ce la farò da solo, spero proprio di farcela, chiamerò le forze armate: Alex Ester e Shon”

O no il trio della morte! Sicuramente con loro tre messi insieme non avrei avuto scappatoie. Anzi, non potevo nemmeno pensare ad un piano per fuggire, perché loro hanno il potere di leggere nella mente! Si, si capiscono con un solo sguardo a quello che pensi e sei fottuta prima ancora di cominciare.
È una vendetta? Ma cosa gli ho fatto? Perché deve logorarsi il fegato per me? Anche se io non chiedo nulla, anzi chiedo solo una piccola cosa in cambio…pace! Lasciarmi in pace! In queste ore non mi sono per nulla lamentata, forse mi è scappato qualche Ahi inopportuno. Davvero, io lo riesco a sopportare fino ad un certo punto, ma insomma  fino a questo momento me la sono cavata abbastanza bene no? Mettendo il piccolo incidente da parte della lingua del mio fidanzato…andava tutto liscio come l’olio.. O sbaglio?

“ Quindi pensaci bene, arrenditi adesso che sei ancora in tempo. Perché sai bene che contro noi quattro saresti spacciata” noto una punta di vittoria nelle sue parole.
“ Credi di vincere così facilmente?” mi costringo a chiedere ad alta voce
“ Jul Jul Jul secondo te un’armata verrà mai sconfitta da un solo uomo?”
“ Se è abbastanza furbo si”
“ Ma credo che quest’armata sia più furba dell’uomo, ricorda…quattro teste sono meglio di una”
“ Non sono di questo parere”

Non ho ancora alzato la testa. La mia voce esce quasi soffocata dalle mie braccia. Poi non sento  più il suo peso affianco a me. È sceso giù dal letto… Sento i suoi passi sul parquet di legno scuro… quando sono sicura della mia solitudine momentanea, esco dal mio nascondiglio e mi guardo intorno. Dal buio corridoio vedo la luce soffusa della cucina…
Cosa deve fare in cucina? Lo spuntino di mezzanotte posticipato? Di solito sono io quella che predilige quegli snack notturni.
Ascolto il rumore dell’acqua scorrere, poi ancora i suoi passi. Ritorna..
Entra dopo pochissimo, con in mano un bicchiere trasparente pieno d’acqua e una scatoletta bianca. Il suo sorrisetto rispunta quando mi vede fuori dal mio nascondiglio. Mh qualcosa di sospetto..

“ Allora sei tornata? Proprio in tempo per prendere l’analgesico” sorride soddisfatto.

Alzo un sopracciglio.  Ancora? Ma non molla la presa?

“ Cosa ti stupisce tanto?”  continua non curante.

La tua caparbietà Chris.

 Si avvicina con ancora in mano il bicchiere, e si mette a sedere davanti a me sempre con il sorrisetto. Gamba destra penzoloni, la sinistra piegata sul letto. Sto per innervosirmi.
 Ma ci gode così tanto?
Stringo la presa sulle braccia e serro ancora di più le labbra, facendomi notare, tanto per affermare la mia posizione di rifiuto assoluto verso quella cosa.
Si allunga verso il comodino appoggiando il bicchiere, e inizia ad aprire la scatoletta. Con molta moltissima calma, come se stesse maneggiando un prezioso manufatto. Tutta quella concentrazione per una stupida scatoletta di cartone! Manco fosse fatta d’oro!
Ne sbuca fuori una piccola pillola bianca dalla carta argentata. Storco il naso. Io odio le medicine. Con tutto il cuore. Preferisco morire dal dolore, pur di non sentire l‘amaro in bocca di quelle pillole o di qualsiasi altro tipo di prodotto di quel genere. Dalla A alla Z.

