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Autore: _ToMSiMo_    15/02/2014    2 recensioni
"Durante la settimana successiva parlare con lei non fu affatto facile. Il ragazzo del giornale non era più così preciso,e non riuscivo sempre a svegliarmi alle 6 meno dieci per via del mio lavoro. Gli unici salve che mi disse,furono quasi sussurrati. In 14 giorni,ci salutammo solo 4 volte." Bill racconta una sua storia,la sua storia con Mia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A tutte voi che siete arrivate qui,
per Alessia,
per Eleonora,
per Mia.
 
Ho letto dieci volte queste pagine, una per ogni anno che abbiamo dovuto passare lontani. All’inizio avevo pianto, pianto fino a non respirare più. Avevo cambiato vita e il primo anno ero sopravvissuta a stento. Ma poi mi ero fatta forza;  sono una donna e nessuna donna deve stare così male per un uomo, soprattutto se l’uomo in questione  è un bugiardo che ti ha nascosto qualcosa che avresti accettato pur di essere Sua per sempre. Non nego che mi manca, mi manca come non mi è mai mancato nessuno e leggere che anche io manco a lui è una soddisfazione. Vorrei che vivesse con il senso di colpa per tutta la vita, non merita di avermi. Non me ne frega se ho pianto ogni volta che parlava di me come l’unica cosa che conta al mondo; ha detto di fargli sapere se sono felice. Si. Sono felice. È questo che gli dirò quando lo vedrò, ed è questo che ho cercato di dirgli in tutti questi anni: sto bene. Sono a pezzi ma non in frantumi. Ti sopravvivrò Bill, contaci.
Da quando mi ha detto la verità ho ascoltato tutte le sue canzoni: erano tutte per me. Mi sono innamorata della sua musica; oltre il danno la beffa. È sempre stato così stronzo? Mi manca anche il fratello, come se non bastasse e la sua fidanzata e sua nipote che non ho mai conosciuto. Mi sono persa così tanto ma non posso dire di non aver ostacolato tutti i suoi piani per trovarmi. Perché? Volevo che pagasse per essersene davvero andato. Lo avevo chiesto io ma non credevo sarebbe mai successo!
Mi sono iscritta dopo un anno ad un forum e cosa ci trovo? Fans che piangono per lui e così mi sono sentita meno sola: se qualcuno lo ama magari Bill riesce a sopportare meglio l’inferno in terra. Ho letto qualche intervista, ho visto i loro video e avevo sempre il suo sorriso stampato in testa. Quando mia zia è venuta a mancare,  ho preso la mia parte di eredità ed ho iniziato a viaggiare. Erano già tre anni che Bill ed io eravamo lontani e volevo sparire per un po’ per avere una possibilità diversa. Sono andata in America e ho conosciuto un uomo. Lui è sempre stato gentile con me e così dopo tanti corteggiamenti siamo usciti insieme e dove mi ha portata? Al concerto dei Tokio. Tony era perfetto e ho fatto finta di non conoscere la band anche se avevo dormito con uno di loro più di una volta. La vecchia me però doveva scomparire e ho messo su un sorriso incredibile. Essendo una persona abbastanza facoltosa Tony aveva i biglietti da prima fila. Non potevo sopportare di stare così vicino a Bill mentre un altro uomo mi teneva abbracciata, così convinsi Tony di voler un po’ di privacy e scambiammo i biglietti con due fans che erano lì dal giorno prima. Sentire Bill dal vivo ha portato alla luce tutto quello che avevo rimosso con fatica in tre anni ma vederlo, quello è stato tremendo. Era un’altra persona: audace, convinta, fiera e capii quello che mi aveva detto nella sua cucina: io avevo visto la sua anima. Niente di più vero. Ogni canzone parlava di me e volevo sia scappare a andare via, sia che lui mi riconoscesse tra tante. Ma Bill, che diceva mi avrebbe cercata per sempre, non pensava neanche che fosse possibile per me trovarmi lì. C’era un cielo bellissimo a Los Angeles dove avevo scoperto lui viveva in quegli anni e la luna rischiarava tutto il gruppo di persone che erano lì per lui. Ho guardato la luna e lui nello stesso momento ha fatto lo stesso. In quel momento ho sperato che lui stesse pensando a me ed ho iniziato a piangere. Tony se ne è accorto e mi ha portata via perché pensava stessi male (non sai quanto!!).  Da allora ho continuato la mia storia con lui, abbiamo fatto l’amore e ho detto basta a Bill. Mi sono trasferita a NY e ho chiuso con quella che ero. Essendo però iscritta sul forum continuavo a ricevere notizie sporadiche sulla sua vita: usciva con una modella, con una cantante, aveva rotto con una ballerina. Più lui frequentava altra gente più io andavo avanti con Tony. Diventato capo del suo ufficio una sera mi chiese di sposarlo ed io accettai. Erano già passati cinque anni dall’addio a Bill. Non ero più sua e non c’era stata più la primavera nella mia vita; autunni e inverni si sono susseguiti senza sosta.
