Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Dark prince    24/02/2014    3 recensioni
Coppia: Jean/ Marco (Principalmente)
< < Ma no, fotografo altro, no modelli. > >
A quelle parole Jean annuisce, come ad aver capito che tipo di studi facesse Marco.
< < In Germania ci sono cose e luoghi bellissimi da fotografare! > >
E a quel punto... il corvino lo guarda, diventando quasi serio, anche se le sue guance si erano colorate di rosso.
< < Jean.. potrei farti un set fotografico.. nudo? > >
< < ....Che? > >
Ed incredulo il biondo si ritrova ad arrossire, imbarazzato.
Avvertenze:Le immagini alla fine non sono mie.Posterò sempre o la fonte o l'autore.
Buona lettura!
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Armin Arlart, Eren Jaeger, Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ah, che dolce era il suono degli uccellini che cinguettavano.

Ah, com'era piacevole il sole sul volto, primo sole caldo dopo giorni e giorni di freddo pungente.
Ah, sarebbe stato tutto fantastico se solo...
...Se solo lui,Il grande Jean, non si fosse ritrovato con il viso colpito in pieno da un pallone, mentre per affari suoi si stava godendo la fresca erba, i tiepidi raggi di sole, e il suo capo poggiato sulle gambe distese di un Marco che stava leggendo un libro.


Quell'improvviso rumore e movimento, fanno sobbalzare anche il corvino che prontamente e con la preoccupazione negli occhi, guarda il tedesco che si teneva la mano contro la fronte, con un'espressione alquanto dolorante.. per non parlare del fatto che poteva intravedere una vena pulsare sulla sua pelle, all'altezza della tempia, avvertimento che che sta per incavolarsi e non poco.


Ma purtroppo a Marco gli scappa un sorriso quando per la fretta di alzarsi, Jean inciampa, rischiando di farsi ancora più male, ma resta seduto... osservando il proprio ragazzo incominciare a correre dietro a Connie ed Eren, colpevoli di quel misfatto; I due dal canto loro appena avevano visto la furia bionda dirigersi proprio da loro ecco che scappano, ridendosela alle sue spalle.
AH, si.Una perfetta giornata da passare in compagna di amici ad un pic-nic, organizzato in fretta in furia; Volevano festeggiare il grande successo per lo spettacolo.
Avevano recuperato molti soldi e quindi i genitori di Connie potevano starsene tranquilli e il negozio salvo.Ma la cosa fantastica, era stato il premio che tutti avevano avuto come impegno e sacrificio per la loro presenza. Tutti erano usciti vincitori da quella faccenda.
Marco si desta dai suoi pensieri quando sente la voce di Jean ed Eren fin troppo alte, e il loro"gracchiare" come cornacchie stonavano con il quiete panorama che li circondava.Scuotendo il capo il corvino si alza per andare almeno a controllare se era tutto ok; Quei due avevano la tendenza a litigare seriamente anche se avevano iniziato per un'innocuo scherzo, ma ciò che si propone davanti a suoi occhi, lo lascia altamente interdetto.


Levi.
Si, Levi, il capitano della squadra di calcio spesso avversaria di quella di Jean.
Tizio che si getta davanti alle macchine in piena notte, rischiando anche di farsi ammazzare.

Nano che aveva con un gesto semplice, atterrato sia Eren che Jean, e ora se ne stava tranquillamente sdraiato sui loro corpi....
... E quelli se ne restavano anche tranquilli in silenzio.
Marco si passa una mano tra i capelli, sgranando gli occhi.. lasciandosi scappare un sospiro pesante, avvicinandosi per cercare di risolvere la situazione, e della stessa idea era anche Mikasa.. soltanto che la sua espressione come il suo modo di camminare, era meno ma molto meno calmo di Marco.
Ma c'era qualcosa di strano, anche perchè il giovane americano nota Erwin poggiato contro l'albero, che guardava la scena divertito ma non si era avvicinato per aiutare i ragazzi o fermare quel pazzo del fidanzato, cosa che di solito faceva.
Ma a pochi passi di quel trio fuori di testa, Marco si accorge che.. Levi li stava punendo per il caos creato, facendogli fare delle flessioni con lui comodamente seduto sopra. A quel punto Marco resta lì, a godersi la scena di quei due con la faccia gonfia e rossa per lo sforzo, pronti a non cedere, per far capire a quell'uomo che loro erano capaci di tutto.

Peccato che non riescono ad arrivare alla decima flessione.
Solo allora il corvino si avvicina, piegandosi con le gambe, guardando Jean che si era sdraiato a pancia in sù, recuperando più fiato che poteva; Anche in quel momento il corvino lo trovava bellissimo, e con un gesto delicato della mano scosta i capelli dalla fronte del tedesco.



- Ti avevo detto di stare tranquillo almeno in presenza di Levi, no?

Quelle parole escono come un sussurro dalle labbra di marco incurvate in un sorriso addolcito, mentre i suoi occhi osservavano il viso del biondo.
Jean sbuffa, aprendo solo dopo gli occhi, con il fiato che ancora un pò gli mancava e le braccia indolenzite per lo sforzo.

- Parla con lo Jeagar. Sempre colpa sua.
Bambini.Poteva soltanto definirli così Marco.
Due perfetti bambini che si divertivano a stuzzicarsi.
Ma per Jean era un pò come avere... un fratello;In quanto figlio unico era cresciuto da solo, fino a quando all'asilo aveva incontrato quel bambino dai grandi occhi verdi che aveva fin dall'inizio attaccato briga con lui.
Sorride il biondo, alzandosi poi da terra, spolverandosi i vestiti e controllando se i pantaloni si fossero sporcati di terriccio o erba, guardando negli occhi alla fine un Marco divertito.

