Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: harrehles    17/02/2014    2 recensioni
"Sai qual'è il problema? Sono stufo di uscire con ragazza che per stare con me vengono pagate, sono stufo di stare con qualcuno che nei miei confronti non prova nulla, sono stufo che questo qualcuno pensi che sono davvero quell'immagine di "Harry Styles" che mi hanno affidato. E sono ancora più stufo che questo qualcuno passerebbe solo una notte con me per urlarlo al mondo per poi correre da Liam o Niall siccome secondo tutti loro sono gli unici affidabili."-sbottò.
Quelle sue parole mi avevano lasciato allibita, non riuscivo a dire nulla e in quel momento mi odiavo più che mai, stavo agendo come Harry pochi minuti fa, la stessa azione che aveva suscitato in me tanta ira.
Genere: Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno successivo mi svegliai tranquillamente, tanto ormai il mio incubo era in corso di svolgimento. Mi alzai dal letto con riluttanza, mi chiedevo ancora se fosse tutto vero, tutto così orribile da affrontare per una ragazza debole come me, incapace di affrontare la realtà per paura di cacciare un lato oscuro di se stessa che potrebbe essere criticato. Mi sentivo una piccola formica in mezzo a degli elefanti, in preda al panico perchè potesse essere schiacciata.  Erano le sette, dovevo muovermi o avrei fatto tardi. Mi feci una doccia veloce e mi vestii, misi un jeans stretto con una felpa grigia abbastanza grande rispetto alla statura del mio corpo, seguiti dalle mie converse bianche. Misi un filo di elayner e portai i miei capelli sciolti al lato della spalla sinistra. Ero pronta. Scesi lentamente di sotto, siccome Phoebe stava ancora dormendo. Presi le chiavi che solitamente lasciavo sul tavolo del salone e uscii. Non aspettai molto il taxi, questione di minuti. Ci vollemmo un pò più tempo ad arrivare siccome in quelle strade a quell'ora c'era sempre un gran traffico. Dopo una decina di minuti arrivai, avvelocizzai il passo e entrai nella grande strutture che il giorno prima colse la mia attenzione. "MODEST" sapeva di qualcosa di "Presunzione, Bugia" e forse era così. Appena arrivai di fronte a quella porta del giorno precedente, molte domande inondarono la mia mente, "E se ritornassi a casa?"," Ci sono molti altri lavori, no?" o "E se entro dico che non voglio fare più nulla e me ne vado?". La terza domanda mi sembrava quella più accettabile. Mi presi coraggio, bussai ed entrai. Quel ragazzo dagli occhi color smeraldo era già lì, seduto di fronte a Jhonny, rimase piuttosto sorpreso appena vide la mia figura sulla soglia della porta, si aspettava che non mi sarei presentata o almeno lo sperava. Infondo io speravo lo stesso, non vedevo l'ora che quella situazione finisse e ritornassi quella ragazza normale di tutti i giorni che non era conosciuta neppure da metà Londra. 
"Giusto in tempo."-disse Jhonny.
"Ho ancora tre minuti."-affermai immobile nel punto in cui mi trovavo. 
"Per cosa?."-chiese confuso.
Harry capii subito a cosa mi riferissi e schietto mi lesionò  con un'occhiata facendomi capire che era troppo tardi ormai. Ma non potevo, non volevamo nessuno dei due avere una relazione, perchè dovevamo essere costretti? E perchè proprio me, una ragazza che non ha avuto nulla nella vita, che nessuno sa della sua esistenza, che ha sofferto e ha combattuto contro la società, la sua mente e il suo corpo, era davvero quella la fine che dovevo fare, ritrovarmi di nuovo ad affrontare e combattere tutto? Non ce l'avrei fatta, sono troppo debole adesso e sarei caduta senza rialzarmi. 
"Per questo."- dissi voltandomi e tentare di aprire la porta invanamente. - "fammi uscire."-dissi muovendo sempre più veloce la maniglia della porta. 
"Non far la stupida, pensa che è solo un lavoro e lo stai facendo per te stessa."- disse severamente, per poi continuare-" Harry, Londra vi aspetta, muoviti."- lo incitò.
Era inutile, ormai ero dentro e dovevo fare il lavoro che io stessa il giorno precedente avevo preso l'incarico di assumermi. 
***
Io e Harry eravamo in giro per Londra a guardare le numerose vetrine, quando la mia attenzione finì sulla mano di Harry che lentamente si stava unendo alla mia. Era tutto così strano. Tutti che ci fissavano. Due guardie del corpo che ci pedinavano.  Come se venissimo controllati, come se tutto fosse programmato, sotto controllo ed infondo era così.
 "Ti ci abituerai".-disse sorridendomi.
Ricambiai il suo gesto e continuai a camminare. 
Passammo la giornata così, con gli occhi di tutti addosso.
*** 
"Sono tornata" dissi alzando il tono di voce, rientrando in casa.
Non ebbi nessuna risposta. Capii subito che Phoebe era nel salone per il rumore che emanava la televisione, così andai a vedere cosa stesse facendo di così importante da non rispondermi. 
"Ehi, sono qui".-dissi.
Appena mi vide, mi venne subito incontro e avvolse le sue braccia intorno al mio collo.
"Mi dispiace".-biasciò.
"Non fa nulla"-le sorrisi.
"Vieni".-disse tirandomi sul divano.-"Guarda". Mi indicò cosa stessero trasmettendo in televisione.
Non capii subito cosa intendesse dire con quel "Guarda", ma  appena vidi quelle immagini su quello schermo tutto mi fu più chiaro. Io e Harry per Londra. Ma quando le hanno scattare? Avevo testato con i miei stessi occhi che non c'era un'anima viva di fotografi. Ma mi sono sbagliata.
"Alza".-dissi curiosa di sentire cosa stessero dicendo di me.
"Meglio di no".-disse con un filo di voce.
"Alza".-controbbattei squadrandola con uno sguardo piuttosto crudo.
Fece come le avevo detto.
". . .E lei chi è? Sbucata dal nulla. Dicono che si tratti della nuova ragazza del componente della boyband anglo-irlandese, Harry Styles. Da queste foto si possono capire molte cose. E' davvero lei la ragazza che Harry vuole accanto? Impensabile.Aspettiamo nuove informazioni e foto dai nostri giornalisti, per confermarvi tutto."
Per essere sicura di ciò che appena ebbi sentito, corsi su in camera ad accendere il computer e mi misi su Twitter. Era tutto vero, tutti lo sapevano ormai. "Mica stai con Harry?", "Se lo farai soffrire, te la faremo pagare", "Tu non ti meriti Harry", "Ma come ha fatto Harry a prenderti?", "Ti odio". Numerose lacrime incominciarono a rigorare il mio volto, infondo lo sapevo, dovevo aspettarmi una cosa del genere, era riniziato lo scontro tra me e la società. Il mio equilibrio cominciò sempre più a venir meno, che mi costrinse a sedermi sul mio letto.
L'unica cosa che regnava in quella stanza era il silenzio. Finchè, lo scricciolio della porta che si stava aprendo con dietro Phoe, lo interruppe.
 "Cher tutto okay? Te ne sei and. . ." Non riuscì a finire ciò che stava dicendo, siccome vide che delle numerose lacrime stessero rigorando il mio viso, incapace di reagire a quella situazione. Rapidamente si venne a sedere sul letto accanto a me e avvolse le sue braccia intorno alle mie spalle. Era un modo per consolarmi, ma in quel momento ero più a pezzi che mai. Capivo le numerose domande dei fans, pure io l'avrei fatto se fossi stata al loro posto, ma tutto quel odio non lo capivo, non abbiamo ancora detto di stare insieme e già questa reazione, figuriamoci quando verrà confermato, che faranno? Mi uccideranno? Tutto ciò mi spaventa, ma principalmente mi affligge. Facendo così, si aspettano che le rispondi, che cammini a testa ancora più alta, ma si sbagliano, non sono quel tipo di ragazza che pensano che io sia. Non sapevo a chi credere più in quel momento, se a quei dolorosi commenti o a me stessa, tanto sarei comunque annegata nell'oscurità. 
 
