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Autore: Lena Mason    13/02/2014    2 recensioni
“Era una fredda giornata di fine Ottobre, all’incirca verso mezzogiorno, quando una ragazza varcò le soglie dell’aeroporto di Narita, Tokyo, Giappone.”
L’arrivo di questa nuova ragazza all’accademia Ouran porterà parecchio scompiglio. Nuove amicizie, nuovi interessi e nuovi problemi colpiranno l’amato Host Club.
Riusciranno a salvarsi anche questa volta?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruhi Fujioka, Kyoya Ohtori, Nuovo personaggio, Tamaki Suoh, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo XII

 

Dalla mattina successiva Tamaki capì al volo che qualcosa era andato storto: Kyoya e Rossana si erano a malapena salutati e ora sedevano a debita distanza; Rossana in sesta fila mentre Kyoya in terza, al solito posto.

Tamaki guardava i due alternativamente, vedendo che Rossana parlava con il resto della classe senza problemi: doveva scoprire cosa era successo e, tra i due, quella più facile da far parlare era sicuramente Rossana. La invitò, o meglio obbligò, a pranzare con lui e Haruhi nell’aula dell’Host Club.

La rossa sapeva che il biondo voleva capire cosa si fossero detti lei e Kyoya e, anche se le faceva ancora male, gongolava per aver almeno vinto contro il biondo: se si aspettava un finale da favola, sarebbe rimasto deluso.

«Tamaki non far finta di nulla. So che vuoi sapere cosa ci siamo detti io e Kyoya-san… Mi dispiace deluderti, mon ami, ma avevo ragione io: mi ha chiesto di prendere le distanze l’una dall’altro e dopo gli esami cambierò tutor» spiegò la ragazza.

«Non ci posso credere… Okasan! Come hai potuto far soffrire così la nostra bambina?» disse in modo teatrale e drammatico, come il suo solito.

«E tu cosa gli hai risposto?» le chiese Haruhi, guardando male Tamaki.

«Prima gli ho dato del codardo e poi ho acconsentito. Potevo fare altrimenti?».

«No, non credo proprio. Ma non era quello che volevi, vero?».

«Non riesco a capire perché non possiamo essere amici...».

«Perché, e sono sicura che Kyoya lo sa, se ti conoscesse meglio probabilmente non potrebbe esserti amico poiché finirebbe con l’innamorarsi di te, Rossana» le disse Haruhi, convinta.

«Posso sapere perché siete convinti che si sarebbe innamorato di me?».

« Chiamalo sesto senso. Tu sei una ragazza particolare e, come dicono i gemelli, interessante. Hai un grande talento e un grande cuore, Rossana. E persino Kyoya ha visto queste tue qualità. Se ti conoscesse meglio ne troverebbe altre e sarebbe la sua rovina».

«Non credo di avere poi tutte queste qualità… Ho una voce decente e un bel faccino, ma in quanto a cervello siamo messe male, Haruhi».

«Bugiarda. Sappiamo che per avere una carriera come la tua ci vuole intelligenza e integrità, altrimenti il successo ti avrebbe già dato alla testa…» le disse Tamaki «In qualunque caso, vedrai che alla fine avrò ragione io. Puoi scommetterci. Forse non oggi, né domani, ma succederà, perché io l’ho visto da subito che voi due sareste perfetti insieme. Sei l’unica che riesce a rispondergli a tono e che non ha paura di lui appena sveglio».

Rossana lo guardò con un sopracciglio inarcato, scuotendo poi il capo: «Convinto tu…».

I giorni passarono e gli esami anche:  Rossana riuscì a passare in tutto tranne che Giapponese, per il quale dovette assumere un insegnate privato.

Suo padre le aveva trovato un ragazzo dell’università che aveva bisogno di qualche soldo per l’affitto: le lezioni sarebbero iniziate una settimana dopo la fine degli esami, poiché lo stesso ragazzo aveva alcuni impegni scolastici.

Quando Rossana raccontò ad Haruhi, la sua prima vera amica dacché aveva iniziato la carriera di cantante, la novità la ragazza si mise a ridere.