“ Prendi” ordina lui, mettendomi davanti quella cosa, con un tono basso, e maledettamente sexy.
 Si sono un caso disperato…ma sono stata interrotta in un momento particolare! Stateci voi al mio posto!
Cavolo se non lo avessi morso!
Non mi devo distrarre non mi devo distrarre non mi devo distrarre.
Lo ripeto nella mia testa per tenermi concentrata sul mio obbiettivo; se non lo faccio sono fregata!
“ No” protesto con le labbra serrate, come una piccola bambina, che tenta in tutti i modi di evitare il grosso cucchiaio pieno di sciroppo amaro davanti alla mamma imperterrita.
“Juliet prendila o giuro che chiamo i ragazzi e ti trascino in ospedale. Adesso.”
Tutto questo trambusto per una pillola? Cavolo ho trovato un ragazzo troppo melodrammatico. Da domani lo chiamo Amleto.
“ Chiamali. Verrai salutato in modo più che caloroso.” sorrido soddisfatta della mia risposta. Dopotutto è prestissimo! Chi non lo avrebbe mandato a quel paesino carino caruccio?
“ Shon lo troverò sicuramente sveglio, sono le cinque meno quarto adesso.” afferma  fissando lo schermo del suo cellulare.
“ Solo perché ha il turno di notte al pub, non vuol dire che ti risponda perché è sveglio. Sicuramente non lo sentirà neppure” replico tranquilla facendo spallucce.
“ Verrà immediatamente invece, ci metterebbe solo cinque minuti anzi anche meno. Lo sai che il locale è a pochi passi.”
Mi mordo la lingua per rimanere zitta.

Ma perché ha deciso di fare il barman quello?
Già, il mio migliore amico fa il barman in uno dei pub più prestigiosi di tutta New York, e come ciliegina sulla torta, il locale è dietro l’angolo…quindi se faccio un paio di calcoli….si ha ragione Chris, sicuramente verrebbe in cinquenano secondi. Se solo lo venisse a sapere.

“ Ma lui non sa niente!” esulto battendo le mani entusiasta. Anzi credo di aver proprio urlato con gioia. Oh siano benedetti i lampi di genio!
“ Sa tutto” dice tranquillo lui.
“ Cosa!?”

No la mia bolla di felicità è stata fatta scoppiare con due parole!
“ È stat-”
Alzo una mano zittendolo “ No, no, non dirmelo!”

 O davvero la persona che ha parlato smetterà di vivere.

“ Ma-”
“ È stata Alex vero?” sentenzio fissandolo in cagnesco non trattenendo più la rabbia…ma vedo la sua espressione un po’ vacillante…

Come? Non era stata lei? E chi potrebbe essere stato se non lei?

 “Oppure sei stato tu?” chiedo avvicinandomi sempre di più al suo viso.
“ No, non sono stato io” risponde sicuro.
“ Bene….quindi è stata Alex.” non è una domanda ma un’affermazione molto convinta la mia…
Doveva essere stata lei assolutamente…
“ Si.” dice stremato.
Ecco il mio radar Alex non sbaglia mai, il suo zampino lo becco sempre.
“Bene”

No Jul non va assolutamente bene va tutto male, male, male.

“ Jul se stai cercando di perdere tempo non ci sperare. Prendi” continua deciso.
Lo guardo per bene e poi come una piccola sveglia , un pensiero mi mette in allarme  e mi terrorizza parecchio.
“ Aspetta!” urlo in preda al panico “Mamma non lo sa vero? Oppure è arrivata anche a lei la notizia? Perché se è così, io mi trasferisco!” salto in aria mettendomi in ginocchio e afferro le spalle di Chris. La mia voce adesso ha preso più la piega dell’isteria.
“ No, tua madre non sa niente, tranquilla” mi abbraccia dolcemente, cullandomi, per calmare un po’ le acque.
Faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi, appoggiando la testa sul suo petto.
“ Meno male… e deve continuare a non saperlo. Promettimelo” gli ordino rilassandomi sempre di più. Sbadiglio rumorosamente. Se solo lo avesse saputo, la mia intera esistenza sarebbe finita all’istante. Quando si tratta della mia salute, mamma diventa..come dire.. un po’ troppo ossessiva…e non voglio affatto affrontare le sue prediche e i suoi strampalati metodi di guarigione… e poi la sua tecnica di convincimento non fallisce mai, può  convincere anche una statua a muoversi, e con me l’ha sempre vinta..   
“ Prometto” mi bacia dolcemente i capelli.
“ Ok..così mi sento meglio” appoggio una mano sul cuore come a tranquillizzare anche lui.
“ E io mi sento meglio se prendi l’analgesico”
“ Ti prego Chris, non lo voglio e non serve a nulla lo sai” replico calma guardandolo negli occhi.
“ Almeno diminuirà il dolore…quindi tieni” sostiene avvicinandomi la sua mano.
“ Davvero non ne ho bisogno” lo allontano dolcemente, sorridendogli. Tanto per convincerlo.
“ Si che ne hai! O la prendi o vado a prendere per le orecchie Shon dal Pub e te la fa ingoiare lui con la forza, lo sai che è un ragazzo molto convincente” conclude con sguardo duro.

