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Autore: PiGreco314    19/02/2014    5 recensioni
Dopo aver letto Hunger Games sono totalmente impazzita. L'ho amato, ma una domanda continuava ad assillarmi: (mini-spoiler) "come hanno fatto Katniss e Peeta a riavvicinarsi?"
Metto a vostra disposizione una mia personale risposta a questa domanda e spero vi piaccia :3
A chi dunque sia interessato ai fatti che potrebbero essere accaduti dal rientro nel distretto 12 all'epilogo auguro buona lettura :3
P.S. È la mia prima ff, siate buoni!
Tratto dal primo capitolo:
"Riesco a stento a ricordare l'ultima volta che le sue labbra hanno sfiorato le mie. Poi il tepore della coperte mi assorbe completamente e io scivolo di nuovo nel sonno, mentre sento il tocco leggero della mano di Peeta e il suo profumo. Haymitch ha ragione - è l'ultima cosa che risco a pensare, insieme alla risposta all'ultima domanda che mi ha rivolto.
- No, non c'è bisogno che mi ricordi che ho un motivo più che valido per andare avanti. Peeta. -"
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Mi risveglio con l'immagine dei corpi di Cinna e Finnick martoriati e ricoperti di sangue, urlante.
Stranamente la prima cosa che riesco a pensare è che nonostante Haymitch abbia ragione, perché per quanto odi ammetterlo non riesco a negarlo, devo andare da lui per dirgli quattro parole: bambole e vestitini, certo.
Ho ancora il fiato corto quando sento una mano stringere la mia, ma so già a chi appartiene: Peeta. Ha un aspetto orribile: è pallidissimo e le occhiaie marcate gli segnano il viso scavato. Non potrebbe essere più lontano di così dal mio ragazzo del pane se non fosse per gli occhi. Sono stanchi, ma mi guardano con intensità e qualcosa che riesco a identificare come dispiacere.
- Mi sono addormentato, scusa - riesce a dire. È seduto su una poltroncina che non ricordavo nemmeno di avere accanto al letto, abbassa lo sguardo e si porta le dita dell'altra mano sulla tempia.
- Non si direbbe. Hai un aspetto orribile, dovresti riposare. Io sto bene, davvero - la mia voce è un po' impastata dal sonno, ma spero di aver usato un tono abbastanza deciso.
Peeta annuisce leggermente e io continuo:
- Non hai una bella cera, se vuoi puoi dormire qui, non c'è bisogno che torni a casa -
Peeta sembra confuso, credo che la mia proposta l'abbia spiazzato.
Allontana la sua mano dalla mia, facendomi avvertire un pizzico di freddo; mi ero già abituata al calore della sua pelle.
Non sa che rispondere così provo ad avvicinarmi a lui con cautela. Porto le gambe fuori dalla coperta e mi metto seduta, facendole penzolare a lato del letto, lo sguardo fisso su di lui.  Gli afferro di nuovo la mano, che sento troppo tesa, così tento velocemente di rimediare.
- L'ho detto solo perché in queste condizioni potresti svenire lungo il vialetto e io, a differenza tua, non sono abbastanza forte per sollevarti e  riportarti a letto - tento di ironizzare. Caccio via la sensazione della sua mano così rigida nella mia.
- A quel punto però dovrebbe intervenire Haymitch. Potrebbe essere divertente osservarlo mentre tenta di tirarti su -  aggiungo provando a sorridergli.
Riesco a strapparli un piccolo sorriso e sento svanire un po' la sua tensione.
Restiamo in silenzio per un po'. Non so cosa dire. Osservo la finestra alle spalle di Peeta. Fuori il cielo è sereno, sento anche il cinguettio degli uccelli.
L'immagine di Rue che intona il suo motivetto per farlo ripetere alle ghiandaie imitatrici è come un lampo nei miei occhi.
Peeta deve aver avvertito che qualcosa non va, forse mi sono irrigidita troppo. Appoggia l'altra mano sulla mia ma tiene ancora lo sguardo basso. Sembra combattuto.
Mi chiedo perché non mi abbia detto ancora niente. Se non vuole restare non lo obbligo, non voglio la sua pietà. Non gli ho nemmeno chiesto di restare qui tutta la notte... Eppure l'ha fatto - penso, infine.
Non voglio innervosirmi con Peeta quindi mi impongo di calmarmi e di pensare come lui, chiedendomi cosa sia meglio per l'altro.
L'unica cosa a cui riesco a pensare è che probabilmente abbia paura di restare così a lungo con me. Non indugio a lungo sul perché (perché pensa di poter farmi del male o perché ha paura che io possa farne a lui?).