Seppure Bill avesse mai trovato il mio cognome, dopo il quinto anno Tony mi fece prendere il suo. Ero sparita per sempre e lui un giorno se ne sarebbe fatto una ragione. Fu un matrimonio molto in grande, non conoscevo quasi nessuno e tutti sembravano invidiarmi. Ero una donna sposata con una vita da scoprire, ero bella e le sue colleghe erano tutte così gelose. Ma la vita da sposata mi stava stretta. Dopo il primo anno di matrimonio e il sesto senza Bill, Tony cominciò a mancare alle nostre serate, faceva tardi in ufficio e si arrabbiava ogni volta che io gli facevo notare le sue mancanze. Quando era di buon umore mi faceva sentire la migliore moglie del mondo, altre volte avrei solo voluto scomparire. Le amiche che avevo trovato, tutte fan dei Tokio ovviamente, non riuscivano a capire come mai io continuassi  la mia relazione ma se avessi lasciato Tony avrei avuto di nuovo la speranza di stare con Bill e non volevo, non volevo più sperare.  Nello stesso anno si sposò Tom e avrei voluto davvero fare gli auguri a lui e Sophie ma l’anonimato era la mia migliore arma.
Il giorno del nostro secondo anniversario, Sophie ebbe una bambina e mi sentii zia nonostante non condividessi nulla con quella famiglia. Tony per farsi perdonare tutte le sue mancanze mi portò nel ristorante di un lussuoso hotel a NY. La cena stava andando benissimo, certo mio marito ci provava con la cameriera, ma l’anello al mio dito dimostrava la sua appartenenza. Non sapevo che nello stesso hotel c’era anche Bill. Lo vidi quando uscimmo dal ristorante: lui stava entrando dopo essere stato a trovare la sua nipotina, io ne uscivo tra le braccia dell’uomo che avevo sposato. A casa piansi, avevo sentito il suo profumo ma non avevo potuto fare nulla. Mi accorsi di desiderarlo e di non aver mai smesso di pensare a lui.
Tony voleva un figlio e provava in tutti i modi ad averne uno. Come moglie non potevo mancare in questo ma non riuscivo a restare incinta. Litigammo perché pensava io prendessi la pillola di nascosto e mi fece fare delle analisi. Mi fece fare una cura di sei mesi e ci riprovammo. Restai incinta,  e lui cambiò. Iniziò ad essere geloso di tutto e di tutti, io restavo chiusa in casa per giorni ma bastava una telefona e lui mi portava il mondo. Mi aveva tarpato le ali ma potevo sempre contare sul forum dove ero iscritta da anni e sulle poche amiche che avevo.  La sera del nostro terzo anniversario, decise di portarmi a cena fuori e al ritorno, forse perché aveva bevuto troppo, fui catapultata fuori dalla macchina dopo un grosso incidente. Tony restò illeso, io mi ruppi due costole e persi il bambino che cresceva dentro di me da due mesi. Da quel giorno cambiai io: non volevo che lui mi toccasse, che lui mi parlasse e minacciai di divorziare. Si spaventò e fece come dicevo io; non sarei stata più una moglie succube. Dal forum seppi che Bill tornava in Germania anche se mai in via definitiva. Speravo lo facesse per me. Ero una moglie devastata che amava un uomo che forse non ricordava neanche più il mio viso.
Erano ormai otto anni dalla fine della mia storia con Bill.
Tony continuava a fare come io gli dicevo e le cose tra noi migliorarono: lui aveva un amante e a me andava bene. L’importante era che lui tenesse ben nascoste le cose. Non volevo vedere nessun segno di lei così da far scendere l’amara pillola molto meglio.
