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Autore: mikaela    17/02/2014    2 recensioni
Klaine!Frozen con accenni Finchel. Kurt!Elsa e Rachel!Anna
(si può leggere anche senza aver visto il film, ma ovviamente contiene spoilers su di esso).
Kurt è il principe, nonché futuro erede al trono, del regno di Arendelle. Apparentemente è un principe come tanti altri, ma cosa succede quando è spaventato o arrabbiato? e perchè le porte del suo castello sono chiuse da anni?
Kurt custodisce un segreto difficile da controllare, che lo porta ad allontanarsi da tutte le persone che ama di più per non ferirle.
Riuscirà un gesto d'amore a scongelare un cuore di ghiaccio?
Buona Lettura!
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Jessie St. James, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Jessie/Rachel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Let it Go ~ Frozen








01. "Don't let them in, don't let them see, be the good boy you always have to be."



Il regno di Arendelle, uno dei più ricchi e prosperosi di quel tempo, era governato da due buoni sovrani che avevano due figli: Kurt, il futuro erede al trono, e Rachel, la più piccola.
Agli occhi del popolo e dei regni vicini, erano una comune famiglia Reale (per quanto si possa definire “comune” la famiglia regale) ma non conoscevano la verità, il segreto che il principe custodiva dalla nascita.
Kurt infatti era capace di controllare il ghiaccio: con un semplice movimento delle dita poteva a creare una nevicata e alzando le mani erigeva dei cumuli di neve in pochi secondi. Una volta scoperto questo incredibile dono magico, i genitori pensarono subito ad una benedizione divina ma col passare del tempo avrebbero imparato che molto spesso anche la più pura benedizione cela un lato oscuro.
Quella mattina la piccola principessa, non appena i primi raggi mattutini le sfiorarono il viso filtrando dalla finestra, sgusciò via dalle sue coperte rosate e in punta di piedi si diresse verso il letto difronte al suo.
-Kurt?- sussurrò sporgendosi sul letto.
-Kurt?- lo richiamò, visto che il bambino continuava a dormire. Rachel salì sul letto e gli scosse la spalla con energia.
-Kuuuuuuuuuurt, vieni a giocare?- chiese la bambina, quasi saltellando sul letto.
-No Rachel, è presto, torna a dormire…- mormorò il bambino buttandola giù dal letto, e con tutte le ragioni del mondo poiché effettivamente era davvero presto.
-Ma il sole si è alzato e io non posso dormire!- protestò la bambina, alzandosi con uno scatto dal pavimento. La mamma le aveva spiegato che se stava troppo tempo a dormire avrebbe giocato di meno, ed era una cosa che Rachel voleva assolutamente evitare.
Ma ovviamente non poteva mettersi a giocare senza di Kurt, non sarebbe stato altrettanto divertente prendere in giro i signori dentro i quadri, saltare sui divani, scivolare sul corrimano della scala e… oh, Rachel aveva appena avuto una grande idea! C’era solo un gioco che avrebbe fatto alzare suo fratello dal letto.
-Kurt, giochiamo con la neve?- chiese con un sorrisetto.
Suo fratello aprì gli occhi, si mise seduto e le rivolse un gran sorriso.
E un attimo dopo stavano correndo attraverso i lunghi corridoi del castello, ridacchiando e tenendosi per mano, scendendo le scale della zona nord per poi finire in un salone che usavano per giocare.
Era completamente vuoto poiché loro non avevano bisogno di giochi, ma solo di un pizzico di magia. Kurt si posizionò al centro della sala –Pronta?- chiese a Rachel, che rispose affermativamente con un enorme sorriso.
Il principe con uno scatto protese le mani in avanti e aprì completamente i palmi, sentendo sempre quell’energia muoversi dentro di lui, dal petto fino alla punta delle dita che poi da li diventò lo strato ghiacciato che ricoprì il pavimento della stanza.
Poi ancora alzò le braccia al cielo e, muovendo i polsi con un movimento fluido, quell’”energia” divenne piccoli fiocchi di neve che pigramente cadevano verso il basso.
Rachel rise di felicità, girando su se stessa mentre tendeva le mani verso la neve e suo fratello l’affiancò subito poiché sapeva che sua sorella non era brava a pattinare e non voleva che cadesse.
La prese per mano e iniziarono a pattinare per tutta la sala, facendo delle giravolte e inciampando di tanto in tanto, finché Rachel non chiese di fare un pupazzo di neve. Così Kurt creò dei cumuli di neve e li modellò fino a creare un buffissimo pupazzo di neve, con una bocca un po’ storta e il busto squadrato, ma Rachel lo aveva amato fin da subito e a Kurt tanto bastava.
Così continuarono a giocare Kurt, Rachel e Olaf (era il nome del loro nuovo amico di neve); almeno finché, per la prima volta in vita sua, Kurt si accorse che i suoi poteri non erano facili da controllare.
Rachel stava saltando sopra i cumuli di neve che suo fratello creava apposta sotto di lei ma stavano venendo troppo alti e Kurt non capiva perché, così indietreggiò un po’ spaventato e scivolò sul ghiaccio.
-Rachel!- gridò preoccupato per sua sorella che stava saltando nel vuoto. Protese istintivamente il braccio e, senza che potesse controllarlo, l’energia azzurrina colpì la sorella dritta alla testa.
Da qui in poi i ricordi di Kurt erano più confusi, forse dallo shock: ricorda la ciocca biondo chiara che apparve tra i capelli di Rachel, ricorda di aver urlato il nome di sua sorella finché i suoi genitori non sono accorsi; ricorda di aver pianto, continuando a chiedere scusa perché lui non voleva farlo, non voleva colpirla; ricorda le braccia rassicuranti di sua madre e quelle del padre che sorreggevano Rachel; ricorda la corsa a cavallo fino alla casa dei troll; ricorda come il Capo dei troll abbia salvato sua sorella poiché, a detta sua, togliere il ghiaccio dalla testa era facile ma se fosse stato il cuore sarebbe stato un vero problema; ricorda che da quel giorno Rachel dimenticò i suoi poteri; ma soprattutto ricorda le parole di suo padre “Lui ce la farà, Kurt riuscirà a controllarlo. E fino a che non ci sarà riuscito limiteremo i contatti con le persone, diminuiremo la servitù e chiuderemo le porte. Nessuno dovrà saperlo”.
Da quel giorno, il terrore non ha mai abbandonato la mente di Kurt.

