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Autore: KIAsia    13/02/2014    1 recensioni
STORIA INCOMPLETA.
Ciao caro Ignaro che sta leggendo,
So che può sembrarti strano che una strega racconti una storia proprio a te, ma è così. Una storia di amore, di magia e di altro ancora.. sta a te scoprire di cosa però. Ovviamente non ti svelerò tutto il mio mondo su due piedi, dovrai essere paziente e pronto a sorbirti i due protagonisti innamorati e i loro amici per poter venir a capo di ogni particolare.
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FanFiction Klaine ambientata in un contesto fantasy (come si era capito) che col tempo verrà svelato, non ci saranno solo loro, ma anche xxx che è fondamentale non dirvelo adesso. E' ambientata nei tempi nostri. Kurt trova un peluche per strada e decide di riportarlo alla propria casa, imbattendosi in ragnatele, polvere e un proprietario basso con gli occhi color nocciola: Blaine Devon Anderson.
Ma cosa avrà da nascondere quella casa, o sarà la casa stessa a dover essere nascosta? Chi sarà a ridacchiare alle disavventure di Kurt o a parlare con Blaine?
Genere: Fantasy, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Nome Capitolo: 1: Un Peluche Blu.
Ship: Klaine

Rating: verde
Numero Parole: 4806

 

E' così che la strega cominciò a narrare.

Kurt stava tranquillamente attraversando la strada per tornare a casa quando inciampò contro un oggetto che quasi non lo fece cadere a terra rovesciando tutto il contenuto della spesa.
Sbuffò mentre si voltava indietro per vedere cosa aveva pesticciato poco prima: era un peluche a forma di orso di un blu scuro che lo osservava con degli occhi davvero realistici indossando un collare rosso. Un sorriso intenerito nacque sul volto del ragazzo mentre con la mano libera andava a raccogliere l'oggetto leggendo sulla targhetta una via a lui sconosciuta di Westerville.
Lo guardò di nuovo negli occhi di spastica e riprese a camminare tenendoselo stretto al petto visto che ormai aveva deciso che lo avrebbe riportato al suo padroncino.
«Ti porterò a casa, contento?.. Sono arrivato papà!» Kurt informò suo padre del suo rientro a casa e andò a posare la spesa nei vari cassetti della cucina, lasciando l'orsacchiotto seduto sopra la sedia nel soggiorno. Quando aprì il cassetto dove si trovavano foglietti vari e penne, si pentì di averlo fatto sentendo la rabbia montargli velocemente nel petto accompagnata dalla paura e dalla tristezza.

«Pà, quando avevi intenzione di dirmelo di queste?!» urlò davanti all'uomo sventolando le innumerevoli buste delle bollette che suo padre gli aveva tenuto nascosto, di nuovo.

«Non sono più un bambino! Ormai ho finito di andare al McKinley e vorrei saperle queste cose!» cercò di abbassare la voce, ma era una cosa che lo mandava su tutte le furie: ormai era grande e suo padre doveva capirlo.
Burt sbuffò alzando gli occhi al cielo e prese le buste dalle mani di suo figlio «Ho capito. Ma anche se te lo dicessi non cambierebbero le cose quindi non ne vedo il motivo..» esclamò rassegnato abbassando gli occhi senza il coraggio di guardare il ragazzo in viso. Era sempre stata una situazione difficile la loro, da dopo la morte della madre, dalla omosessualità accettata di Kurt, dal bullismo alla scuola pubblica, fino alla crisi che adesso stava colpendo un po' tutti i settori, compresa l'officina di Burt.

«Senti, stavo pensando che potrei cercarmi un lavorino così da racimolare qualcosa anche io..» ruppe il silenzio Kurt mentre abbassava la testa cercando gli occhi del padre. «Sono grande e poi mi farebbe bene per un curricolo, ehm?» sorrise incoraggiante incrociando le braccia al petto.

«Sì, ha ragione.. e poi ci farebbe davvero bene ora come ora! Ma non voglio obbligarti Kurt, ce la caveremo lo stesso benissimo, quelle non sono un problema» farfugliò fino a bloccarsi storgendo il naso e rivolgendo gli occhi dietro al figlio. «cos-cosa è quello?» indicò il peluche blu vicino alla porta.
«Quello, è un giocattolo che ho trovato per strada, c'è una via pensavo di riportarlo là .. ci vado adesso! Mi informo dov'è il posto e ci faccio un salto! Sai, mi fa un po' soggezione» il ragazzo si voltò piano osservando il grande orso di quel bizzarro colore scuro che sembrava guardarlo attentamente.