Lo so bene..

“ Perché, tu sei troppo tenerone? Non riusciresti mai a farmi fare qualcosa contro la mia volontà, mentre Shon si?”
“ Juliet mi stai tentando troppo”
“ In cosa tesoro?”
“ Lo sai che non voglio che tu stia male…o la prendi o chiamo Sho-”
Appoggio la mano delicatamente sulle sue labbra, e mi avvicino facendo toccare il mio naso con il suo.
“ Stai abusando troppo con questa minaccia di Shon, e il fattore persuasione l’hai mollato?” sussurro maliziosa.

Forse  se dirigo la concentrazione da un’altra parte..…

“ No, quello mi servirà domani.” dice levando la mia mano dalla sua bocca e baciando il palmo…
Ha capito, e non vuole giocare al mio stesso gioco, ma nel contempo imperterrito brama di continuare la lotta. Sono stufa e stanca, ho perso l’iniziativa e non voglio fare più niente, forse è meglio andare a dormire.
“ Te l’ho detto prima, te l’ho ripeto adesso, e continuerò a dirlo finché non te lo fisserai in quel cervellino da polletto che ti ritrovi, ok? Io, non verrò con te, ne oggi, ne domani, ne dopodomani, ne fra ottomila anni! Quindi, siccome hai tutta questa voglia di andarci, vacci da solo! Ti piace farti torturare? Bene, perché io non sono della tua stessa idea. Anzi, fammi un favore per cortesia, chiama le due stronze che mi ritrovo per amiche,così ti fanno compagnia, e non dimenticare Shon, lo tieni sempre in bocca! Gli farebbe bene una tortura dopo quello che mi hanno fatto!”
incavolata nera, è solo un modo gentile di dire che sono più che incazzata con lui, con Alex, e con Ester, e se alla festa ci avesse anche aggiunto Shon, non ci avrei visto più e la mia pazienza poteva dirsi più che andata a quel paese.
Mi alzo con uno scatto quasi felino e mi dirigo in fretta e furia sul divano in salone.
 
L’enorme divano bianco in pelle domina il vasto salone insieme alla tv enorme (regalo di nonnino)…
Il mio preferito fra tutti mi ha ossessionato per settimane, alla fine sono riuscita a convincere Chris ad acquistarlo. Mi  piace da impazzire, mi ricorda un po’ la mia vecchia casa a Los Angeles. Lo so non c‘entra nulla ammirare il divano di casa tua mentre si è nel bel mezzo di un litigio con fiocchi annessi, ma la disperazione e il sonno perso mi rendono leggermente irritabile e pazzoide.

Non mi fermo nemmeno a prendere il cuscino, consapevole delle ore successive che passerò insonne per il dolore. E sicuramente le avrebbe passate anche Chris così.
Si, mi si prospetta una nottata magnifica, lo pensavo già da quando è successo tutto l‘accaduto. Chissà, forse con una bella botta in testa potrei essere accolta presto dal sonno. Il muro mi chiama, un bel colpo assestato e avrei dormito come un angioletto.

