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Autore: _ToMSiMo_    15/02/2014    1 recensioni
Vanille, una giornalista in erba. Il suo capo, un grande stupido. A cinque dei suoi allievi dà un incarico preciso. A qualcuno più difficile dell'altro. Solo lei deve vedersela da sola.. Riuscirà ad ottenere un posto in prima pagina? (Tratto dal primo capitolo: -Cosa devo fare? Servizio su una catastrofe? Inventare balle varie?- rispose Vanille mentre apriva la cartellina. All’interno un paio di fogli con delle critiche,interviste,una busta con dei soldi e delle foto. -Deve scoprire il segreto della “diva isterica”- girò la pagina. Le apparve l’immagine di una persona vista mille volte. )
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come aveva immaginato, Vanille non dormì molto quella notte: aveva paura di essere trascinata e legata nella stanza segreta; ma poiché niente di quello che immaginava successe, la mattinata che stava arrivando sembrò più rosea. Alexa era molto sospettosa e guai a lasciare sua madre e Vanille da sole in cucina! Doveva proteggere il suo amore a tutti i costi, senza se e senza ma. Bill, da parte sua, continuava a comportarsi come il padrone di casa piuttosto che futuro genero. Tom si alzò tardi, e Vanille sperò con tutto il cuore di non dover servirgli la colazione. Dopo un’attenta analisi di Jim e Daniel, la giornalista, si rese conto che nessuno aveva segni di lotta evidenti sulle braccia e sul volto. Ma, la donna che Vanille era, provava un timore reverenziale verso tutti gli uomini della casa.
-Vanille cara, perché tu e Alexa non vi occupate della camera di Bill?- chiese Giselle mentre imbandiva una tavola per la colazione.
-Certo mamma, andiamo subito- rispose la figlia e in men che non si dica, trascinò Vanille fuori dalla cucina.
Non parlarono finché non arrivarono alla camera di Bill. Alexa si accertò di non essere spiate e chiuse la porta a chiave.
Il rumore della serratura, spaventò la giovane infiltrata, che cominciò a sentirsi in trappola: che avessero organizzato tutto, per liberarsi di lei?
-Allora- iniziò Alexa- a chi lo hai detto? – e mise una mano nella tasca.
-A nessuno, a nessuno a nessuno LO GIURO!- si difese Vanille con il cuore in gola e il fiato corto.
-Okok ti credo- e tirò fuori l’anello che Bill le aveva regalato – Ti ho spaventata! Scusa!- le sorrise Alexa.
-Non ho dormito molto bene – si giustificò – e a quanto so neanche tu! –
-Che vorresti dire?-
Mancavano quasi tre giorni prima della consegna del suo articolo e non aveva ancora trovato nulla di fondamentale su Bill-ladiva-Kaulitz. Se si fosse trattato di Tom sarebbe stato tutto molto più semplice: lo avrebbe accusato di assassinio e lo scoop sarebbe stato assicurato, ma con Bill? L’unica cosa che conosceva di lui era la sua donna. Se tutto fosse andato male e non ne avrebbe ricavato nulla di eclatante, avrebbe scritto di Alexa. Oppure, se fosse riuscita a scoprirlo, delle sue uscite notturne.
-Ieri sera, ero scesa per andare in bagno e ho visto Bill uscire…-
-Uscire per andare dove?- domandò con sorpresa.
-Alexa, credevo fosse uscito per venire in camera tua!-
Quello che Vanille lesse nei suoi occhi, in quegli attimi, fu il terrore. Che neanche lei sapesse delle uscite segrete di Bill?
 -No, noi non ci vediamo quasi mai la sera- Alexa rimise l’anello in tasca come se la sua presenza le danneggiasse la mente.
-Non lo sapevo, mi dispiace-
Passarono minuti che sembravano ore e la conversazione non riprese. Sistemarono il letto e la scrivania e la giornalista non trovò nulla di eclatante: solo parole d’amore e nessun segreto.
Vanille si occupò delle tende mentre Alexa si chiuse in bagno per lavare la mega vasca.
