This Is A Rebel Love Song
-9.wretched
and divine -
Kirsten uscì dalla
stanza,ancora mezza assonnata,incuriosità
dal silenzio tombale in cui la casa era avvolta.
Di solito non era così
calmo, Ashy urlava imprecando contro qualcosa
che cambiava ogni volta: dalla macchinetta del caffè che non
collaborava ai
vicini di casa che decidevano di fare le grandi pulizie
all’alba,turbando il
sonno della mora.
Quella mattina il silenzio invece era
quasi
inquietante,tanto quanto il fatto che si fosse svegliata
così presto,visto che
come l’amica amava dormire.
Il telefono squillò tra le
sue mani e si affrettò a
rispondere,per non disturbare Ashy, accettando la chiamata,senza
nemmeno
controllare chi fosse.
Scese le scale,mentre parlava con il
suo ragazzo al
telefono,del fatto che fosse svegliata
così presto,ma si bloccò di colpo
lasciando la frase a mezz’aria .
Andy dormiva beato
abbracciato ad Ashy.
Luke,il suo ragazzo,dal telefono la
chiamò un paio di volte
prima che lei sentisse il suo nome.
Quando fu certo di aver attirato la
sua attenzione,le chiese
se andasse tutto bene dall’altra parte
della linea.
Lei rispose con un semplice
“Si certo,mi si era bloccato il
telefono” prima di tornare in camera sua cercando di fare il
minor rumore possibile.
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-Un momento,ora mi alzo!-
borbottò Andy,sentendo le zampe di
uno dei suoi gatti che grattava sulla spalla.
Aprì gli occhi
lentamente,cercando di mettere a fuoco nel
buio,visto che le finestre erano chiuse,ed entravano solamente delle fini lame di luce
chiara.
Gli scappò un
sorrisetto,quando si accorse di essere ancora
a casa di Ashy e soprattutto che lei era ancora accanto a lui che
dormiva placidamente.
La zampa che aveva sentito non era
dei suoi gatti,ma di
Angel,che rivoleva la sua padrona,probabilmente .
La padrona,dal canto suo,si stava
svegliando,rigirandosi un
paio di volte e stiracchiandosi.
Guardò fissa il soffitto
per qualche secondo,per poi girarsi
verso di lui e fissarlo.
-Buondì….ma
perché mi guardi così?-
-Uhm…mi sto chiedendo se
sia sveglia o meno-
-Si lo sei,mi stai parlando-
-Posso abbracciarti?-
-E me lo chiedi pure- concluse
lui,per poi sporgersi in
avanti,in modo da essere più vicino a lei,così da
potersi far abbracciare.
Lei lo
abbracciò,aggrappandosi a lui come fosse un ancora in
mezzo al mare.
-Mi sento tanto una
bambinetta…-
-Ma perché?non lo
sei…-
Lei non rispose.
Anche perché quando stava
cercando si spiegarsi meglio,di dirgli
che effettivamente si sentiva così per via del fatto che si
stava
avvinghiando,come un koala all’albero, al suo cantante
preferito,nonostante non
era passata nemmeno una settimana da quando lui aveva rotto con la sua
ragazza.
Il telefono squillò.
Nella foga di rispondere velocemente
al cellulare,credendo
che fosse sua madre che quindi se non le avrebbe risposto subito
avrebbe
pensato a un rapimento,chiamando l’FBI
e
la polizia,cadde dal letto,inciampando nelle coperte,provocando un
tonfo sordo
che risuonò nella stanza.
Andy si sporse dal letto,per vedere
se si fosse fatta
male,ma la vide alzarsi come niente fosse e facendo spallucce,cercando
di
liberarsi delle coperte con i piedi,risultando goffa.
Mentre la ragazza rispondeva al
telefono,Andy si tirò su a
sedere,portandosi il gatto il braccio,stuzzicandolo qua e la per
giocare.
-Pronto?-
-Bassistaaaaa!-
-Clary….sono le otto del
mattino,da dove la trovi tutta
questa vivacità?- rispose la mora,una volta dedotto che
dall’altro capo della
linea si trovava la sua batterista.
-Oh…bè…..sono
sveglia
dalle sei,ed avrò bevuto una decina di caffè.
Comunque,oggi tu puoi venire a
provare? Perché domani Shey non può,e viene fuori
un casino…-
Ashy si girò per guardare
Andy,che sembrava non ascoltare la
telefonata,ma solamente cercava di non far si che la micia nera gli piantasse le unghie
nel petto.
-Bè…ok,non
credo di avere da fare, a casa tua o alla sala?-
-Casa
mia,non c’è
nessuno,e poi è più comodo,facciamo alle tre?-
-Ok,va bene,a dopo allora.-
-è
un impressione mia
o hai da fare,Ashy?-
La mora avampò,guardando
fuori dalla finestra,mentre tutti i
pensieri poco puri riferiti al cantante che avevano attraversato la sua
testolina negli anni le tornarono alla mente in un flash.
-No.- disse solamente,provocando la
risata dall’altro capo
del telefono,e soprattutto,lo sapeva,provocando anche
curiosità.
-Ho
capito,non mi dirai
nulla,per ora….- concluse,per
poi riattaccare.
Quando si girò,quasi le
prese un colpo quando vide Andy
dietro di lei che si preparava un caffè.
Non tanto perché fosse
lui,ma quanto per il fatto che non lo
aveva sentito muoversi,se fosse stata lei,come minimo sarebbe caduta un
paio di
volte,svegliando l’intero vicinato e rischiando di chiudersi
da sola in quel
divano-letto,cosa che per altro era già successa.