E se non ci riuscissi? Se non fossi in grado di controllarlo? Se dovessi di nuovo far del male a Rachel?

Il giorno dopo suo padre fece spostare le sue cose in un’altra camera, distante da quella di sua sorella: il letto era stato messo al centro della stanza, le pareti erano di un grigio impersonale, ma aveva una libreria piena dei suoi libri preferiti, un caminetto che gli dava un po’ di sicurezza contro i suoi poteri e dalla finestra poteva vedere il grande cortile del castello e alcune zone della città. Kurt si guardò intorno, per poi buttarsi sulle coperte azzurre del suo letto. Era una camera bellissima, ma mancava un po’ di rosa. Mancava Rachel.
-Kurt?- la sorella aveva bussato alla sua porta –vieni a giocare con me?-
Il bambino sentì una stretta allo stomaco –no Rachel, va via- disse cercando di tenere un tono risoluto.
-okay…- mormorò la bambina, desistendo solo perché Kurt non aveva mai usato un tono così duro con lei.
Il principe andò alla finestra, cercando di distrarsi guardando il paesaggio ma appena toccò la finestra, del ghiaccio si cosparse attorno alle sue mani, e lui indietreggiò spaventato.
Corse alla porta e la aprì lentamente, in cerca di aiuto. Un bambino che conosceva solo di vista, uno dei pochi che abitavano al castello, stava portando un sacchetto in direzione delle cucine e Kurt ricordò che probabilmente era il figlio della cuoca.
-Hey!- lo chiamò, un po’ imbarazzato. Il bambino si guardò intorno confuso, finché non notò il principe mezzo nascosto dietro la porta, e arrossì di botto.
-Ehm, dici a… dite, dite a me?- chiese balbettando un poco. Solitamente nessuno della famiglia reale gli rivolgeva la parola, ma sua madre gli aveva spiegato che bisognava trattarli con il massimo rispetto.
Kurt annuì, tenendo i suoi occhi azzurri sull’altro ragazzino; si accorse che effettivamente era proprio un bel bambino con quei boccoli corvini, la pelle scura e gli occhi caramellosi –mi faresti un favore?-
-s-si certo… altezza!- esclamò a voce alta e facendo ridacchiare Kurt.
-andresti a chiamare mio padre e dirgli che ho bisogno di lui?- chiese il principe con un sorriso. L’altro bambino annuì e fece per andarsene ma Kurt lo richiamò –ehi, come ti chiami?-.
-Blaine- rispose il bambino, un po’ confuso.
-allora grazie, Blaine- disse Kurt regalandogli un grandissimo sorriso che Blaine non poté far altro che ricambiare.
‘però’ pensò Blaine mentre andava a cercare il Re ‘il principe Kurt è sicuramente il principe più bello e gentile del mondo’.

