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Autore: essere_umano    20/02/2014    2 recensioni
Una grande famiglia allargata italiana si è trasferita a Beika ed i suoi membri saranno a stretto contatto coi membri sella serie originale.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Ritornando a casa, dopo il quasi caso del signor Hitsume, Ciro chiese a Goro di portarlo al n° 57 di Beika Street e subito dopo gli disse che aveva risolto il caso leggendo le microespressioni facciali, dopo 6 anni d’allenamento era tornato utile.
Una volta lì Ciro scese, la grata d’acciaio calata su quasi tutto il piano terra del n° 57 venne alzata di poco da un anziano signore. Dopo qualche secondo che Ciro entrò Goro ricevette un messaggio dal mittente sconosciuto, esso recitava così: Ritorno a casa sua verso le 19:00, Ciro.
Goro, tornando a casa da sua figlia e dal moccioso, come lo chiamava lui, si chiese cosa ci facesse Ciro in quell’edificio.
Una volta giunto a casa trovò sua figlia insieme ad una ragazza bionda che aveva più o meno la stessa età di Ran. Appena lei notò il detective si alzò, si inchinò leggermente per salutarlo e disse “Buongiorno Mr. Mori, sono Michela Esposito e sono qui per chiederle se vuole entrare in società con l’azienda di famiglia, il ricavato delle sue indagini sarà interamente suo, il 10% del ricavato della nostra azienda sarà suo a patto che non lo giochi alle corse, i dettagli sono su questo contratto” ed estrasse un libro dalla sua borsa, dalla quale tirò fuori un contratto “Lo legga con calma, quando avrà terminato avvisi pure Ciro, al resto ci penserà lui” Ran era perplessa, perché quest’improvviso interesse a suo padre da parte di questi italiani arrivati ieri? Forse era meglio chiedere a Sonoko e Kazuha qualche consiglio oppue a Shinichi di investigare.
Quando la ragazza lasciò la casa Ran iniziò a chiedere al padre molte cose, tra cui come mai gli Esposito fossero interessati a lui, come mai Ciro fosse ospite da loro e come mai non fosse tornato col padre a casa solo che il padre era troppo assorto a leggere il contratto, con aria sempre più soddisfatta; dopo una decina di minuti firmò, rispose alle domande della figlia (quelle alle quali conosceva la risposta) e la giornata trascorse normalmente.
Quando Ciro tornò a casa, insieme a 2 enormi buste piene di cibo, disse a Ran di rilassarsi e che ci avrebbe pensato lui alla cena; appena la moretta lasciò la cucina lui sistemò le cibarie in modo che fossero sempre a portata di mano quelle necessarie alla cena che ha già programmato.
Dopo mezz’ora la casa fu invasa da vari profumi tipici della cucina italiana del sud Italia, tra candele al ragù di tracchie e uno stocco alla sciuè-sciuè, per non tralasciare i babà e il limoncello, tutto preparato in casa.
Ciro chiese a Conan di aiutarlo per portare tutto a tavola in tempo; “Ran, potresti venire un momento per favore?” “Un momento per favore” quando arrivò in cucina vide l’ospite che cucinava svariate cose contemporaneamente “Scusa il disturbo ma dato che Conan non beve vino, e suppongo neppure tu, cosa berrete a tavola?” “Non preoccuparti, ci penso io e comunque, nessun disturbo” e gli sorrise “Animo d’oro, mi spiace moltissimo che colui che ama la menta in tale maniera anche se è una causa di forza maggiore”.
Appena fu tutto pronto il ragazzo chiamò i Mori ed Edogawa a cena, al detective versò un vino creato da un contadino campano che coltiva sulle pendici del Vesuvio, nonostante il pericolo, ed il risultato è inimitabile.
Durante quella cena Ciro chiese ai suoi ospiti se desiderassero cenare dalla sua famiglia uno di questi giorni e Goro propose il giorno seguente alle 18 da loro, l’italiano accettò, dopo una chiamata alla sua famiglia.
Dopo cena si diressero tutti a dormire.
Il mattino seguente Ciro uscì presto, pochi minuti dopo essersi alzato, giusto il tempo di prepararsi e di prendere il contratto firmato.