Prima di uscire da quella stanza, la ragazzina innamorata si rivolse a Vanille.
-Che ne dici di aiutarmi a scoprire dove è andato Bill ieri sera?-
I sensi di giornalista si attivarono subito; le si accesero automaticamente alla parola “scoprire”. Tutto in lei cantava vittoria, soprattutto adesso che poteva  farlo senza temere di essere scoperta. Alexa, gelosa e a alquanto sospettosa non poteva chiederle cosa migliore. Avrebbe sicuramente invaso la sua privacy ma la sua amica poteva difenderla.
-Certo, so già da dove iniziare- le rispose.
Ed eccola con il suo spirito di investigatrice ritrovato, pronta a tutto. Si avvicino di nuovo alla scrivania e tentò di aprire i cassetti che non avevano pulito.
-Attenta, Bill è meticoloso, se ne accorge!-
-So essere molto brava. Non se ne accorgerà-
Il primo cassetto non era importante: testi di canzoni, CD vuoti, bozze di contratti. Vanille sapeva riconoscere gli indizi quando ne trovava uno:  pezzetti di carta, numeri scarabocchiati, poca attenzione ai dettagli. Ma in quel cassetto sembrava essere tutto organizzato.  Nel secondo cassetto , invece, trovarono un’agenda di pelle.
-Posso aprirla?- chiese Vanille.
-Non potresti ma devi- la donna gelosa che Alexa era  in quel momento le diede la libertà di aprire quel diario.
Appunti di testi, incontri con il produttore, numeri di telefono  ma nulla che poteva dimostrare cosa dovesse fare Bill di notte.
Controllò tutte le date finché non arrivò al giorno prima. Fino alla mezzanotte, gli appunti erano segnati con inchiostro nero, sulla linea e senza sbavatura. Dopo la mezzanotte Bill era stato poco attento: aveva segnato con la matita diversi numeri, che secondo Vanille potevano essere date o orari, e una sigla: WP.
-Conosci qualcuno che si chiama WP?- chiese all’amica
-No,  nessuno che sia mai venuto qui!- rispose allarmata
La giornalista tornò all’attacco e sfogliò la rubrica alla fine dell’agenda. Nessun WP era segnato con la stessa calligrafia degli appunti e delle note, ma Vanille notò che un solo numero era stato cancellato. Le saltò all’occhio perché Bill aveva pasticciato con l’inchiostro, macchiando le ultime pagine.
-Di chiunque fosse questo numero, Bill non lo ha scritto e neppure cancellato!-
-Come lo sai?- chiese Alexa
-Il tratto non è leggero come il resto, infatti, alcuni numeri sono ancora leggibili nelle altre pagine, e poi Bill quando cancella qualcosa, si limita a sbarrare la parola. Chi ha fatto questo, voleva che il numero non  si leggesse più-
-Come lo hai capito solo dando uno sguardo ad alcune pagine?- chiese la bruna.
Come lo aveva capito? Era il suo mestiere?
-Non è importante come io lo abbia capito, ma Alexa tra la stanza segreta di Tom e il tuo pseudo fidanzato che scappa durante la notte, tu non credi che ci sia qualcosa sotto? Inoltre non siamo le prime che aprono questa agenda e invadono la sua privacy-
Vanille si chiese se fosse stato Tom ad occuparsi di quel numero cancellato così brutalmente tanto da bucare il foglio. Perché qualcuno avrebbe dovuto prima scrivere e poi cancellare ?
-Pensi che possa essere stato qualcuno dei tuoi cugini?- le domandò Vanille.
-No! Loro non posso pulire le camere-
-Questo non vuol dire che non siano entrati qui-
Mentre Vanille cercava altri indizi sulla sigla WP, sentirono qualcuno avvicinarsi. Rimisero tutto a posto e tornarono, in men che non si dica, alle loro mansioni. 
In un attimo qualcuno abbassò la maniglia ma poiché era chiusa a chiave, la porta non si aprì.
-Hey chi c’è?- chiese Tom dall’altra porta.
-Tom- rispose Alexa andando ad aprire la porta- siamo noi – lo fece entrare.
