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Autore: geval    19/02/2014    1 recensioni
"Riuscirà Phoenix Wright a scagionare T.O.P, accusato dell'omicidio di PSY, anche se le prove sono tutte a suo sfavore?"
Ecco a voi un cross-over senza alcun senso logico fra Phoenix Wright ed alcune personalità del K-pop.
La storia è dedicata ad una persona a cui tengo molto :)
PS: scusate per la formattazione, non ce la farò mai a non sbagliarla XD
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dick Gumshoe, Il Giudice, Miles Edgeworth, Phoenix Wright
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Ordine, ordine! Fate silenzio!- disse energicamente il giudice, mentre sbatteva con vigore il martello di legno. La gremita folla che riempiva l'aula del tribunale si ammutolì di colpo. Oggi era il primo giorno di un processo importantissimo e Phoenix era teso come mai, un po' a causa della gravità dei fatti accaduti, un po' perché il procuratore assegnato al caso era il suo amico Miles Edgeworth. L'idea di doversi scontrare con lui lo metteva a disagio, ma allo stesso tempo sapeva di dover fare affidamento a tutta la sua professionalità per il bene del cliente che difendeva, visto che le accuse erano davvero pesanti.

-Bene, come sapete il processo avrà una durata di tre giorni, a partire da oggi.- disse il giudice ad alta voce. Il suo sguardo era rivolto al procuratore. -Signor Edgeworth, vuole introdurre il caso?-

-Con piacere vostro onore.- rispose prontamente Miles. -L'imputato è il signor Choi Seung-Hyun, meglio noto come T.O.P, ventisei anni, sudcoreano. È accusato dell'omicidio del trentaseienne Park Jae-Sang, in arte PSY, noto cantante anch'egli sudcoreano. I due erano qui a Los Angeles per presenziare ad una importante festa organizzata da YG Entertainment, con lo scopo di esportare il K-pop in tutto il mondo. Grazie alle prove inconfutabili di cui disponiamo, confido di poter provare la colpevolezza di T.O.P senza alcun dubbio.-

-Molto bene. Signor Wright, vuole aggiungere qualcosa?- disse sempre il giudice, questa volta con lo sguardo diretto verso l'abilissimo ed eccentrico avvocato difensore.

-Si vostro onore. Così come il signor Edgeworth è convinto della colpevolezza del mio assistito, io sono convinto della sua innocenza, e mi batterò duramente per far sì che egli venga scagionato da ogni accusa.- replicò Phoenix deciso. La tensione che avvertiva prima di iniziare era in parte svanita. Non che la situazione fosse migliorata nel frattempo, però una volta che un processo aveva inizio, lui riusciva a concentrarsi a fondo su di esso, dimenticandosi di tutto il resto.

-Facciamola breve: vostro onore, vorrei chiamare a deporre il detective Gumshoe.- chiese il giovane procuratore, mostrando fin dal principio una grande sicurezza.

-Molto bene. Il signor Gumshoe si rechi al banco dei testimoni.-

Obbedendo al giudice, Dick si diresse prontamente verso la zona indicata. Il detective era un uomo sulla trentina, dai capelli spettinati, e con addosso il suo fedele impermeabile verde.

-Detective, esponi i fatti.- gli comandò il procuratore.

-Si, subito. Allora, il cadavere è stato rinvenuto in una delle stanze secondarie della villa verso la mezzanotte, ovvero circa dieci minuti dopo la morte, secondo l'autopsia. Il decesso è stato causato da una ferita d'arma da taglio al cuore. L'arma del delitto è un normale coltello da tavola che l'assassino ha cercato di far sparire, ovviamente senza successo, gettandolo in un bidone dell'immondizia. Le uniche impronte rilevate sull'arma appartengono a T.O.P, cosa che logicamente fa supporre sia il colpevole.- disse Gumshoe, cercando di apparire il più professionale possibile.

-Tutto qui? Voglio dire, non c'è altro a parte l'arma?- chiese Phoenix, ben consapevole che a volte sono i dettagli che sembrano insignificanti a fare la differenza.

-Io credo che sia già ben più che sufficiente.- commentò Edgeworth, mostrando un sorriso malizioso.

-Non vorrai farmi credere che l'unica cosa trovata dagli agenti sia il coltello! E comunque, l'arma da sola non è certo sufficiente. Ad esempio, che motivo avrebbe avuto T.O.P di compiere quel gesto? Quale vantaggio avrebbe ottenuto eliminando PSY?- disse Phoenix per niente intimorito dal suo rivale. Lui si fidava del suo cliente, era certo della sua innocenza perchè gliela aveva letta negli occhi. Ma d'altro canto sapeva che convicere il giudice sarebbe stato un altro paio di maniche. Doveva trovare qualcosa a cui aggrapparsi, qualcosa che avrebbe potuto far crollare le accuse.

-Se è un movente che vuoi, un movente avrai. Ma non ora.- rispose Edgeworth, sempre ostentando grande sicurezza. -Gumshoe, forza, rispondi alla domanda dell'avvocato difensore.-

-Beh più che una cosa trovata, ci sarebbe una cosa mancante. Il portafogli della vittima. Sappiamo che PSY l'aveva regolarmente con se, grazie ad alcune testimonianze, eppure non siamo riusciti a trovarlo da nessuna parte. L'ipotesi più probabile è che sia stato rubato dall'omicida, dopo aver compiuto il delitto.- disse il detective grattandosi la testa.

