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Autore: Ranyadel    17/02/2014    2 recensioni
Lei: “Non cambiare mai.”
Lui: “Non lo farò.”
Dov’era finita quella promessa? Dov’era finita quella giornata? E soprattutto, dov’era finito Deryck? Il vero Deryck, quello che avrebbe ucciso per un sorriso di Avril, quello che avrebbe fatto di tutto per lei. Questo si chiese Avril quando lo vide arrivare sul tetto.
Honesty you promise me I'm never gonna find you fake it, no, no, no.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COMPLICATED…

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Lei: “Non cambiare mai.”

Lui: “Non lo farò.”

Le sue parole le rimbombavano in mente da tutta la mattina. Ripensava continuamente a quel giorno stupendo di marzo. Erano seduti, lei e lui, sulla cima del palazzo. La città si stendeva sotto di loro, frenetica, mentre loro, così in alto, erano al sicuro nella loro bolla silenziosa. Lei: Avril Lavigne. Lui: Deryck Whibley. Era il 2002. Erano da soli, alla luce degli ultimi raggi del giorno.

Avril giocherellava distrattamente con le corde della sua chitarra, strappando loro di tanto in tanto una nota. Deryck, al suo fianco, era concentrato sulle punte delle sue scarpe. Avril gli gettò un’occhiata. Era dolce, vestito con quella camicia a quadri e i jeans malridotti, con quel sorriso sincero e rassicurante. “Non cambiare mai.” Disse solo. Lui la guardò: capelli biondo scuro, t-shirt bianca con tre stelle nere su un fianco cravatta nera allentata, pantaloni neri. “Non lo farò.” Rispose con un sorriso. Avril lo imitò.

Dov’era finita quella promessa? Dov’era finita quella giornata? E soprattutto, dov’era finito Deryck? Il vero Deryck, quello che avrebbe ucciso per un sorriso di Avril, quello che avrebbe fatto di tutto per lei. Questo si chiese Avril quando lo vide arrivare sul tetto. Lei impugnava saldamente l’asta del microfono, nonostante non sapesse cosa cantare. Andava avanti così da un po’: lei e la sua band erano abbastanza in gamba per le cover, ma non si decidevano a creare una loro canzone. I loro pomeriggi erano una contemplazione degli strumenti alla ricerca dell’ispirazione. Erano in cinque quando Deryck arrivò, spalancando la porta del tetto. Avril lo guardò a bocca aperta. “Deryck?!” chiese incredula. Lui annuì. I capelli, solitamente spettinati, erano impiastrati di gel, lucidi, con la cresta. “Che ti sei fatto, amico?!” chiese Mark, il bassista. Deryck fece spallucce. “Mi piace seguire la moda.” Disse. “Non è vero! Non ti è mai importato niente della moda!” fece invece Evan, il chitarrista, esterrefatto. “Beh, d’ora in poi sì.” Rispose Deryck brusco. Si sedette contro il bordo del tetto, dove svolgevano le loro prove. Era il suo posto, amava guardarli mentre si esercitavano. Avril era a bocca aperta, troppo basita per dire qualcosa.

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***

“Non si può. Non si può andare avanti così.” Disse Avril tirando un calcio all’aria, frustrata. “Ha ragione. Deryck sta cambiando.” Fece Mark, più tranquillo. “Cambiando? Cambiando?! Lui non è più Deryck. È un manichino riempito di boriosa vanità. Prima i capelli. Poi i vestiti. Adesso il carattere. È freddissimo.” Urlò Avril rabbiosa. Jesse, l’altro chitarrista,  la prese per un polso. “Calmati.” Le disse solo. Lei sospirò, cercando di imitare la meditazione zen. “Oggi ci parliamo noi. Se non ci darà una spiegazione decente dovremo prendere provvedimenti.” Disse flemmatico Mark, cercando di mantenere la calma in Avril. “Mi aveva promesso che non sarebbe mai cambiato. Mi sento presa in giro.” Sussurrò Avril, portandosi le mani fra i capelli. “Mi manca.” Aggiunse poi con un filo di voce, con gli occhi lucidi. “Tranquilla.” Le disse Evan con un sorriso rassicurante. “Lo rivoglio indietro.” Ribatté Avril, intristita.