«Cavolo, anche a me!» ruppe il silenzio Burt portando entrambi a ridere. Kurt si precipitò in camera e, dopo aver acceso il PC, si scrisse su un foglietto le indicazioni, si cambiò e scese velocemente in cucina per salutare il padre e prendere le chiavi della macchina. Quasi si dimenticò del pupazzo sulla sedia e si chiuse la porta alle spalle sentendo le risate e i commenti di suo padre su quanto fosse “svampito” che aveva assistito alla scena. Sbuffò e guidò stando attento e ricordandosi anche google maps, ringraziò chissà chi quando raggiunse la via e sospirò sollevato ritrovandosi davanti al numero civico e una grande casa rudimentale, quasi antica, che stonava in mezzo a quelle classiche, anonime. Kurt doveva ammettere che gli piaceva.
Arrivò davanti al portone e, dopo aver salito qualche scalino, fu intimorito dal bussare: c'era una porta di legno massiccio e scuro, con un anello di ferro al centro che sembrava rappresentasse un tornado d'oro ed era polveroso, come se fosse in disuso. Per un attimo pensò che fosse abbandonata finché non si accorse della luce accesa al piano superiore e, con un coraggio che non seppe da dove lo tirò fuori, bussò ben due volte spingendo il pesante anello contro il legno.
La porta si aprì cigolando ma non sembrava esserci nessuno dall'altra parte. Kurt entrò titubante all'interno sentendosi un intruso e posò il peluche sopra l'unico piano che non fosse pieno di briciole di cibo, occupato da libri o piatti sporchi da chissà quanto. Il ragazzo rabbrividì disgustato da quello spettacolo ragionando su quando fosse stata l'ultima volta che la casa venne pulita e a quanti germi ci fossero, fece uno scatto quando un grosso ragno grigio scese dal muro e si andò a posare su una delle infinite ragnatele che circondavano le pareti e tutti gli angoli possibili.

Kurt ragionò, facendo due calcoli, e arrivò alla conclusione che, in quella casa, nessun essere umano avrebbe potuto viverci. Quindi decise di tornare indietro finché non notò una tazza da caffè con rimasuglio qualche goccia liquida ancora sul fondo, nuova.
Oddio, ma chi ha il coraggio di abitarci qua dentro?! Avrebbe davvero bisogno di un aiuto..

«C'è qualcuno?» esclamò un po' spaventato facendo qualche passo avanti e notando un grosso camino spento a destra e delle scale sommerse di roba proprio infondo alla sala. Si sorprese di notare come la casa fosse.. antica? Aveva qualcosa di misterioso, sembrava uscita da un romanzo ambientato nel periodo feudale pieno di castelli e grandi signorie: le pareti erano circondate da dipinti con paesaggi e orizzonti: dal mare alla montagna, dalla grande città alla casetta isola su una collina.
L'attenzione di Kurt fu attirata come un magnete da un quadro dove sopra c'era raffigurato un paesaggio soave, c'erano semplicemente tre soggetti che completavano il dipinto: una casa isolata sul pelo dell'orizzonte che veniva illuminata dal sole che andava sparendo dietro la collina.
Infine si vedeva un albero quasi al centro della tela, sembrava il protagonista della scena, come se quel quadro parlasse di lui. Inoltre un grande gioco di ombre e colori contornava il tutto, come le foglie che variavano dal verde più chiaro fino al più scuro o come i mattoni squadrati del tetto che toccavano ogni variazione di rosso.
Kurt poté giurare di sentire la leggera brezza serale soffiargli sul viso o il sole che lo baciava amorevolmente con i suoi raggi caldi, addirittura sembrava che l'erbolina ai piedi del maestoso albero seguisse la scia che il vento le indicava. Chiuse gli occhi e l'odore di margherite lo accerchiò mentre uno strano rumore, come se ci fosse un ruscello da quelle parti gli giunse all'orecchio.
Kurt non era più in quella stanza, era nel quadro stesso.
Tack, Tock, Tack, Tock...
Il ragazzo aprì di scatto gli occhi e mise nuovamente a fuoco la sala lurida nella quale in realtà si trovava mentre il rumore di passi al piano di sopra lo invogliò ad alzare lo sguardo ma, appena lo fece, tutto tornò da un inspiegabile e pesante silenzio.
Corrugò la fronte pensando che il proprietario si fosse fermato finché non pensò che forse poteva essere un topo e semplicemente smise di pensare, impaurito dalle altre possibili conclusioni.
Non sapeva bene il perché ma trovava quella casa magnetica, come se ti invitasse.. o costrinse a restarci.