Tom Kaulitz quella mattina era un dio. Capelli legati, pantalone aderente e t-shirt nera.
-Oh Vanille buongiorno- le sorrise.
-Salve Tom- disse Vanille uscendo dalla porta senza voltarsi indietro. Era così vicina al segreto da non aver tempo per l’esperienza personale. E francamente, voleva evitare di diventare cibo per i vermi.
Mentre scendeva le scale pronta a tornare da Giselle, Tom la chiamò.
-Vorrei parlare un attimo con te nella mia stanza, grazie-
Non le diede neanche il tempo di rispondere, lei era tenuta a presentarsi nella sua stanza e Alexa sembrò obbligarla con il suo sguardo.
Quella mattina non c’era odore di sesso, il letto era disfatto solo a metà e Tom sedeva alla scrivania.
-Cosa volevi?- gli chiese Vanille aggiustandosi la coda di cavallo dal nervoso. Che avesse scoperto quello che avevano fatto lei o Alexa?
- Cosa facevate nella stanza di Bill chiuse a chiave?- le domandò.
-Ci nascondevamo, sai! Che potevamo fare? Pulire, mettere a posto, lavare… quello per cui vengo pagata-
-Sei sprecata per fare la donna delle pulizie e inoltre non sei neanche granché come cuoca. Perché ti ostini?- si alzò e si diresse all’armadio. Lo aprì e  tornò da lei pochi attimi dopo con una busta di carta pregiata e una scatola.
-Che devo fare?-
-Ti sto invitando ad un evento. Vorrei che ci venissi con me-  mise una mano dietro la nuca e con fare imbarazzato le porse i due oggetti.
-Non posso, devo lavorare!- si scusò Vanille e rifiutò sia l’invito che il pacco.
-E’ domani sera e sono sicuro che nessuno qui sentirà la mancanza delle tue mansioni. Alle sette si scende. Indossa quello che ti ho dato e sciogliti i capelli-
Vanille cercò di rifiutare ancora una volta ma prima di rispondere Tom si affrettò a rispondere al cellulare che solo lui aveva sentito suonare. Mentre Tom si allontanava, la giornalista, si avvicinò alla scrivania e per sua fortuna riuscì con la mano libera, ad aprire l’agenda che Tom lasciava incustodita accanto al portatile. Arrivò alla sera prima. Prima di mezzanotte Tom aveva segnato il nome di Jim e Daniel e quello di tre donne e Vanille associò quei nomi alla serata alla stanza segreta (possibile che ci fossero stati  tre omicidi solo la sera prima?).  Dopo la mezzanotte non c’era nessun nome e nessun numero. Tom stava rientrando ma lei doveva prima fare una cosa: aprì la parte finale dove c’era la rubrica e si accorse che sotto la W era segnata la sigla WP con il numero associato. Non fu veloce a leggerlo che Tom rientrò. Finse di star leggendo l’invito che Tom le aveva consegnato.
-Allora hai pensato alla mia proposta?- chiese ancora una volta il chitarrista.
-Si, se devo per forza essere il tuo soprammobile della serata, certo che verrò- rispose lei sviando l’attenzione all’agenda.
Sembrò d’accordo con le sue parole e l’accompagno alla porta.
-Mi raccomando ai tuoi capelli!- le disse.
 Una volta fuori, Vanille si precipitò da Alexa che trovò nella sua stanza.
-Che roba è?- chiese l’amica.
-Nulla di importante, domani devo accompagnare Tom ad un evento-
-Wow, dico wow.. cioè … è .. non lo so..-  disse interrompendola.
-No- e questa volta fu Vanille ad interrompere Alexa –questo non conta. So chi è WP!-
Alexa ammutolì – Come hai fatto? Come lo hai scoperto?- chiese subito dopo aver calmato lo stupore.
-Ecco, non è che so  davvero chi è, ma è stato Tom a segnarlo sull’agenda di Bill. È suo il modo di scrivere: calca così forte che nelle pagine successive si legge ancora di quelle precedenti. C’era anche il numero  ma Tom è rientrato in fretta. Dobbiamo riandare nella stanza!- le disse Vanille velocemente.
