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Autore: Sybelle    21/06/2008    7 recensioni
"Adesso è il tempo, è il tempo di sognare, questo è un gioco, non convenzionale...Siete pronti? Possiamo cominciare? Inizia il gioco, il gioco...dell'amore..." ( tratto da una canzone)...Nella fredda Russia quattro giovani raccontano come hanno trovato l'amore...che ha scaldato loro il cuore... Ed eccomi tornata con una nuova piccola fic...leggete e se volete...recensite ^^ Kissone
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve salvino gente ^O^ <--modalità Flanders attivata
Ok, tolte le mie stupidate….eccomi qua con il capitolo più scottante!! ^O^ Sono felice di vedere tanti recensitori *O* Spero proprio che questo cap non vi deluderà!!!
Sono stata molto contenta di aver scosso l’opinione pubblica riguardo Sergay…mi è sempre parso molto ingiusto definirlo un Gigante Senza Cuore…Ed è anche questo lo scopo di queste mie one shot: svelare i sentimenti di chi si pensa non ne abbia! ^^
Sperando che questo cap vi piaccia
Buona lettura a tutti ^^
Kissone
Sybelle

Gli Annali di Yuri


No Yuri, oggi non ho voglia di uscire…sono stanco morto…
Mi spiace, stasera mi vedo con Morgan, sarà per la prossima…
Andiamo Yuri, ti divertirai anche da solo…

Sbuffai: se avessi saputo che nessuno dei miei compagni di squadra aveva intenzione di accompagnarmi quella sera, certo non sarei uscito. Eppure ne avevo una voglia matta, ed ora eccomi qui, a bere un po’ di vodka, osservando il locale attorno a me…Era nuovo, per questo avevo voluto andarci: per guardarmi attorno, e decidere se era il caso di frequentarlo ancora.
Bevvi nuovamente.
La musica era buona, il locale ampio e la vodka ottima. Sì, era promosso a pieni voti.
“HEY BELLEZZA, DAMMI UN ALTRO PO’ DI RUM!”
Mi voltai, in tempo per vedere una delle bariste (il bancone era molto grande, una persona non bastava) voltarsi scocciata verso quel cliente. La osservai con interesse, seguendo con gli occhi i movimenti sinuosi dei suoi fianchi e la sua camminata leggera…Sorrisi appena, aveva un gran bel fondoschiena…Scossi il capo: da quando facevo pensieri simili? Finii l’alcolico, con un certo rammarico.
La formosa barista si incamminò verso di me, fino ad arrivarmi davanti: “Vuoi altro o è a posto così?” Ammirai per un istante la generosa scollatura, sorpreso che la sua voce fosse così giovanile (intrigante) , e nello stesso tempo matura (ammaliante)…Sbattendo un momento le palpebre per riprendere ‘lucidità’, spostai lo sguardo per posarlo sul volto della ragazza: rimasi sbalordito. L’ovale del viso era incorniciato da ciuffi di capelli ribelli, castano scuro, mossi, con ciocche indemoniate, che non stavano al loro posto…Le labbra, coperte di rossetto rosso, erano perfettamente delineate, in armonia con il naso; ma gli occhi, oh, gli occhi…erano dello stesso colore dei miei: di un azzurro glaciale, perforante, malizioso…Ma avevano qualcosa che i miei non possedevano…Non riuscivo a capire cosa.
“Grazie…è a posto così…a meno che tu non voglia offrirmi un altro bicchiere…in tal caso, accetterei con gioia” Senza volerlo, avevamo avvicinato i volti l’uno all’altro.
“Mmm…voi ubriaconi da quattro soldi non siete mai contenti, a quanto pare…” Lo stesso cliente di prima la chiamò “…che ti dicevo?” Con un sorrisetto divertito, si allontanò, lasciandomi lì, imbambolato: nessuno mi aveva mai chiamato ‘ubriacone da quattro soldi’, e la cosa invece che irritarmi…mi piaceva. Rendeva quella ragazza ancora più attraente e diversa.
Mi passò davanti per andare a prendere una nuova bottiglia di rum, senza degnarmi di una sola occhiata: “Dopo, aspettami…nel retro dovrebbe esserci una bottiglia di vodka per te…” La guardai sorpreso mentre faceva avanti e indietro: era un invito o una minaccia? Quello che sapevo era che non avrei rifiutato, per nessuna ragione al mondo.