- Peeta devi riposare davvero. Io vado a farmi un bagno e poi scendo giù ad aiutare Sae. Tranquillo - provo a rassicurarlo senza fargli pesare troppo il fatto che non gradisca eccessivamente la mia presenza. La cosa non può che rattristarmi ma l'aspetto di Peeta è così malconcio che non posso permettermi altri egoismi.
Gli accarezzo la mano un'ultima volta e infine mi alzo dal letto, questa volta piano.
Peeta prende silenziosamente il mio posto e lo vedo armeggiare qualcosa sotto la coperta. Distolgo leggermente lo sguardo: la protesi. In ogni caso Peeta la appoggia un po' più in là, sempre sul letto, sotto la coperta. È davvero distrutto.
Gli rimbocco goffamente le coperte in un gesto meccanico. Quante volte l'ho fatto con Prim?
Penso a tutte le notti insonni nel Giacimento, soprattutto quelle vicino alla mietitura. Vedo Prim tremare nel suo letto, perché si è scoperta durante il sonno e penso che affronterei un'altra edizione degli Hunger Games per poterle rimboccare di nuovo le coperte. D'altronde è per lei che ho affrontato la mia prima edizione dei giochi.
E, in un modo un po' diverso, la seconda per Peeta.
Un bel fallimento entrambe.
Mentre Peeta chiude gli occhi e sembra abbandonarsi completamente, vado ad aprire la finestra, prendo i primi vestiti che trovo nell'armadio e vado in bagno. Appoggio il pantalone e la maglia che ho appena pescato su un mobiletto e inizio a spogliarmi, evitando con cura il mio riflesso nello specchio.
Non sono ancora del tutto abituata alla vista della mia pelle innestata.
Preparato il bagno, provo a strofinarla con delicatezza, per farne cadere il meno possibile, ma l'acqua si colora lo stesso di un tenue rosso. La sua vista mi dà la nausea, svuoto la vasca e opto per la doccia.
Una volta terminata la doccia, entro di nuovo in stanza per raggiungere il corridoio e infine il bagno del piano di sotto. Non voglio svegliare Peeta con il rumore di quell'affare per asciugare i capelli. Avrei anche lasciato che si asciugassero da soli, come eravamo costrette a fare quando vivevamo nella vecchia casa nel Giacimento, ma voglio tenermi impegnata.
Indugio un po' troppo nella stanza, ad osservare Peeta che sembra essere crollato e dormire come un sasso. Noto che la luce che penetra dalla finestra sta quasi per arrivare ai suoi occhi, scosto le tendine per coprirlo dai raggi del sole e infine mi costringo a scendere.
Sae è in cucina a pelare delle patate. Sembra sorpresa nel vedermi e le sue occhiaie, decisamente meno marcate rispetto a quelle di Peeta, mi dicono che a quanto pare non è stato l'unico a passare la notte sveglio.
Dopo lo stupore vedo subentrare la preoccupazione:
- Dov'è il ragazzo? Gli avevo detto di venirmi a chiamare non appena ti fossi svegliata. -
Nessun saluto. È Sae.
- Sta riposando, era distrutto. Ho lasciato che dormisse un po' anche lui - rispondo.
Sae annuisce e resta in silenzio, continuando il suo lavoro.
Vorrei ringraziarla per tutto quello che ha fatto per me in questi giorni, mi rendo conto di essere in debito con lei.
Ma Sae questo già lo sa, sa come ci si sente quando si è in debito con qualcuno, e si limita a dirmi:
- Visto che sei in piedi, oggi mi darai una mano in casa. D'accordo? -
- Certo. Vado ad asciugarmi prima i capelli. Torno subito -
Quando ritorno in cucina sul tavolo trovo una tazza di latte e qualche biscotto. Sae non ha voluto esagerare, forse pensa possa sentirmi male dopo tutto questo tempo di quasi digiuno.
Faccio colazione in silenzio. I biscotti non sono di Peeta, ma sono comunque buoni, sebbene non quanto i suoi.
Passo il resto della mattinata a eseguire gli ordini di Sae, che deve starmi continuamente dietro. Non mi sono mai occupata delle faccende di casa, a quelle ci pensavano Prim e la mamma, mentre io andavo a caccia.
Tuttavia sono contenta di essere tornata in movimento e quasi mi viene in mente di andare davvero nei boschi, a caccia. L'idea mi rimanda subito a lui, quindi la rimuovo e torno a concentrarmi sul tavolino che sto spolverando.
Quando Sae mi chiama per il pranzo riesce ad aggiungere un:
- Sono contenta che tu sia di nuovo in piedi -
Sorrido leggermente. Tutto sommato credo di esserlo anch'io.
 