-Ma non ha alcun senso. T.O.P non ha certo bisogno di rubare dei soldi, andiamo!- affermò Phoenix, contrariato dalle conclusioni affrettate di Gumshoe.

-Obiezione! Certamente l'imputato non aveva bisogno di quei pochi spiccioli, ma potrebbe comunque averlo preso per simulare un tentativo di rapina.- esclamò prontamente Edgeworth.

-Un tentativo di furto in una festa privata con tanto di sorveglianza? La cosa continua a non essere per niente credibile.- concluse l'abile avvocato. Effettivamente il ragionamento dell'accusa era un po' troppo superficiale.

-Ok, allora mettiamola così: e se dentro il portafogli ci fosse stato qualcos'altro oltre ai soldi? Qualcosa per cui vale la pena uccidere?-

-Questo è già più logico, te lo concedo. Però durante le perquisizioni di rito, il portafogli non è stato trovato. Come mai?-

-Beh, T.O.P potrebbe averlo nascosto da qualche parte, con l'intento di recuperarlo successivamente.- disse Edgeworth, cercando di ragionare per fare luce sull'accaduto.

-Obiezione! Secondo te l'imputato sarebbe riuscito a nascondere il portafogli così bene da non essere ancora ritrovato. Ma se T.O.P fosse stato in grado di fare ciò, perchè non farlo anche con l'arma del delitto? Non era forse altrettanto importante nasconderla?- esclamò Phoenix, sicuro di aver trovato una falla, per quanto piccola, nella ricostruzione dell'accusa.

-Forse ha agito frettolosamente, o magari non pensava che trovando l'arma potessimo inchiodarlo alle sue responsabilità così facilmente.- disse Edgeworth, con un tono leggermente meno sicuro rispetto a prima. L'obiezione della difesa era sensata, e lo sapeva. -O magari non è proprio pratico di queste cose.-

-Iris e Commitment. Sa cosa sono?- chiese Phoenix al rivale.

-No... Dovrei?-

-Sono rispettivamente una serie TV ed un film, tutti e due sull'argomento spionaggio. T.O.P recita in entrambi. Ok, questo non fa di lui una spia anche nella vita vera, ma direi che possa arrivare senza problemi a capire che un'arma del delitto con sopra le proprie impronte digitali è pericolosa e va fatta sparire.- concluse Phoenix, sferrando un piccolo ma duro colpo all'accusa.

Miles Edgeworth rimase in silenzio per qualche secondo, incapace di replicare alla logica dell'avvocato, che appariva ferrea. Decise dunque di sfoderare il suo secondo asso nella manica.

-Molto bene, se vuoi giocare duro ti accontento.- disse con espressione seria. -Volevi un movente, no? Bene. Chiamo a testimoniare Lee Chae-Rin.-

Una giovane donna si alzò dal pubblico e si diresse a passo spedito al banco dei testimoni, sostituendo il Detective Gumshoe. Era ben vestita ed aveva dei lunghi capelli biondi, chiaramente tinti, raccolti in una coda di cavallo.

-Lei è Lee Chae-Rin, in arte CL, del gruppo musicale 2NE1?- domandò Edgeworth, di fatto introducendo la ragazza a coloro che non avevano il piacere di conoscerla.

-Si, sono io.- rispose la giovane, senza troppi fronzoli.

-Ed era regolarmente presente alla festa, assieme agli altri membri del suo gruppo?-

-Si, esatto.-

-Bene. Signorina Chae-Rin potrebbe...-

-CL prego.- lo corresse subito la ragazza, interrompendo la frase a metà.

-Mi scusi?-

-Preferirei essere chiamata CL, se non le dispiace.-

Edgeworth rimase interdetto per qualche istante, ma decise di assecondare la richiesta. -Ok, come vuole. Dicevo, signorina CL potrebbe raccontarci della conversazione fra PSY e T.O.P? Credo che il signor Wright la troverebbe molto interessante.-

-Certamente. Allora, ero andata un attimo al bagno, saranno state le ventitrè e mezza, più o meno. PSY e T.O.P erano in una stanza vicina e stavano discutendo ed alta voce. Non so quanto la cosa possa esservi utile, ma ricordo di aver sentito PSY minacciare di rivelare pubblicamente "la relazione". Si, l'ha definita così. Questa è l'unica cosa che ricordo di quella conversazione.- disse la giovane, piuttosto sicura di sè.

-Quindi si potrebbe dedurre che PSY stasse ricattando il suo collega. Lei che ne dice? Le ricordo che è sotto giuramento.- la incalzò prontamente Edgeworth.

-Beh, non è che abbia sentito proprio tutta la discussione. Però messa così, direi di si. Insomma, è plausibile pensare sia andata così.- rispose CL, dando corda alle conclusioni dell'accusa.

-Direi che abbiamo trovato il movente. E che movente!- concluse il giovane procuratore, nuovamente sicuro di avere in pugno il processo.

