Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: swagatore    18/02/2014    4 recensioni
Nothing will be like before. Payton. Justin. Tutto può cambiare per una sola scelta.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rostock, Canada.

Quando Payton riaprì gli occhi, la prima cosa di cui si accorse era che non stava dormendo su una superfice morbida, ma era stesa supina sul pavimento duro e freddo della grande stanza semi-buia in cui si trovava. Alzandosi da terra, con qualche piccola difficoltà, a causa del suo abitino, si guardò intorno; la stanza era completamente priva di qualsiasi oggetto decorativo, non c'era nè un tavolo, nè delle sedie, e nessuna finestra. Dove diavolo sono? Dov'è Justin? si domandò confusa. Solo dopo aver scorso delle scale con alla fine una porta, Payton immaginò di trovarsi in un seminterrato; senza esitazioni salì le ripide scale e una volta arrivata davanti alla porta di legno scuro girò la maniglia. Non si apriva. Riprovò forzando maggiormente, ma era inchiavata dall'esterno. La ragazza iniziò a provare paura, quale bisogno c'era di chiuderla lì dentro? Per di più lei era anche claustofobica e stava già iniziando a sudare freddo; il cuore le martellava nel petto e così iniziò a dare dei pugni alla porta chiamando il nome dell'unico ragazzo che conosceva. -Justin!- urlò battendo con i pugni. -Justin dove cazzo sei, fammi uscire!

Il biondo, la sera precedente, dopo che Payton si era addormentata sul sedile posteriore della sua macchina, aveva parlato a lungo con Dylan, e insieme avevano deciso di mettere in atto un qualcosa che mai prima di allora avevano osato fare: un rapimento. Non si era mai spinto così in oltre, di solito veniva arrestato per furto di oggetti, per uso di droga, ma mai aveva rapito qualcuno; ed ora che l'aveva fatto non intendeva fare del male fisico a quella ragazza, la quale gli aveva anche salvato il culo, ma Justin non era il capo nella sua banda, infatti era stato spesso sottovalutato solo perchè a differenza degli altri membri, lui era arrivato per ultimo. Ora quindi voleva dimostrare ai suoi amici, e al suo capo ( Dannis ) che potevano fidarsi di lui. Avrebbe chiesto una cifra davvero elevata per il riscatto, tanto che Dannis poi, avrebbe dovuto baciargli i piedi per la gratitudine. Così lui e Dylan si erano recati in una casa abbandonata da tempo, lontana dalla cittadina di Stratford, la quale era circondata da un immenso campo di grano; avevano chiuso la ragazza ( la quale dormiva ancora ) nel seminterrato e si erano messi a dormire. Al giungere della mattina seguente, lui stesso si era occupato di scoprire qualcosa in più della ragazza: da quale famiglia proveniva, il suo cognome e l'indirizzio della sua casa: avrebbero dovuto imbucare una lettera di nascosto e informare la sua famiglia del rapimento tra qualche tempo. Non lo avrebbe fatto di certo lui, la sua faccia era su tutti i giornali insieme a quella di Payton. 'Due ragazzi fuggono dalla centrale armati: ricompensa di 1.000 $ per chi li trova.' , questo era il titolo del giornale più diffuso di Stratford. Avrebbero spedito la lettera passate due settimane, per alleggerire i sospetti su Justin, e anche per suscitare paura tra la gente. Niente sarebbe dovuto andare storto.

 
Era mattina inoltrata ormai e Justin aveva concluso le sue ricerche, aveva scoperto che la ragazza si chiamava Payton Rivera e che la sua famiglia era stramaledettamente ricca. Cosa poteva chiedere di meglio? Sorrise tra sè e sè e spense il computer. Il suo amico Dylan si trovava nell'altra stanza, troppo impegnato a guardare un film sul suo pc per preoccuparsi di Payton, la quale si sarebbe svegliata da un momento all'altro. Justin sapeva di non essersi comportato lealmente con lei, ma infondo erano pari: lei lo aveva fatto uscire dalla cella della centrale, e lui le aveva salvato il culo sparando a un poliziotto. Allora perchè sentiva i sensi di colpa divorarlo fino all'interno delle ossa? Ora lei lo avrebbe di sicuro odiato, ma dopo tutto non si conoscevano neanche da un giorno. Basta, doveva smettere di pensarci troppo, non erano amici e non lo sarebbero mai potuti diventare. Prese il suo cellulare e compose il numero di Dannis. Dopo tre squilli, la voce rauca e infastidita del suo capo gli giunse alle orecchie.