La osservai tutta la sera. Era veloce e abile nel suo mestiere, non si scomponeva davanti alle richieste assurde di molti ‘corteggiatori’ non proprio sobri, e ben presto mi resi conto di essere stato l’unico con cui aveva veramente parlato.
Finì il suo turno all’una di notte. Si incamminò verso una porta nascosta, lanciandomi un’occhiata: “Vieni, ti avevo promesso una bottiglia di vodka no?”
Mi alzai per raggiungerla, quella situazione mi sembrava quasi surreale.
Il retro del locale era un posto freddo e non troppo grande, pieno di bottiglie d’ogni tipo, e con una grande cassa al centro.
Lei s’incamminò sicura verso un angolo della stanza, prendendo una bottiglia del mio amato alcolico, stappandola con i denti; me la porse: “Tutta tua rosso”
Mi avvicinai a lei, fermandomi a pochi centimetri di distanza dal suo corpo; la corta minigonna di denim scuro metteva ben in mostra le sue gambe, candide e toniche. Presi con una mano la bottiglia, mentre l’altra la poggiai al muro, imprigionando la giovane davanti a me, che però non sembrò affatto preoccupata. “Lo sai? Invidio questa bottiglia…” Mi sorrise divertita: “... invidi una bottiglia? E perché mai scusa?” Misi un ginocchio tra le sue gambe, facendo aderire i nostri corpi: “Perché ha potuto sentire le tue labbra su di sé…” Avvicinò il suo viso al mio, fino a che la sua bocca non fu proprio davanti alla mia: “Vuoi che ti tocchi solo con le labbra?” Sorrisi: “Per iniziare….” Rise, per poi baciarmi con foga, stringendo i miei capelli nelle mani. Lasciai cadere la bottiglia a terra, ricambiando il bacio, e noncurante del liquido che mi bagnava i piedi, la spinsi verso la cassa, togliendole la camicetta.
Lei intanto aveva smesso di baciarmi, così da potermi sfilare la maglia: sorrise, notando le numerose cicatrici sul mio petto. Ne sfiorò una: “Non c’è modo di curarle?” La sua gonna cadde a terra, seguita dai miei pantaloni: “Trovalo…”
Rise piano, mentre io mi accingevo a toglierle quell’inutile pezzo di stoffa che le copriva i seni: li baciai, per poi iniziare a succhiarli delicatamente. Lei sembrò apprezzare il mio gioco, gemendo di piacere quando arrivai fino ai capezzoli, giocandoci un po’, succhiandoli, tirandoli dolcemente con i denti.
La issai sulla cassa, dove si coricò, attirandomi su di sé: ammirai nuovamente il fisico perfetto, per poi spostare la mia attenzione sulle mutande, ancora intatte: non andava affatto bene. Gliele tolsi di dosso, e mi sfilai i boxer subito dopo.
Forse, la cosa più eccitante era che potevano scoprirci da un momento all’altro.
Lei intanto divaricò le gambe, incrociandole dietro la mia schiena. La baciai ancora, quasi con violenza, poi, con una spinta, entrai in lei. La sentii soffocare un urlo, mentre iniziava a gemere, sempre più forte, ad ogni mia decisa spinta.
Infine entrai completamente in lei, ed insieme raggiungemmo l’orgasmo.
Uscii dal suo corpo, mentre lei, sudata, invertiva le posizioni: mi baciò il petto imperlato di sudore, seguendo con la lingua il percorso delle cicatrici. Rimasi stupito dalla sua inibizione: “È la prima volta per te?” Lei mi sorrise, un luccichio malizioso negli occhi: “No…per te?” Ridacchiai: “No…”
Ammetto che ero sollevato: non sarebbe più stata lei, se non fosse già stata esperta…Avrebbe perso tutto il suo fascino. Non che la considerassi una prostituta, anzi: ma la sua sfrenata passione mi eccitava più di quanto fosse lecito.
La sentii prendere il mio sesso in mano, stringendolo con delicatezza, quasi massaggiandolo con le dita, con cerchi concentrici: gemetti sorpreso. La sentii mentre lo prendeva tra le sue labbra, succhiandolo come io avevo fatto con i suoi seni; si portò poi fino al mio orecchio: “Non credere di poter essere l’unico a governare il gioco..” Con uno scatto, la portai sotto di me: “Mai pensato di farlo…” Le baciai il collo, lasciandole un grosso succhiotto violaceo. Lei mi graffiò la schiena, sussultai: “Così impari a lasciarmi succhiotti…mi da sui nervi..” Entrai nuovamente in lei, sorridente: “E a me da i nervi chi mi graffia la schiena…” Gemette sorpresa, per poi muoversi insieme a me…Incredibile come riuscissimo a incastrarci alla perfezione…
Quel freddo stanzino divenne presto infuocato, la vodka che stagnava sul pavimento umido, qualche coccio di vetro che rifletteva l’immagine dei nostri corpi uniti, fusi in uno.