«Kurt?! Ma ch-?» una voce svegliò il ragazzo da quei pensieri. Si voltò di scatto pensando di trovare una faccia familiare, ma si stupì davanti ad un riccioluto pressapoco della sua età, con delle pozze color nocciola tanto profonde da potersi perdere dentro al posto degli occhi che lo scrutavano da capo a piedi come se avesse visto un fantasma. Ci mise qualche secondo a rendersi conto che quello sconosciuto lo aveva chiamato per nome.

«Come fai a sapere il mio nome?» gli domandò ovviamente mentre assumeva l'espressione stupefatta dell'altro.

«Eh? Che? No!» il morettino volse gli occhi intorno alla stanza alla ricerca di qualcosa mentre le sue gote si tingevano di rosso, finché non si schiarì la voce. «Ecco! Kurt è l'or-orsacchiotto.. sai, pensavo di averlo perso!» sembrò soddisfatto della sua risposta visto che gonfiò il petto e tirò su il mento orgoglioso.
Kurt corrugò la fronte alzando un sopracciglio e si domandò come mai il ragazzo sconosciuto avesse indugiato così tanto e come mai ancora non gli avesse chiesto cosa ci faceva nella sua proprietà.

«Ma tu chi sei??» si svegliò facendo un balzo, come se qualcuno gli avesse tirato una forte gomitata nello stomaco «sei dentro casa mia senza un motivo!»
A Kurt sembrò di essere finito dentro uno spettacolo a Broadway: dove il ragazzo protagonista davanti a lui recitava la sua battuta ripetuta così tante volte che ormai sapeva alla perfezione.
«Mi chiamo Kurt Hummel, come il pupazzo! Per quello pensavo che..» scosse la testa, era una cosa irrilevante e non voleva passare come un egocentrico che si crede sempre al centro dell'attenzione. «comunque l'ho trovato e ho pensato fosse giusto restituirtelo..» indicò l'orso ancora comodamente seduto sulla sedia, il quale lo scrutava con i suoi occhi scocciati, annoiati e irritati...
Cosa? Kurt, è un semplice pupazzo!? Smettila, i suoi occhi sono proprio come prima... Sto impazzendo, accidenti!
«Capisco, io sono Blaine. E grazie per avermi riportato Kurt a casa!»
«Oh prego, non c'è di che..»
«Piacere di conoscerti, Kurt» Blaine gli lanciò un sorriso mentre gli porgeva educatamente la mano aperta, pronta a stringersi con la sua.

«Piacere mio!» Kurt la strinse e notò quanto calda e rassicurante fosse, sentiva una forte scarica elettrica partire dall'altro, come non gli era mai capitato.

«Scusa per il disordine, ma non ho mai tempo per rimettere a posto e non trovo nessuno disposto a metterci le mani» esclamò Blaine muovendo le braccia aperte per la stanza e aspettando una qualche risposta da parte di Kurt. Aveva un sorrisetto strano, pensò Kurt, e lo vedeva ogni tanto lanciare occhiatine all'orsacchiotto.

«Se vuoi lo faccio io!» si propose coraggiosamente il castano.