Chris mi segue, come il cagnolino in cerca dell’osso, e prende posto vicino ai miei piedi appoggiandoli sulle sue gambe.
Non si arrende! Duro come la roccia! Testardo quanto me!
Davvero spera in una sua vittoria? Non gliela farò vincere così facilmente!

Afferro il telecomando sul tavolino in vetro, quasi con cattiveria, pretendo di scaricare l’ansia almeno nelle critiche spietate, che lancerò ai poveri sfortunati concorrenti di qualche stupido show televisivo. Tanto ne avrei scovato uno prima o poi, e accendo la tv. Lui tiene ancora l’analgesico, lo lasciandolo accanto  al bicchiere sul tavolino, al posto del telecomando, come a dire spietato: guarda che non sparisco, riuscirò a farmi ingoiare da te! Muaaaaaahhh.

“ Lo sai che mi preoccupo per te” sbotta all’improvviso.
Il suo record massimo di silenzio assoluto è della media di cinque minuti buoni. Solo cinque, ne uno di più ne uno di meno.
 Mi  distrae da una  replica  di un round di pugilato… un certo Phill contro un certo Mr Tigre. Simpatici come nomi.
Sono sudati con i pugni vicino al viso e in posizione per attaccare. Ah quanto avrei voluto stare anche io fra il pubblico…ci stanno dando davvero dentro. Tifo per il biondino, il Mr Tigre credo… che ce la mette tutta. Due ganci destri di seguito, schivata e ancora con un altro gancio destro. Poi una breve pausa…vedo l’allenatore dell’avversario che lo incita ferocemente, sembra incazzato di brutto e quei baffetti su quel viso scavato fanno ribrezzo, e il poveretto che sputa nel secchio asciugandosi il viso. Mr Tigre è ben dotato lo devo ammettere e il piccoletto di Phill è messo maluccio.
Ho  sempre sognato fare box, o anche limitarmi a vedere dal vivo un incontro. La versione rozza delle arti marziali con un paio di guantoni, mi ha sempre affascinato, ma mai mi sono azzardata a provarci, sono così pigra che da piccola mi annoiavo persino a fare le ore di educazione fisica.

“Non c’è ne bisogno.” rispondo inespressiva fissando la tv non rivolgendogli uno sguardo.
Cambio canale, passando ad un programma di cucina.
Un certo chef, con un nome stranissimo,  con una pronuncia francese da far piangere anche le cipolle illustrava davanti alla telecamera  il piatto di quella serata, che non è nemmeno un piatto. Guardo quel gustoso gelato trangugiato da un bambino cicciottello. Occhi marroni e guanciotte rosse. Carino, ma non  osservo  il bambino, no, no io ammiro e gusto con gli occhi il gelato che ho davanti! Nocciola pistacchio stracciatella e fiordilatte, colano davanti ai miei occhi sotto la loro magnifica essenza gelatosa! Custoditi da una coppa enorme! Voglio essere io al suo posto! Lo pretendo e ne ho tutto il diritto, Uffa!
Meglio cambiare canale o mi sarei avventata sulla tv da 56 pollici.
Il mio stomaco chiede pietà! Muoio di fame…anche lui è contro di me e con un sonoro brontolio diviene protagonista della nottata.
“ Non hai nemmeno cenato, e Alex ha detto che non hai toccato il pranzo.” mi rimprovera Chris con tono offeso.

“Alex, Alex, Alex” lo scimmiottai nella mia testa.

Ma mi legge nel pensiero? Davvero ho la faccia di una che muore di fame? È ovvio che ho la faccia da affamata. Jul ma che domande idiote ti fai?

“ Mancanza d’appetito” sussurro continuando a fare zapping.

Che grande bugia. Io non ho mai mancanza d’appetito, forse l‘esatto opposto. Non sono capace di rinunciare mai a tutto il cibo che mi viene messo sotto il naso..mangio di tutto anche più di Chris.
Non mi posso nemmeno lamentare,  il mio fisico non  risente affatto dell’eccesso di nutrimento, tanto è vero che sono magra come un chiodo.