E se ferissi qualcun altro? Se andasse oltre il mio controllo?

-ecco qui Kurt, questi ti aiuteranno- disse suo padre, porgendogli dei guanti celestini.
Kurt fece scorrere la mano dentro la stoffa calda, un po’ sollevato anche se dubbioso: non aveva la certezza che quei guanti funzionassero davvero.
Il Re doveva aver notato la sua incertezza, poiché prese affettuosamente le mani fra le sue –vedi? Lo stai controllando Kurt- disse dolcemente, e Kurt si rilassò veramente per poi abbracciare stretto suo padre. Per paura di ferirlo aveva smesso di abbracciarlo e gli era mancato terribilmente.
-adesso devo andare, ho una riunione con degli alleati commerciali. Tu perché non vai a giocare con tua sorella Rachel? Era in camera sua e si stava annoiando- propose il padre.
-no, non voglio farle male. Quando avrò controllato il ghiaccio tornerò a giocare con lei- ribattè lui, risoluto.
-okay figliolo, ma è passato quasi un anno e non le hai mai fatto nulla. Devi aver fiducia in te stesso, lo stai nascondendo bene- e detto ciò il Re lasciò il figlio da solo.
Non sapendo come occupare il tempo, Kurt optò per degli esercizi di concentrazione, come quelli che gli aveva insegnato suo padre. Stava camminando avanti e indietro mentre ripeteva ad occhi chiusi “celarlo, non mostrarlo” e “niente emozioni” quando sentì una voce squillante canticchiare fuori dalla porta. Per un attimo pensò a sua sorella che amava davvero cantare, ma aveva una voce diversa, quindi non poteva trattarsi di lei.
Con curiosità aprì la porta e trovò Blaine che volteggiava e saltellava per il corridoio davanti a lui –ciao Blaine- disse ridendo delle posizioni buffe dell’altro.
Il ricciolo si accorse della sua presenza proprio durante un salto –Kurt?- fece, per poi inciampare sul tappeto. –no, volevo dire, principe Kurt! Vi ho disturbato?- chiese mentre si rialzava da terra.
Ogni tanto durante quei mesi si erano scambiati due parole, ma nulla di più perché Kurt passava quasi tutto il suo tempo nella sua camera e non voleva far del male a quel bambino.
-no, ma cosa ci fai qui tutto solo?- Kurt lo guardava sempre giocare dalla sua finestra con gli altri bambini, ma ultimamente in cortile non vedeva più nessuno.
-Oh sai, gli altri bambini sono andati via- spiegò Blaine, abbassando lo sguardo.
-Mi dispiace… come mai?-
-beh tuo padre ha mandato via metà dei servitori, che erano i genitori dei miei amici, mamma dice che restiamo solo perché lei e papà lavorano nel castello da molto tempo e il Re si fida di loro. L’anno scorso giocavo con Finn e la sua renna, Puck. Ma un giorno non sono più tornati a giocare e le porte sono state chiuse, quindi non so nemmeno potuto andare a cercarli. C’è mio fratello Cooper, ma mi tratta male e dice che non gli piace giocare con me…- spiegò con tono triste.
Kurt spalancò gli occhi colpito dalla consapevolezza che la tristezza di Blaine era colpa sua, era sempre colpa sua. Blaine era sempre gentile con lui, e lo ripagava privandolo dei suoi amici.
-perché non esci comunque? Dalla porta delle cucine magari- propose Kurt, cercando di porre rimedio.
-non potrei comunque, devi avere il permesso del Re, e lui lo da a pochissime persone…- scrollò le spalle, grattandosi la testa.
-beh… allora potrei essere amico tuo finché le porte non verranno riaperte- propose Kurt per rimediare, con un sorriso.
Blaine si lasciò scappare un gridolino di gioia e lo abbracciò di slancio, mentre Kurt si pietrificava sul posto, ma vedendo che a Blaine non era stato ricoperto di ghiaccio, sorrise e ricambiò la stretta.
-oddio scusatemi, non avrei dovuto!- esclamò il bambino, staccandosi dal principe –tu sei, uhm voi siete il principe e mamma ha detto che non dovrei…-
-Blaine- lo interruppe Kurt- se ti dimentichi che sono il principe a me non dispiace. E puoi chiamarmi solo Kurt-.
-Oh okay prin- Kurt, solo Kurt- gli sorrise, per poi accorgersi che era davvero tardi –devo andare ad aiutare papà adesso, oppure si arrabbierà. Ciao Kurt!- e detto ciò corse verso le cucine.
-Ciao Blaine- fece un cenno con la mano e rientrò nella camera per ricominciare gli esercizi di concentrazione.
Doveva controllarsi, così sarebbe tornato a giocare con Rachel e Blaine avrebbe rivisto i suoi amici.