Qualche volta faceva l’amore con me  e riprovammo ad avere un bambino; questa volta prendevo la pillola ma questo lui non lo sapeva. Ero già incastrata come moglie, non volevo che anche mio figlio dovesse restare incastrato a sua volta.
Il giorno del nostro quarto anno di matrimonio, ero certa di non amare più Tony. Tornò a casa tardi con la camicia piena di rossetto. Litigammo pesante.
-Chi è la puttana che ti scopa?- gli urlai
-Almeno mi scopa! Io potrei costringerti a fare sesso con me. Sei mia moglie!-
Mi colpì e mi portò a fare l’amore con lui. Inutile dire che da quel giorno lo odiai da morire. Lo odiai perché lui non era l’uomo gentile che mi aveva sposato. Non mi amava e vedeva in me solo una donna da sottomettere. Mi vergognavo di ciò che ero. Lui dava feste su feste nella nostra mega villa e tutti continuavano ad invidiarmi.
-Come sei bella!-
-Come sei fortunata!-
Ma erano loro i fortunati. Dopo due ore di vino e caviale potevano uscire da quella merda.  Io ero costretta ad assecondare quello stronzo di mio marito. L’anello stupendo che mi aveva regalato quattro anni prima era solo un peso.
Nove anni senza di Bill. Bill che mi mancava come l’aria, il Bill a cui avevo consacrato la mia anima.
Ero sposata da quattro anni  e mi sentivo in gabbia da 2 e mezzo. Era questo quello che meritavo per non aver permesso all’uomo che amavo da morire, di chiarire con me?
Quando su tutti i forum si seppe del trasferimento di Bill in Germania, io ero a Parigi. Mio marito voleva passare del tempo con la sua mogliettina e presumo con la sua amante che era stata trasferita. Ero a casa: alloggiammo nello stesso hotel dove avevo perso la verginità ma questo non lo dissi a Tony.
Era primavera.
Tony aveva rinunciato ad avere un figlio da me e mise incinta la sua bella amica francese. Me lo disse qualche mese dopo, aveva paura. Erano quasi cinque anni di matrimonio e continuava a tenermi chiusa in casa come se potessi mai andarmene. Passava sempre poco tempo con me e dormiva nella stanza degli ospiti. Un divorzio? Neanche morto, io ero sua.
Sua? Come se potessi essere davvero di qualcuno tranne che di Bill.
Fu quando noi festeggiamo il quinto anniversario che uscì sul forum la prima pagina del racconto di Bill.
All’inizio pensavo ad una fanfiction ma scoprii ben presto che lui stava descrivendo me. Lui si era riconosciuto nei miei occhi come io mi sono riconosciuta nei suoi. È stato amore ed ero troppo piccola e troppo stupida per rendermi conto di quello che stavo perdendo. Oh amore, aspettami. Fu uno strazio leggere della nostra storia. Sarei voluta correre da lui ma Tony mi pedinava, mi teneva sotto controllo. Lessi tutto quello che scrisse e decisi: non sarei stata più la moglie trofeo dell’uomo d’affari più ricco di NY, mi sarei accontentata di essere la fidanzatina di Bill. Bill che mi chiedeva attraverso quelle pagine di perdonarlo quando sarei dovuta essere io a farmi perdonare. Io che almeno sapevo dove lui fosse ma che non avevo mai avvicinato per paura. Paura di cosa? Di perderlo?
Feci la valigia: non volevo tutti i vestiti costosi e i gioielli. Mi feci aprire la cassaforte dell’avvocato e presi l’unica cosa di cui avevo bisogno: la collanina di Bill. Firmai le carte del divorzio e non aspettai neanche che Tony tornasse dal lavoro. Non volevo niente, era tutto suo, in cambio lui mi dava la libertà.
Una volta fuori da quella casa che era un inferno, presi il primo aereo e scappai. Anche io avevo una villa a cui badare e un uomo da cui tornare.  
Ed eccomi qui, seduta in taxi mentre torno alla mia vecchia casa.
La vedo da lontano e sussulto, l’erba è alta, il vento ha rotto la veranda e sembra essere una casa abbandonata da secoli invece che dieci anni. Mi vedo mentre corro con Bill, mentre mi bacia sul prato. Pago l’autista e scendo. Corro alle porte dalla villa accanto alla mia. Mi batte il cuore.  È rimasta intatta e sento ancora l’eco del nostro amore. Sono troppo emozionata e non mi reggo in piedi ma all’improvviso la porta si apre, e sono pronta all’incontro che cambierà le nostre vite.
