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Autore: JJ Novak Gallagher    24/02/2014    1 recensioni
Alyssa è una ragazza di 15 anni, che non si è mai sentita uguale agli altri, be' non lo è. Va a scuola ed è sempre stata derisa da tutti per il suo aspetto.
Ha gli occhi viola e una riga blu in volto che i dottori non si sanno spiegare.
Ha sempre sentito delle voci, ma non sa quello che dicono. Sogna un ragazzo come lei di nome Sean.
LE COSE CAMBIANO.
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. U N  M O S T R O ,  L E T T E R A L M E N T E  U N  M O S T R O .



Sono passati già tre giorni da quello che mi è successo.
I miei genitori sono stati chiamati dalla segreteria della scuola per andare a vedere come stavo. Ho la segreteria intasata di messaggi di Jessica . Non sono andata ancora a scuola, ma probabilmente domani ci andrò.
Ancora penso a Sean, il nuovo arrivato, non vedo l'ora di rivederlo. Sicuramente tutti quanti gli avranno fatto il lavaggio del cervello sul mio conto, almeno prima potevo avere una mezza occasione, ora l'ho persa del tutto.
Non mi alzo ancora dal letto, mia madre viene solo a portarmi la cena in camera e dopo torna giù in salotto. Ho paura di andare a scuola. Non è la prima volta che faccio una di quelle scenate davanti a tutti, ma quella è stata la peggiore in assoluto!

Mi alzo dal letto e la prima cosa che faccio e guardarmi allo specchio. Ho i capelli tutti in disordine e spettinati.
Ogni volta che mi guardo allo specchio mi disprezzo. Odio il mio corpo. Non lo sento mio, come tutto del resto. Mi sento una ragazza inadeguata, inutile.
La mia infanzia non è stata molto bella.
Passare anni e anni della tua vita ad essere disprezzata da tutti ed essere giudicata non è molto facile. L'adolescenza diciamo che non è migliore.
Apro l'armadio e prendo una T-shirt blu con un cuore rosso nel centro e una gonna al ginocchio e mi infilo i primi collant che trovo. Opto per un paio di scarpe basse, stile ballerina. Mi lego i capelli e mi infilo gli occhiali.
Scendo le scale velocemente, saluto mia madre e mio padre e mi infilo un giubbotto scuro di pelle.
Apro la porta ed esco. E' davvero una bellissima giornata. Il cielo è azzuro e gli uccellini cantano.
“Salve signora Pitarson” dico alla vicina di casa. E' una signora anziana molto simpatica e con un aria simpatica. La conosco da quando sono piccola.
Quando i miei erano fuori per lavoro mi lasciavano sempre da lei per qualche giorno.
“Ciao Alyssa” mi dice con aria materna lei.
Mi metto gli auricolari e inizio ad ascoltarmi qualche canzone. La prima che scelgo è “Timber” di Pitbul e Kesha.

Vado direttamente al parco e mi siedo su una panchina. Ci sono così tante persone con figli. Vorrei avere anche io un giorno dei bei figlioletti.
Adoro i bambini, purtroppo loro hanno paura di me. Un bambino ha appena tirato la palla nella mia direzione, è meglio che gliela restituisca.
“Scusa potresti ridarmi la palla?” dice un bambino con gli occhi color del cielo e i capelli chiari.
C'è un solo abbagliante e non riesco a vedere bene il ragazzino. Sarà meglio togliersi si occhiali. Mi sfilo velocemente gli occhiali facendomi un po' male.
Afferro la palla e allungo la mano per darla al bambino. Alzo quasi subito la testa.
“Si, tieni piccolo...” io con aria felice. Il bambino sta facendo una faccia un po' strana, sembra un faccia schifata.
“Okay. Okay! MAMMA! MAMMA! UN MOSTRO!” il bambino inizia ad urlare e quella donna che può sembrare sua madre si avvicina.
E' una sensazione terribile essere chiamata mostro. Ma perchè nessuno mai mi accetta? Io non voglio far del male a nessuno, magari sono gli altri che ne fanno a me.
Il bambino inizia a piangere e io praticamente sto morendo dentro di nuovo.

Dopo quel brutto episodio accaduto al parco sono tornata a casa ho cenato e adesso sono le 23.43 .
Meglio andare a dormire domani sarà una giornata molto lungo. Mi butto a peso morto sul letto e prendo velocemente sonno.
“Alyssa! Oh Alyssa! Itrania stes carma!”
“Oh, ma sei tu?”

“Ga siniu Sean.Alyssa! At ier postum drati! Alyssa! At ier postu drati! Alyssa! At ier postum drati!” No di nuovo.
Ma cosa sta tentando di dirmi?!
Mi sveglio in preda al panico, urlando come se avessi appena visto un fantasma.
“Cosa c'è? Oh mio Dio! Stai bene tesoro?” questa è la voce urlante di mia madre che proviene dall'altra camera. Sarà sicuramente preoccupate per me.
Come sempre dal altro canto.
“No niente mamma. Solo un incubo.”
Nemmeno finisco di parlare e cado in un sonno profondo.

La notte dopo del sogno è passata molto velocemente. La sveglia suona sono le 7.00 di mattina.
Che cavolo! Non ho voglia di ritornare a scuola, ma ho voglia di vedere Jess e Sean. Spengo la sveglia e mi alzo dal letto.
Mi infilo un maglione di lana e un paio di jeans stretti. Mi metto un paio di stivaletti bassi e mi lego i capelli in una coda alta e mi metto un cerchietto stile Blair Waldorf. Adoro Gossip Girl.
Scendo in fretta e furia le scale. Non mangio niente infilo solo qualche libro nello zaino ed esco di casa senza auricolari.
Arrivo velocemente a scuola. Sono le 8.15! La campanella e già suonata! Oh no! Un altro ritardo! Sto quasi per salire le scale quando. Sean mi arriva e dosso e mi porta dall'altro lato della scuola vicino al cortile anteriore.
“Tirati su la manica della maglietta” mi ordina lui. Con tono esigente.
“Caro mio, mi sa che sei proprio pazzo.” gli dico io con tono ironico. Ma lui non sembra apprezzare la battuta. Ma alzo la manica comunque.
“Lo sapevo...” mormora lui.
   
 
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