PHOE'S POV
 
Nel frattempo che la stringevo a me, cercai di capire cosa aveva causato quel suo abbattimento. Appena guardai lo schermo, notai quei numerosi commenti che aumentavano sempre di più, che esprimevano odio nei suoi confronti. Erano così crudi, così brutali che conoscendola più di tutti, l'avevano ridotta in mille pezzi. Era colpa mia se si trovava in quella situazione. Aveva ragione, sono un egoista che prima di tutti ha pensato a se stessa senza pensare che lei avrebbe sofferto, che avrebbe lottato contro il loro odio pur di realizzare il mio sogno. Non ho pensato, che era troppo debole per affrontare tutto questo, che aveva anche solo bisogno di essere ascoltata e capita, e io? Ero su chissà quale mondo a pensare come al solito solo a me stessa. Dovevo sostenerla e in quel momento più che mai. Ha bisogno di sentirsi dire per una volta "Sei al sicuro" per darle anche solo un pò di forza.
"Sei più forte di questi commenti."-dissi tenendola ancora stretta a me.- "Non farti abbattere così facilmente. Non fargli pensare che sei una ragazza facile, che se ne importa davvero di quello che dicono."
"Me ne importa davvero."-ammise sono un filo di voce.
L'afferrai per le spalle e la voltai verso di me. 
"Non te ne importa.  Sorridi, è l'unico modo per fargli capire che ciò in cui ti stai per imbattere non ti spaventa."-affermai, guardandola nei suoi occhi pieni di dolore.
"E se non ci riuscissi?"-chiese debolmente.
"Ci sono io qui. Ci riuscirai. Non ti ho mai ascoltata in questo tempo, non ti ho mai appoggiata e per di più ti ho indulgiato ad accettare, solo per pensare a me stessa e mi dispiace."-affermai, affievolendo il tono di voce.
 