-Cosa cazzo vuoi Justin?- gli chiese scocciato, Justin guardò l'orologio al suo polso e sogghignò. -Oh amico, mi dispiace di averti svegliato. Ore piccole?- gli chiese il biondo divertito. -Fanculo Bieber, se mi hai chiamato a quest'ora deve essere una cosa importante, parla o ti attacco il telefono in faccia e me ne ritorno a dormire.- il biondo si fece serio. -Bene, ascoltami...ieri sera sono stato arrestato per possesso di armi non autorizzato e...- Dannis non lo fece finire che sbuffò -Non ti pagherò la cauzione Bieber...- -Non è la cauzione Dannis, cazzo fammi finire!- A volte parlare con il suo capo era talmente stressante, specialmente la mattina. -Parla.- il tono di Dannis si fece più calmo, ora che sapeva di non dover pagare nulla. -Sono riuscito a filarmela, e indovina? Ho rapito una ragazza e...- -Hai fatto cosa?!- -Ascoltami, è ricca, chiederemo il riscatto amico, sono in un posto sicuro con Dylan. Hai presente la vecchia casa abbandonata con il campo di grano a Rostock?- Domandò il biondo, sentendo la voce di Payton che proveniva dalla porta del seminterrato, sospirò sapendo che ora doveva vedersela anche con lei. -Justin prima di fare questa cazzata dovevi chiedermi il permesso, cazzo. Sarò lì verso le 14, ne parleremo meglio.- Detto questo, Justin non ricevette nemmeno il tempo per rispondere, che la chiamata fu interrotta. Il biondo sbattè un pugno sul tavolino, facendo diventare le nocche della sua mano rosse. Non era una stronzata, e lui non aveva bisogno di chiedere il permesso a nessuno. -Justin dove cazzo sei, fammi uscire!- sentì strani rumori provenire dal piano terra. -Vai a vedere cosa cazzo vuole quella, non ci sto capendo un cazzo di questo film!- sbottò Dylan dall'altra stanza. Così Justin si alzò di malavoglia e si incamminò verso la sua vittima.


Quando il biondo aprì la porta si ritrovò di fronte la mora con gli occhi lucidi, la quale lo guardava come se lui fosse il suo salvatore. -Finalmente! Dove cazzo eri? Perchè mi avete chiusa qui dentro? S-stavo morendo di paura Justin...- Payton si mosse di lato, facendo per uscire di lì e prendere un po d'aria, ma Justin gli bloccò il passaggio mettendocisi davanti. -Justin, mi serve aria, soffro di claustofobia, voglio uscire.- -Non puoi.- affermò il biondo. La ragazza immaginò che ci fossero poliziotti al piano superiore, ma poi scosse la testa, era impossibile, altrimenti Justin non sarebbe restato così calmo. -Perchè?- chiese confusa. -Ascolta Barbie...non è una cosa semplice da spiegare.- La ragazza lo guardò negli occhi, e sentì che a un tratto non si fidava più di quel ragazzo, non si fidava più dello stesso ragazzo che l'aveva aiutata a fuggire dai poliziotti; sentiva che in lui, ora c'era qualcosa di sbagliato, profondamente sbagliato. -Basta con le cazzate Bieber, spostati o ti passo sopra.- minacciò come meglio poteva la ragazza, cercando di passare. -Stai buona...- Justin la prese per le spalle e la condusse in fondo alle scale. -Non mi toccare.- Payton si allontanò da lui impaurita. -Chiederemo il riscatto al più presto Barbie, non ti succederà nulla di male.- Per la ragazza fu come cadere di faccia su una roccia. Quando capì tutto portò una mano alla bocca, si maledisse per essersi fidata. Guardò il ragazzo che era di fronte a lei, questa volta con gli occhi pieni di tristezza, come poteva fargli una cosa del genere? -Sei un coglione, Justin fammi uscire di qui! Voglio tornare a casa, perfavore! Non puoi fare sulserio!- tentò di risalire le scale, ma Justin la bloccava con le sue forti mani. -Stai calma, cazzo, ci tornerai. Tra non più di tre settimane sarai via di qui, devi solo fare la brava.- -Tre settimane?!- gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime e Justin non voleva ammetterlo, ma gli dispiaceva vederla in quello stato. -Mi dispiace...- sussurrò e detto questo, non avendo nulla da aggiungere si girò per risalire le scale, ma Payton con tutta la forza che aveva lo buttò a terra, e velocemente cercò di fuggire. La ragazza pensava di avercela fatta, ma quando invece fu presa per i fianchi e sollevata da terra, maledisse quel coglione di cui si era fidata. -Ti avevo chiesto di fare la brava, Barbie.- disse lui con tono severo. -Non chiamarmi Barbie, non pronunciare nemmeno più il mio nome coglione!- Payton scoppiò di nuovo a piangere e questa volta lasciò che il biondo scomparisse dalla sua vista. Quando si ritrovò da sola si mise seduta a terra e portò le sue gambe al petto, guardò il soffitto e iniziò a tormentarsi con le domande. Cosa mi succederà? Quando tornerà tutto come prima? Mi faranno del male? Quel coglione di Justin gli aveva detto che non gli sarebbe successo niente, ma ormai non si fidava più di lui; lo odiava come non mai, ma più di tutti odiava se stessa, si odiava perchè aveva aiutato un ragazzo che meritava di passare del tempo in carcere. Si chiese con quale coraggio avesse steso un poliziotto per aiutare un coglione del genere. Continuò il suo pianto, pensando a sua madre, a suo padre, e al suo fratellino; sicuramente si staranno domandando dove sono, si disse.


Una cosa l'aveva imperata da tutto questo: Mai fidarsi degli sconosciuti, neanche se questi erano fottutamente sexy.  



 


≈ His smile ≈

()

Eccomi qui con il secondo capitolo!
Ditelo che non ve lo aspettavate che Payton venisse rapita dallo
stesso Justin! Che coglione...e povera Payton! Ma tranquille, 
le cose ne prossimo capitolo andranno anche peggio. Hahaha. 
Intanto spero che il capitolo vi piaccia, a me non convince molto, cercherò
di fare di meglio nel prossimo. Vi ringrazio per le 7 recensioni lasciate al primo
capitolo, vi adoro Barbiess ( ora vi chiamerò così, sto male...) Ok, fatemi sapere
com'è questo capitolo e il nuovo banner! Recensiteeee. Un bacione! 
Sofia. 

 
 
  
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