-Un momento! Ho il diritto di contro-interrogare il testimone!- esclamò Phoenix contrariato. Una testimonianza di questo tipo era davvero quello che non ci voleva, e sapeva che una volta sommata all'arma del delitto, non sarebbe bastato il mistero del portafogli ad evitare la condanna. Doveva assolutamente trovare qualcosa a cui appigliarsi, e doveva farlo ora.

-Ma certo, la testimone è tutta sua.- rispose Edgeworth, sfoggiando l'ennesimo sorriso beffardo.

-Signorina CL, lei ha detto di aver sentito l'imputato e la vittima discutere. Ma li ha anche visti, per caso?- domandò Phoenix senza aver ancora un piano ben preciso.

-Beh... no. In effetti no. La porta era chiusa, ma parlavano a voce alta, per cui li ho sentiti comunque.- rispose CL, apparendo piuttosto sincera.

-Quindi non può dire di essere sicura che fossero proprio T.O.P e PSY a discutere.- disse l'avvocato difensore, tentando di trovare una falla nella testimonianza.

-Invece ne sono piuttosto certa, dopotutto conosco bene le loro voci. Poi parlavano in coreano. Insomma, direi di esserne sicura.- affermò CL, un po' contrariata dalle insinuazioni della difesa.

-Però non può escludere a priori che si trattasse di qualche imitatore, magari molto bravo. Oppure una qualche conversazione registrata in precedenza.- le rispose Phoenix, cercando di apparire il più sicuro possibile. Sapeva che quello che stava dicendo era piuttosto improbabile, eppure non aveva niente per le mani. Decise dunque di bluffare per guadagnare un po' di tempo.

-Obiezione! Quello che l'avvocato afferma non ha alcun senso!- lo interruppe Edgeworth, intuendo il piano di Phoenix.

-Beh, l'arma del delitto presenta le impronte digitali del mio assistito. Se lui è davvero innocente come credo, allora significa che qualcuno lo ha incastrato. Quindi non possiamo escludere a priori l'idea della conversazione fasulla.- ribadì l'avvocato, continuando a percorrere la strada del bluff, più per mancanza di alternative che per altro.

-Tutto questo è molto interessante, signor Wright. Credo che però si sia dimenticato di un piccolo particolare: le prove. Ne ha qualcuna a sostegno della sua strampatala tesi?- disse Edgeworth, ostentando un'enorme sicurezza.

-L'accusa ha ragione, signor Wright. Ha qualche prova da presentare?- aggiunse il giudice, che naturalmente concordava con il procuratore. In un tribunale le prove sono tutto. Phoenix lo sapeva bene. Purtroppo non ne aveva alcuna a disposizione. E non era neppure riuscito a trovare una falla valida nella deposizione di CL. La situazione stava peggiorando rapidamente.

-Beh, veramente io...- disse quest'ultimo, senza la minima idea di come replicare. Purtroppo per lui Edgeworth era un avversario temibile, e non aveva avuto alcun riguardo nonostante la grande amicizia che li legava. Ma non gliene faceva una colpa, dopotutto stava solamente facendo il suo lavoro.

-Come immaginavo. Tutto fumo e niente arrosto.- commentò il procuratore, visibilmente entusiasta all'idea di chiudere il processo con una vittoria così brevemente.

-Signor Wright, se non ha niente da aggiungere, mi vedo costretto ad emettere il verdetto. Purtroppo per il suo cliente, le prove sono schiaccianti.- affermò il giudice, in tono autorevole.

"Andiamo Phoenix, pensa! Che cavolo, ci deve pur essere qualcosa che puoi fare o che puoi dire! Non può finire così!" pensò l'avvocato difensore, mentre le mani gli scivolavano freneticamente fra i capelli, purtroppo senza successo. Non c'era nemmeno la sua assistente Maya Fei a dargli manforte. Per la prima volta dopo molto tempo si ritrovava da solo. E, purtroppo, stava per combinare un gran casino.

-Molto bene.- affermò il giudice. Poi afferrando il martello di legno, disse: -Data la gravità dell'atto commesso, e dall'inconfutabilità delle prove presentate dall'accusa, dichiaro l'imputato, il signor Choi Seung-Hyun, detto anche T.O.P, colpev...-

-Un momento!- una voce interruppe il verdetto del giudice, che si ammutolì immediatamente dalla sorpresa. Phoenix stesso era incredibilmente stupefatto da quanto accaduto.

-Signor Edgeworth? Stavo pronunciando il verdetto di colpevolezza, che poi suppongo sia quello che vuole in quanto procuratore. Non capisco perchè interrompermi...- disse confuso il giudice.

-Lo so vostro onore, e mi scuso per averla interrotta. Però... devo ammettere che una cosa non mi torna. Le affermazioni della difesa sono state piuttosto strampalate, d'accordo, però la cosa del portafogli non quadra nemmeno a me. Credo sia saggio rimandare il giudizio a domani, in modo da permettere agli agenti di effettuare un secondo sopralluogo. Giusto per essere sicuri che non ci sia sfuggito niente.- spiegò Edgeworth, lasciando interdetti tanto il giudice quanto la difesa.

"Miles... avevi vinto... ma che diavolo stai facendo? Non starai cercando di prolungare il processo per darmi tempo di trovare delle prove decisive, vero?" pensò Phoenix, incredulo ma anche felice per il comportamento dell'amico/rivale. "Sei una canaglia, te lo devo riconoscere..."