Blaine quasi salta e batte le mani una volta, entusiasta. «Solo se ti farai pagare! E farei sui 15$ all'ora.. ma se vuoi posso aumentare eh!? Non ho davvero problemi con i soldi» un grande sorriso si impossessò di entrambi i ragazzi mentre realizzavano di aver ottenuto quello che desideravano: un lavoro per Kurt e Kurt per Blaine.
«Oddio no, mi va benissimo davvero.. allora quando comincio? Ci sarà davvero tanto da fare» ammise Kurt scrutando con una smorfia corrucciata la stanza, fece una smorfia per il completo disordine, ma non poteva essere triste: aveva trovato un lavoro e poteva stare più a contatto con quel stupendo, bizzarro e intrigante ragazzo di nome Blaine.
Blaine, dalla sua parte, era super contento e pronto finalmente, perché davvero non ne poteva più di vivere in quel sudiciume senza Kurt.
«Kurt.. allora per me anche da domani, puoi dirmelo tu! Ho vissuto qui dentro per molto tempo, non ho problemi a starci per un altro paio di giorni.» scherzò Blaine mentre liberava una sedia da un paio di libri per offrirla all'altro e posava il peluche a terra per sedersi lui. «Vuoi del caffè o dell'acqua? Sai sono le uniche bibite che ho.» domandò educato all'ospite strusciandosi nervosamente le mani sulle cosce.

«No grazie. Sto a posto... posso farti una domanda?»

«Certo, dimmi!»
Kurt si sporse in avanti cercando di non arrossire e di non essere troppo diretto, non voleva mancare di tatto o di rispetto a Blaine che sembrava così gentile, ma non aveva saputo contenere la sua curiosità e ormai doveva parlare.

«Come mai si è ridotta così questa abitazione?» si morse la lingua dopo aver parlato perché era andato dritto al punto, ma non aveva trovato metodo migliore se non quello.
Blaine alleggerì la tensione scoppiando in una fragorosa risata e arricciando il naso in un'espressione adorabile. «Non sono mai in casa ormai e la badante ha deciso di non tornare più e quindi mi arrangiavo, finché non sei arrivato tu salvandomi!» ridacchiò ancora osservando Kurt che arrossiva ancor di più e abbassava lo sguardo lasciandogli un sorriso leggero e genuino.

«Adesso sta a me domandare, ok?» Blaine mise su una faccetta da bambino che fece ridere l'altro. Annuì aspettando il quesito con trepidazione, paura e curiosità.
«Dove abiti? Cioè ti ci vorrà tanto a giungere qui quando verrai a fare le pulizie?» Kurt scosse la testa e, dopo averci pensato reggendosi il mento con le dita, rispose

«Un po'.. un ora e mezza circa! Abito a Lima.» sorrise al moretto al quale gli si illuminarono gli occhi di una lucina entusiasta mentre annuiva contento della risposta.

Intanto a Kurt pensò ad una cosa che lo fece riflettere e si domandò finalmente quanti anni avesse davvero il ragazzo che si trovava di fronte.

Viveva da solo?

Possibile che un suo coetaneo vivesse il solitudine da così tanto da riuscire a far diventare una casa così? La riposta sembrava affermativa, ma visto che eravamo finiti in un gioco dei quiz chiese direttamente al diretto interessato. «Vivi da solo?»
Blaine tintinnò per alcuni secondi fino ad annuire mentre faceva voltare velocemente gli occhi intorno alla stanza «Sì, da qualche anno ormai. I miei si sono trasferiti in Europa per.. lavoro e io sono voluto rimanere qui invece.» alzò le spalle e Kurt decise di non andare oltre perché non sembrava essere un argomento che amava, anzi.
«Ah, ma tutti questi quadri stupendi chi gli ha fatti? Ho notato che si firma come “Devon”»
Blaine annuì e sorridette gonfiando il busto «Mi chiamo Blaine Devon Anderson.. sono miei» il ragazzo non si perse nemmeno un secondo dell'espressione stupita e meravigliata di Kurt che si alzava dirigendosi davanti al quadro che aveva notato prima per poi voltarsi verso di lui.
«Mi stai dicendo che sono opera tua? Ma sono dei capolavori!» strofinò una mano sul dipinto leggermente e sentì i polpastrelli scontrarsi contro la tempera asciutta. Anche Blaine si alzò e con il cuore a mille si andò a posizionare accanto all'altro e guardò anche lui la tela dipinta da se stesso chissà quanto tempo fa, sembrava passata l'eternità.
«Esagerato! Quando avevo tempo mi divertivo a immaginarmi questi luoghi mistici, non so nemmeno se esistano, ne dubito» un sorriso triste gli nacque sul volto e Kurt sentì il bisogno urgente di allontanarglielo perché lo preferiva sicuramente con la risata fragorosa di qualche attimo prima.
Blaine si svegliò dalla sua trance e si rivolse a Kurt «Stavo pensando che sarebbe più comodo per entrambi se tu rimanessi a dormire qui, almeno io non sto da solo quando torno dai miei soliti giri e tu non devi farti due viaggi lunghi tutti giorni, perdendo tempo e benzina. Ho molte stanze in questa casa, il posto non manca! Ch-che ne pensi?» Kurt stava per scuotere la testa e rifiutare quando Blaine continuò a parlare «ti offro il doppio della paga che avevamo stabilito: quindi 30$ all'ora!»
L'altro strabuzzò gli occhi che gli uscirono quasi fuori dalle orbite e spalancò la bocca a dir poco sconvolto. Quel pazzo gli aveva offerto una cifra esorbitante e non avrebbe mai potuto rifiutare, non per tutti quei soldi! Lui e suo padre sarebbero stati apposto per tutta la vita. Quindi annuì convinto e sorridente
«Sei uno squilibrato a darmi una cifra così alta, posso accontentarmi di meno, ma accetto.. adesso vado a casa a prendere dei vestiti e.. »
«Non ti preoccupare, ho molti soldi inutilizzati!» scherzò di risposta. «Oh, vai vai pure.. io ti aspetto qui.»
Lo salutò sventolando una mano mentre Kurt usciva entusiasta dalla casa.

