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Autore: _Naira    23/02/2014    2 recensioni
buongiorno o buonasera a tutti, che dire della mia storia, parla di una ragazza con una personalità da scoprire e una vita incasinata, spero vi piaccia, è la prima storia che scrivo!
isy_94
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Vi consiglio di leggere questo capitolo con il sottofondo di due canzoni. Una è let me sleep di stanfour ft jill. E l'altra è forever dei kiss. :)
 
 
'Non potevano stare insieme, non potevano stare lontani: non ci esci, da quelle storie. Loro non ci erano usciti, veramente.'
-Alessandro Baricco
 
 
 
 
Pov Naira
Sono passati due anni da quel giorno, quel giorno in cui ho deciso di lasciarlo andare.. le cose vanno bene, io, Lexy e i pastori abbiamo costruito un albergo con fattoria didattica e maneggio, l'abbiamo chiamata the Black stallion, quando ci siamo dimesse Mauri mi ha regalato Amos, ha detto che tanto lui aveva scelto me è sarebbe ritornato come prima. Va tutto bene, se non fosse che mi manca da morire, ho provato milioni di volte a dimenticarlo, anche uscendo con altri ragazzi, ma quando si arrivava anche solo a un bacio mi tiravo indietro invasa dal ricordo di lui. Marco prova ogni giorno a farmi sorridere, ma non ottiene risultati, in più si sdoppia tra me ed Enrico, che ha costantemente bisogno di lui. Domani inizia la transumanza, l'anno scorso avevo il terrore di incontrarlo, ma ho visto solo Silvio che mi ha abbracciato come se non fosse mai successo niente, spero che anche quest'anno non si faccia vedere.
 
 
Con questi pensieri Naira si alzò dal letto, era una giornata stupenda, il sole splendeva e la festa stava per iniziare, si vestì e portò i cavalli a legare dal campo, i pastori portarono alcuni capi di pecore e mucche, poi si sedettero tutti insieme sul fieno, come ogni anno, si respirava allegria, ma nessuno di loro immaginava cosa sarebbe successo...
 