In meno di cinque minuti la
macchinetta aveva già prodotto
caffè caldo e fumante e Ashy la guardò di
sbieco,visto che lei a volte
impiegava il doppio del tempo,e non sempre le cose andavano a finire
bene.
-La odio- proferì dal
nulla.
-Chi?- fece Andy,mentre le porgeva la
tazza di caffè
fumante,che lei prese prima di sedersi.
-La macchinetta- sospirò
–io odio lei e lei odia me,non ci
sono spiegazioni- concluse,allungando la mano verso il pacchetto di
sigarette
appoggiate sul tavolo,per poi accendersene una.
Il moro non tardò a
seguirla.
-Quando hai cominciato?- chiese
lui,di punta in bianco.
-A far che?-
- A fumare.-
-Credo….intorno ai
diciasette anni….ogni tanto ne fumavo
una..-alzò lo sguardo,pensierosa-poi quando
ho iniziato l’università,ho rincarato
la dose….- finì,trattenendo una
risata.
-E tu?- gli chiese lei,rialzando lo
sguardo.
-Io….credo che
avrò avuto quattordici anni…si,sono un
idiota-rise anche lui.
-Non c’è nessuno
che non lo sia,credimi…..idiota dico. O al massimo
chi dice il contrario lo è..uhm,oggi pomeriggio io
devo,uscire,tu vai da Ash?-
Non voleva dirgli delle
prove…se ne vergognava.
Infondo era infantile che suonasse le
loro canzoni,o almeno
per lei lo era,trovandosi di fronte lui.
Il moro finì di bere,per
poi risponderle con calma –proverò
a andare da lui…al massimo tornerò qua ad
aspettarti seduto sullo zerbino-
-Bè,credo che lo zerbino
ne sarebbe contento- concluse
ridendo.
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-Come è andata ieri sera?-
chiese CC,dal nulla, per poi
proseguire –e soprattutto stanotte.- concluse,alzando le
sopracciglia e
accennando ad un sorrisino per nulla rassicurante.
-E tu che ne sai?!?-
Sbottò Andy,sapendo a cosa era riferita
quella domanda
-Bè,me lo ha detto ieri
sera Ash…-
-Tu ieri sera eri con Ash?!?!?-
-Si perché?? Oh cazzo,mi
sa che non dovevo dirlo…- fece il
batterista,coprendosi la bocca con la mano,dopo essersi accorto che
forse,sarebbe stato meglio stare zitto.
Ash entrò in cucina in
quel momento,come se nulla fosse,improvvisando
un motivetto anni ’90,ondeggiando leggermente.
-Allora,come è andata?-
chiese,non curante,come se fosse la
più normale del mondo.
-Tu lo hai fatto apposta per farmi
dormire con lei!-
-Bravo,ci sei arrivato,comuqnue come
è andata-
Andy senti il sangue ribollire nelle
vene dal nervoso ,prima
di lasciarsi scappare un
“ma sei scemo
?!?”
-Si,ma sono anche utile quindi voglio
i dettagli-
-Di dettagli non ce ne sono,non
abbiamo fatto nulla.-
disse,sperando che non cominciassero come loro solito.
-Nemmeno un bacetto casto
casto?-chiese CC ,sbattendo gli
occhi,cercando di risultare tenero.
-No CC,nemmeno un “bacetto
casto casto”-concluse Andy,con
tono che non invitava a discutere,mimando le virgolette con le dita.
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Prima di andare alla prove mancava
più o meno un'oretta,
quando Kirsten uscì dalla camera,all’alba delle
due del pomeriggio,cominciando
a mangiare le prime cose che le capitarono in mano.
-Quindi stanotte….voglio
dire è successo qualcosa?-
Ecco,la domanda che non voleva che le
fosse posta.
-Ma….succederà
qualcosa?-
-Ma nulla…anche volendo
non potrebbe esserci qualcosa.- finì
la frase,guardando fuori dalla finestra,aspirando una bocca di fumo.
-Ma perché…..?
Voglio dire,ha dormito con te senza nemmeno toccarti!A
meno che tu mi nasconda qualcosa…-
-No,non ti nascondo nulla,non ne
avrei il motivo…-
-Quindi,ha dormito con te,non avete
fatto nulla se non stare
abbracciati,e tu te ne esci “anche volendo non potrebbe
esserci
nulla”-controbatte,mimando le virgolette con le mani e
alzando la voce di
qualche ottava.
-Si,ma parliamoci
chiaro….lui è quasi una divinità per
me,tu
lo sai..e io sono come una sorta di disgraziata che nessuno vuole e che
non
riesce a raggiungere i suoi obbiettivi!- sbottò di
colpo,alzandosi dalla sedia
e salendo al piano di sopra.
Le dava fastidio la piega che il
discorso stava prendendo.
Era vero effettivamente,per quanto
non avesse esperienza in
materia,che raramente un uomo e una donna dormissero assieme senza che
accadesse nulla,ma comunque era ben lontana dal pensare che lui
potesse…volerla.
D’altronde lui era un
musicista e lei una studentessa nemmeno così brillante poi.
D’altronde nonostante una
parte di lei voleva sperare in un
avventura romantica con lui,l’altra aveva paura di stare
male. Aveva paura che
lui l’avrebbe piantata in asso in men che non si dica,se ce
ne fosse stata
l’occasione e gli avrebbe anche dato ragione: infondo lui
poteva avere chi
voleva,mentre lei…..lei non si amava nemmeno da sola.
D’altronde aveva paura di
amare,anche se non voleva
ammetterlo.