“ Juliet senti così dolore che non riesci nemmeno a mangiare. Lo so che non riesci a resistere per più di tre ore senza cibo. Secondo te come faccio a non essere preoccupato?”

Lui preoccupato e io esasperata, dai Chris chi va meglio dei due?

“ Non capisco tutta questa preoccupazione per nulla, assolutamente nulla, l’unica che sente dolore qui sono io! Quindi finitela con le vostre ramanzine e minacce, perché ho detto no e non ci vado chiaro?”
“ Jul..fallo per me..”
“ Non mi convinci con gli occhioni dolci sai?” Quelle due pozzanghere di cielo mi continuano a fissare.
“ Ti supplico…”
“ E nemmeno con il labbro sporgente..”  tentenno
“ Per Ester?”
“ NO!” cavolo! Stavo quasi per cedere.
“Per Alex?”
“ No!” ancora peggio!
“ E per Shon?”
“ No. No e no!”
“ Uffa sei peggio di mia cugina Maggie che ha due anni!”
“ Lei è una bambina è facilmente manipolabile”
“ Che paroloni è la saggezza delle cinque meno dieci?”
Cinque meno cinque, per la precisione.

“ Smettila!” mi giro fulminandolo con lo sguardo.
“ Prendi l’analgesico..”
“ Cacchio! Christian sei davvero snervante!” sbuffo lanciando il telecomando non so dove.
“ Lo faccio per te..” riprende dolcemente
“ Ami vedermi così?” sibilo inviperita.
“ No, affatto, quindi se mi ami…Prendi...” la sua mano si avvicina pericolosamente alla pillola e l’afferra.
“ Se lo prendo mi lascerai in pace?” dico a denti stretti.
“ Si.”sorride mettendomi quella pillola sul palmo della mano.
“ E domani mattina resteremo a casa?” continuo speranzosa.
“ Vedremo..”
“ Come vedremo? Ancora con questo vedremo!”
“ Intanto ingoiala” dice pacato.
“ Prima rispondi” ordino.
“ Jul.”
“ E va bene” avrei fatto di tutto pur di non andarci. Chiudo gli occhi e ingoio tutto d’un fiato, prendo il bicchiere d’acqua e in un solo sorso la finisco.
“ Brava bambina..” mi accarezza la guancia.
“ Attento!” l’afferro con fermezza quasi stritolandola.
“ Scusami” lascia un tenero bacio sul mio naso.
“ Si..” soffio appoggiando la testa sul bracciolo del divano.
“ È gonfia amore” afferma con ovvietà.
“ Lo so…” questa è la conseguenza della mia stupidità.
“ Vedrai fra un po’ farà effetto e non sentirai più dolore” mi consola.
“ Speriamo” prego per un miracolo.
“ Dovrò chiamare il dottor Knox domani mattina” fa risoluto passandosi una mano sugli occhi stanco.
“ Ma avevi detto vedremo!  E vedremo significa ci penserò, forse, magari, un giorno, quando ci avrò riflettuto, parecchio aggiungo, quando avrò ponderato per benino sulla cosa! Non mi hai interpellato! Non è che decidi ad un tratto di fare come dici tu” protesto.
“ Dovrei fare come dici tu?” mi interroga.
“ E me lo chiedi? È ovvio!”
“ Tesoro e di tutto fuorché ovvia la situazione”
“ O Christian sei impossibile”
“ Io sono impossibile ma posso ringraziare Dio perché ho una fidanzata davvero ragionevole, meno male che ci sei tu” se ne esce in tono sarcastico.“ Ma io ti chiedo Jul, se peggiora? Sarà meglio intervenire non lo credi anche tu? O no?”

No. Non lo credo anche io.

