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Autore: KillerQueen86    19/02/2014    6 recensioni
Rose, il Dottore e River cercando di salvarsi dalle ombre dentro la biblioteca, nel mentre tra loro tre la situazione è sempre più tesa, e per Rose sempre più dolorosa.
Quella donna lo confondeva, ma non poteva dire di non esserne affascinato. Non riusciva comunque a fidarsi di lei, non completamente. Scosse la testa cercando di concentrarsi.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble, River Song, Rose Tyler
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autore: Eccovi il secondo capitolo (il terzo è già in lavorazione), per adesso sono senza il mio fidatissimo Master (si, è il nome del mio pc fisso, si lo so non sono normale) quindi non so quando potrò lavorare alle due storie e quindi di pote

Note dell'autore: Eccovi il secondo capitolo (il terzo è già in lavorazione), per adesso sono senza il mio fidatissimo Master (si, è il nome del mio pc fisso, si lo so non sono normale) quindi non so quando potrò lavorare alle due storie e quindi di poterle aggiornare sul sito, perdonatemi.

Devo fare un ringraziamento maggiore alle mie bete che stasera con pazienza mi hanno rimandato il file bettato, con pazienza mi hanno aiutato a pubblicare questo capitolo stasera.

Comunque spero davvero che vi piaccia e che non mi odiate per la scelta fatta.

Buona lettura.

 

Beta: Paolettazza e Feyilin

 

Capitolo II

Segreti

 

Era agitata e nervosa. Voleva trovare un modo diverso, voleva salvare il Dottore dal suo stesso piano, perché sapeva fin troppo bene che le aveva mentito e sarebbe morto. Peccato, però, che non avesse la minima idea di come fare ad aiutarlo, come trovare una seconda opzione a tutto quello.

"Rose" River la chiamò. Si voltò verso di lei, notando nel suo sguardo il dolore e un qualcosa che non riusciva a capire.

"Forse c'è un modo" le disse donandole quel po’ di speranza che le serviva.

"Devi solo rimanere qui, non muoverti per nessun motivo" le disse seriamente.

Rose la guardò confusa non capendo le sue intenzioni.

"Cosa vuoi fare?" chiese quasi avendo timore della sua risposta.

"Lo salvo da se stesso, come sempre" sorrise, prese il suo diario e il suo cacciavite sonico, e li porse a lei.

"Conservali tu per me" disse consegnandoglieli.

Un orrendo sospetto si fece strada in lei.

"River, non posso. Qui ci sono scritte cose che io non devo sapere" disse con urgenza.

"Lo so, ma so anche che non lo leggerai. Devi conservali tu, ti prego" insistette.

"River non farlo" la pregò.

"E' giusto che sia così" rispose con tranquillità e sorrise.

Corse via, lasciando Rose a stringere quei due oggetti tra le mani.

"Dov'è andata la professoressa Song?" chiese il signor Lux continuando a lavorare sul terminale. Rose lo guardò confusa e triste, non sapeva come aiutarli, era perfettamente inutile.

Guardò il diario di River tra le sue mani, accarezzò il disegno che imitava quello del Tardis. Pensava alla donna che lo aveva tenuto gelosamente con sé tutto quel tempo. Non doveva averlo lei, era troppa la tentazione di sapere cosa le sarebbe successo e chi era per il suo Dottore.

Chiuse gli occhi e posò i due oggetti sul bancone davanti a lei, quelli erano i segreti di River e lei non li avrebbe svelati, ora voleva solo correre dal Dottore.

"Dove sta andando?" chiese il Signor Lux vedendola uscire, ma non gli rispose.

Continuò a correre cercando di fare più in fretta possibile e, giunta nell'anticamera, si fermò nel sentire il Dottore.

"Devi lasciarlo fare a me" d'istinto la biondina si fermò. Doveva andarsene da lì, doveva concedere ai due un attimo da soli, ma una parte di lei decise di rimanere ferma.

"Se tu muori qui adesso, non ci incontreremo in futuro" rispose River disperata.

"Il tempo può essere riscritto" disse il Dottore nel tentativo di fermarla.

"Non il nostro tempo, nemmeno una riga, non osare" lo minacciò tra le lacrime la donna.

A Rose si strinse il cuore perché sapeva cosa stava per succedere.

"Va tutto bene, davvero, non è ancora finita per te, noi ci rivedremo"  continuò con un tono rassicurante.

"Tu ed io, il tempo e lo spazio, guardarci correre via" continuò lei.

"River, tu sai il mio nome" a quello Rose perse un battito. Appoggiò la mano al muro perché sentiva che le gambe potevano cederle da un momento all'altro.

"Mi hai sussurrato il mio nome nell'orecchio, c'è solo un motivo per cui direi a qualcuno il mio nome" continuò lui, confermando quello che Rose aveva pensato di loro due.

"C'è solo un momento in cui potrei … " Deglutì tentando di calmarsi, di non piangere.

"Shhh adesso basta, devi pensare a Rose, lei ti sta aspettando, com’è giusto che sia" disse River e un'accecante luce bianca illuminò la stanza.

Rose appoggiò le spalle al muro e si lasciò cadere a terra consapevole della morte di River e di cosa significassero le parole dette dal Dottore. Lasciò scorrere via con le sue lacrime tutto il suo dolore e la tristezza.