È pomeriggio e Peeta ancora deve svegliarsi. Io e Sae abbiamo deciso che era meglio non svegliarlo per il pranzo, quindi abbiamo lasciato che dormisse ancora.
Ora sono un po' preoccupata, quindi giro per la casa nervosamente, controllando Peeta ogni quarto d'ora circa, cercando di non fare troppo rumore.
Se potessi resterei in stanza tutto il tempo, anche perchè la sua vista mi rasserena un po', ma se si sveglia e mi trova con lui ho paura di spaventarlo. L'idea non può che rattristarmi, sospiro ma non mi trattengo oltre in stanza. D'altronde ha acconsentito a restare solo quando gli ho detto che mi sarei tenuta alla larga. Trattengo una lacrima.
Mi sento insolitamente nervosa. Anche Sae si è appisolata, sul divano in cucina che ho occupato fino a ieri. Sembra quasi una vita fa.
Visto che non resisto a girare ancora per casa, senza far nulla, afferro una giacca al volo ed esco: sono nervosa ed Haymitch mi appare un'ottima possibilità per sfogarmi. Non ho dimenticato.
Mi dirigo in fretta alla sua porta e busso con forza. Sento salire la rabbia, accentuata dall'attesa.
Devo insistere un bel po' e quando Haymitch mi apre, lo colpisco in faccia con un pugno. Non volevo colpirlo, semplicemente stavo per bussare di nuovo alla porta e lui l'ha aperta di scatto un istante dopo. In ogni caso non posso ammettere che mi dispiaccia.
- Salve a te, dolcezza - mi dice per tutta risposta e si fa di lato per lasciarmi entrare, una mano poggiata sul naso, dove l'ho colpito (troppo debolmente mi dico), l'altra che regge una bottiglia di liquore quasi vuota.
Non fa domande, quindi gli lascio credere che il pugno sia stato volontario.
Chiude la porta dietro di me, mentre cammino verso la sua cucina, identica alla mia eppure irriconoscibile. Il disordine è allucinante e c'è puzza di chiuso e di alcol.
Apro il balcone che dà sulla veranda dietro casa, che affaccia sul giardinetto incolto di Haymitch, per far passare un po' d'aria.
Mi appoggio alla cucina, mentre lui mi raggiunge trascinando i suoi passi.
- Carina la giacca. Un po' grande forse - mi dice con tono sornione, quando mi è di fronte.
Perplessa, osservo la giacca che ho addosso. È quella di Peeta: nella fretta non ho controllato quale avessi preso. È di pelle scura, leggermente imbottita all'interno; credo l'abbia indossata durante il Tour della Vittoria ma non ne sono sicura. Ora che mi concentro riesco quasi a sentire il profumo di Peeta...
Scrollo le spalle e sto per rispondere ma Haymitch aggiunge con tono serio:
- È ancora a casa tua? Spero tu gli abbia dato un po' di tregua, anche lui è umano e sarebbe meglio per lui che si riposasse -
Le sue parole mi feriscono. Cosa ne sa lui tutto a un tratto di cosa è meglio per gli altri? Lui che passa le giornate a bere come una spugna e a svenire in giro per casa!
- Sì e dorme da stamattina comunque, stai pure tranquillo beniamino della salvezza altrui. Se vuoi essere promosso a balia, organizzati con Sae - gli rispondo, lasciando trasparire tutta la mia rabbia e il mio risentimento.
- Ascoltami dolcezza, sai benissimo anche tu che ho ragione. Non saresti qui altrimenti, per dirne una. E il ragazzo è stato male. Male, capisci? Quanto te, se non peggio. Lui è stato cosciente di tutto, tutto il tempo, capisci? Il che è ironico, visto che quello depistato è lui - mi risponde - Quindi cosa vuoi fare? Cosa vuole rimproverarmi la ragazza in fiamme? Dubito che tu sia venuta qui per ringraziarmi, cosa che dovresti seriamente prendere in considerazione di fare, dolcezza, dato che sono riuscito a farti alzare da quel dannato divano -
- Non sei stato tu, è stato Peeta - gli rispondo subito. È stata la sua lacrima a farmi scattare, lui non c'entra un bel niente.
Haymitch distende il volto e mi sorride di nuovo con fare sornione, soddisfatto di sè.
- Due a zero per me, ragazza in fiamme - sogghigna, e ancora - E attenzione alle guance dolcezza, sembrano davvero andare a fuoco -
Afferro  una mela, la prima cosa alla mia portata, e gliela lancio contro.
Haymitch riesce comunque a scansarla e aggiunge:
- Tre a zero -
Decido che ne ho abbastanza e me ne vado, mentre Haymitch rimane in cucina, sgnignazzante.
Prima di uscire però mi fermo. Senza farmi sentire mi dirigo velocemente nel salotto di Haymitch, più precisamente verso il mobiletto dove so che tiene la sua scorta di liquore. Trovo solo due bottiglie e le afferro, attenta a non farle tintinnare. Le lascio andare un istante quando vedo un blocchetto e una penna buttati per terra. Scrivo su un foglietto "tre a uno, dolcezza", lo strappo e lo metto nel mobiletto al posto delle bottiglie, che afferro mentre vado via quasi correndo, pregustando l'espressione di Haymitch quando scoprirà quello che ho fatto.
 