“ Ma non mi fa male!” urlo alzandomi di scatto, questa forse era la milionesima volta che lo ripeto.
“ Si come no, anche quando mi hai mozzato la lingua vero?” mi punzecchia duro.
“ Tu mi avevi detto di avvertirti, e poi non l’ho fatto a posta è stata una reazione istintiva! È stato quello il mio modo di avvertirti”
“ Che bel modo di avvertirmi, davvero tante grazie”.
“ Prego faccio quello che posso”
“ Tu fai troppo la coraggiosa per il miei gusti sai? Invece di farmi del male potevi interrompere il bacio e basta, se mi mozzi la lingua come farò a baciarti?” minaccia velatamente.
“ Userai solo le labbra” rispondo con nonchalance alla frecciatina.
“ Spiritosa”
“ Con uno fidanzato come te” sorrido stampandomi in faccia un‘espressione di plastica, ritornando a fissare la tv. Rimaniamo a fissarla insieme ascoltando la serie di pubblicità che appargono sullo schermo.
“ Io non ci voglio andare da quello” interrompo la sottospecie di silenzio che si è creato. Se odio le medicine, figuriamoci i dottori!
“ Non capisco, se odi così tanto Knox, perché fai di tutto per andarci?”
“ Io non faccio proprio nulla! È il destino!” insomma la sfiga la mia compagna di vita non molla la presa, io faccio di tutto per evitare quelle situazioni ma loro mi perseguitano come gli stalker.
“ Almeno mi spieghi come hai fatto?”
“ Strano, non te ne ha parlato la traditrice?”
“ Più o meno…”
“ Come più o meno? O lo sai o non lo sai”
“ Amore ho ricevuto la telefonata in aeroporto e le  interferenze non hanno collaborato, poi la fretta, insomma, non ho capito cosa ti è successo” finisce in fretta e furia.
“ Si, ma il particolare del mio stato non ti è saltato vedo” lo punzecchio sprizzante.
“ Dai, dai dimmi come diavolo hai fatto a ridurti così” chiede accarezzandomi le nocche.
“ Uffa…è stato solo uno sbaglio” uno stupido gioco del cavolo che mi ha messo in questo pasticcio. Tutta colpa di Alex!
“ Dai racconta” mi incita dolcemente.
“ Stavo facendo una gara con Alex” inizio svogliatamente.
Alex acquista punti, da un giorno all’altro troveranno il suo corpo nel cassonetto dell’immondizia..lei e le sue stupide gare.
“ Che gara?” chiede con un tono di chi la sa lunga.
“ A chi finiva per prima la ciotola di noccioline salate, che ci era rimasta la sera al pigiama party” e Alex ha colto l’occasione della mia fame improvvisa. facciamo i pigiama party a ventre anni, qualche problema?
“ Non siete grandi per fare questi giochi?”
Si, l’ho pensato anche io, ma alla fine il mio lato infantile prevale su tutto.
“ Era per perdere tempo, e poi tu con Jackson fai di peggio, ti ricordi l‘ultima volta ci è andato di mezzo anche Cri?” domando fissando i suoi piani bassi sorridendo a quell’imbarazzante ricordo.
“ Non parliamo di me ma di te. Voi due siete proprio delle bambine, l‘unica responsabile è Ester.”
“ Si Ester di qua Ester di là  Ester, Ester, Ester e ancora Ester. Perché non vai dal papa? Sei stato in Italia no? Così gli facevi una visitina e con l’occasione che ti si parava davanti potevi chiedere di farla diventare santa”
“ Smettila, stavi dicendo della gara..” mi interrompe.
“ Uffa ma devo parlarne per forza?” perché fa di tutto per ricordarmi quello che è successo ieri?
“ Ti prego…ti prego…”
Alzo gli occhi al cielo e passo una mano sulla fronte “ Nel bel mezzo della gara…mi si è incastrata una nocciolina fra i denti..e..” quel ricordo mi fa venire i brividi. Non ho proprio voglia di farlo ritornare a galla..mando giù un grosso groppo di saliva…
“ E..?”
“ Per levarla…ho usato una forchetta…”

La  prima cosa che avevo sottomano!