Rimase lì, ferma a terra a piangere in silenzio per diverso tempo, poi si decise. Sospirò cercando di trovare una forza che sapeva di non avere, si asciugò le lacrime con la manica del maglione e si alzò, sospirò ancora un volta ed entrò nella stanza principale del nucleo dati. Il suo Dottore era seduto con una mano ammanettata e lo sguardo perso nel vuoto. Deglutì cacciando via le lacrime, in silenzio prese il cacciavite sonico e liberò la sua mano, lo aveva fatto così tante volte che aveva imparato l'impostazione. Una volta che la mano fu libera, il Dottore, senza dire nulla, la strinse a sé inaspettatamente.

Dopo un primo momento ricambiò il gesto, le erano mancati molto questi loro abbracci, da quando era morta Jenny non era più successo, sapeva che in quel momento il Dottore aveva bisogno di lei.

 

L'unica cosa che voleva fare adesso era rifugiarsi nella biblioteca a leggere qualche libro, dimenticare tutta quella storia ed evitare di pensare a chi fosse River e cosa potesse rappresentare.

Entrando nella camera si sorprese nel trovare davanti al caminetto acceso Rose, con lo sguardo perso nei suoi pensieri e stringendo tra le mani un quaderno, qualcosa la stava tormentando, si vedeva.

"Rose " la chiamò avvicinandosi. Lei si voltò, quasi come se si aspettasse di trovarlo lì.

"Donna ha fatto del tè per tutti, ti abbiamo cercato" disse mettendo le mani in tasca. Rose distolse lo sguardo da lui nuovamente.

"Non mi va il tè, grazie" disse con voce bassa, senza distogliere lo sguardo dalla fiamma accesa. Si stava seriamente preoccupando, non era mai stata così silenziosa.

"Tu come ti senti?" chiese improvvisamente.

"Ah lo sai, io sto sempre bene" le rispose con leggerezza.

La vide accennare un sorriso, ma non di quelli belli e radiosi che dispensava spesso, no, questo era diverso.

"E' il diario di River quello?" chiese sorpreso riconoscendo il quaderno che stringeva tra le mani.

Si avvicinò preoccupato, sperando che non avesse letto.

"Non lo avrai …"

"No, non lo farei mai, va contro le regole, giusto?" lo interruppe prima che potesse finire la sua frase.

Non sapeva cosa le stesse succedendo, ma senza dubbio non era la sua Rose. La vide voltarsi verso di lui e fissarlo direttamente negli occhi con uno sguardo deciso.

"Chi è River Song?" chiese senza tanti preamboli.

"Io … non lo so" rispose sinceramente abbassando lo sguardo.

"Cosa ti ha sussurrato all'orecchio?" chiese ancora con decisione.

Il Dottore s'irrigidì, il respiro gli si fermò in gola, non voleva mentirle o eludere la domanda, ma non poteva risponderle, non ancora almeno.

"Anita aveva ragione" disse volgendo lo sguardo nuovamente verso il camino, non l'aveva mia vista così abbattuta.

"Ti sei fidato di lei all'istante, qualunque cosa lei ti abbia detto, ti sei fidato come se la conoscessi da sempre" disse con la voce rotta dalle lacrime che sapeva stava trattenendo. Si sentiva così male per lei, voleva alleviare il suo dolore, ma sapeva che era lui a causarlo, con le sue omissioni e le sue bugie.

"Rose ..." tentò di spiegarsi. Lei si avvicinò senza mai alzare lo sguardo e gli porse il diario.

"Questo è giusto che lo tenga tu" disse tranquillamente.

"Vorrei che mi dicessi cosa c'è che non va" disse lui appoggiando una mano su quella di lei che teneva il diario, ma lei la scostò subito e si allontanò nuovamente.

"Portami a casa" disse improvvisamente.

Sentì i cuori mancare un battito, sperava di aver sentito male o che lei ora gli avrebbe detto che era solo una cosa di pochi giorni, non aveva mai desiderato tanto di aver capito male.

"Rose, aspetta …" disse tentando di avvicinarsi, ma lei fece un passo indietro.

"Ti prego, no" disse mettendo avanti la sua mano tremante per fermarlo.

"In questo momento stento a rimanere nella stessa stanza con te, senza stare male, quindi ti prego portami a casa" disse con le lacrime che le scendevano sulle guance, mentre lei cercava di rimanere lucida.

"Se è questo quello che vuoi… ti porterò a casa" disse quasi incredulo per ciò che stava per succedere.

"Grazie, ti aspetto nella sala console" disse con un filo di voce per poi andare via stringendo quel quaderno al petto.

Il Dottore rimase lì fermo, incredulo per quello che era appena successo con Rose, incredulo di averla ferita talmente tanto da farle prendere una decisione simile.

Sospirò rendendosi conto di aver trattenuto il fiato e di sentire nel petto un dolore sordo e lancinante, la sua parte egoista urlava di correre da lei e tenerla stretta sempre, di non lasciarla mai andare, ma non poteva perché vederla così sconfitta e ferita a causa sua, era una tortura che un vigliacco come lui non poteva sopportare.

 

Fine

Capitolo II

 

   
 
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