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Autore: harrehles    13/02/2014    0 recensioni
"Sai qual'è il problema? Sono stufo di uscire con ragazza che per stare con me vengono pagate, sono stufo di stare con qualcuno che nei miei confronti non prova nulla, sono stufo che questo qualcuno pensi che sono davvero quell'immagine di "Harry Styles" che mi hanno affidato. E sono ancora più stufo che questo qualcuno passerebbe solo una notte con me per urlarlo al mondo per poi correre da Liam o Niall siccome secondo tutti loro sono gli unici affidabili."-sbottò.
Quelle sue parole mi avevano lasciato allibita, non riuscivo a dire nulla e in quel momento mi odiavo più che mai, stavo agendo come Harry pochi minuti fa, la stessa azione che aveva suscitato in me tanta ira.
Genere: Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capther 1

"5 Novembre 2012.
". . . così tutti ti odieranno, tutti."
"NOOOOOO..." -urlai dallo spavento, alzandomi di scatto dal letto. Era un incubo, uno dei soliti incubi che invadevano la mia mente, prima di ogni colloquio che avrei dovuto affrontare quel giorno. Improvvisamente, sentii il rumore della porta della stanza accanto aprirsi e dei passi rapidi avvicinarsi alla mia camera.Vidi la mia porta aprirsi e da dietro sbucare Phoebe con fare preoccupato. 
"Cosa è successo? Ti ho sentita urlare."- chiese sulla soglia della porta.
"Un incubo".-dissi immobile, pensando a quelle maledette parole che occupavano la mia mente.
"Un altro? Sarà il terzo in questo mese."- affermò sconcertata.
"Non è colpa mia se mi passano nella mente. E' stato bruttissimo." Emanai un piccolo rabbrividio per far ipotizzare il mio sogno.
"Racconta".-disse con fare curioso.
"E' stato diverso dagli altri. E' come se mi volesse trasmettere qualcosa."-ammisi.
"Cher, cosa può trasmettere un incubo?".-domandò sarcasticamente.
"Phoe non sto scherzando. Queste parole mi stanno tartassando il cervello. Come se una mia scelta, mi porterà tutti contro. Odio, critiche, mi accompagneranno per il resto della vita."-dissi consapevole del fatto che Phoebe non mi avrebbe preso sul serio.
"Su via Cher, cosa potrebbe succedere? Nulla. Qui a Londra ti conoscono tutti per quella ragazza dolce, sincera e fedele, cosa dovrebbe fargli cambiare idea? Era solo un incubo. Ritorna a dormire, sono solo.-scostò la testa all'indietro per vedere che ore fossero sull'orologio nel corridoio, appeso sulla parete opposta alla mia stanza, per poi continuare a parlare- le 6 del mattino, hai ancora due ore per dormire e rilassarti e solo un'ora per preoccuparti."
Come al solito Phoebe non mi prese sul serio. Era la mia migliore amica,vero, ma quando si trattava di parlare di preoccupazioni, per lei era tutto una schiochezza, forse perchè ha avuto una vita senza problemi rispetto alla mia, senza critiche, pregiudizi, una vita normale.
"Ormai il sonno è scomparso completamente, quindi penso di scendere e rovistare tra i vari canali in TV, sperando di trovarne qualcuno di interessante a quest'ora. Tu però torna a dormire che dopo hai scuola."-dissi curvando le labbra, cacciando un piccolo sorriso.
"D'accordo, allora a più tardi."-disse ricambiando il mio gesto per poi socchiudersi la porta alle spalle e dirigersi nella sua stanza. 
Appena sentii la sua porta chiudersi, decisi di alzarmi. Posai i miei piedi sul gelido pavimento che suscitò in me un piccolo brivido che percosse la mia colonna vertebrale; la prima cosa che pensai fu ritornare sotto quelle calde coperte, ma per cosa? Per riportare quei terribili pensieri nella mia mente? Non ci pensavo proprio. Così, mi portai ai piedi le mie calde pantofole e lentamente scesi al piano di sotto. Velocemente presi in cucina un bicchiere di latte fresco e un pacco di gocciole per poi dirigermi nel salone e piazzarmi sul divano per divorare la colazione. Fortunatamente in TV avevano trasmesso un film che riuscì a distrarmi e a far passare il tempo. Avevo il colloquio alle 9, così alle 8 mi andai a preparare.Mi misi un jeans stretto chiaro, un maglione blu e le mie amate converse bianche. Misi solo un filo di trucco e legai i capelli in un tuppo scompigliato. Vedevo Phoebe correre avanti e indietro, maledicendo tutto e tutti siccome stava facendo ritardo al suo esame di biologia. Appena ebbi finito di prepararmi, sentii Phoebe urlarmi dal piano di sotto un "in bocca al lupo"per poi chiudersi la porta alle spalle senza darmi neanche la possibilità di risponderle un "crepi". Phoebe dopo la scuola, lavorava in un negozio di CD, quindi ci vedavamo poco e niente. Un suo amico, Josh, mi aveva trovato questo lavoro e da come mi aveva spiegato o io avevo capito, era davvero un bel passatempo, come se dovessi sostituire qualcuno; l'importante è che la paga era buona e avrei fatto la mia parte aiutando Phoebe con i vari pagamenti e anche per non dipendere da nessuno. Chiamai Josh per farmi spiegare dove sarei dovuta andare e una volta dopo uscii di casa chiudendomi la porta alle spalle e prendere il primo taxi che passò. La patente ancora non l'avevo, quindi non sarei potuta andare da sola. Phoebe doveva andare a scuola, perciò non mi avrebbe potuto accompagnare. Dissi al taxista dove sarei dovuta andare e da lì partì il silenzio, quell'odioso silenzio che mi portò a pensare a tutti quegli orribili pensieri. Fortunatamente furono interrotti dal taxista che mi disse che eravamo arrivati.Gli diedi la mancia e scesi. Mi trovai difronte un grande palazzo. Ero meravigliata da quante cose potesse nascondere Londra. Tutto ciò che mi circondava in quel momento era una nuova scoperta per me. 
"MODEST. Che Dio me la dia buona."- emanai un piccolo sospiro.
Entrai in quel grande palazzo. Era pieno di stanze ma fortunatamente la reception era lì all'ingresso. Diedi i miei dati e mi indicarono dove sarei dovuta andare. 
Stanza 15. Bussai e una voce dall'interno mi rispose con un "Avanti". Entrai. E rimasi ferma sulla soglia, chiudendomi la porta alle spalle.
"Venga, si sieda."- disse gentilmente.
Feci come mi fu detto.
"Piacere Jhonny, lei è quella ragazza mandata da Josh giusto?"- chiese.
"Sisi."- affermai.
"Bene, le sa perchè è qui?"-domandò.
"A dire la verità, non ciò capito molto in quello dettomi da Josh."-dissi curvando leggermente il capo.
"Non fa nulla. Comunque..."
Il telefono sulla scrivania cominciò a vibrare e il suo discorso venne interrotto da quest'ultimo.
"Si? A si li faccia salire."- disse per poi riattaccare e dirigersi alla porta.
Prima che quello a me sconosciuto bussasse, Jhonny lo precedette ad aprire.
Cinque ragazzi erano sulla soglia della porta con un sorriso stampato sulle labbra. Jhonny li guardò per poi puntare lo sguardo su di me:" Tu lavorerai con loro."-affermò, sorridendomi.

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Spero che il primo capitolo vi piaccia, siamo solo all'inizio. Lasciate qualche recensione, mi farebbe piacere leggere cosa ne pensate e capire se continuare a postarla o meno.xx
  
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