“ Come? Una forchetta? Come diavolo hai fatto?” dice incredulo.
“ Ho fatto leva …ed è …sal…tata fuori la nocciolina.” finisco in fretta la frase nascondendomi il viso con le mani.
“ Oh..” lo fisso ma non riesco a capire la sua espressione.
“Insieme all’otturazione..che è saltata sul naso di Alex” concludo quel racconto sorridendo al ricordo della faccia schifata di Alex  con quella cosa sputata in faccia e alla mia quando ho scoperto cosa era saltato fuori insieme alla maledetta nocciolina. Abbasso la testa e fisso le mie dita intrecciate.
“ Oh mamma…” sicuramente ha la faccia schifata, come la mia qualche ora prima. Mi giro, troppo curiosa e vedo che stava sul punto di scoppiare a ridere ma non lo fa “ Ho sentito da un uccellino che non volevi dirmi niente” si ricompone.
“ Perché sapevo che andava a finire così, se lo avessi saputo”
A combattere per un niente!
“ Be se non mi avessi detto niente come avresti fatto?” domanda curioso.
“ Avrei fatto di tutto per non farti accorgere dell’accaduto. Se solo quelle due fossero state zitte!” sussurro con l’amaro in bocca.
“ Hanno fatto bene”
“Invece no” protesto.

Sposto lo sguardo sulla tv e noto che stanno trasmettendo un film horror, genere che piace a Chris. Molto inerente al tema della conversazione. Ma non riesco a cambiare canale perché sono ipnotizzata dalla scena che mi si para davanti.
Uno dei tanti omicidi del killer…così disumano e spietato.

“Jul lo so che hai paura, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi” la voce di Chris proviene come un flebile sussurro alle mie orecchie, troppo concentrate ad ascoltare la terrorizzante melodia di sottofondo che quel film offre allo spettatore…
“ Io non ho paura” i miei occhi sono stati attirati da quella scena come calamita…parlo con una voce che non appartiene a me…e lo ripeto nella mia testa sempre, sempre..mi sono immedesimata nella povera vittima. Ecco perché non guardo mai quel genere di film, perché alla fine mi sento proprio come l‘attrice che interpreta la sfigata che deve morire.
 L ’uomo che armeggia con quegli strumenti, in viso un sorriso sadico…
Ho i brividi, gli occhi spalancati, e il cuore che batte all’impazzata. Immagazzino tutto nella mia mente, sicura che non avrei dimenticato per nulla ogni particolare della scena…
Il viso della povera vittima mi fa pietà, legata mani e piedi alla poltrona con dello scotch e la sua espressione provata dal terrore…è in attesa di quell’agonia.
“ Ci sono capitato anche io....” ancora la sua  voce, me ne sono dimenticata in pochi minuti, quella è un dolce sottofondo alle immagini cruente.
La povera donna è inerme. Vedo le sue lacrime scorrere lungo le guance e il sorriso malefico di quell’assassino…lei non può muoversi…
La sua bocca spalancata, e si schiude anche la mia, tanta è la tensione che provocava la scena..
l’uomo sadico avvicina pericolosamente le pinze lucenti ad uno dei denti candidi della donna…e..
Io ti amavo..e tu mi hai tradito” quella voce pare provenire da un demone tanto è paurosa..
E la donna lo fissa piangendo e mugolando qualcosa…sicuramente tenta di chiedere pietà.

“ Ti terrò la mano…se servirà” continua Chris stringendomi dolcemente la mano. Quel gesto mi fa ritornare un po’ alla realtà. Lo guardo negli occhi e gli sorrido. Un sorriso un po’ tirato.