Quando rientro in casa poso le bottiglie di Haymitch in un mobile in cucina, poi ritorno indietro per posare la giacca di Peeta nell'ingresso. Guardo l'orologio: sono quasi le sei e mezza, di Peeta nemmeno l'ombra. Mi sento ancora un po' agitata quindi decido che è meglio non salire di sopra. Non voglio svegliarlo, anche se inizio a preoccuparmi... Dorme dalle otto e mezza circa di stamattina.
A quanto pare ho svegliato Sae mentre posavo le bottiglie. Non fa domande ma borbotta ancora assonnata: - La cena. È tardi. -
Si mette all'opera mentre io la osservo lavorare. Sono una frana in cucina, ma vorrei aiutarla. Lei non mi chiede di fare nulla. Il pensiero corre di nuovo a Peeta.
- Sae, ti va se prepariamo una torta? - propongo improvvisamente ricevendo come risposta un'occhiata strana.
- Per dopo cena, sai, come dolce... Non conosco nessuna ricetta - mi affretto ad aggiungere. Non mi va affato di dare ulteriori informazioni.
- Beh, al Giacimento non si fanno molte torte come ben sai... Almeno non di buone e belle come quelle del ragazzo -  mi risponde, alzando lo sguardo verso il soffitto, come a voler indicare la stanza dove ora dorme Peeta - ma se vuoi possiamo provarci - conclude.
Così mi unisco a Sae mentre che mi indica cosa fare. Il risultato è una torta semplicissima, un po' bruciacchiata sul fondo, ricoperta di panna.
L'aspetto non sembra male - penso - chissà se è anche commestibile.
Poso la torta in frigo e controllo di nuovo l'orario. Sono quasi le otto. Ciò significa che Peeta dorma da quasi dodici ore.
Sto per andare sopra a controllarlo ma appena alzo lo sguardo mi accorgo che sta scendendo le scale, mentre si stropiccia un occhio. Arriva in fondo alla scala e si accorge della mia presenza. Sono felice di vederlo, ora ha un'aria decisamente migliore. e gli è tornato un po' di colorito. Deduco dal suo aspetto apparentemente sereno che non abbia avuto incubi ma gli chiedo lo stesso:
- Dormito bene? - senza trattenere un enorme sorriso. Mi sento quasi stupida per questo.
- Niente incubi. Ma, Katniss, è buio, quanto ho dormito? - sorride un po' anche lui ma è ancora intontito dal sonno.
- Sono quasi le otto, hai dormito un bel po'. Ti trattieni a cena, vero? - Mi sento ancora più stupida dopo questa frase. Gli ho preparato anche una torta. Ma che ho nella testa?
- Certo, ho una fame da lupo - risponde. Sbadiglia un'ultima volta e mi sorride per poi andare verso la cucina.
Nonostante la stupidità, cucinerei altre mille torte per farlo sorridere di nuovo.
 