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***

“Allora?” chiese Avril speranzosa a Mark, che era appena arrivato sul tetto. Lui la guardò con una smorfia. “Preferisci una pietosa bugia o una crudele verità?” chiese lui, cauto. Le braccia di lei le caddero lungo i fianchi. “Cosa ti ha detto?” chiese, con tono spento. “Io? Cambiato? Ma come ti viene in mente?! Sono uguale a prima. Anzi, non è vero. Sono migliorato.” Ripeté Mark. Avril spalancò la bocca. “Non è possibile!” urlò poi frustrata. Senza pensarci, prese il suo zaino e ci buttò dentro tutti i suoi spartiti. “Avril, dove vai?” chiese Evan, preoccupato. “A casa. Non posso continuare così.” Sussurrò rabbiosa, gettandosi in spalla lo zaino e afferrando il microfono di strass rosa. Fece per aprire la porta che l’avrebbe portata al piano terra, quando essa si spalancò. Avril rimase basita davanti a Deryck. Era vestito come tutti i ragazzi che si vedevano in giro. Cappello squadrato, capelli pieni di gel, pantaloni a vita bassissima, maglietta slargata, scarpe di due taglie più grandi. Era… da brivido. “Hey, Avril. Come va?” chiese lui come se nulla fosse. “Lasciami in pace. Non ti conosco.” Ribatté lei dura, dandogli una spallata e superandolo. “Che ti prende?! Sono io, Deryck!” esclamò lui, urlando confuso, prendendola per un polso e bloccandola. Avril si voltò di scatto verso di lui, ringhiando. “Tu non sei il mio Deryck, e ora lasciami in pace, chiaro?!” urlò rabbiosa, scattando e scendendo velocemente le scale, lasciando tutta la sua band e Deryck su quel tetto che aveva ospitato il giorno più bello della sua estate e la sua rovina.

Quando arrivò a casa, Avril buttò lo zaino sul letto e chiuse a chiave la porta. Prese a pugni il cuscino fino a quando non ebbe più fiato. Quando si sentì sfinita, si gettò con le braccia a croce sul letto, a guardare il soffitto. Prese il pennarello sul comodino e sul braccio scrisse, a caratteri cubitali: life’s like this. Rimase a fissare la scritta per un tempo che le parve infinito. Poi le si illuminarono gli occhi e si alzò di scatto. Si sedette di fretta alla scrivania e impugnò una penna, scrivendo velocemente e riempiendo fogli e fogli di schizzi, fino a quando non si ritenne soddisfatta. Prese il cellulare e compose il numero di Mark. “Hey. Scaldate gli strumenti, ho bisogno di un aiuto. No, non voglio fare una cover. Ho il testo.” Disse solo.

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***

Deryck camminava, con le mani cacciate in tasca, lungo il marciapiede. “Cosa ho fatto di male?” si chiese. Erano passati tre giorni dall’ultima volta che aveva visto Avril.  Passò davanti al classico negozio di televisioni. Pensò alle storie d’amore più classiche: dopo un litigio, uno dei due se ne andava e l’altro trovava il modo per inviare ad esso un messaggio tramite quei negozi. Era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse dell’uomo che parlava alla tv. Diceva: “Ed ecco a voi il singolo di debutto di una nuova band!” si risvegliò basito quando vide il viso di una ragazza fin troppo nota ai suoi occhi. “Avril?!” si chiese basito. Senza dire niente, entrò nel negozio, per sentire la canzone.

Uh huh, life's like this
Uh huh, uh huh, that's the way it is
Cause life's like this (la la la)
Uh huh, uh huh (la la la) that's the way it is

Ridacchiò nel vederla così decisa. Aveva una voce stupenda. Anche per quello si era innamorato di lei.

Chill out whatcha yellin' for?
Lay back it's all been done before
And if you could only let it be
you would see
I like you the way you are
When we're drivin' in your car
and you're talking to me one on one but you've become

Somebody else 'round everyone else
You're watching your back like you can't relax
You're trying to be cool you look like a fool to me

Deryck sgranò gli occhi. Questo pensava Avril di lui? Che stesse solo fingendo? In effetti, aveva ragione. Ma perché non capiva che lo stava facendo per lei? Per piacerle di più?