 
Pov Enrico
Sono passati due lunghissimi anni da l'ultima volta che l'ho vista, ho provato ad andare avanti mettendomi insieme a una di cui non ricordo nemmeno il nome, per fortuna è una ragazza che non ama i contatti fisici, se no penso che non avrei resistito neanche un'ora. Ogni volta che c'è l'ho vicino penso a quanto vorrei che fosse un'altra persona, a quanto vorrei che fosse lei, Naira, mi sono tatuato il suo nome sotto l'avambraccio sinistro, vicino al cuore, perché è sempre stato quello il suo posto, nel mio cuore. 
Sabato sera, transumanza, mi ero ripromesso di non andarci più, eppure sono qui, dove di solito tutti si riuniscono a mangiare, a cercarla, alcuni tavoli sono vuoti e lei non c'è. Vedo Amos legato, non sono sicuro che sia lui, è ingrassato un sacco e le sue ferite si sono rimarginate, 3 piccole cicatrici hanno preso il loro posto, sembra un eroe di guerra, fiero di essere sopravvissuto. Mi dirigo verso la pizzeria sperando di trovarla almeno lì, ho deciso che devo assolutamente riprendermela, non posso più andare avanti facendo finta di niente. Sbuco dall'ombra e la vedo seduta in braccio a Marco con Romeo legato vicino intenta a parlare con Nevio, mi avvicino e la chiamo. Si paralizza, vedo i suoi muscoli tendersi, si volta verso di me e nei suoi occhi c'è sorpresa, confusione, felicità,  sembra un cerbiatto davanti al suo cacciatore. 
"Ciao biondina." Le sorrido e mi fermo a pensare quanto sia vero questo sorriso. 
"Ciao" Risponde fredda, alzandosi per venirmi incontro. 
"Che ci fai qui?" Continua. 
"Volevo parlarti." Sorrido di nuovo. 
"Dimmi." Mi incita.
"Senti... io... non ce la faccio più ad andare avanti così, ho bisogno di te, voglio averti nella mia vita, ti amo dio solo sa quanto è non posso stare senza di te, tu sei tutto ciò che di più bello e meraviglioso mi sia mai capitato e non voglio perderti." Dico tutto d'un fiato e mi fermo a guardare la sua reazione. 
"Non mi interessa, sono felice adesso e non rovinerai tutto, non più... sei uscito dalla mia vita due anni fa e vorrei che ci rimanessi." Queste parole mi uccidono lentamente, vedo nei suoi occhi le lacrime che sta cercando di trattenere, ma non bastano a farmi credere che non lo pensi davvero.
"Naira, ti prego, so che stai mentendo anche a te stessa, buttati ancora una volta, ancora una... non ti chiedo altro." La supplico stringendole gli avambracci dolcemente. 
"Non toccarmi!" Scatta liberandosi dalla mia presa, facendolo il suo corpo ha tremato, sono convinto che sia dovuto all'effetto che le faccio.
"TU DEVI RIMANERE FUORI DALLA MIA VITA!" Mi urla contro per voltarsi, saltare su Romeo e lanciarlo al galoppo verso la nostra chiesetta. Sono ancora fermo qui quando lo stridio delle gomme, il nitrito terrorizzato di Romeo e lo schianto di una macchina mi riportano al presente, per qualche decimo di secondo rimaniamo tutti fermi in silenzio, poi chi era seduto si alza e corriamo in direzione di quei suoni. Io e Marco arriviamo per primi e ciò che ci compare davanti agli occhi ci fa rabbrividire, in mezzo ad una curva una macchina è ferma contro il muro con i vetri spaccati, Romeo gira in torno a qualcosa, solo quando ci avviciniamo di più scopriamo che quel qualcosa è il corpo sanguinante di Naira. Mi butto sopra di lei, beccandomi una morsicata da Romeo sul braccio, la prendo tra le braccia e inizio a piangere, non respira.
"NON RESPIRA!!" Urlo a Marco che sta cercando di fermare Romeo, Nevio e Angelo lo bloccano, Aldo chiama l'ambulanza e Giacumassu controlla il guidatore ignorato da tutti, sono attimi di terrore.  
"Marco portatela giù voi, l'ambulanza ci mette troppo a salire." Aldo informa il ragazzo lanciandogli le chiavi di una macchina che non sapevo avesse.
"Mitsubishi evo 9?" Chiede rigirandosi le chiavi in mano.
"Si, era un regalo per lei." L'uomo indica la ragazza ancora stretta tra le mie braccia. Saltiamo in macchina e in 10 minuti siamo in pronto soccorso, la strappano dalle mie braccia e la portano in sala operatoria. Aspettiamo 3 ore, sono coperto dal suo sangue e fumo una sigaretta dopo l'altra con i nervi tesi e le mani tremanti, Marco è andato a farsi una doccia intimandomi che quando sarebbe arrivato ci sarei dovuto andare io, ma non lo farò, non ho intenzione di muovermi di un millimetro, non finché saprò che sta bene. Non mi perdonerei mai che l'ultima cosa che ricordi sia una litigata. Un medico vestito di verde mi poggia una mano sulla spalla e mi sorride.
"Sei ridotto male ragazzo, fatti a fare una doccia, cambiati e torna qui se vuoi, è fuori pericolo." Quelle parole mi fanno rinascere.
"Posso andare da lei?!" Chiedo speranzoso.
"Si, ma è ancora sotto anestesia." Mi accompagna da lei e vederla sdraiata in un letto con tubi infilati nelle braccia mi fa male, vorrei esserci io al suo posto. 
"Mi può sentire?" Chiedo accarezzandole una guancia. 
"Sì, anche se le parli ti sente." Mi risponde il medico prima di uscire e chiudere la porta. Inizio a parlarle continuando ad accarezzarla, sembra così fragile, così diversa, non sembra lei.
 