“Devi esserti divertito al nuovo locale…” Sussultai, perso com’ero nei miei pensieri la voce del mio migliore amico mi aveva colto impreparato: “Cosa Kei? Non ti ascoltavo…” Ridacchiò: “Dico solo che questa notte non sei tornato qui a dormire…ti sei dato alla pazza gioia in quel locale…” Gli sorrisi misterioso, perché non dargli il beneficio del dubbio? “Diciamo che è promosso a PIENI VOTI…Molto…soddisfacente, già…” Kei fischiò, piuttosto allusivamente.
Anja entrò in cucina: “Yu eccoti! Che fine avevi fatto?” Kei rise: “Fa il misterioso, ma è rimasto fuori a fare cose non proprio caste e pure…vergognati Yu, a censurarmi i particolari!” Anja iniziò a preparare la colazione: “Bah, l’importante è che tu sappia quello che fai…”
Era per caso la sua benedizione? Le sorrisi riconoscente, mentre arrivavano anche gli altri, che venivano subito informati…Nessuno mi fece pressioni, segno che, se avessi voluto, avrei potuto continuare senza problemi…Non chiedevo di meglio.

Quel posto era, se possibile, ancora più affollato della sera prima. Mi sedetti al bancone, ma non la vidi. Dov’era? Forse era il suo giorno libero…Sentii una mano posarsi sulla mia gamba, mi voltai sorpreso: lei era lì, sorridente, divertita.
“Mi cercavi?” Sorrisi, notando subito il corto vestito che aveva indosso…sfilarlo sarebbe stato così facile… “Forse…”
Lei tolse subito la mano, andando dietro il bancone: “Cosa desideri?” “…Sapere il tuo nome, oltre ad un bicchiere di Vodka…” Rise: “Per te è così importante sapere il mio nome, e bere il tuo bicchiere di Vodka?” Le sorrisi malizioso: “Beh, così, se ti vorrò cercare, potrò chiedere dov’è la bellissima cameriera di nome…e poi, non posso rinunciare a determinate cose…la Vodka e il tuo nome, tra queste…”
La ragazza rise…forse l’avevo convinta…Ma a quanto pareva non ero stato abbastanza bravo, perché andò a lavorare, senza più degnarmi, e fu un’altra barista a darmi il mio amato alcolico…Ammetto che non la capivo: la attraevo ancora? O ero stato solo un gioco per lei?...No, entrambi avevamo giocato, ed entrambi volevamo continuare…Di questo ero certo.
Passai a osservarla tutta la notte. Era veramente bella, sicura di sé, passionale, anche dolce…mi piaceva, la stimavo. La desideravo.

Ad un certo punto, sparì. Mi guardai attorno, attonito. Dov’era andata a finire? Fermai l’altra ragazza che serviva al bar: “Scusa, sai dirmi dov’è la tua collega?” Lei mi sorrise, in modo piuttosto civettuolo: “Sì, è andata in bagno, laggiù…” La ringraziai, andando verso il bagno delle donne…Mi guardai attorno, poi entrai: fortunatamente, il bagno era vuoto. Iniziai a guardare sotto ogni porta, finchè non trovai quello che cercavo: un paio di decolté rosse. Sorrisi tra me e me, poi bussai.
“Occupato” Sentii la sua voce, trattenni una risata. Aprii la porta, vedendola guardarmi sorpresa, aveva appena finito: “Tu…” Le sorrisi, tirai l’acqua, per poi spingerla contro il muro: “Io…Yuri, è il mio nome…” “Yuri eh?” Portai una mano sotto il suo vestito, sfilandole le mutande, lei gemette leggermente, con una risatina, continuando a parlare: “…Te l’hanno mai detto che sei un porco?” Scoppiai a ridere: “Ah sì eh? Piccola impertinente! Te ne farò pentire amaramente!” Lei rise, sbarazzina; ci spogliammo a vicenda, stipati in quella cabina della toilette…La baciai con passione, pienamente ricambiato: era estremamente eccitante quella situazione.