*******

 
Aaaaah, non ci credo, mi state seguendo davvero *-*
Vi sta piacendo aaaaaah *-*
(sono impazzita, perdonatemi)
 
Detto questo, salve! :3
 
Prima di poter dire altro devo assolutamente ringraziare la mia dolcissima Ccchh <3
Non solo mi ha spronato a scrivere questa fanfiction, ma mi ha anche spinto a pubblicarla e mi ha aiutata con il titolo, che è opera sua. *clap clap*
Sappiate che è merito suo se state leggendo tutto questo, senza la sua approvazione non se ne fa nulla u.u
Ti voglio tanto bene Ccchh, grazie ancora :3
 
Ovviamente ringrazio anche le altre persone che hanno recensito, giuro che mi avete mandato al settimo cielo! Ogni volta che vedevo una nuova recensione o una nuova persona che mi seguiva iniziavo a saltellare per la stanza (e rompevo le scatole alla mia povera Cch).
Grazie a tutti per i complimenti, sono strafelice che vi piaccia, e spero vi sia piaciuto anche questo capitolo :3
 
A coloro che mi hanno chiesto ogni quanto ho intenzione di pubblicare un nuovo capitolo rispondo che purtroppo sono una mina vagante XD
Ero partita con l’intenzione di pubblicare questo capitolo verso fine settimana, così da poter aggiornare settimanalmente e avvantaggiarmi nel caso non avessi avuto tempo per scrivere, ma non ho resistito molto! XD
Mi avete montato così tanto la testa che ora penso di essere il nuovo genio letterario del secolo e non faccio altro che pensare a cosa potrei scrivere (se non passo l’esame di martedì sappiate che è colpa vostra >>)
Vabè, inutile dire che sto scherzando XD (sono pazza, perdonatemi)
 
… Ok, non mi fila nessuno, fatemi credere per un po’ di essere il centro del vostro mondo XD
 
Ah e scusate se uso troppe emoticon ma mi sembra di essere troppo fredda se non ne ficco in giro XD
(commenti random)
 
Anyway,
 
a Alex995: spero che questo capitolo ti abbia incuriosita ancora di più. Sappi che in quanto prima persona ad aver recensito la mia fanfiction ti amerò per sempre <3
 
a Power99: sono contenta tu abbia apprezzato il modo in cui ho reso i personaggi di Peeta e Katniss, e soprattutto di Haymitch. Confesso che mi diverte troppo scrivere di lui! XD Spero solo di non esagerare! :P
 
a Gjo: Sono stata abbastanza veloce? :P So a cosa ti riferisci, è davvero orribile quando non aggiornano! Spero di non rientrare mai in quella categoria! Grazie per la recensione e per avermi aggiunte alle seguite. Spero di non deluderti nè con i tempi, nè con la storia :)
 
Oddio, credo di aver aggiunto fin troppi commenti. Scusate se vi ho annoiato. Grazie ancora! (Sono paranoica, lo so) E ricordate che ogni commento è bene accetto :3
*non preoccupatevi, passerò le prossime giornate ad aggiornare la pagina in continuazione solo per vedere se qualcuno ha recensito*
A presto :3

 
May the odds be ever in your favor.
  
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