E se non fossi abbastanza forte? Se non avessi la giusta concentrazione?

Erano passati altri tre anni, e i poteri di Kurt erano più forti e difficili da controllare. Capitava che si svegliasse in preda agli incubi e alzandosi di scatto colpiva qualche oggetto in camera sua e lo trasformava in ghiaccio, oppure i suoi passi sul pavimento creavano degli aloni gelati, o ricopriva di brina la pianta che stava accudendo sul balcone.
Tutto era cominciato una settimana prima: finalmente i suoi esercizi di concentrazione davano grandi risultati e i suoi genitori erano praticamente certi che potesse smettere. Così aveva deciso di andare in camera di Rachel e finalmente giocare con lei dopo tanto tempo.
Il rapporto con sua sorella si era ridotto ai minimi contatti, si incrociavano per i corridoi e mangiavano insieme se Kurt non si chiudeva in camera sua, ma in entrambi i casi lui aveva sempre il solito atteggiamento distaccato. A volte Rachel riusciva ad avvicinarsi un po’ ma appena diventava troppo insistente Kurt si ricordava dell’incidente di anni fa e si richiudeva a riccio.
Così si stava dirigendo verso la sua camera, quando incrociò Blaine nel corridoio con un mazzo di carte tra le mani –Kurt, stavo venendo a cercarti! Ti va di giocare a carte con me?- chiese il ricciolo usando quell’adorabile sguardo a cui Kurt faticava a resistere.
-Ehm, veramente stavo andando da un’altra parte…- mormorò dispiaciuto.
-oh Okay, sarà per un’altra volta- disse con il suo sguardo da cucciolo abbandonato e Kurt ci provò davvero ad ignorarlo, ma come faceva? Si chiese se quello era il potere nascosto di Blaine.
-Dai, facciamo una partita e poi vado- gli concesse alla fine. L’altro urlò un ‘evviva’ e lo prese per mano, facendolo arrossire.
Il rapporto con Blaine era il più stretto che Kurt aveva da anni. Solitamente si mettevano nel corridoio davanti alla stanza di Kurt, o nel salottino in fondo e stavano insieme, con Kurt che si teneva a debita distanza. Non era la quotidianità, molto più spesso Kurt aveva problemi a controllare il ghiaccio e non usciva nemmeno dalla camera, allora Blaine si metteva contro la porta e parlava con lui, anche se l’altro non rispondeva. Le volte in cui Kurt aveva accettato di andare nel salottino si potevano contare facilmente, ma Blaine non si era mai arreso. Il principe aveva dedotto che doveva sentirsi molto solo se era così energico nei suoi tentativi.
Si sedettero nel tavolino, uno difronte all’altro, e iniziarono a giocare mentre Blaine raccontava cosa aveva fatto negli ultimi giorni e Kurt lo ascoltava con un sorriso.
Stava per buttare una carta sul tavolo quando sentì un tonfo provenire dall’entrata della stanza, si voltarono entrambi di scatto e videro Rachel che li fissava scioccata, e un paio di libri ai suoi piedi che avevano probabilmente causato il rumore.
-Io… Kurt pensavo che tu… non importa- balbettò lei, ferita.
-Rachel, non è come pensi- provò a spiegarsi Kurt. Non era facile spiegarle che lui non passava molto tempo con Blaine in realtà, non era facile dirle che la evitava perché era terrorizzato dall’idea di farle male e che non voleva altro se non riabbracciarla di nuovo.
La bambina si voltò di scatto, facendo ondeggiare le sue trecce, e corse verso camera sua.
-Kurt mi dispiace. Magari possiamo andare a… cosa c’è sotto i tuoi piedi?- chiese Blaine balzando all’indietro per lo spavento. Kurt guardò a terra e vide una lastra di ghiaccio che si espandeva intorno e sotto i suoi piedi. –io, io devo andare Blaine- e detto ciò anche lui corse via, con piccoli strati di ghiaccio ad accompagnarlo ogni volta che toccava terra.
Da quella volta Kurt aveva avuto un sacco di problemi a mantenere il controllo. I suoi genitori provavano a rassicurarlo e abbracciarlo ma Kurt si agitava ancora di più e ghiacciava ogni cosa intorno a lui, incrociando le braccia al petto e curvandosi indietro per evitare di essere toccato.