-D'accordo, un giorno di sospensione sia. Anche se non ne capisco i motivi.- affermò il giudice. Quindi battè con vigore il martello, ed aggiunse: -La seduta riprende domani alle otto.-

L'aula si svuotò rapidamente. Phoenix si ricongiunse con G-Dragon, grande amico e collega di T.O.P, nonchè colui che gli aveva chiesto di accettare il caso.

-Beh non è andata poi così male, dai.- disse quest'ultimo, sollevato dall'inaspettata piega positiva degli eventi.

-Non direi. Il giudice stava per emettere il verdetto, e ti assicuro che non avrebbe pronunciato la parola innocente. Non fosse stato per Edgeworth il processo sarebbe già finito.- commentò Phoenix duramente. Poi alleggerì il tono, per cercare di rincuorare il suo interlocutore. -Comunque si, abbiamo un giorno a disposizione. Cerchiamo di non sprecarlo.-

Mentre i due parlavano, Edgeworth passò di fianco al suo amico senza dire una parola. Phoenix lo vide con la coda dell'occhio.

-Ehi Miles! Non avrai mica fatto quello che penso!- gli disse quest'ultimo, con voce amichevole.

-Perchè, cosa avrei fatto?- replicò il procuratore, utilizzando un tono più freddo rispetto al rivale.

-Dai, andiamo! Quello che hai detto alla fine... l'hai fatto apposta per darmi un giorno in più?-

-E perchè avrei dovuto fare una cosa tanto stupida? Sei proprio un pivello...- concluse sempre freddamente Edgeworth, per poi girarsi ed abbandonare la zona.

-Se lo dici tu... comunque... grazie!- aggiunse ad alta voce Phoenix, sicuro che l'amico l'avesse aiutato volontariamente.

-E ora che si fa?- chiese confuso G-Dragon.

-Direi che è il momento di fare un paio di domandine al tuo amico...-



 

T.O.P sollevò la cornetta telefonica con la mano destra, portandosela all'orecchio. Il suo sguardo era rivolto principalmente al caro amico G-Dragon, seppur fosse Phoenix colui ad impugnare l'altro ricevitore.

-Di cosa mi voleva parlare, signor Wright?- gli chiese con voce tremolante. L'esperienza carceraria, per quanto breve, stava già manifestando i primi effetti negativi sulla sua persona.

-Di due cose. Partiamo dal principio. Mi potrebbe spiegare come mai sull'arma del delitto sono state rinvenute le sue impronte digitali?- domandò prontamente l'avvocato. Il coltello era una prova schiacciante, e se voleva avere una chance di scagionare il suo cliente doveva saperne di più al riguardo.

-Io... io non ne ho idea... non ho ucciso io PSY!- esclamò il cantante, che voleva fortemente gridare la propria innocenza ai quattro venti.

-Le credo, le credo. Però rimane il fatto che sull'arma del delitto ci siano le sue impronte. E se non capisco come la cosa sia potuta accadere, abbiamo ben poche speranze di vittoria.- disse Phoenix, cercando di tranquillizzare il suo interlocutore.

-Ehi, forse lo so io!- disse all'improvviso G-Dragon. -Alla cena abbiamo usato quello stesso tipo di posate, magari è lo stesso coltello che hai utilizzato tu!-

-Oh cazzo, hai ragione! Dev'essere andata per forza così!- concordò T.O.P.

-Cena? Quale cena?- chiese confuso Phoenix.

-Due ore prima festa c'è stata una cena di lavoro, sempre alla villa.- gli spiegò G-Dragon.

-E durante questa cena, avete utilizzato delle posate simili al coltello incriminato?-

-Si, esatto!-

-Oh cazzo, questo cambia tutto! Quando pensavate di dirmelo?- chiese Phoenix in un misto di contrarietà e gioia.

-Ci scusi signor Wright, ci eravamo dimenticati di questo particolare.- gli rispose T.O.P, sinceramente dispiaciuto per aver omesso un dettaglio così importante.

-Ok fa niente, l'importante è che finalmente abbiamo una pista.- disse l'avvocato, che finalmente vedeva una luce di speranza. -Ditemi, chi era presente alla cena?-

-Uhm... beh, c'eravamo noi due, PSY, CL, Minzy, che sarebbe un'altra componente dei 2NE1, Teddy Park e Danny degli 1TYM, ed ovviamente Yang Hyun-Suk, il presidente della YG Entertainment.- rispose T.O.P, che ricordava bene tutti i presenti.

-Molto bene. Escludendo voi due, ed ovviamente PSY, abbiamo un totale di cinque potenziali colpevoli. Non sono pochi, ma perlomeno non brancoliamo più nel buio.- affermò deciso Phoenix.

-Come fa ad essere sicuro che uno di loro cinque sia il vero assassino?- gli chiese G-Dragon.

-Molto semplicemente, se l'arma del delitto è lo stesso coltello utilizzato a cena da T.O.P, allora può essere stato solamente qualcuno che avrebbe potuto impossessarsene. E gli unici che avrebbero potuto farlo sono coloro che hanno presenziato a tale cena.- spiegò brevemente l'avvocato.