Ma non esce Bill. È la moglie di Tom che mi corre incontro come se non fossero passati anni ma qualche settimana.
-SEI TU!- urla.
-Come hai fatto a riconoscermi?- le chiedo
-Chi può fissare imbambolata questa casa e mettersi quasi a piangere. Sei mancata a tutti. Abbiamo dovuto sopportare dieci anni di crisi esistenziali..- mentre continua a raccontare veniamo distratte da una bambina che si aggrappa alle sue caviglie
-Mamma chi è questa?- chiede
-E’ una amica di zio Bill- fa le presentazioni – lei è mia figlia-
Le sorrido. È una bambina bellissima e sono felice che abbia rallegrato la vita di Bill fino a questo punto.
-Tesoro, perché non entri dentro? Facciamo un caffè a…- si ferma. Non conosce il mio nome ma poi fa un cenno con la mano come se la cosa non le importasse davvero.
Mi accompagna dentro e il ricordo del mio ultimo litigio con Bill mi entra sotto la pelle.
Mi offre il caffè in bicchieri di carta e il ricordo del suo taglio mi fa sorridere.
-Bill non c’è, ma se vuoi possiamo andare da lui- mi dice ed io inizio a tremare- oppure puoi andare solo tu. Ho qualche pass se ti fa piacere-
Le sorrido. Non ha perso la gentilezza.
-Amore- dice rivolta alla bimba- mi porti la borsa?- riconosco il sorriso di Tom sul visetto della bimba che annuisce alla madre senza fare domande.
-Come sta Tom?- chiedo
-Sempre bene, ora sta per avere un altro impiccio!- mi dice e si indica la pancia.
La mia faccia sorpresa la fa ridere –è un’altra femminuccia. Strano come il Kaulitz più donnaiolo sia sempre pieno di donne!- ride.
La nipotina di Bill le porta la borsa e lei mi dà i pass.
-Mi raccomando, se sviene, prendilo a calci da parte di noi tre-  Sorrido.
-Grazie. A che ora inizia il concerto?-
-E’ già iniziato ma puoi sempre raggiungerlo nel Back- prende il cellulare e chiama qualcuno.
Appena finisce la chiamata si alza e mi accompagna alla porta.
-Ho avvertito Ali che sta arrivando una mia amica dalla seconda entrata. Vai tranquilla. Sono contenta che tu sia qui- mi abbraccia ed io vado via.
Sono pronta a tutto. Pronta a volerlo ancora e ancora e ancora tra le mia braccia.
Arrivo all’entrata che mi ha suggerito Sophie e cerco un uomo che si chiama Ali. La voce di Bill è così vicina come è vicino lui. Mi fanno entrare e aspetto nella sala dove piano piano mi raggiungono anche le altre fans. Riconosco una persona e corro da lei: Eleonora.
-OMMIODDIO SEI TU!- urla.
-Ciao, potresti tenere il segreto per un po’? – le dico.
-Dove è Sophie?- si gira a cercarla
-Credo che sia rimasta a casa-
-No eccola- ci giriamo e Sophie entra dalla porta principale. La piccola corre tra le braccia di Eleonora e inizia a giocare con i suoi capelli.
-Non potevo perdermi per nulla al mondo l’incontro- ride.
Mi passa un paio di occhiali scuri, mi nasconde i capelli dentro una sciarpa enorme e poi costringe Ele ad uscire dalla stanza.
Le altre fans non capiscono tutta l’attenzione che la moglie di Tom e quella di Georg mi stanno dedicando ma quando le urla dall’altra parte del concerto si fanno più acute so per certo che tutto è finito e che Bill è vicino. Lo sanno anche loro che smettono di guardarmi.
Aspetto. Conto i secondi. Sta per succedere. Ho impiegato dieci anni per capire quale fosse il mio posto nel mondo ed ora lo so.  Non ho più paura, voglio solo che l’incontro avvenga più velocemente possibile.  Non ho pensato ad un rifiuto ma ora come ora me ne importerebbe ben poco: ho bisogno anche solo di sapere se lui è felice.  Mi sono detta che sono qui solo per rinfacciarli che ora sono felice, ma in realtà è tutta una menzogna. Io sono qui per essere felice.