E se ghiacciassi qualcuno? Se ghiacciassi le persone che amo?

-niente emozioni, niente emozioni, niente emozioni. Celarlo, non mostrarlo, celar…- il suo mantra venne interrotto da qualcuno che bussava alla porta.
-Kurt, viene a salutare mamma e papà con me?- propose Rachel da dietro la porta. Ormai i suoi iniziali tentativi di passare del tempo con suo fratello erano molto sporadici, ma non erano ancora scomparsi del tutto.
-Tu inizia ad andare Rachel, io vado dopo- rispose, come scusa. Stava cercando di concentrarsi ed evitare le emozioni, e stare vicino a Rachel lo avrebbe portato sicuramente a distrarsi, preoccuparsi, provare emozioni e quindi farle male.
I loro genitori sarebbero partiti a fare visita ad un regno amico, e avevano preferito non portare i loro figli poiché la principessa di quel regno era stata rapita da bambina, e avere Kurt ma soprattutto Rachel avrebbe riportato a brutti ricordi i sovrani.
Dopo un po’ qualcuno bussò nuovamente alla sua porta –Kurt sono Blaine, tua sorella è appena entrata in camera sua-.
Allora Kurt andò alla porta e sgusciò fuori dalla stanza –grazie Blaine- gli disse veramente grato. Il loro rapporto era cambiato radicalmente da quel giorno in cui Kurt era scappato in camera lasciando la scia ghiacciata: Blaine non aveva mai accennato alla cosa, ma gli stava il più vicino possibile, sfruttando ogni momento che Kurt gli concedeva diventando così il suo migliore amico e confidente. Certo, c’erano molte cose che Kurt teneva per se e spesso usava la sua posizione sociale per tenerlo lontano, ma a Blaine stava bene così.
Il principe dal canto suo voleva bene a Blaine, anche troppo. E per questo aveva paura di fargli del male, ma per chissà quale motivo non riusciva a fare a meno alla sua compagnia. Si sentiva egoista perché metteva la sua felicità prima del benessere di Blaine, e allo stesso tempo ingiusto perché Rachel non aveva quasi nessuno con cui passare il tempo, e continuava a tenerla a distanza nonostante fossero passati anni.
La verità era che Blaine aveva qualcosa di speciale che ne Rachel ne il re e la regina avrebbero potuto dare a Kurt, ma a quel tempo Kurt non poteva ancora saperlo.
-Corri a salutare i tuoi genitori, su! Mi ringrazierai dopo- rispose Blaine con un gran sorriso.
Non poteva sapere che l’altro ragazzo gli stava dando la cura a tutte le sue preoccupazioni, a piccole dosi.
Non conosceva la ragione per cui arrossì leggermente, prima di correre dai suoi genitori quel pomeriggio.
Perché era ancora troppo giovane per capire che la vita gli aveva dato la cosa più preziosa che potesse avere.
Tanto preziosa quanto dolorosa da perdere.

E se anche io diventassi freddo? Freddo come il ghiaccio?