-Ma potrebbe essere stato uno dei camerieri. Non può escludere questa possibilità a priori.- chiese nuovamente G-Dragon, non ancora convinto dalle parole precedenti.

-È un'ipotesi poco probabile. Se è vero che T.O.P è stato incastrato, dev'essere stato qualcuno che ne avrebbe tratto beneficio. E che soprattutto avrebbe avuto il tempo di studiarsi un piano nei minimi dettagli. Non può essere stato un cameriere.- disse sicuro Phoenix, convinto di aver ormai mosso i primi passi verso la direzione giusta.

-Eppure... non ho idea del perchè qualcuno di quei cinque dovrebbe farmi questo...- affermò T.O.P, non nascondendo un'aria di tristezza.

-Il motivo lo scoprirò, te lo prometto. Ora però devi rispondere alla seconda domanda.-

-Mi dica.-

-Ammettiamo che CL abbia sentito correttamente. Quale sarebbe questa fantomatica "relazione", di cui avreste parlato lei e PSY?- chiese Phoenix, pur sapendo di toccare un potenziale tasto dolente. Doveva sapere il più possibile su tutti ifatti accaduti.

-...- T.O.P rimase in perfetto silenzio per svariati secondi, con lo sguardo abbassato.

-Andiamo! Vuole che la tiri fuori di prigione o no? Non può nascondermi un elemento così importante!- insistette Phoenix. -Le ricordo che sono obbligato a mantenere il segreto professionale, non potrei dire a nessuno questa cosa.-

-Beh... è un po' imbarazzante...- disse T.O.P balbettando.

-No, ha ragione. Dobbiamo dirglielo.- lo interruppe G-Dragon.

-Ma se questa cosa dovesse sapersi... sarebbe un disastro!- rispose contrariato il suo amico.

-Ma se tu dovessi finire in galera... ne morirei...- aggiunse immediatamente il secondo sudcoreano, mentre una lacrima gli fuoriusciva dall'occhio sinistro, accarezzandogli il viso. I due amici avevano appoggiato il palmo sullo spesso divisorio in plexiglass, sovrapponendole una sull'altra.

-Non ditemi che...- affermò Phoenix, che aveva ovviamente capito la situazione.

-Si signor Wright. Noi due abbiamo una relazione sentimentale.- gli rispose G-Dragon.

-Ci amiamo. Ma purtroppo siamo costretti a farlo in segreto...- aggiunse T.O.P, con un misto di orgoglio, felicità e timore. -La gente non capirebbe...-

-E fatemi indovinare: PSY aveva scoperto tutto...- disse Phoenix, mentre si passava una mano sulla fronte. La situazione era improvvisamente tornata cupa.

-Si, sono anni che ci ricattava. In cambio del suo silenzio, siamo stati costretti a scrivergli parecchi pezzi. Incluso Gangnam Style...- rispose G-Dragon, senza nascondere la sua amarezza.

-Cazzo! Questo non è un movente... è un super-movente!- esclamò l'avvocato, per nulla felice di aver scoperto questo fatto.

-Ma non sono stato io ad ucciderlo!- disse ancora una volta T.O.P.

-Ho capito, ma le posso assicurare che, nel caso in cui l'accusa dovesse scoprire questa cosa, per lei si metterebbe davvero molto male. Le tocca sperare che PSY non abbia lasciato copie cartacee, o fotografie compromettenti.- gli rispose Phoenix, cercando di fargli capire la gravità della situazione. Poi dopo qualche secondo, aggiunse: -Oh cazzo! Il portafogli!-

-Cosa c'entra il portafogli?- chiese G-Dragon confuso.

-PSY vi ricattava, ed è stato ucciso. Il suo portafogli è misteriosamente sparito. Scommetto la mia spilla da avvocato che dentro di esso è racchiusa la chiave per risolvere questo caso.- spiegò Phoenix ai due sudcoreani. -Ma purtroppo è sparito... E soprattutto la polizia sta facendo delle nuove ricerce, guidati personalmente da Edgeworth... Dannazione, devo andare subito alla villa!-

-La prego, faccia del suo meglio signor Wright. Sono nelle sue mani...- disse T.O.P speranzoso.

-Non preoccupatevi. Farò di tutto per strappare un verdetto di non colpevolezza.- esclamò Phoenix, mentre si alzava per lasciare la sala adibita ai colloqui con i detenuti. Ma prima di andarsene definitivamente, si girò ed aggiunse: -Toglietemi una curiosità: la villa in cui è stata organizzata la festa, era in affitto?-

-No, è di proprietà di Yang Hyun-Suk. L'ha comprata qualche mese fa.- gli rispose G-Dragon.

-Interessante...- commentò Phoenix, abozzando un sorriso furbetto.



 

La villa era ovviamente presidiata dalle forze di polizia. Alcuni agenti erano stati assegnati all'ingresso principale, presumibilmente con il compito di non far entrare nessun estraneo. Phoenix incluso. Eppure decise comunque di tentare con uno dei suoi bluff. Ottenere l'accesso era fondamentale.

-Buon pomeriggio, agenti!- disse rompendo il ghiaccio, sfoggiando un sorriso a trentasei denti.

-Signore, non può entrare. È in corso una importante indagine di polizia.- gli spiegò subito uno dei poliziotti.