«Sarebbe divertente se Kyoya venisse a saperlo. Sono sicura che morirebbe di gelosia…».

«Ancora con questa storia? Io e Kyoya-san non ci parliamo da più di dieci giorni» le ricordò Rossana.

«Tu non lo vedi, ma io e Tamaki lo abbiamo più volte sorpreso a guardarti…».

«Probabilmente cercava il modo di uccidermi in modo veloce e pulito».

«Come sei tragica».

«Come sei fantasiosa…».

La loro amicizia era strana: si prendevano in giro in continuazione, ma stavano bene.

Quel sabato sera Rossana aveva una festa di compleanno di una parente, la quale compiva ventuno anni e aveva invitato la ragazza in un locale.

Rossana non voleva andare da sola così lo aveva chiesto ad Haruhi e, tramite Tamaki, anche al resto dell’Host Club.

I due gemelli le avevano proposto di farsi vestire – anche la povera Haruhi – dalla loro madre: Rossana aveva accettato per evitare problemi con la famiglia Hitachiin.

 

Quindi quel sabato, Haruhi e Rossana erano a casa Hitachiin: i gemelli avevano obbligato la rossa a vestirsi di argento mentre Haruhi era in azzurro.

La prima indossava un vestito corto, fin troppo a detta della stessa, con spalline sottili e una bella scollatura.

Haruhi invece era riuscita a salvarsi dai due maniaci gemelli e si era messa un vestito azzurro, corto e senza spalline: indossava anche un copri spalle nero come le scarpe.

«Siete fantastiche ~» trillarono i gemelli e la madre in coro.

I due ragazzi indossavano entrambi jeans scuri: Hikaru aveva una maglia nera con delle scritte bianche, mentre Kaoru l’opposto di quella del fratello.

Rossana mandò a memoria chi era chi per evitare problemi durante la serata: sua padre aveva firmato il contratto di collaborazione con la famiglia Hitachiin la sera prima e ora i due gemelli avevano campo libero per prenderla in giro e farle scherzi.

Una volta pronti andarono a recuperare Tamaki, mentre Honey e Mori sarebbero venuti con la loro limousine: Kyoya non aveva ancora detto se sarebbe venuto o meno e il biondo re dell’Host Club continuava a guardare il cellulare.

Proprio mentre l’autista parcheggiava il telefono di Hikaru squillò: videro il ragazzo annuire e dire poche parole prima di appendere.

«Kyoya ci aspetta all’ingresso. Dice che ha una persona da presentarci» disse il ragazzo guardando verso Rossana la quale, dal canto suo, sembrava non aver sentito o non era interessata.

Quando Honey e Mori giunsero al locale, videro che con loro vi era un terzo ragazzo: Kaito era venuto con loro.

«E tu cosa ci fai in giro?».

«Idiota, tua cugina mi conosce da sempre e mi ha invitato. Dato che loro passavano davanti a casa mia, gli ho chiesto un passaggio» avvicinandosi alla rossa le sussurrò «Stasera sei mozzafiato».

Rossana arrossì completamente, blaterando su quanto quel vestito fosse corto e di quanto detestasse i gemelli per averla obbligata ad indossarlo.

Una volta arrivati di fronte all’ingresso videro Kyoya, in compagnia di suo fratello Akito e di due ragazze: uno era sicuramente molto più grande di loro e supposero fosse l’accompagnatrice di Akito, mentre l’altra era palesemente loro coetanea.

Rossana non lo avrebbe mai ammesso – anche se Haruhi l’aveva visto il suo sguardo basso e scuro –, ma la vista di un’altra possibile futura moglie di Kyoya le aveva stretto lo stomaco.

La ragazza, a differenza di Camille, era anche simpatica e solare: si chiamava Kimie Maruyama ed era la figlia di un ricco imprenditore – guarda caso – nel campo medico che operava soprattutto negli Stati Uniti.

Rossana, a differenza che con Camille, si sentì più a suo agio con questa ragazza, fatto che stupì tutti: avevano pensato a un odio al primo sguardo. Persino Kyoya ne era rimasto colpito.