Un’ora dopo, ci rivestimmo, come se niente fosse successo…lei fu pronta prima di me, e, poco prima di uscire, mi guardò un momento, sorridendo: “E comunque…io mi chiamo Selene”
E così la mia amata barista si chiamava Selene…

Selene ed io continuammo così a lungo: imparai a conoscerla, scoprendola una ragazza tanto matura quanto selvaggia. Una volta riuscì a convincermi a farlo in un angolo buio del locale, pieno di clienti, un’altra sul bancone del bar, una volta chiuso. Non riuscivo a fare a meno di lei. Era come una droga; non importava quanto rischiosi e perversi diventassero i nostri giochi, io avrei sempre accettato di farli, se me li avesse proposti lei.

Una sera, non la trovai al bancone come sempre, bensì in pista, a ballare. Era il suo giorno libero…Lei non mi vide, anzi: continuò a muoversi in mezzo alla folla, metà dei ragazzi (accoppiati e non) la guardava in estasi, mentre lei mostrava appieno la sua sensualità, la sua grazia innata…la sua femminilità…Mi avvicinai furtivo, fino ad arrivare dietro di lei: le presi i fianchi delicatamente, spaventandola. Voltò il viso, mostrandomi poi un sorriso abbagliante, passato lo stupore. “Vuoi ballare con me?” Le sorrisi, baciandole la nuca: “Posso?” Ricominciò a muoversi davanti a me: “Solo se sei un bravo ballerino” Le presi una mano, avvicinandomela, conducendola nei suoi passi: “Giudica tu” Iniziammo a muoverci insieme, prima in un sensuale movimento di fianchi, io sempre dietro di lei, poi partì improvvisamente una musica molto simile ad un tango, ma più da discoteca…Ci sorridemmo complici, poi cominciammo il nostro ballo, forse un po’ ‘remixato’, ma ammirato da tutti. Era incredibile come riuscissimo a prevedere i passi e le mosse dell’altro, per poi assecondarle alla perfezione…La sala bruciò…dico sul serio, bruciò…della nostra passione. Possibile che riuscissimo a manifestarla anche semplicemente ballando?

Ad un certo punto, uscimmo dalla folla danzante, ridendo: “Li abbiamo fatti secchi eh?” Mi prese una mano: “Vieni con me” Uscimmo in strada, per poi arrivare ad un edificio poco lontano…Sembrava molto vecchio.
“Dove stiamo andando?” Salimmo molte scale, lei non mi rispose. Finalmente prese delle chiavi e aprì una porta…Era una stanza da letto, anzi…un monolocale. Un monolocale molto povero, ma pieno di vestiti.
La guardai, mentre si spogliava: “Davvero vuoi farlo qui?” Mi osservò di sbieco, confusa: “Non…non ti va?” La abbracciai da dietro, baciandole il collo: “Mi sembra strano che tu lo voglia fare su un letto come ogni comune mortale, tutto qui” Rise: “Posso essere normale anche io!” La spinsi sul letto, portandomi su di lei: “Non dirlo…io non ti voglio normale…non ti voglio come gli altri…io voglio te…” Mi baciò, per poi guardarmi negli occhi: “Ed io te…”
Finalmente, con quello sguardo, capii cosa avevano i suoi occhi che i miei non possedevano: una libertà di fondo che ricercavo da anni.

Quando mi svegliai, al mattino seguente, lei dormiva ancora: erano le 8 del mattino. Mi sedetti, guardandomi attorno: non mi ero accorto di quanto fosse misero quel posto, la notte prima. C’erano il letto (tra l’altro singolo), un tavolo con una sedia, un piano su cui cucinare, e un armadio…in uno stanzino affianco c’era il bagno…La sentii muoversi affianco a me: “Buongiorno…” Mi voltai verso di lei: “…’giorno…”
Si alzò a sedere, guardandomi: “Beh, cos’è quel faccino serio?” La osservai a mia volta: “Selene….quanti anni hai?” Lei rise: “Ho la tua stessa età suppongo…17 anni, quasi 18…e se ti preoccupa che lo facciamo da minorenni, sappi che in America si diventa maggiorenni a 16 anni…” La baciai, dolcemente, prolungando il contatto: “Era solo una domanda…non mi ha mai preoccupato la nostra età…” Si alzò, ancora nuda: “Vuoi un caffè?” Annuii… “Vivi qui?” Lei rise, un po’ cupa: “Non è il massimo, ma non potevo permettermi di meglio…” Rimasi zitto.