-Non ti chiedo come hai fatto ad avvicinarti all’agenda e neppure se il modo che hai usato era legale, ma come facciamo ora a prendere il numero?-
Bella domanda. Avrebbero aspettato la prossima serata nella stanza segreta?
-Possiamo aspettare la prossima serata solo uomini?- le chiese.
-No, troppo tempo- disse Alexa –Voglio sapere subito che cosa fa il mio fidanzato!-
In realtà anche Vanille voleva scoprire subito cosa facesse Bill, ma non poteva dire ad Alexa del suo conto alla rovescia.
All’improvviso Alexa ebbe un’idea, un’idea che sembrò geniale solo a lei.
-Distrailo mentre io entro nella stanza a prendere il numero!-
-Ma sei pazza?!?! Come lo distraggo?-
-Muovi le anche, sbatti gli occhi, non lo so. Hai mai avuto un uomo?- le domandò l’amica.
Si che lo aveva avuto, anche più di uno, ma erano favolose distrazioni che le calmavano i nervi dopo una settimana di duro lavoro. Erano per lo più conoscenti che meticolosamente cercava di non incontrare più, ma Tom! Tom era il suo capo e soprattutto vivevano sotto lo stesso tetto anche se ancora per pochi giorni.
A nulla valsero i suoi rifiuti, poiché Alexa era più decisa di scoprire quel numero di quanto lo fosse Vanille. Se non fosse toccato a lei fare la cavia, magari avrebbe fatto gli stessi salti di gioia per quel piano.
Si avvicinò alla scatola e tirò fuori il vestito che Tom le aveva regalato: corpino stretto e gonna larga. Il pizzo che scendeva sul velo della gonna. Tutto total black.  Le fece provare il vestito che le stava stretto, soprattutto sul seno. Le sciolse i capelli e la portò alla stanza del chitarrista.
-Alexa, che dovrei fare? Sembro una cretina!-
Ma prima che Vanille potesse bussare, Tom aprì la porta e una giovane modella tutta gambe uscì dalla stanza con i capelli in disordine.
-Ciao- disse rivolta a Vanille.
Tom allora si presentò alla porta e la guardò come se non dovesse essere lì. Salutò Jennifer e l’accompagno alle scale.
Quando tornò, aveva ritrovato il sorriso.
-La prossima volta, prima di comprarti un vestito, mi assicurerò di conoscere molto bene le tue forme- disse mentre le fissava il corpino.
-Porco!- rispose Vanille mentre senza farsi scoprire fissava l’amica nascosta in fondo al corridoio.
Alexa la incitava a prendere l’iniziativa.
-Stai bene, molto bene. Il nero ti dona- le disse Tom fissando il modo in cui il vestito le scendeva sulla vita e sulle gambe –e i tuoi capelli… sei bellissima!- le confessò.
Mentre Vanille arrossiva, Alexa cominciò a muovere i primi passi in direzione della stanza. Al segnale che avevano concordato, cioè un pollice alzato, Vanille doveva baciare Tom.
E lo fece.  Lo baciò e lui rispose al bacio con calma e passione. Lui chiuse gli occhi e per quanto lei tentasse di controllare Alexa, il bacio le occupò e annebbiò la mente. Fu  dolce, lento  e il suo sapore sciolse la tensione accumulata. Passarono secondi che a tutti sembrarono minuti e quando lei si staccò Tom riaprì gli occhi.
-Era un grazie per il vestito?- le chiese mentre si toccava le labbra con un dito.
-Si, pensala come vuoi- ripose con fare arrogante la giornalista.
Sempre in maniera molto cauta, Vanille cercò Alexa ma si rese conto, proprio mentre Tom stava per rientrare, che l’amica era ancora nella camera del chitarrista.
Non ci pensò due volte al da farsi. Non dovevano essere beccate.
-Perché non vieni in camera e mi aiuti ad uscire da questo vestito?-
Tom accettò e prima di allontanarsi, Vanille riconobbe il sollievo sul volto dell’amica.

 
 
  
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