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Autore: fredlove    14/02/2014    3 recensioni
«Cambiando discorso. In ufficio, sembri diversa.»
«Come?»
«Diversa. C’è qualcosa che non va?»
«Nulla. » ingoiò un sorso di vino, sperando che lui non andasse oltre con il discorso.
Ma la speranza è vana, specie se si tratta di Oliver Queen e la sua testardaggine.
«Nulla, dici? Nulla a che vedere con le voci di corridoio? Con il modo di fare della Rochev. Nulla di nulla?»
Lei deglutì. «Non so dove vuoi andare a parare, ma lascia perdere. Okay?» lo guardò.« Intendo nulla. Fermo. Non fare niente.»
Oliver la guardò serio.«Posso..»
«No. Nulla,» poi cambiò tono di voce.
Da perentorio, era diventata dolce. «Non c’è bisogno. Non sono la ‘donzella in pericolo‘. So gestire i tuoi sbalzi d’umore, quindi una cosa simile è più facile.»
Lo sguardo scioccato di lui, la fece scoppiare a ridere.

[...]
Ho tentato.
Ma non so, nemmeno farmelo piacere.
Non riesco con Oliver e Felicity. Come se temessi di uscire troppo dai personaggi.
Leggete e ditemi se vi aggrada.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I sentimenti devono essere sempre in libertà. Non si deve giudicare un amore futuro in base alla sofferenza passata.
Paul Coelho.
 
 








 
Felicity era ancora al pc, quando Oliver tornò nella fonderia.
Sapeva che quel momento sarebbe arrivato. Sarah di nuovo a casa. Laurel.
E la scelta di Oliver tra le due sorelle.
«Stai bene?»
«Sono solo stanco. Voglio solo.. riuscire a chiudere gli occhi per un attimo e farmi una vera dormita come si deve!»
Era la prima volta che diceva ciò che pensava realmente.
Davanti a lei.
«Oh, okay. Allora continuo domani…»
Oliver si voltò a guardarla.
«Su cosa stai lavorando?»
«Telecamere di sicurezza della prigione. E di aereoporti, stazioni… se Sarah dice il vero, meglio essere previdenti e vedere chi entra ed esce da Starlign City. No?»
Oliver annuì soltanto, mentre lei si voltava a guardarlo.
«Stai bene? Certo, so che te l’ho chiesto prima… e che ..forse non sono affari miei. » ammise.
«Cosa vuoi che ti dica, realmente?» le chiese sconfitto. «Che non so in che punto del muro andare a sbattere con la testa? Che ho una fottuta paura di vedermi scivolare tutto dalle mani? Cosa?»
Felicity rimase un attimo in silenzio.
«Scusa, Oliver. Ma pensala così. Sarah è di nuovo a casa. No?»
Lui la guardò e scosse il capo. « E credi sarà tutto più facile?»
«Non ti fidi di lei?»
«Non è questione di fiducia, Felicity.» la guardò nuovamente , prima di dire «Ho paura di affrontare il mio passato. Laurel, Sarah. Insieme.»
La ragazza non si azzardò ad avvicinarsi. Alla fine del discorso, qualunque esso fosse, la questione era sempre la relazione di Oliver con le due sorelle Lance.
Felicity, deglutì.
Non ci sono solo loro due, Oliver. Ci sono io per te. Ci sono da quando tutta questa faccenda del vigilante è iniziata. Tu mi hai messa in campo.
«Oliver il passato lo dovrai affrontare. Prima o poi, capita a tutti. » emise un sospiro. «Ma quando lo farai, ricordati solo una cosa. Meriti di essere felice, anche nella vita che conduci. Non puoi permettere al ‘vigilante’ di avere la meglio sulle tue relazioni. Finirai per perdere te stesso, e chi ti sta intorno.»
Rimase stupita di se stessa. Cercando di capire da dove aveva preso quelle parole. Oliver l’aveva guardata in silenzio per tutto il tempo.
«Beh.. . io, meglio che vada ora. Buonanotte , Oliver.»
«Notte, Felicity.»
E rimase fermo a guardarla mentre si allontanava.
 