Passammo tutta la giornata insieme, chiacchierando: scoprii che anche lei era orfana, e che lavorava (sempre lavoretti, in vari bar) dall’età di 14 anni. Era sempre stata sola…sempre. La sua situazione in un certo senso era molto simile e insieme molto diversa dalla mia: io ero orfano come lei, ma non ero MAI stato solo…Provai pietà per lei, che presto venne sostituita da ammirazione. Era veramente una giovane molto forte. L’adoravo, non ne potevo fare a meno.

Più volte andammo nel suo appartamento, da quel giorno. E giorno dopo giorno mi accorgevo di volerla vicino sempre, di avere bisogno non solo del suo corpo, ma anche della sua voce e dei suoi sorrisi…e delle sue risate…e dei suoi baci senza secondo fine…Che mi fossi innamorato? Più che probabile: Selene era diventata come l’aria per me, era la mia unica luce.

Ne discussi con i ragazzi, che nel frattempo si stavano dando da fare quanto me per trovare una ragazza…Quando spiegai loro le mie intenzioni, nessuno fu contrario.

Mi voltai nel letto, le baciai la schiena: la sentii rilassarsi al contatto. Ci trovavamo sul suo stretto letto, nella sua misera casa…Feci aderire il mio petto alla sua schiena, carezzandole i seni con le mani; lei gemette piano, immaginai stesse sorridendo.
Fermai la mia carezza: “Vieni a vivere da me” La sentii sussultare, poi non si mosse più per un infinità di secondi…Temetti di aver rovinato tutto.
“Tu non abiti da solo” Decisi di tentare il tutto per tutto: “I miei amici sono d’accordo…” Silenzio. “…c’è anche Anja, penso andreste d’accordo…” Muta. “…e poi, nella mia camera ho messo da poco un letto matrimoniale…” Si voltò verso di me, meravigliata. Le sorrisi innocente: “Eddai…fallo per me…Fallo per un povero pazzo innamorato…” Lanciò un urletto eccitato, abbracciandomi stretto: “Solo perché sei il mio cliente preferito!” Ed io sapevo che quello era un sì.
Ci staccammo, per poi sorriderci: “Penso proprio di amarti Selene…lo penso proprio…” Lei nascose il volto nell’incavo del mio volto, era arrossita: “Anche io Yuri penso proprio di amarti…lo penso proprio…”

Il giorno dopo venne a stare al Monastero. Si mostrò entusiasta dei miei amici, ed io sapevo che non era ipocrisia, le piacevano davvero…E poi scoprì di avere molte cose in comune con Anja, il che non guastava. Si trovava bene, ed io ero all’ottavo cielo.

Con la convivenza, scoprii lati della mia ragazza che prima non immaginavo: sapeva essere dolce, anche materna a volte, e aveva molti interessi, oltre all’amore che condividevamo a letto (o sul tavolo della cucina)…Spesso prima di andare a lavorare chiedeva consiglio a Kei su cosa indossare: lui sembrava capire perfettamente i suoi gusti, ed assecondarli. Io, al contrario, mi mostravo spesso ostile a certi abiti troppo scollati o corti; sapevo com’erano certi clienti e non mi piaceva che lei esibisse TROPPO il suo magnifico corpo. Inizialmente litigammo a lungo sull’argomento, ma quando le spiegai che preferivo mille volte che quegli abiti li indossasse solo per me, lei si calmò e trovammo un accordo.

Un giorno, ad una visita medica di controllo, sorpresi il primario che mi visitava, con le mie approfondite conoscenze mediche: divenni così il suo apprendista più giovane (e dotato). Quando lo dissi a casa, ci fu la festa: fui felice di vederli così orgogliosi di me. Selene fra tutti mi guardava fiera, sorridendomi entusiasta. La nostra vita procedeva così bene…Fino a quel giorno: il giorno in cui scoprimmo che Vorcov era tornato. Kei era sparito da un bel po’, sapevamo le sue intenzioni, non volevamo ostacolarlo. Noi comunque decidemmo di partire per il Giappone e tentare di fermare quel pazzo terrorista.