 

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Kurt arrivò a casa e saltellò fino al salotto dove suo padre stava pigramente guardando una partita di football registrata. Mise in pausa senza ascoltare minimamente le lamentele del suo vecchio.

«Kuurt, stava per fare meta!»

«Papà, l'avrai vista milioni di volte questa partita..» lo guardò incrociando le braccia.

«Ma hanno vinto, cavolo!» gioì Burt sulla poltrona. Kurt sventolò la mano disinteressato e gonfiò il petto pronto ad informare suo padre. «Comunque, devi essere orgoglioso di me!».

«Lo sono sempre, ma.. perché?»

«Mi sono trovato un lavoro, ovviamente! E ci darà un sacco di bei soldi!» alzò lo sguardo sognante e cominciò a parlare a raffica, ancora ci si chiede dove trovaresse l'aria dentro i polmoni. «questo ragazzo, Blaine, vive da solo in una casa che è un sudiciume e mi ha proposto di ripulirla da capo a piedi, è davvero tanto lavoro! Mi pagherà 30$ all'ora e poi dormirò lì quindi-»

«COSA? Tu non andrai a vivere a casa di uno sconosciuto.» Kurt conosceva bene quella voce, era quando non c'erano repliche: proprio come per la cena del venerdì insostituibile che... era stata sostituita con quella del giovedì. Doveva semplicemente lavorarci un po' di più sopra.

«Ma papà è un opportunità unica, non lo troverai mai più un pazzo del genere»

«Esatto, proprio un pazzo!» sbuffò l'uomo incrociando le braccia al petto.

Cattivo segno...

«Ma non per davvero, era un modo di dire! Accidenti, quanto sei puntiglioso!» fece una smorfia «ti prometto che terrò sempre il telefono in tasca e poi cosa potrebbe mai farmi, eh?» lo sfidò sapendo che non aveva niente in mano, aveva perso ormai.

«Potrebbe ucciderti, molestarti.. e poi la convivenza è difficile!» grugnì il padre arrampicandosi sugli specchi che non avrebbero retto tanto.

«Uno: non mi ucciderà, gli servo! Due: non mi molesterà, non mi farò picchiare sicuramente! E tre: starà tutto il giorno fuori, a quanto dice, e ti prometto che se mi ci trovo male vengo via, ok?» lo rassicurò smontando tutte le sue scuse e sorridendogli dolcemente «E poi ti chiamerò tutte le sere! Promesso»
«Promesso?» Burt mise su un adorabile faccetta triste e Kurt si chiese chi dei due fosse il più adulto in quella stanza.

«Promesso.»
«Okey. Ma non sono ancora convinto, sappilo..» Kurt balzò contento regalando un sentito bacio sulla guancia di suo padre e salì velocemente le scale per fare le valigie. Sperò che Blaine avesse un armadio ampio altrimenti tutta quella roba dove l'avrebbe messa? Sperò anche che fosse cordiale come al primo incontro, gli era subito piaciuto il suo modo garbato e timido. Sorridette per tutto il tempo fino a sentir male alle guance. Finì con portare tre valigie stracolme dei suoi vestiti e si avviò giù in cucina.