Tell me why'd you have to go and make things so complicated?
I see the way you're acting like you're somebody else gets me frustrated
Life's like this you
And you fall and you crawl and you break and you take what you get and you turn it into honesty
and promise me I'm never gonna find you fake it
no no no

Deryck si passò una mano fra I capelli. “Cosa sto facendo?” si chiese, schifato da quello che era diventato.

You come over unannounced
dressed up like you're somethin' else
where you are and where it's at you see
you're making me
laugh out when you strike your pose
take off all your preppy clothes
you know you're not fooling anyone
when you become

Somebody else 'round everyone else
Watching your back, like you can't relax
Trying to be cool you look like a fool to me

Deryck scosse la testa. “Cosa faccio, adesso?!” si chiese, disperato. Guardò il suo riflesso nel vetro. “Deryck, guardati e datti del coglione. Coglione.” Sussurrò a denti stretti.

Tell me why'd you have to go and make things so complicated?
I see the way you're acting like you're somebody else
Gets me frustrated
Life's like this you
You fall and you crawl and you break
and you take what you get and you
turn it into honesty
you promise me I'm never gonna find you fake it
no no no

Deryck sospirò. Sapeva già cosa fare, ma voleva vedere la fine del video. Voleva sapere cosa Avril pensasse di lei, voleva sentirsi uno schifo fino in fondo, perché se lo meritava.

Chill out whatcha yelling for?
Lay back, it's all been done before
And if you could only let it be
You will see

Somebody else 'round everyone else
You're watching your back, like you can't relax
You're trying to be cool, you look like a fool to me
Tell me

Why'd you have to go and make things so complicated?
I see the way you're acting like you're somebody else gets me frustrated
Life's like this you
You fall and you crawl and you break and you take what you get and you
turn it into honesty
and promise me I'm never gonna find you fake it
no no

Why'd you have to go and make things so complicated? (yeah, yeah)
I see the way you're acting like you're somebody else gets me frustrated
Life's like this you
And you fall and you crawl and you break and you take what you get and you turn it
into honesty
and promise me I'm never gonna find you fake it
no no no

Appena vide lo schermo diventare nero, prese un gran respiro e uscì di corsa dal negozio. Appena l’aria umida di inizio autunno lo investì, prese il cappello e lo gettò in un cassonetto, correndo verso casa sua, mentre nelle sue orecchie rimbombavano assordanti le stesse parole.

Lei: “Non cambiare mai.”

Lui: “Non lo farò.”

 

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***

Avril era seduta sul suo letto, con il telecomando in mano. Guardava orgogliosa il video che aveva creato. La televisione non faceva altro che trasmetterlo. Sentì bussare alla porta. Era elettrizzata, il video le dava la carica. Era il suo compleanno, dopotutto. Aprì la porta e rimase paralizzata dalla sorpresa. Davanti a lei, c’era Deryck, con una camicia a quadri sbottonata, una canottiera bianca sotto di essa, i jeans malridotti e i capelli spettinati. In mano aveva una grossa rosa nera. “Cosa significa?” chiese Avril, incerta. Lui abbassò lo sguardo. “Significa che ho sbagliato, e mi dispiace. Non volevo farti stare male. Mi sono comportato come un completo rincoglionito.” Disse lui a bassa voce. “Perché non sono bastati Mark e Evan a farti capire quanto fossi rincoglionito?” chiese Avril con un lievissimo sorriso. Lui la guardò. “Mi sarebbe bastato sentire le stesse parole dette da te.”

“Perché?”

“Perché ti amo. Ho fatto tutto per cercare di piacerti di più.”

“Mi avevi promesso che non saresti mai cambiato.”

“Lo so, e mi dispiace, non sai quanto. Farei qualsiasi cosa per farmi perdonare.”

“Qualsiasi cosa?”

“Qualsiasi.”

“Allora vieni qui.” Disse Avril con un mezzo sorriso. Lui si avvicinò e Avril gli passò una mano fra i capelli, spettinandoli ancora di più. “Così va molto meglio.” Disse poi. Deryck sorrise. “Mi perdoni?” chiese poi. Lei annuì, senza riuscire a trattenere un sorriso. Lui era raggiante e Avril gli saltò al collo. “Auguri, amore.” Disse solo Deryck, dandole la rosa.

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