I suoi genitori non tornarono mai da quel viaggio. Un temporale aveva completamente distrutto la loro nave, e tutto l’equipaggio era morto nel tragico incidente, lo scoprirono un paio di settimane dopo la loro partenza grazie a un marinaio che navigava in quella zona e aveva trovato i resti della nave.
Se era possibile, il castello di Arendelle divenne ancora più cupo: nessuno rideva, scherzava o cantava; il pianto era l’unico suono che accompagnava gli abitanti della reggia, che solitamente proveniva dalle cameriere che purtroppo non riuscivano a trattenersi; l’ala abitata dalla famiglia reale era immersa nella semioscurità, a far luce c’erano solo alcune finestre dei corridoi aperte dai maggiordomi.
Rachel era disperata, non riusciva a capire più nulla. Si sentiva così sola e abbandonata, l’unica cosa che voleva fare era abbandonarsi tra le braccia di sua madre e lasciarsi cullare, ma non poteva farlo.
Doveva ringraziare la cuoca e le cameriere che continuavano a prendersi cura di lei, perché altrimenti non avrebbe nemmeno mangiato in quei giorni, rimanendo chiusa in camera a piangere.
Un giorno si fece forza e decise che aveva davvero bisogno di suo fratello, dell’unica famiglia che gli era rimasta, anche se non voleva nemmeno parlargli.
Non sapeva cosa avesse fatto Kurt in quei giorni pieni di dolore, ma immaginava che fosse rimasto in camera sua e che si fosse fatto consolare dal suo amico Blaine.
Blaine. Rachel provava sentimenti contrastanti verso di lui: le era sempre sembrato un bravo ragazzo, dolce e simpatico, ma allo stesso tempo la gelosia e l’orgoglio che provava la bloccavano dal parlarci o semplicemente chiedergli un aiuto per avvicinarsi a Kurt.
Attraversò il lungo corridoio fino alla camera di suo fratello, chiusa come sempre. Non vedeva nessuno in giro e non sentiva nemmeno la voce di Blaine, quindi probabilmente Kurt era da solo.
Bussò alla porta e lo chiamò, ma non rispose nessuno. Ritentò, ma ancora nulla.
-Kurt ti prego, apri la porta…- disse lei, abbandonandosi contro il legno bianco, fino a scivolare a terra con la schiena contro la porta e le gambe strette al petto.
-Mi sei rimasto solo tu Kurt. Che conforto posso trovare se non il tuo? Come faremo adesso?- disse, senza ottenere risposta.
Provò inutilmente a fermare le lacrime, ma quelle con prepotenza uscirono, per poi scivolare lentamente sulle sue guance e cadere sulle ginocchia. Si abbandonò a un pianto disperato, un pianto di qualcuno che ha perso tutto, un pianto solitario esattamente come lei.
E Kurt, dall’altra parte della porta nella stessa posizione, tratteneva i singhiozzi solo per non farsi sentire da Rachel, mentre si guardava in torno con aria disperata: la camera era completamente ghiacciata, nessun angolino era stato risparmiato, e il principe era spaventato perché non gli era mai capitata una cosa del genere prima d’ora.
Aveva totalmente perso il controllo e adesso, senza i loro genitori, che ne sarebbe stato di loro?










Miky's corner
Uhm, salve a tutti! insomma, eccoci qui, con questa "cosa". Perchè insomma, dopo aver rovinato in questo modo uno dei più belli film animati di sempre, definirla "cosa" è un complimento.
Btw se improvvisamente lo schermo inizia a tremare non è colpa della mia ansia, infondo non pubblico solo da più di un anno! pft
Comunque, mi farebbe davvero piacere sapere se è piaciuto a qualcuno questo primo capitolo, se era troppo corto o troppo lungo, se devo continuare la pubblicazione eccetera eccetera! La storia dovrebbe avere solo tre capitoli, ho poco tempo e non posso permettermi di stare dietro a una long purtroppo :(
Mi scuso anche per gli eventuali errori, ma sono senza beta. anzi, se ci fosse qualche anima buona che vorrebbe betare i prossimi capitoli (sperando che questo piaccia), mi farebbe un grande favore.
Detto questo, vado ad ascoltare Let It Go per l'ennesima volta in attesa di qualche giudizio.
Ed è così che Miky, vi dice ciao!
   
 
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