- Non si ride delle disgrazie altrui..

Il suo tono era canzonatorio, ma quell'ombra di sorriso non accennava a lasciare il suo volto.
Il corvino stava per rispondere con una battuta tagliente, ma le voci dei compagni che li chiamavano a gran voce li fa voltare; Reiner gli faceva cenno di raggiungerli al lago, ma la questione era complicata; Non era per niente periodo per un bel bagno.L'acqua sicuramente era ghiacciata.
Marco prontamente scuote il capo, non propenso a beccarsi un'influenza o cose del genere e anche Jean era d'accordo visto che quel mese era un periodo di esami universitari per lui, e voleva uscirne con dei buon voti.
Ma quando... quando Connie li chiama "Femminucce"
Ecco... A Jean era venuta un'improvvisa voglia di un tuffo.
Marco lo guarda, capendo bene le sue intenzioni, e allunga una mano per poterlo fermare, bloccare di non fare quell'atto estremo ma troppo tardi..
...Il compagno stava correndo verso il lago, non esitando a tuffarsi dentro all'acqua cristallina.
L'americano si porta la mano sul viso, poggiandola, scuotendo poi il capo esasperato, improvvisamente per avverte una mano sulla spalla e quando si volta, si ritrova Bert di fianco, che gli sorrideva.

- Si prenderanno l'influenza..
Il tono di quel ragazzo era sempre così basso che a stento si capiva cosa diceva, ma da quando si era trasferito a casa sua, Marco riusciva a comprenderlo decisamente di più.
Sorride, alzando le spalle.

- Li lasceremo morire nel letto con i brividi di freddo..


Ma lui, un tipo come Marco, sempre pronto ad aiutare il prossimo mai avrebbe lasciato qualcuno da solo a letto e con la febbre. Ed eccoli infatti, la stessa sera del pic nic, ecco lui e Jean in un letto mentre fuori ormai era completamente buio e la luna e le stelle la facevano da padrone.
Un'altro starnuto rimbomba nella stanza e il corvino si volta verso il biondo che si era allontanato dal suo corpo perchè emanava troppo calore; Questa frase gliel'aveva sussurrata neanche 5 minuti prima ed ora invece, eccolo tra le sue braccia, che allungava la mano in cerca di un fazzoletto.
Vorrebbe tanto sbeffeggiare il compagno, ma la cosa che lo tiene a stare zitto era il fatto che stava davvero male.

- Fazzoletto...
La voce del tedesco era uscita quasi come un flebile sussurro e lui come fa a non farsi spuntare solo un sorriso?
Non può e basta.
Ridacchiando allunga il braccio verso il comodino di legno scuro, dove sopra di esso ora c'era una fila di fazzoletti usati e un contenitore di medicine, e Jean nel sentirlo ridacchiare gli lascia un pizzicotto sul fianco.
- Io ti avevo avvertito.
Sbuffa a quelle parole il povero ragazzo malato, prendendo dalle mani di Marco il fazzoletto, soffiandoci prontamente il naso.
Il corvino si volta ad osservarlo, non potendo fare a meno di avere l'espressione vittoriosa stampata su quel viso lentigginoso e con i suoi occhi scuri e curiosi guarda il suo ragazzo, allungando la mano per posarla sulla fronte per sentire se la febbre si era alzata.
Dal canto suo Jean trova piacevole la mano fredda dell'americano sulla propria pelle e con gli occhi chiusi segue i movimenti dell'altro, come un cucciolo che chiede ancora di essere coccolato.
- Sai.. prima.. facevo dei sogni strani.. e in quei sogni c'eri anche tu..
Quelle parole sussurrate dal biondo fanno incuriosire Marco, che si avvicina, per poter ascoltare bene cos'aveva da dire.
- ..E' la febbre a farti delirare?

A quella risposta scuote il capo, con calma, strano per i suoi standart.
- ... Io sono convinto di averti perso in quel passato..
Non sapeva con certezza perchè dicesse quelle parole, ma ne aveva il bisogno, soprattutto ora che poteva dare la colpa a quella febbre nel mostrarsi così debole anche se alla fine... non serviva nulla con il suo Marco; Lui distruggeva tutte le sue maschere.
Il corvino sorride, quelle parole avevano come riscaldato il suo cuore, facendogli sentire allo stesso tempo un velo di malinconia.. ed ecco che lo abbraccia il tedesco e coprendolo meglio con la coperta, per non fargli prendere freddo.
- In quel caso ora.. ci siamo rincontrati.. e non ci separeremo più.
Ahh, quelle frasi così sdolcinate per i gusti del tedesco lo fanno imbarazzare, ma annuisce.

- Se è una minaccia...
Non dico di no.
Le mani di Marco avvolgono dolcemente il corpo di Jean, stringendolo a sè, per poter udire i battiti del suo cuore e vegliare sui suoi sogni.
- Prendile come vuoi... ma ormai io sono tuo e tu sei mio.
Cullato da quel calore, addolcito da quelle parole...Il tedesco chiude gli occhi, addormentandosi con il cuore ricolmo di emozioni positive, che lo rendevano felice per la prima volta dopo tanto... tanto tempo.



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"Grazie a te che sei rimasto fino alla fine.
Grazie di aver sopportato sulle tue spalle, metà del mio fardello.
Grazie che hai condiviso sia i dolori che le gioie.
... E grazie ancora di aver scelto me tra mille persone."





A te che sei rimasto fino alla fine,
Grazie di cuore per tutto.
Grazie per le piccole emozioni che abbiamo condiviso, per i piccoli sorrisi e le buone parole spese.
Tutte le cose belle alla fine finiscono, ma il ricordo resterà impresso sia nella mente che nel cuore.
A presto, per un'altra avventura piena di emozioni.
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