Le giornate di Ran e Goro furono le solite di sempre, Conan, invece, ricevette un caso da parte dello stesso ragazzino che lo chiamava Kuroshi, su un foglio nell’armadietto dei giovani detective, il foglio recitava così: Ho messo questo foglio nell’armadietto perché vorrei che Kuroshiro potesse risolvere un problema che vorrei potesse aiutarmi a risolvere, vorrei che investigasse su mio padre, vediamoci davanti al Liceo Teitan Lunedì dopo scuola. Il dibattito fu quasi istantaneo “Non puoi andare solo tu Conan” iniziò Genta “E’ rivolto a me quel biglietto, chiama me” “Si ma era nell’armadietto dei casi dei giovani detective, quindi riguarda tutti noi” Mitsuhiko, capendo che Genta stava toppando, prese le parti dell’occhialuto “Genta, Conan ha ragione, se avesse chiesto a noi non avrebbe chiesto di Conan, pensa per una volta” Genta minacciò Mitsuhiko per avergli detto “pensa per una volta” “Io penso SEMPRE e ora penso che sia ora di pranzo” ed il suo stomaco gorgogliò rumorosamente, Mitsuhiko bisbiglio tra se e se “Non intendevo con lo stomaco”.
Tornarono tutti a casa, dove trovarono Goro davanti alla Tv il quale ammise che non aveva fatto altro che guardare la “Maratona Okino”, tutte le più importanti apparizioni di Yoko Okino trasmesse dalle 8 di mattina alle 5 del pomeriggio.
Mentre Goro seguiva il programma Ran ricevette una telefonata da Kazuha “Pronto?” “Ciao Ran, sono Kauzha, ti volevo avvisare che oggi io ed Heiji arriveremo a Tokyo e che domani passiamo da te, ti vorrei parlare di una cosa” “Ok, di cosa si tratta?” “Preferirei parlarne faccia a faccia, va bene?” “Certo, a domani” “A domani”. Si prepararono tutti, chi normalmente, chi guardando la tv, fino a quando, alle 17:15, davanti a casa Mori si fermò una Chrysler 300C color argento “Papà, hai un cliente” “Impossibile, ho detto che oggi e domani sono in vacanza” Ciro notò l’auto “E’ dei miei quella 300C, credo sia mio zio a guidarla”, quando scesero Ciro fece accomodare Goro sul sedile anteriore e gli altri su quelli posteriori.
Gli interni erano in eco pelle, fatta così bene che sembrava vera, rifiniture in palissandro e le parti metalliche interne erano argentate.
L’uomo alla guida era muscoloso dai capelli castano scuro, occhi verde ‘prato svizzero’, e labbra finissime. Appena furono tutti saliti l’uomo fece inversione e percorse la stessa strada che 2 giorni prima percorse Goro. Giunti alla villa l’uomo fece scendere i passeggeri davanti al portone principale ed in seguito andò a parcheggiare nel retro.
Goro bussò e la porta venne aperta da un uomo identico al guidatore della Chrysler “Ah benvenuti, prego, entrate pure” “Grazie” entrarono in un ingresso con pareti rosse decorato finemente, un lampadario in cristallo pendeva dal soffitto, giusto al centro dell’ingresso, subito sotto c’era un tappeto persiano e sulle pareti svariati quadri italiani, “Il mio nome è Rocco Esposito, prego, da questa parte” condusse gli ospiti in un salone dove c’erano anche Heiji, Kazuha, Megure, Sato, Takagi, Chiba, Agasa, Ai, Jodie ed Heisuke.
“Sarete sorpresi” esordì Rocco “Ma, sapendo che vi conoscevate già vi ho invitati qui per un annuncio”.
Dopo aver conversato amabilmente tutto il tempo, gli ospiti e gli Esposito si diressero a tavola, essendo pronta la cena, appena ognuno ebbe scelto il proprio posto a capo tavola Rocco si alzò col calice di vino in mano “Vi ho convocati qui principalmente per una ragione, esporvi il mio piano per catturare Furto Kid”

Spazio umano
Ai lettori di questa storia vorrei proporre un sondaggio: che ruolo vorreste che assumesse la famiglia Esposito nella storia in seguito quello da me programmato?
Siete pregati di rispondere al sondaggio inviandomi un messaggio al profilo.
Grazie in anticipo
essere_umano

  
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