-Certo, lo so bene. È proprio per questo motivo che mi trovo qui. Vedete, anche io partecipo a questo caso.- affermò con voce calda e amichevole.

-Mi scusi, ma è senza uniforme, quindi non è un agente. Ed inoltre lei non possiede proprio l'aria del detective...- gli rispose lo stesso poliziotto di prima.

-In effetti lei ha ragione, buon uomo. Sono l'avvocato difensore del signor Choi Seung-Hyun, l'imputato di questo reprovevole caso di omicidio. Controllate pure, questa è la mia spilla.- disse mentre indicava l'oggetto appuntato alla sua giacca blu.

-Ok. E quindi?- gli rispose ancora il medesimo agente, con fare confuso.

-Come "e quindi"? Devo entrare, ovviamente!

-Mi spiace, ma senza autorizzazione non va da nessuna parte.-

-Che storia è questa? Ho il diritto di assistere alle indagini, che cavolo!- affermò Phoenix contrariato, pur sapendo che gli agenti avevano perfettamente ragione.

-Le ripeto, mi dispiace, ma non posso farci niente.-

-Fatelo entrare, lui è a posto.- disse all'improvviso una voce proveniente aldilà del cancello. Phoenix la riconobbe immediatamente. Era Dick Gumshoe.

-Ma signore, il procuratore ha detto...- provò a giustificarsi il poliziotto, sicuro di essere dalla parte della ragione.

-Il signor Edgeworth in persona ha garantito l'accesso al signor Wright. Quindi sbrigatevi ad aprirgli il cancello.- esclamò autorevolmente il detective.

-Sì signore, subito signore!- rispose prontamente l'agente, obbedendo all'ordine.

L'ingresso si aprì, consentento a Phoenix di muovere i primi passi all'interno della proprietà. La prima cosa che gli balzò all'occhio fu il giardino: era semplicemente enorme. E non solo, era pure molto ben curato, pieno di siepi potate a regola d'arte, di lampioni in stile ottocentesco e di statue di angeli, di buon gusto però, non come quelle oscene che trovi a bizzeffe nelle ville dei rapper. La seconda cosa che notò fu l'incredibile mole di agenti della scientifica presenti. Stavano letteralmente analizzando ogni centimetro quadrato dell'area.

-Avete trovato qualcosa?- chiese a Gumshoe, confidando nel fatto che egli avrebbe sicuramente risposto.

-Per ora niente. Ma gli agenti stano rivoltando il posto come un calzino. Qualsiasi cosa ci sia sfuggita la prima volta, non sfuggirà anche oggi.- rispose il detective, con fare sicuro.

-In effetti non penso di aver mai visto una tale quantità di agenti tutta assieme...- commentò Phoenix, fra il confuso ed il divertito.

-A proposito, il signor Edgeworth mi ha chiesto di accompagnarla dentro la villa.- disse Gumshoe, col fare sbadato di chi si stava per dimenticare un compito ben preciso.

-Ok, ma per quale motivo?-

-Ah questo non lo so. Glielo dovrà chiedere lei personalmente.-

I due arrivarono al portone principale della villa, anch'essa dannatamente grande. La costruzione si estendeva su due piani, e ad occhio Phoenix stimò che dovesse avere almeno una ventina di stanze. Così come il giardino, anche lo stile dell'abitazione era retrò. Era indubbiamente un luogo di gran classe. Una volta entrati nell'atrio principale, potè constatare coi propri occhi che anche l'arredamento interno manteneva lo stesso stile ottocentesco. Allo stesso tempo però, non mancavano le comodità tecnologiche. Un televisore ultrapiatto da almeno 60 pollici era appeso ad una parete e Phoenix non riuscì a fare a meno di domandarsi a cosa diavolo servisse un apparecchio del genere in un atrio. Evidentemente doveva essere un vezzo da ricconi.

In piedi sopra i gradini della scala principale, Edgeworth stava dando indicazioni ad una mezza dozzina di agenti, che prontamente si sparpagliarono per tutto il piano inferiore.

-Signore, le ho portato il signor Wright, proprio come mi ha chiesto.- esclamò prontamente Gumshoe, con tono deciso ma allo stesso tempo rispettoso.

-Ottimo! Per favore Dick, vai a supervisionare le operazioni all'esterno. A lui ci penso io.- rispose il procuratore, con il suo classico fare sbrigativo.

-Sì signore, vado subito!- affermò il detective ad alta voce, contento di potersi rendere utile, per poi uscire subito, lasciando di fatto i due amici da soli.

-Ok Miles, cosa vuoi da me?- chiese l'avvocato, un po' a disagio dalla situazione. Nonostante si conoscessero da moltissimo tempo, Edgeworth continuava a metterlo in soggezione, di tanto in tanto.

-Sei qui per indagare, no? Bene, non ho niente in contrario. Però non ti lascerò girare da solo come se niente fosse.- gli rispose il procuratore.

-Pensavo che tu avessi del lavoro da fare. Che so, qualcosa di poco conto tipo dirigere le indagini?- disse Phoenix, nel tentativo di punzecchiarlo.