 

Venti minuti più tardi, lei era rientrata nel suo appartamento. Imbarazzata suo malgrado, per ciò che aveva pensato.
Anche se la causa era sempre Oliver e quel suo essere indeciso tra Sarah e Laurel.
Si sciolse i capelli, passandovi una mano in mezzo.
Cos’hanno loro due, tanto da attirarlo? Laurel.. è bella vero. Intelligente. È stato il suo primo amore, se così si può dire. Sarah, è… lei. Hanno passato i momenti peggiori sull’isola.
Si guardò allo specchio, quello grande nel corridoio.
A te cosa manca, Fel, per attirare le sue attenzioni?
A quanto pare lei doveva rimanere solo la sua partner, assistente segretaria.
Sorrise triste, mentre si dava della sciocca ragazzina.
Alla fine era caduta nel classico. Si era innamorata di lui. Anche se sapeva che sarebbe stato assolutamente impossibile.
Alla fine lavorare per lui, e con lui… aveva cambiato il suo modo di vederlo. E ne era irrimediabilmente attratta, suo malgrado.
Lui non ha storie con quelle come me.
Lui non le guarda nemmeno quelle come me!
«Devo essere impazzita, nel parlargli in quel modo. Non mi stupirei se domani mattina non volesse nemmeno più vedermi.»
«Parli da sola?»
La sua voce , divertita, lo precedette.
Oliver era nel suo soggiorno, vicino alla finestra socchiusa.
«Devo mettere le sbarre alle finestre. Almeno userai la porta.»
Lui fece spallucce. «Non ci conterei. Allora parli da sola?»
«Cosa ci fai qui, Oliver?»
«Ho ripensato a ciò che hai detto. Poco fa, al club.» le si avvicinò. «Sul fatto di essere felice, e di non lasciare che il vigilante abbia la meglio sulle mie relazioni. »
«Bene. Allora ascolti quello che ti dico.» lo prese in giro.
Oliver sorrise, prima di annuire. «Ascolto sempre quello che dici. Qualsiasi cosa tu dica, mi entra nella testa.»
«Okay. Dunque?»
«Mi hai fatto pensare. Sul serio.»
«Sarebbe una novità, ma vai avanti. Ti ascolto.»
«Vero. Ho paura di fare questa scelta. Ma devo pur farla, prima o poi no? Laurel non sa chi sono io. Lei ricorda l’Oliver prima dell’isola. Sarah sa chi sono. Prima e dopo l’isola. » la guardò, prima di allungare la mano e scostarle un ciuffo di capelli per metterglielo dietro l’orecchio. «Poi ci sei tu. Con te sono me stesso. Non riesco… a non pensare alla mia giornata senza di te, che mi rimproveri o meno. Ma ho paura di perderti. Se … ti contamino con il mio passato. Con il mio modo d’essere. Non avrei nemmeno dovuto cercarti per il portatile, quel giorno. E finire per infilarmi nella tua macchina, dopo che mia madre mi aveva sparato.» le guardò le labbra, poi il resto del viso. Fissandola infine negli occhi. «È tutto questo che mi frena, con te.»
Felicity era rimasta in silenzio. Sentendo quella… dichiarazione di Oliver, sapendo che gli veniva dal cuore.
«Oliver… io…»
«Ho paura, Felicity. Del futuro.»
«Ma?»
Lui sorrise. «Come fai a sapere che c’è un ma?»
«Ti conosco.»
«Forse troppo.» ammise lui, prima di continuare. « Ma .. voglio provare a concedermi quel poco di felicità. Con te. Sempre se… me lo permetti.»
Felicity rimase un attimo in silenzio, mentre lui si chinava e la baciava dolcemente sulle labbra. Poi si scostò.
«Troppo veloce?»
«No. Al momento giusto direi.»
E fu lei a far leva sulla punta dei piedi, per baciarlo sulle labbra. Circondandogli il collo con le braccia, mentre lui la stringeva forte in vita. 





 
   
 
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