E poi l’urlo agonizzante della donna, mi riporta al film, l’uomo tira con forza il dente immacolato e poi…
Sangue..
Tanto sangue rosso…e ancora urla.
Urla  di quella donna…
Mi perforano i timpani…
Riesco a sentire anche io il suo stesso dolore…
Lo stomaco si contorce, e quelle povere noccioline di qualche ora prima stanno per uscire, me lo sento.
La paura mi inonda il cervello, e non penso ad altro che rifugiarmi. Mi tuffo fra le braccia del mio Chris, il mio rifugio il mio posto sicuro…dall’uomo con le pinze, dall’uomo con il sorriso sadico. Trattenendo a stento  le lacrime. Non ho mai sopportato i film horror…e questo film me lo ha ricordato troppo tardi. Ormai ho visto tutto. La scena clou.
Davvero pessimo tempismo il mio…
Con tutti i bei programmi che trasmettono la notte, proprio un film horror dovevo azzeccare?
Le urla sono cessate, sperando in un cambio di scena stringo ancora più forte Chris. Non osando guardare più lo schermo.

“ Amore, ehi va tutto bene” mi accarezza dolcemente la schiena.
“ Non voglio andarci..” ripeto, solo per rassicurarmi e dimenticare al più presto quella scena.
“ Amore…” dice affranto dalla mia caparbietà.
“ No, non.. non voglio andarci..” forse ripeterlo avrebbe  scacciato la paura che provo.
“ Perché stavi vedendo the Dentist? Lo sai che non aiuta” mi rimprovera prendendo il telecomando e spegnendo la tv.
“Si…”
“ Amore è solo un film, quella è tutta finzione, è solo sangue finto e quelli sono attori…”
“ Si..è un film…ma lui mi farà male..lui mi legherà lui…lui..userà le..le..le.. pinze…no no non voglio!” inizio a piangere senza sosta.
 
Ho detto che ripeterlo avrebbe cancellato tutto?
No.
 Anzi riesco a ricordare ogni minimo dettaglio…merda!

“Shhh tranquilla…shhh” continua a dire cullandomi dolcemente.
“ Ti prego …io..io..non voglio…ho paura…ho troppa paura…”
“ Amore mio ci sarò io…ti terrò la mano te l’ho detto”
“ Anche se mi terrai la mano avrò paura lo stesso” dico intestardita.
“ Come fai a esserne certa?”
“ Lo so e basta”
“ Jul..Knox non è un personaggio di qualche film horror”
“ Ma fa il suo stesso lavoro! Incute terrore, quindi, si, fanno lo stesso lavoro”
“ Solo tu puoi avere paura di una cosa così irrazionale”
“ Non è paura è fobia!”
“ Jul davvero…”
“ Tu non sai cosa si prova! Non puoi capire!”
“ Si che posso! Ma non per questo devi soffrire… solo perché hai paura di quello che potrebbe farti…è inutile pensare a tutto questo..soffrire per paura di qualcosa che non accadrà mai”
“ Invece accadrà! Mi legherà e mi ammazzerà”
“ Si poi prenderà un’accetta e ucciderà anche me perché ho visto la scena”
“ O no!”
“ Jul scherzavo..stavo solo parlando del film”
“ Ti prego…non andiamo domani..prenderò l’analgesico…ma ti scongiuro”
“ Jul….è solo un film”
“ Si uno stupido film!”
“ Esatto quindi adesso andiamo a dormire?”
“ Ci provo..”
“ Senti ancora dolore?”
“ Adesso no”
“ Hai visto?”
“ Si si bravo..bravo grazie per l’analgesico”
“ Prego amore mio lo sai che lo faccio per te..”
“ Mi preoccuperei se non lo facessi”
“ Mmmm la mia piccola bambina…notte notte Jul”
“ Notte Cri”
“ Ehi! Non parlare con i piani bassi!”
“ Geloso del tuo Cri? Notte notte Christian. Va bene così?”
“ Si buonanotte amore”

Chiudo gli occhi colta da tanta stanchezza…
Sono più tranquilla e ho sonno, posso dormire adesso che  il dolore  si è calmato, tutto merito dell’analgesico… e chi se lo sarebbe mai aspettato?

Quella notte sognai i suoi occhi blu e le sue carezze…ma soprattutto l’uomo sadico con le pinze… la sua risata echeggiava nella mia mente insieme alle urla della donna legata..….rosso…il rosso del sangue…e ancora dolore….

Perché la vita fa maledettamente schifo?






 
   
 
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