-Non sottovalutare l'efficenza dei nostri agenti della scientifica. Sono tutti ottimi elementi, ben preparati, e con esperienza sul campo. Insomma, l'esatto opposto di un pivello come te.- replicò Edgeworth, rispondendogli per le rime.

-Urgh!- esclamò Phoenix, colpito dalla provocazione del rivale.

-Bando alle ciance! Da dove vuoi cominciare? E bada bene di non farmi perdere tempo come tuo solito!- chiese prontamente Edgeworth.

-Uhm... direi dalla stanza in cui è stato consumato il delitto.- rispose Phoenix, dopo qualche istante speso a ragionare.

-Molto bene, seguimi. È al primo piano.- disse il procuratore, facendo strada all'amico. Dopo qualche minuto, i due arrivarono nella camera incriminata. Era una sorta di salottino privato, non troppo grande, ma non privo di confort. L'avvocato notò subito l'immancabile televisore appeso alla parete, oltre ad un piccolo frigo-bar ed un divano in pelle, che sembrava decisamente accogliente. Sul pavimento, in mezzo alla stanza, vi era disegnata una figura umana col gesso. Chiaramente indicava il luogo in cui era stato scoperto il corpo senza vita della vittima.

-Dì un po', cosa avete trovato in questa stanza?- chiese Phoenix all'amico, abbassandosi per osservare meglio la figura stilizzata.

-Niente di rilevante, a dire il vero. L'arma del delitto era in uno dei bidoni della cucina. In questa stanza non c'era nulla, a parte il cadavere.- gli rispose protamente Edgeworth.

-Uhm...- esclamò fra sè e sè Phoenix, mentre ruotava lo sguardo nel tentativo di analizzare al meglio la scena del crimine. I suoi occhi si soffermarono per un momento sul caminetto, posizionato sotto la televisione. Improvvisamente una lampadina gli si illuminò, e si avvicinò subito verso di esso, per osservarlo meglio.

-Ah, ho capito cosa stai cercando. Ti avviso subito che abbiamo controllato anche lì e non c'era la minima traccia di cenere. Se pensi che l'omicida possa aver fatto sparire il portafogli in quel modo, beh mi dispiace ma ti sbagli di grosso.- disse Edgeworth.

-Beh peccato, era una buona idea in fondo...- commentò Phoenix deluso. Prima di girarsi però, vide una cosa insolita con la coda dell'occhio. -Ehi, cos'è questo?-

Edgeworth si avvicinò incuriosito. In principio non vide nulla, poi dopo qualche istante capì a cosa l'amico stava facendo riferimento. Sulla punta dell'attizatoio c'era un residuo di nastro adesivo, del tipo isolante. Era difficile da notare, in quanto nero su superficie scura.

-Ehi hai ragione! È una cosa decisamente bizzarra.- affermò quest'ultimo.

-Ora vediamo: per quale motivo qualcuno dovrebbe mettere pezzo di nastro adesivo su di un attizzatoio? Dopotutto il suo unico scopo è appunto quello di attizzare il fuoco, no? Il nastro si brucerebbe subito...- pensò ad alta voce l'avvocato.

-Uhm, non ne ho idea. Comunque non puoi saltare alle conclusioni, non sappiamo ancora se questo oggetto può essere rilevante o meno ai fini del processo.- lo ammonì Edgeworth.

-Vero. Ma è altrettanto vero il contrario. E poi anche tu hai ammesso che è piuttosto insolito.- gli rispose Phoenix, sicuro che la cosa non fosse una semplice coincidenza.

-Beh, comunque dubito che questo camino sia mai stato acceso, perlomeno in tempi recenti. È fin troppo pulito. E poi sul divano c'è una termocoperta. Quindi magari il nastro adesivo è stato messo per motivi legittimi.-

-Staremo a vedere. Ora continuiamo a cercare.-

I due setacciarono per bene la stanza, alla ricerca di qualsiasi cosa sia potuta sfuggire alla scientifica. Ma non ebbero maggior fortuna.

-Stiamo perdendo tempo prezioso, Phoenix. Qui non c'è niente.- disse Edgeworth, dopo quasi un'ora di accurate indagini.

-Mi sa che hai ragione...- concordò l'avvocato, un po' deluso per non aver trovato nient'altro di particolarmente utile.

-Che si fa ora?- chiese il procuratore.

-Andiamo nella stanza in cui PSY e T.O.P avrebbero litigato. Il mio intuito mi suggerisce che ci possa essere qualcosa anche lì.- gli rispose Phoenix, con tono speranzoso e determinato.

Qualche minuto dopo, i due si erano trasferiti nel nuovo locale, al piano terra. Similarmente a quello precedente, anche questa appariva sotto forma di salottino, con la differenza che questa stanza non aveva alcun camino. Insieme controllarono dappertutto, alla ricerca di qualsiasi cosa potesse anche solo sembrare utile alle indagini, ma la stanza era pulita. Non c'era niente di niente. Nemmeno la cosa più insolita.

-Andiamo, ci deve essere pur qualcosa!- esclamò Phoenix, palesemente contrariato.

-A quanto pare no...- gli rispose Edgeworth, con tono ben più tranquillo.