Kaito, sorridendo oltremodo divertito, si avvicinò al ragazzo e, senza farsi sentire gli disse: «Pensavi davvero che Rossana l’avrebbe odiata a priori, senza nemmeno parlarle? La conosci davvero poco, Kyoya. Anche se dovesse essere gelosa, non lo darebbe mai a vedere. Ricordati quello che ti ho detto poco tempo fa: se la ferirai te la farò pagare, in un modo o nell’altro» rinnovò la sua minaccia Kaito.

Qualcuno poteva pensare che il ragazzo esagerava, ma lui c’era stato. Era presente quando Damon aveva piantato Rossana per “la vecchia”, come la chiamava lui.

C’era quando la sua migliore amica, la ragazza di cui era innamorato da tempo, era crollata: aveva pianto per cinque giorni, senza mangiare né dormire.

Il dottore di famiglia l’aveva obbligata a farsi somministrare una flebo per evitare il deperimento e ci aveva messo mesi per tornare, almeno all’apparenza, quella di prima. Aveva anche perso la voce per un certo periodo, per poi recuperarla appieno quando il momento buio era passato.

Kaito lo sapeva che la ferita di Damon era chiusa solo in superficie e non poteva permettere a quell’idiota di un Ootori di riaprila e girarci dentro un coltello.

Una volta entrati nel locale, furono raggiunti dalla cugina di Rossana che con la rossa non c’entrava nulla: era piccola e minuta, con capelli e occhi neri.

Era una cugina da parte di sua madre, quindi puramente Giapponese, dopotutto.

Dopo le presentazioni – Rossana era convinta che sua cugina Mineko avesse uno spiccato interesse per Mori – seguirono la festeggiata nel privè mentre sussurri fin troppo udibili li accompagnavano: ovviamente qualcuno aveva riconosciuto Rossana.

«Rossana-chan non ti secca il fatto che ti riconoscano in continuazione?» le chiese Kimie.

«No, non più di tanto. Ovviamente se esagerano mi da fastidio, ma finché mi riconoscono o mi chiedono un autografo, non mi crea disturbo. Dopotutto senza fans non sarei famosa, no?» replicò la rossa, sentendo che qualcuno richiamava la sua attenzione toccandole la spalla.

Voltandosi vide una ragazza giapponese, più grande di lei che le sorrideva: le chiese un autografo per lei e sua sorella, le fece una foto e tanti complimenti.

Firmò qualche altro foglio di carta, ma poi alcuni della security intervennero, allontanando i ragazzi: Rossana li ringraziò e salì le scale, vedendo che in cima ad esse vi era Kyoya.

Stava guardando in giù verso di lei, con insistenza.

«Posso sapere cos’hai da fissarmi?».

«Nulla. Mi stavo solo chiedendo perché Kaito è convinto che possa ferirti».

«Cosa ti ha detto quell’idiota?».

«Mi ha confessato di essere innamorato di te e mi ha minacciato: se dovessi ferirti in qualche modo me la farebbe pagare».

«Razza di idiota, andare in giro a minacciare la gente… Che stupido» disse la ragazza, guardando sorridente verso Kaito che si divertiva a tenere una fetta di torta lontana da Honey.

«Ne deduco che tu sapessi dei suoi sentimenti».

«Sì, si è confessato quando sono arrivata qui. Ha detto che erano mesi che lo teneva nascosto, ma voleva dirmelo di persona anche se sapeva che non avrei ricambiato. Per me lui è il fratello che non ho mai avuto».

«Non lo stai ferendo in questo modo?».

«È stata una sua scelta rimanermi vicino come amico, non l’ho obbligato. Ora se permetti me ne vado dagli altri, non dovremmo nemmeno parlarci, se non ricordo male».

«Io ti avevo chiesto di prendere le distanze, non di fingere che non esistessi».

«Abituati. Perché questo è il mio modo per prendere le distanze da te» gli rispose Rossana, senza accorgersi che Kimie li stava ascoltando, capendo che tra il suo possibile fidanzato e la cantante ci fossero molte cose non dette.

 

Buonasera cari lettori e lettrici, se c’è qualcuno s’intende! XD. Ringrazio chi segue e recensisce questa storia, vi aspetto, mi raccomando!

Lena

   
 
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