Il primo che entra è Gustav. Sorride a tutte e inizia a firmare.
Poi entra Georg e vedo Eleonora dall’altra stanza sorvegliare il marito. Sorride anche lui e inizia con gli autografi.
Ecco Tom, sorridente e con un pantalone stretto. Guarda sua moglie e le fa l’occhiolino: sa che è sorvegliato.
Gustav mi firma il pass poi lo fa Georg e Bill ancora non si vede.
Inizio ad imprecare in tutte le lingue, quanto dovrà durare questa tortura? Ma proprio mentre Tom firma il mio pass, Bill entra dalla porta.
È bellissimo. I capelli corti, total black, poco trucco e un finto sorriso. Inizia dalla prima tipa e sorride ad ognuna di loro.
Gentile e carino con tutte. Io sono l’ultima.
Mancano due persone prima di me e il pass mi cade a terra, mi abbasso per prenderlo e Bill fa lo stesso. Posso respirare il suo profumo e mi rendo conto che non è mai cambiato. In un attimo ho dimenticato dieci anni. Non penso più alla moglie che ero. Anzi. Penso alla moglie che diventerò perché a costo di aspettare altri dieci anni, sono sicura che sposerò questo bellissimo uomo. Ho ventotto anni e lui ne ha quattro più di me, ma in quel momento siamo due bambini.
So che tutti ci stanno guardando, anche sua cognata e i suoi amici.
Mi porge il biglietto e sorride. Un sorriso vero.
-Ciao! Piacere Bill- un altro sorriso.
Ti prego non svenire mi dico. Ti prego resisti.
Mi guarda incerto come se non avessi sentito il suo nome. Chi se ne frega del suo nome. Stavo aspettando questo momento da una vita e sono certa che anche lui aspetta lo stesso.
Ripete il suo nome.
-Piacere sono Bill-
- Sua.-
Il silenzio cade su tutta la sala, nessuno dice nulla e non c’è più nessuno tra di noi. O meglio, a nessuno di noi due importa degli altri. Siamo due anime gemelle e ci siamo riconosciute, ci siamo amate da lontano e siamo state legate dalla prima volta in cui ci siamo guardati negli occhi.
-Come scusi?- mi chiede. Leggo il terrore sul suo volto ma anche l’amore che non pensava più di poter trovare. Sa che sono io.
-Piacere Sua. Sua per sempre-
 
 
***
Sono passati due anni dal nostro incontro. Quel giorno l’ho stretta tra le braccia e mi sono sentito di nuovo intero. L’ho portata a prendere un caffè, nei bicchierini di carta, e mi ha parlato della sua vita. Eravamo vicini eppure così lontani. 
Oggi invece è una moglie bellissima, le ho dato il mio bellissimo anello e mi ha sposato con una cerimonia privatissima. Sophie ed Ele sono stata due damigelle stupende. Lei invece mi ha dato un bambino bellissimo come lei. Lo stiamo crescendo pieno di vizi e Tom me lo rinfaccia sempre. Siamo andati a vivere nella sua vecchia villa che ho reso sicura per un bimbo di un anno. Litighiamo ogni tanto ma nessuno di noi vuole più scappare. Nessuno scappa più da nessuno. Ha ripreso a vivere ed è tornata dove doveva stare: tra le mie braccia. La amo. Non posso neanche descrivere quanto ma è l’unico amore che conosco.
Lei è perfetta ed io sono suo.
Ah, come si chiama? Non lo saprete mai! Ma di sicuro finisce con Kaulitz.


Ed eccoci qui, alla fine. Finalmente!!! Vi avevo avvertito della sorpresa (il cambio di POV) e del cambio di stile: la cruda realtà. So che magari non è come ve lo siete aspettate, ma volevo mostrare quanto possa incidere la realtà e la bruttezza (alcune volte) della vita sulle persone. Grazie per essere arrivate qui, per aver atteso e amato Mia come se fosse vostra e in effetti lo è. Mia è tutte voi, potete mettere qualsiasi nome prima di Kaulitz e non smettere di sognare. Ma per essere sicure: che nome dareste voi a Mia? Spero di divertirmi a leggere le vostre risposte e di sentire le vostre critiche e le vostre recensioni che non sono mai mai banali. Un bacio, alla prossima !

 
  
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