«Allora.. io sono pronto!» si strofinò le mani sulle cosce realizzando quello che stava per fare e entrando decisamente nel puro panico.
Ma dove sto andando? Papà ha ragione, cavolo! E poi magari quel tizio è antipatico, o uno psicopatico.. ci sarà un motivo se nessuno ha fatto il lavoro che vado a fare prima di adesso, no? Oddio, perché li altri non hanno accettato?
«Kurt, respira.» il padre scoppiò a ridere mentre tirava leggere pacche sulla schiena del proprio figliolo. «Andrà tutto bene e tu lo sai! Questa è la classica paura che arriva nei momenti di cambio drastico!» sghignazzò cercando di infondere coraggio al suo bambino cresciuto.
«S-sì, hai ragione!» Kurt si alzò e drizzò le spalle «vado.. prima di cambiare idea!» ridacchiò baciando nuovamente l'uomo e prese le borse portandole in macchina partendo alla volta di Westerville.

Per tutto il tragitto si domandò se la scelta che aveva fatto fosse stata corretta, tutto così.. veloce, troppo veloce: la mattina non cercava nemmeno lavoro ed adesso si stava trasferendo da uno sconosciuto, quanto poteva essere normale tutto quello?
Arrivò semplicemente alla conclusione che ormai era fatta ed era inutile piangere sul latte versato e che, comunque. quei soldi servivano davvero, sia a lui sia a suo padre, per pagare quelle stramaledettissime bollette. Blaine sembrava un ragazzo tranquillo e Kurt provava un certa attrazione verso quella casa antica, tutti quei quadri e chissà cosa nascondeva al piano di sopra.

Arrivò senza guardare il foglietto dove aveva scritto le indicazioni stradali e si congratulò da solo della sua formidabile memoria. Bussò alla grande porta e non si sorprese di trovarla nuovamente aperta, entrò tranquillamente. «Blaine, sono tornato!» sentii dei passi proprio come la prima volta che però, al contrario, non si fermarono e fecero apparire Blaine sulla rampa delle scale che scendeva a passo svelto andandogli incontro.
«Oh, eccoti qui! Ti faccio vedere la tua stanza così ti sistemi, ok?» Probabilmente tra i due quello più emozionato per la situazione era Blaine, senza il “probabilmente”. Aveva il fiatone, un sorriso gli occupava il viso mentre si stropicciava il bordo della maglia con nervosismo.

«S-Sì.. andiamo!» Kurt batté le mani e intanto Blaine prendeva due valigie «No-non importa davvero, posso portarl-»
«shh, che gentiluomo sarei sennò?» esclamò lanciandogli un occhiolino il moro. Kurt si sentì morire e le sue guance presero colore mentre gli occhi osservavano ostinatamente le proprio mani. «O-okey»
Cavolo Kurt, smettila di balbettare ad ogni frase!
Intanto Blaine si malediva per la demente trovata, ma gli era venuto così spontanea! Non ci aveva pensato minimamente.
Devo pensare prima di agire, cavolo! Non la imparerò mai questa lezione..
Giunsero davanti alla stanza oltrepassando altre camere lungo un corridoio che a Kurt sembrava non finire mai.

«E' sicuramente la più pulita!» Blaine prese la maniglia con la mano tremante dall'emozione e aprì la porta mostrando una camera ordinata, con i muri azzurri, un grande letto e una scrivania in mogano.

«Wow! E' bellissima. » gli occhi di Kurt vagarono per tutta la stanza sconvolti per la diversità rispetto alla sala così lurida. Si sedette a peso morto sul letto «davvero, è perfetta!» dicendolo notò una bacheca di sughero vuota proprio sopra la scrivania, sulla parete c'erano delle puntine, dei fogli e qualche penna, il minimo indispensabile per scrivere, sapeva già di amare quella stanza.
«D-davvero?» Blaine era felicemente sorpreso «comunque ancora non hai visto niente, caro Kurt!» ghignò facendo uno schiocco di dita e incitò l'altro a seguirlo verso la porticina blu.
Kurt pensò di non averla davvero notata ed incuriosito di alzò per seguirlo, fu quando Blaine aprì la porta che i suoi occhi azzurri si spalancarono non potendo credere a quello che vedevano.
Un intera, enorme e meravigliosa cabina-armadio!
«Tu.. oddio.. ma è per me?»