CHER POV'S
 
Ancora non riuscivo a crederci, Phoe era lì, accanto a me a incitarmi a sorridere, guardare avanti, perchè è così che la vita va combattuta e vinta. Mi stava prendendo sul serio e quella era la cosa che mi faceva sentire meglio. Doveva arrivare quel momento per farle capire come mi sentivo davvero, ma almeno l'ha capito. 
"Sai hai ragione."-ammisi portandomi la mano ad asciugare quelle lacrime che avevano inumidito il mio viso.
"Su, esci da questa stanza e va a fare il tuo lavoro."-mi incitò.
 Feci come mi disse. Andai in bagno a lavarmi la faccia e a rifarmi il trucco ormai completamente scomparso per le numerose lacrime, per poi scendere nel salone e prendere la mia borsa. 
"Stasera ho il giorno libero, quindi appena torni sono qui."
"Allora ordino le pizze, tu scegli un film. Torno presto."-dissi.
"Fai con comodo".-disse per poi dileguarsi nel salone.
Uscii e chiamai Harry. 
"Cher?"-disse una voce roca dall'altra parte del telefono.
"Harry,ti va se ci incontriamo da Muse (un bar nel centro di Londra)?"-chiesi.
"Certo, ma mica è successo qualcosa?"-chiese confuso.
"Nono, allora a tra poco."-dissi sorridendo, pur sapendo che la persona con cui stessi parlando non poteva vedere questo mio gesto, per finire poi con l'attaccare la chiamata.
Presi il taxi, che avevo fatto fermare mentre parlavo a telefono e mi feci portare al punto detto in precendenza. Appena arrivai, Harry ancora non c'era. Passarono più di dieci minuti ma di lui nessuna traccia, provai a chiamarlo ma rispondeva la segreteria. Finchè vidi un individuo in lontananza, dall'aria conosciuta, cercava di farsi notare il meno possibile dalle persone, infatti due grandi occhiali neri coprivano coprivano parte del suo volto. Ma purtroppo non era Harry, ma Liam.
"Ehi"-disse non appena si trovò dinanzi a me.
"Harry?".-chiesi confusa.
"Jhonny l'ha chiamato urgentemente e così Harry ha mandato me per sapere cosa volessi dirgli."
"Ah."-rimasi un pò delusa di ciò, ma tralasciai.-"Nulla, volevo fare un giro e siccome devo rispettare il mio lavoro, mi sembrava più adatto uscire con Harry, ma fa nulla."-dissi accennando un sorriso.
"Se vuoi, puoi farti un giro con me, tanto sono libero oggi.".ammise.
"Sicuro?".-chiesi.
"Certo, Danielle è impegnata con il lavoro, quindi non sarei comunque potuto stare con lei."- disse sollevando leggermente le spalle.
"Voglio andare in giro per le strade, dove c'è il Central Park, non le ho mai viste."-affermai.
"Andiamo"-assentì.
Presimo a camminare. Nel tragitto, parlammo molto, non era un ragazzo che riusciva ad aprirsi facilmente, per quello che sapevo, ma con me ci riuscì, forse perchè avevamo un passato entrambi brutto, dove sappiamo cosa significa lottare. C'era intesa tra noi. Riusciva a farmi ridere senza difficoltà e nessuno ci era mai riuscito. Passammo la serata così, senza mai stancarci, infondo se ti trovi bene con qualcuno non ti stanchi mai. 
"Domani che devi fare?-domandò.
"Nulla te?"-dissi.
"Ti va di rincontrarci? Se non ti da noia?"
"Noia? Scherzi. Mi sono divertita. Domani?"-dissi con un filo di esaltazione.
"Alle 6 al parco"-esortò per poi salutarmi e intraprendere la strada opposta alla mia.
Quella serata mi aveva fatto proprio bene. Liam è un ragazzo molto comprensivo, nel parlare con lui, ti è facile aprirti. Ero felice, anche per un banale motivo.

______________________________________
Questo sarebbe il terzo e il quarto capitolo ma per avvelocizzare li ho uniti e così manca di meno per in vero svolgimento.
Lasciate qualche recensione vorrei sapere cosa ne pensate del mio modo di scrivere e della storia stessa.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: harrehles