 
Pov Naira
Rivivo quei momenti infinite volte, i fari che mi accecano, Romeo che nitrisce per poi bloccarsi di colpo, il dolore lancinante causato dall'urto contro il parabrezza della macchina e quello dei vetri che mi hanno trafitto la gamba, il rumore delle ossa che si rompono, il gusto del sangue... e poi... e poi quella voce, quelle lacrime, quelle braccia, quel profumo che conosco troppo bene, le sue parole, avrei voluto aprire gli occhi e dirgli che sono stata una cogliona, che solo in quel momento in cui la mia vita mi stava passando davanti, solo in quel momento ho trovato la forza di riprovarci, di tornare al suo fianco, di buttarmi, in quel momento mi sono resa conto che la mia vita non è vita senza lui, che lo amo così tanto da farmi mancare l'aria, così tanto da far male. Sto soffrendo come un cane, la gamba fa malissimo, respiro a fatica, tutte le cellule del mio corpo sono doloranti, ma, all'improvviso, una carezza, la SUA carezza, mi fa stare meglio, non provo più dolore, sento le sue parole. Le più belle che abbia mai sentito:
"Naira, ti prego, non so se ti ricorderai quello che sto cercando di dirti, ma spero di si. Naira io ti amo, non so più come fartelo capire, tu mi sei entrata nel cuore dal primo momento in cui mi hai guardato, te lo ricordi?! Mi guardavi imbambolata mentre arrivavo con Mercedes, quando ci siamo scontrati, l'ho fatto apposta a venirti addosso, volevo sentire il tuo profumo, non te l'ho mai detto perché tentavo di negarlo anche a me stesso, ma non ci sono riuscito. Ti voglio nella mia vita perché tu sei la mia vita. Sei stata l'unica persona che abbia mai amato e che sia riuscita a leggermi dentro con un solo sguardo, sei l'unica che abbia avuto la pazienza di insegnarmi ad amare, tu sei il mio amore, sei l'unica cosa che mi fa ancora credere che il mondo sia un posto migliore, lotta per noi amore mio, lotta per svegliarti e pigliarmi a schiaffi, lotta per urlarmi in faccia, lotta per tutte le persone che, come me, hanno bisogno di te, perché saremmo tutti persi senza te. Io e te insieme avremmo potuto spaccare il mondo, lotta per questo biondina." Calde lacrime mi rigano le guance, ma non riesco ad aprire gli occhi e guardarlo, lo sento qui, sento il suo respiro, le sue emozioni, sento che mi sta accarezzando il tatuaggio, quella rosa attorcigliata al mio avambraccio con al posto del gambo poche parole incastrate tra le spine, quelle parole che pochi capiranno, quelle parole con un significato immenso: 'you'll be in my heart E.' 
So che si sta chiedendo che significato possa avere questo scarabocchio, la 'E' sembra la base del fiore inciso sotto il mio gomito, ma è lui il significato del tatuaggio, è il suo nome, il suo carattere, le sue labbra, la sua pelle, i suoi occhi, il suo amore stupendo ma imperfetto, dolce ma spinoso, puro ma doloroso, come le spine che ti pungono, fresco come una rosa appena sbocciato. 
Sento dei passi che si avvicinano e un'altra mano che mi accarezza, i due uomini più importanti della mia vita sono qui, vorrei salutarli, vorrei aprire gli occhi e vederli, ma il mio corpo non risponde, li sento parlare. 
"Ho parlato con il medico." Dice il moro.
"Che ha detto?" Chiede Enrico. 
"I vetri le hanno reciso l'arteria femorale e l'impatto le ha causato la rottura scomposta in 3 punti del femore. Le hanno messo i punti, i chiodi e l'hanno ingessata, dovrà tenere il gesso un mese e due i chiodi. Per minimo 4 mesi non può andare a cavallo, ho il terrore di dirglielo!" Lo sento ridere a quest'ultima frase.
"Ci ammazza a tutti! Fa una strage in stile Haiti!" Ride anche il biondo. 
"Vatti a fare una doccia, ci sto io qui."Continua Marco. 
"No! L'ho lasciata sola per troppo tempo, non mi muovo." Risponde.
"Non è colpa tua per questo, lo sai?!"
"Si che lo è!  Se non fossi salito lei sarebbe ancora con voi a ridere!" Il ragazzo smette di accarezzarmi.
"Non è vero! Se doveva succedere sarebbe successo. La ami, sei salito per quello... anch'io l'avrei fatto." 
Cala il silenzio, sento dei passi allontanarsi e il rumore di una sedia, poi di nuovo silenzio. 
 