«Ovvio!» il moro sorridette davanti alla faccia di Kurt e si autoproclamava genio: sapeva di aver avuto un'ottima idea di aggiungere quel particolare!
«Ok. Allora ti lascio a sistemarti.. se vuoi una mano fai un fischio!»

«mhmh..» L'altro non si era ancora davvero ripreso mentre vedeva quando grande fosse.

Blaine lasciò la stanza e Kurt decise di cominciare proprio dai vestiti e portò le valigie di là. Si scrocchiò le mani e sorridette con una strana lucina negli occhi come un bambino a Natale davanti al nuovo giocattolo tanto atteso.
Sistemò tutta la roba e si accorse che ne poteva entrare tranquillamente il triplo e nemmeno se avesse svuotato tutto l'armadio lo avrebbe riempito.
Sconvolto tornò nella camera sedendosi sulla sedia girevole davanti alla scrivania.
Chissà come mai questa stanza è pulita.. magari lo ha fatto ieri o..

Il ragazzo non capiva come mai quella camera fosse così in ordine ma non se ne lamentò, giustamente.

 

Guardando il grande orologio che segnava le 18:00 decise di scendere al piano di sotto per preparare la cena, ma si arrese appena aprì il frigo trovandosi davanti al vuoto più assoluto. Così si rivolse a Blaine affacciandosi alle scale e urlò «Ma dove la nascondi la roba commestibile?» come risposta ricevette solo silenzio e preoccupato fece per salire al piano di sopra, ma un gran botto lo spaventò.

«Ehi, stai bene?»

Qualcuno tossì e la voce di Blaine gli arrivò storpiata e strana «Sì, ordina una pizza perché non tengo proprio niente!»
«Hai bisogno di aiuto? Ho sentito un bel colpo e..»

«mhh no! Non scassare..»

Kurt non credette alle sue orecchie, possibile che neanche dopo un paio di ore fosse cambiato così tanto caratterialmente? A quanto sembrava sì.

Forse è per questo che nessuno vuole conviverci! Beh, guardiamo come continua..

«AHIA! Ma che fai?!».

«Blaine cosa..?» il ragazzo si morse la lingua perché molto probabilmente avrebbe ricevuto la stessa risposta di qualche attimo prima e proprio non ci teneva.
«Oh Kurt.. scusami per prima.. non ero io.. cioè Sì che ero io ovviamente cioè ovvio ma..»
«Okok, ho capito! Non ti preoccupare.» Cercò di non spaventarsi davanti a quel discorso incoerente pensando che forse soffriva di sdoppiamento della personalità e che avrebbe tenuto gli occhi aperti, ma per qualche assurdo motivo, non aveva paura di Blaine.
«comunque dicevo: ordiniamo una pizza? Perché S-io, io dicevo bene, non tengo molto in casa..» si grattò la nuca nervoso ed apparse così tenero ed indifeso davanti a Kurt che si dimenticò di ogni pensiero. Blaine gli porse il volantino di “Pizzeria Biancaneve” e il telefono di casa.

“Buongiorno, qui pizzeria Biancaneve. Voleva ordinare?”
«Sì, grazie. Ehmm..» Kurt tappò con il palmo della mano il citofono del telefono e si rivolse a Blaine sussurrandogli un «che gusto vuoi?»

«Biancaneve e Piccante.. due per-perché mangio tanto e, sai com'è..»

«Allora vogliamo tre pizze: due Biancaneve e una Piccante» disse tranquillamente Kurt all'uomo al telefono, era abituato alle dosi abbondanti con suo padre e trovò dolcemente strano il cercare scuse di Blaine.
“Molto bene, vorrebbe indicarmi un orario?”

«Verso le.. 19:30!»

“Ottimo, a che nome prendo prenotazione?”

«Hummel.»

“Saranno pronte due Biancaneve e una Piccante alle 19:30 con nome Hummel qui a PizzeriaBiancaneve.”

«Ok.»

“Arrivederci e grazie.”