“Ti prego, non scendere in campo…non combattere…Sai bene che quando si tratta di Vorcov, finisci per stare male…”
Era la notte prima della mia partenza…Selene era abbracciata a me, stretta come se temesse che potessi svanire da un momento all’altro. Le carezzai la testa, togliendole qualche ciuffo di capelli dagli occhi: “Hey tranquilla…ok? Qualunque cosa accada laggiù, io non mi sottometterò più a lui…Devo dimostrargli che non sono più il suo Cyborg…mi capisci?” La sentii annuire: “Vorrei venire anche io…” La strinsi, cullandola un po’: “No…qualcuno deve rimanere qui a mandare avanti la baracca, no?” Mi baciò il petto, come se sapesse che ci sarebbe voluto tempo prima che potesse rifarlo…: “Hai ragione…buonanotte…” “Notte…”

Quando persi, un solo pensiero mi tormentava: “Lei mi sta vedendo? È lì alla tv, vede la mia sconfitta, il mio dolore?” Solo in futuro seppi che lei non solo mi stava vedendo, ma stava anche soffrendo insieme a me. Eppure non volevo che soffrisse così per me…Doveva stare tranquilla…sarebbe andato…tutto….bene…

Durante il coma, riuscivo a sentire vagamente chi veniva a trovarmi…Boris e Sergay che mi dicevano che erano costretti a tornare a casa, i BladeBreakers che mi incoraggiavano e rassicuravano, la silenziosa presenza di Kei che per me valeva più di mille fasulle parole…Mentre giacevo lì, solitamente in compagnia di Daitenji, ricordai un particolare della mia infanzia che avevo scordato: avevo preso l’abitudine, ogni Capodanno, di scrivere (con l’aiuto dei miei compagni, soprattutto Kei, il più letterato e corretto grammaticalmente) ogni avvenimento che aveva caratterizzato quell’anno…li chiamavamo Annali, a simulazione dell’opera di un famoso latino di cui non ricordo più il nome. Pensai alla mia Selene, l’avvenimento più importante della mia esistenza…meritava di essere ricordata.

“Quindi quando pensate di tornare in Russia?”
Il dojo Kinomiya era veramente un luogo caldo e confortante, ma il MIO caldo e il MIO conforto erano lontani, e volevo raggiungerli quanto prima…
Guardai il mio compagno: “Beh, quanto prima…penso tra meno di una settimana…”
Takao strabuzzò gli occhi: “Così presto???”
Vidi Kei ridacchiare: “La verità è che MUORE dalla voglia di rivedere la sua ragazza…sennò non farebbe tutto così in fretta!!”
Gli diedi un pugno ‘amichevole’ in testa, indignato: “Beh, fino a prova contraria, anche tu MUORI dalla voglia di rivedere la tua!!”
Le espressioni che seguirono il nostro breve dialogo mi fanno ridere ancor oggi…pensavano che non avessimo un vita sociale?

Quando scendemmo dall’aereo, non trovammo nessuno ad aspettarci…Poi, finalmente, i nostri compagni si accorsero del nostro arrivo, e ci vennero incontro: Kei venne subito travolto prima da Lillian, che lo abbracciò con un tale slancio da farlo cadere a terra, poi da Anja, che lo rimproverò di essere stato cos’ avventato. Ovvio che anche io dovetti sorbire la sua predica. I ragazzi ci abbracciarono senza dire nulla, se non qualche parola di bentornato, mentre Lena salutò cordialmente me, e rivolse a Kei testuali parole: “Certo che poteva ammazzarti quel Brooklyn!”
Se dovessi riportare però la risposta di Kei, e il conseguente litigio, non finirei più…ma tutti sapevamo che erano contenti di rivedersi.
Infine, arrivò lei, il mio angelo…Mi sorrise, avvicinandosi lentamente…Quando mi fu davanti, però, mi diede uno schiaffo: “STRONZO! Mi hai fatta morire di paura!!!” Le sorrisi, colpevole, mentre lei mi abbracciava, iniziando a baciarmi con foga, senza lasciarmi il tempo di respirare: la bloccai, per poi stringerla a mia volta: “Ti amo Selene…scusami…ti amo…” Mi strinse fin quasi a soffocarmi: “Ti amo anche io, ma ti prego, non lasciarmi più!”