 
Pov Enrico
Marco è uscito per chiamare i pastori, anche se sono le 3 di mattina non penso che qualcuno dorma, mi siedo e la guardo, l'adrenalina che avevo fino a poco fa mi abbandona e mi lascio cadere in un sonno leggero, senza sogni, qualche ora dopo sento un gemito e apro gli occhi, la vedo mentre sta tentando di girarsi, mi guarda. 
"Hey!" Le dico alzandomi. 
"H..e..y.." Biascica.
"Stai meglio?" Inizio ad accarezzarla.
"Si." Mi risponde facendo più pressione sotto la mia mano. 
"Mi dispiace." 
"Non è stata colpa tua." Mi rassicura. 
"Non è vero, ti ho rovinato la vita, ogni volta che ti sto vicino tu soffri."
"Si dice che gli amori migliori sono quelli che, prima di aggiustarti la vita te la incasinano." Sorride, il sorriso più bello che le abbia mai increspato le labbra.
"Beh, in questo caso, devo aver vinto il Nobel!" Le sorrido. 
"Tu come stai?" Mi domanda spiazzandomi. 
"Sporco e affamato." Rispondo ironico con un mezzo sorriso.
"Senti.. volevo dirti che..." la interrompo mettendole un dito sulle labbra. 
"Riposati, ne parliamo domani."
Sta per replicare qualcosa quando il medico ci interrompe, Marco entra e la saluta velocemente. 
"Signorina, devo chiederle chi si occupa di lei."
"È maggiorenne." Dico non capendo.
"Si ma in caso di incoscienza deve esserci qualcuno come coniugi o genitori che prendono decisioni, in questo caso lo chiedo a lei. Ripeto. Chi si occupa di lei signorina?"
"Loro due." Risponde Naira spiazzandoci. 
"Che grado di parentela avete?"
"Il moro è mio fratello, fratellastro, il biondo il mio ragazzo."
Io e Marco ci guardiamo qualche secondo per poi riportare la nostra attenzione al medico. 
"Confermate ragazzi?"
"Si!" Rispondiamo all'unisono. 
"Bene, venite a firmare il foglio delle dimissioni."
Lo seguiamo lasciando Naira in quel maledetto letto, quando torniamo un'infermiera la sta aiutando a vestirsi, ha le stampelle e sta cercando di mantenere un equilibrio stabile, mi avvicino, le passo una mano intorno alla vita e l'aiuto a camminare, ad entrare in macchina, lungo il tragitto le diciamo che non potrà andare a cavallo per un bel po e non la prende molto bene. 
Siamo arrivati, insiste per andare a vedere Romeo, ce la portiamo e l'animale appena la vede inizia a nitrire contento, lo saluta, lo accarezza e inizia a piangere. La stringo tra le mie braccia, il contatto mi fa rabbrividire,  è passato così tanto tempo, ma in un secondo è sfumato tutto, è come se non sia passato neanche un minuto.  Il mio telefono inizia a suonare ininterrottamente, guardo il display tenendola sempre premuta contro il mio corpo, è Arianna, rispondo. 
"Si?"
" Amore dove sei finito?" Mi chiede la ragazza e sento Naira allontanarsi. 
"Ehm.. da amici, ti chiamo." Chiudo velocemente e la guardo. 
"Sei fidanzato, va da lei, io me la caverò." Mi dice fredda. 
"Non è con lei che voglio essere." Ribatto sicuro.
"Non voglio intromettermi tra voi." Continua. 
"Non capisci che non me ne frega niente di lei, non l'ho neanche mai baciata o toccata."
Abbassa la testa e si fa accompagnare a casa da Marco,  nel frattempo Angelo mi si avvicina e mi mette una mano sulla spalla. 
"Dalle tempo enry, sono sicuro che tornerà da te."
"Come fai ad esserne sicuro?" Chiedo fissando il vuoto. 
"Perché non c'è stata notte in questi due anni in cui non abbia pianto, come non c'è stato giorno in cui nei suoi occhi non si vedeva il tuo ricordo. Siete fatti per stare insieme. Ho 50 anni, ho visto tutte le milioni facce dell'amore, ma questa... beh, secondo me questo è il vero amore, non scappare questa volta." Il pastore miguarda con un sorriso rassicurante. 
"Ho smesso di scappare." Detto ciò prendo il telefono e mando un messaggio a... come si chiama?! Ah si! Arianna. 
'Vieni su, dobbiamo parlare.'
Dopo una quarantina di minuti arriva, mi volto verso il fieno e vedo Naira seduta che la guarda male. 
"Dimmi amo."
"Ascolta, spero che non sia un duro colpo, ma tra noi è finita, amo un'altra ragazza, scusa se ti ho fatto perdere tempo."
"TU!" indica Naira e poi me. "TU AMI QUEL ROTTAME UMANO! LEI NON TI DARÀ MAI CIÒ CHE POSSO DARTI IO!" Urla infuriata.
"Io non voglio niente da te, a me basta averla vicino, è tutto ciò che voglio!" Alzo la voce. 
"Spero siate felici insieme!"
Se ne va mentre mi volto e vado vicino a Naira che mi sorride. 
"Ti amo biondina, lo farò per sempre."
"Ti amo anch'io coglione! Dammi un bacio." Ci baciamo con gli applausi, i fischi e le urla dei pastori, ho finalmente trovato il mio posto: al suo fianco. 
 
 
 
 
Spazio autrice
Eccomi qui con l'ultimo o forse no capitolo di questa storia :) spero che siate arrivate fin qui. Grazie mille a tutte quelle meraviglie che mi sostengono sempre :) un bacione enorme isy_94.   
  
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