-Dannazione! Speravo proprio di scoprire qualcosa, oltre al fatto ormai ovvio che il padrone di casa è un fanatico della televisione.- disse seccato Phoenix, facendo riferimento all'ennesimo ed immancabile schermo al plasma. -Ehi, un momento! Sbaglio o quello è un videoregistratore?- affermò lo stesso avvocato all'improvviso.

-Direi di si. Ma non credo sia illegale possederne uno.- commentò scherzosamente Edgeworth.

-Ha pure la presa USB! Forse le mie ipotesi non erano poi tanto strampalate...- affermò Phoenix, senza prestare attenzione all'ironia dell'amico.

-Ma dai, non vorrai seriamente credere all'idea che qualcuno abbia messo su una registrazione? È assurdo!- gli rispose Edgeworth, questa volta seriamente.

-Forse non così assurdo come può sembrare. Il fatto è che T.O.P mi ha confermato di aver avuto una discussione piuttosto accesa con la vittima, ma non ricorda esattamente in quale stanza sia avvenuta. E soprattutto non ricorda bene quando.- spiegò l'avvocato.

-Beh, non fatico a credere che non si ricordi il luogo con esattezza. Questo posto è immenso! E, da quanto mi risulta, lui non era mai stato quà prima d'ora. Per quanto riguarda l'orario... ci sono decine di spiegazioni diverse. O potrebbe semplicemente averti mentito.- ragionò Edgeworth.

-Andiamo Miles! Pensavo fossi cambiato ultimamente... Non dirmi che ti interessa ancora vincere a tutti i costi!- replicò Phoenix, con una tona di disprezzo.

-Io sono cambiato! A me non interessa più la vittoria in sè. Il mio unico scopo è scoprire la verità.- gli rispose il procuratore, pungolato dalla critica, a suo dire gratuita ed ingiusta. -Piuttosto, che mi dici di te? Se T.O.P dovesse essere effettivamente colpevole... cosa faresti?-

-...- Phoenix rimase per qualche secondo in silenzio. Edgeworth gli aveva rivolto la stessa accusa, e ora si sentiva in colpa per quanto detto poco fa. -Ovviamente lo farei incarcerare senza pensarci due volte... E scusa, se ho messo in dubbio la tua professionalità.-

-Mhpf!- esclamò quest'ultimo, stizzito. -Comunque accetto le tue scuse. Ricorda Phoenix, anche se sul campo di battaglia abbiamo una divisa differente, entrambi lottiamo per lo stesso scopo.-

-Si, certo. Lo so bene. Tra l'altro, non fosse stato per il tuo intervento, ora non saremo qui a discutere di questo... Grazie ancora.-

-L'ho fatto solo perchè in effetti c'era qualche incongruenza di fondo, mica per te. È meglio controllare due volte ed essere sicuri, no?-

-Si, suppongo tu abbia ragione. Comunque è meglio tornare indietro, in questa stanza non troveremo mai niente.- affermò Phoenix, sempre in parte deluso per la mancanza di risultati.

I due tornarono all'atrio, dove Gumshoe li stava aspettando. -Signore, tutto bene?- disse il detective al suo superiore.

-Si. Voi piuttosto, avete trovato qualcosa?- chiese Edgeworth, freddo come sempre col il fido Dick.

-A dire il vero no... Nessuna traccia del portafoglio, nè in giardino, nè all'interno della villa.- rispose Gumshoe, poco contento di dare cattive notizie al procuratore.

-Dannazione, quell'oggetto era la chiave di tutto! Ne sono certo!- commentò Phoenix, più contrariato che mai. Aveva bisogno di una prova solida per contrastare le ferree teorie dell'accusa, e non ne aveva trovato nemmeno una. Aveva solo molte congetture, ma sapeva bene di non poter andare avanti a lungo solo con quelle.

-Mi spiace, ti è andata male.- gli disse Edgeworth. -Ce la farai domani a non capitolare?-

-Non ne ho idea, sinceramente... Spero di inventarmi qualcosa stanotte...-

-Inventati qualcosa di grosso, però. Il giudice non rimanderà il verdetto di un altro giorno senza prove concrete. Non ti basterà bluffare come fai di solito.-

-Lo so Miles, lo so... Dimmi una cosa, chi sarà il primo testimone domani?- chiese Phoenix, che non aveva idea di dove andare a parare.

-Dimmelo tu. Sei tu che devi provare a confutare le mie tesi, ricordi? Il processo di oggi si è praticamente concluso con una mia vittoria.- rispose Edgeworth, senza nascondere un sorriso un po' beffardo.

-Già. Err... Chi è che ha scoperto il corpo?- domandò l'avvocato.

-Una delle assistenti assunte apposta per la festa, mi pare si chiami Cindy... no, Mindy.-

-Ok, lei andrà benone.- disse Phoenix, incamminandosi verso l'uscita.

-Hai già un piano?- gli chiese Edgeworth, incuriosito.

-Non ne sono sicuro, dipende da cosa dirà la ragazza...- concluse l'avvocato, prima di uscire definitivamente dalla villa.

Era stata una giornata lunga e difficile per Phoenix, che ancora non sapeva se sarebbe riuscito a salvare il suo assistito dalla prigione. Decise comunque di tornare alla sua abitazione, per ricontrollare le carte in vista della seconda parte di processo.

"Me lo sento, domani sarà una lunga giornata..."

  
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