Ebbene, oggi è Capodanno, e posso dire di aver brillantemente mantenuto la mia promessa: non l’ho più lasciata. Mai più.

Fine

Ed ecco la fine!!! Bene, come vi è sembrato? Mi rendo conto che Yuri qui appare molto in calore, ma che ci volete fare XD Ebbene…io penso sia venuto bene, quindi, non c’è motivo per cui non dobbiate recensire XD Scherzo, però mi farebbe taaaaanto piacere!!!!^^
Bene, ringrazio Iria per le solite pre-letture e padme che mi ha mostrato il nuovo mondo del Doll Maker! °O°
Ora, prima della risposta alle recensioni, prendo un angolino per mettere l’aspetto delle attuali protagoniste donne!^^
Allora…questa è Anja ^^
http://image.forumfree.it/2/9/2/6/9/6/2/1214047322.jpg

Mentre questa è Selene ^^ Purtroppo, i capelli non sono proprio così, ma piuttosto sono come quelli di Sasha di “Ti va di ballare?” (<--film con Antonio Banderas, lei è quella del tango a tre)
http://image.forumfree.it/2/9/2/6/9/6/2/1214047416.jpg


Rispondo ora!

Eagle fire = Ciau carissima! *O* Davvero ti piace? Me felice!!!^O^ Bene, non saranno tutti diari, anzi…vedi che questo non è già più un diario, e Boris e Kei racconteranno in modo totalmente diverso! Bellini vero da piccoli? *///* Grazie di tutto, spero che questo ti sia piaciuto!!! Kissone

Nika_Chan01 = Tesorella bella!!! ^O^ Ciau! Grazieeeee!!!! Gentilissima! ^O^ Questo su Yuri ti è piaciuto? Fammi sapere! Kissone

Iria = SOCIAAAAAA!!! Allora? Degno delle tue aspettative??? Mi spiace, ma io Yuri non lo faccio soffrire molto…rimedieremo insieme XD Sì, Sergay è un POCO taccagno mi pare…O____o (non si sa mai…meglio accumulare denaro…$__$ nd Sergay) O____O Dicevo…V___V’’’…Allora? La fine ti piace? Ho modificato qualcosa qua e là, ma mi pare sia venuto meglio che all’inizio! Grazie per ogni consiglio e complimento, ti adoro! ^O^ Kissone

Bladegirl = Ciau bella! ^^ Sono contenta di averti svelato un nuovo lato di Sergay! ^^ Kei arriverà alla fine, dovrai subirmi ancora un po’…Spero ti sia piaciuto questo nuovo lato di Yuri!!! Kissone

Joey_91 = Grazie °///° Gentilissima! ^^ Davvero ti è piaciuta tanto? Ne sono molto felice! Fammi sapere cosa ne pensi di questo cap! Kissone

DarkHiwatari = Grazie di tutto tesora!!! ^///^ Che ne pensi di questo cap? Stavolta nessun Boris a leggere…XD Ma nel prossimo capitolo ci sarà solo lui, quindi…preparati XD Fammi sapere cosa ne pensi di questo cap! Kissone

Chibilory = Ciao Chibilory! ^^ Sono tantissimo contenta (<--italiese correggiato) che ti sia piaciuta così tanto! Sergay è tenero, lo so! ^O^ Di questo cap che ne pensi? Kissone

Padme86 = Cara mia! Grazie per ogni singolo complimento, sono felice che tu abbia apprezzato tanto lo scorso capitolo! Ebbene, cosa ne pensi di questo cap? Passionale vero? X°°°°D Spero tanto ti sia piaciuto! Mi aspetto la tua opinione più sincera, ci conto! Kissone

BenHuznestova = Ciao bella! Innanzitutto, mi scuso perché sbaglio sempre a scrivere il tuo nome…>___>…E poi…GRAZIE! Ogni complimento mi apre il cuore, poiché ti stimo molto come scrittrice e sono felice che le mie storie ti piacciono! A proposito, grazie anche per le recensioni che mi hai lasciato nelle altre storie! Mi hai positivamente sorpresa ^^ Kissone

RINGRAZIO ANCHE OGNI RECENSITORE DELL’ULTIMO CAPITOLO DI “INTERVIEW WITH THE STAR” ^^ Grazie di cuore ^O^

Kissone
Sybelle
   
 
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