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Autore: Sabriel Schermann    15/02/2014    2 recensioni
“A volte, guardando il cielo infinito, provo un enorme senso di tristezza.
Il mio passato pesa sulle mie spalle più di quanto pensassi.
Ogni volta che ripenso a lui, mi sento così debole e fragile. Un senso di vuoto e malinconia mi avvolge, e non riesco più a liberarmene.
Mi sento così stupida. Adesso che è tutto finito, non c'è più nessuno su cui io possa contare.
Sono sola come una foglia nel vento d'estate".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Riven
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Riven se ne fu andato, Musa si sedette sul letto e restò qualche minuto come in catalessi: sentiva scendere le lacrime sul viso, ma non faceva nulla per asciugarle e attenuare un minimo quel terribile dolore al petto.

Non capiva bene nemmeno lei ciò che sentiva: un senso di vuoto e tristezza, eppure nessun dolore così forte come le altre volte.

Delusione, forse. Da parte del padre, soprattutto.

Poi, la sua mano si mosse da sola: asciugò le lacrime e si guardò intorno.

Non era mai stata nella stanza di Riven prima di allora.

Così la curiosità di sapere in quale ambiente vivesse il suo ragazzo prese il sopravvento e si alzò per osservare tutto più da vicino.

Poi si ricordò improvvisamente la discussione avvenuta qualche minuto prima, e modificò la parola “ragazzo” con “ex-ragazzo”.

Ma non aveva tempo di pensare a quello: mossa da una forza superiore alla sua volontà, cominciò ad aprire tutti i cassetti della piccola scrivania della stanza, cercando qualcosa di non chiaro nemmeno a lei.

Improvvisamente, spostò lo sguardo su una foto di Flora ed Helia appesa al muro: la cornice era finemente decorata e sulla parte superiore c'era incisa una data.

Probabilmente era la data del loro fidanzamento.

Intuì quale doveva essere il letto di Riven da una loro foto in primo piano sul comodino scattata qualche mese prima: si ricordava bene quella serata.

Erano successe molte cose, forse le più emozionanti in tutta la sua vita.

Per la prima volta, aveva provato un insieme di sensazioni sconosciute, e l'autore di tutto ciò, era naturalmente lui, il suo ex-ragazzo.

Non le piaceva chiamarlo così, ma era la verità.

Cercò di scacciare questi pensieri, quando la forza magica che nutriva la sua curiosità la spinse ad aprire il cassetto del comodino di Riven.

Dentro ci trovò fazzoletti, una penna e vari foglietti strappati.

Sembravano frasi prese da testi poetici, o citazioni.

Non sapeva assolutamente che Riven collezionasse tutto questo.

Ne prese uno a caso, e riconobbe la scrittura del ragazzo:


Il sole notturno

sussurra

lo spirito delle parole


Musa rifletté sul significato di quelle parole.

Ma era lungo e complesso identificarlo, così continuò a cercare, fino a quando non trovò un piccolo diario.

Rimase stupita da quella scoperta.

Riven che scriveva un diario? Proprio lui? Ma com'era possibile?

Ma proprio mentre stava per aprirlo, il suo cellulare si mise a squillare.

Rispose senza guardare il display, e riconobbe subito la voce preoccupata di Bloom.

Musa, dove sei finita? Ti abbiamo cercato dappertutto, possiamo andare adesso, abbiamo ottenuto il permesso da Codatorta”, disse la fata tutto d'un fiato.

Musa riuscì a biascicare un “arrivo” e si affrettò a chiudere la telefonata.

Si mise a studiare ancora attentamente il diario, ma non aveva tempo di aprirlo, così se lo mise in tasca.

Per fortuna aveva sempre portato pantaloni abbastanza larghi e il diario non era grande.

Poi infilò il biglietto dentro l'altra tasca, chiuse il cassetto e uscì dalla stanza.

   
 
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