Il signore riattaccò e solo a quel punto Kurt si pose una domanda fondamentale.
«Ti prego dimmi che dista poco da qui e possiamo andarle a prendere noi tranquillamente!» si voltò verso l'altro lentamente temendo di aver fatto una sciocchezza e che avrebbe dovuto richiamare morendo di vergogna.
Blaine ridette e Kurt pensò che avrebbe voluto volentieri spaccargli la faccia prendendo a pugni quel sorrisetto.
«E' vicino per fortuna..» sghignazzò l'altro e Kurt si lasciò sfuggire un sospiro sollevato. «vado io a prenderla comunque.. ho la macchina!» continuò Blaine sventolando un paio di chiavi.

«Ok, e la pizza come la fanno?»

«mhhhh è deliziosa!» esclamò il moro leccandosi le labbra facendo un'espressione buffa.

Scoppiarono entrambi a ridere e quando smisero si resero conto che era arrivata già l'ora di andare a prendere l'ordinazione. Blaine uscendo e Kurt sedendosi pensarono entrambi che il tempo, se passato con l'altro, passava spaventosamente in fretta.

Kurt non avrebbe dovuto sospirare felice verso la porta adesso chiusa e Blaine non avrebbe dovuto saltare dall'altra parte entusiasta, lo sapevano.

Quando tornò trovò Kurt seduto sul divano e sopra il tavolo davanti a esso un paio di bicchieri e delle posate.
«Sicuramente meglio sedersi qui e mangiare scomodi che farlo sopra quel tavolo!» il ragazzo seduto indicò la tavola sudicia con uno strato di polvere imbarazzante insieme a un'infinità di piatti sporchi. «e poi.. possibile che queste» prese in mano le due forchette «siamo le ultime pulite?!»

«La verità o ciò che dovrebbe essere?»
Kurt esitò e si passò una mano sulla fronte ridacchiando «possibile aver così paura della realtà?» il moro scosse la testa e porto le due biancaneve sul tavoletto davanti al divano lasciando la piccante sopra il tavolo sporco. Si sedette comodamente e sfilò una forchetta dalla presa di Kurt.

Blaine poteva giurare di sentire scariche elettriche che arrivavano dall'altro e capì di essere impazzito, ma dette colpa alla lunga attesa e che, finalmente, era lì: Accanto a Lui.

«Comunque, hai qualche utensile per pulire?» Blaine fu svegliato dalle parole di Kurt che gli fecero arcuare le sopracciglia pensieroso. «Tipo sapone, spugne.. sai almeno cosa vogliono dire?» lo provocò e lui stette al gioco «Non credo facciano parte dei mio vocabolario..» non si perse l'occhiataccia che ricevette e sbuffò divertito «No, non li ho. Li portava la donna delle pulizie che mi ha abbandonato..» scrollò le spalle prendendo un trancio di pizza portandoselo alla bocca e dando un grande morso. «D.e.l.i.z.i.o.s.a!»

«Dovrò comprarli quindi..»

Kurt lo seguì a ruota sentendo anche lui quanto fosse buona e per il resto della cena non parlarono molto se non qualche domanda buttata là proprio per non lasciare un silenzio opprimente.

Finito Blaine si alzò e prese il portafoglio dando a Kurt delle banconote. «Queste ti serviranno per la spesa e questa è la tua paga!» Kurt poteva giurare di non aver mai tenuto in mano tutti quei soldi in contanti. Fece tornare alla mano di Blaine un paio di queste «Ed ecco la pizza!»
Non si aspettava una grossa risata come risposta con il moro che lo guardava tra la metà di come si guarda un pazzo o un clown.

«Ma fammi il piacere!? Offro io!» scacciò qualcosa di invisibile con la mano e ancora ridendo disse «vado a letto, Buonanotte!» si alzò e lasciò un Kurt scocciato che metteva sbuffando i soldi nella tasca dei jeans.

«Beh, allora.. grazie! E buonanotte anche a te.» sorridette spegnendo la luce e lo seguì su per le scale lasciando la povera pizza Piccante abbandonata sopra al tavolo.

 

KIAsiaChannel:

Alloooora, abbiamo un Kurt pronto per cominciare a lavorare e un Blaine pazzo con probabile doppia personalità... .. sembro io!
Cooomunque nulla.. Grazie per chi è arrivato fino a qui, un grande abbraccio a chi la metterà nelle seguite/ricordate/preferite e, non lo credo nemmeno possibile, ma un bacione a chi la recensirà...

Mi sento tanto che non ringrazierò/abbraccerò/bacerò nessuno! ç_ç

Alla prossima, Asia.

  
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