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Autore: itkindaofhappened    24/02/2014    1 recensioni
Lei aveva sempre avuto un debole per quelli come lui, stronzi e arroganti, pensava che il suo amore l'avrebbe cambiato.
Ci aveva provato in tutti i modi, gli aveva fatto capire l'importanza dell' amicizia, gli aveva insegnato ad amare.
Lui aveva sempre avuto un debole per quelle come lei, libere e fragili, pensava che amandola avrebbe potuto redimersi.
Ci aveva provato in tutti i modi, l'aveva seguita, aveva trovato in lei un'amica, un'amante.
Poi, l'aveva fatta a pezzi.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Agrodolce. 
Quando l'amore fa male.
Lara si svegliò verso le sette quella mattina.
Avrebbe preferito poter dormire qualche ora in più ma non aveva altra scelta.
Per la scuola, penserete voi.
E invece no, la scuola era finita da due giorni, eppure la sua sveglia era comunque rimasta fissata a quell'orario improponibile.
Questo perchè la scuola poteva anche essere finita, la stagione estiva no.
Lara era infatti una nuotatrice, con il sogno di vincere gli italiani.
Non che fosse così lontana dal suo obbiettivo, comunque.
Di conseguenza aveva dei doveri da rispettare, uno di questi era affrontare quattro ore di allenamento in acqua più due a secco ogni giorno, in estate almeno.
Come rovinarsi le vacanze, insomma!
Eppure a lei non dispiaceva, o meglio non aveva scelta, quindi tanto valeva almeno divertirsi e questo era possibile in quanto il resto del tempo lo passava insieme alla sua amata -si fa per dire- squadra.
Si fa per dire in quanto, come è ovvio, non con tutti c'era un rapporto d'amore, anzi con alcuni si trovava ogni giorno a litigare anche per cose stupide come, ad esempio, le tavolette da usare durante gli esercizi a gambe.
Infatti c'era chi la voleva verde, chi rossa, chi blu e non sempre tutti venivano accontentani, nascevano quindi discussioni.
E non era raro vedere le suddette tavolette volare da una parte all'altra della vasca, seguite dalle più colorite imprecazioni.
Eppure nutriva un profondo affetto per ogni singolo componente della squadra,– o quasi-,la reputava la sua famiglia, quella che, per un motivo o per un altro, non aveva mai avuto.


Quindi, quando suonò la sveglia, si alzò di buon umore decisa ad allenarsi duramente per raggiungere il tempo di qualificazione per gli italiani a Roma.
Scese a fare una leggera colazione: lei solitamente non mangiava la mattina ma in vista dello sforzo che avrebbe affronatato da lì a poco, dovette farlo.
Sul frigo era attaccata la dieta che il suo allenatore le aveva affidato, non era grassa, entrava tranquillamente in una taglia 36, eppure Sergio, il coach, si ostinava a ripeterle che doveva perdere almeno due o tre chili, in quel modo sì che sarebbe stata uno squalo in acqua.
Cercò la colonna del lunedì mattina, uno jogurt e qualche frutto.
Sospirò e si affrettò a prendere una mela e una banana.
Stava per richiudere lo sportello quando sentì un bisonte scendere di corsa le scale, qualche secondo dopo un mento si appoggiò alla sua spalla e iniziò a scrutare il frigo, come alla ricerca di qualche apparizione divina.
-”Non ci sono i biscotti qui.” lo sentì sussurrare prima che iniziasse a brontolare, come suo solito, evidenziando il fatto che in quella casa mancassero sempre i biscotti.
-”Mi sembra ovvio, se li cerchi nel frigo non li troverai mai.” disse indicando la dispensa.
-”Solitamente io, a casa mia, li tengo lì.” e si diresse verso il luogo indicato borbottando parole sconnesse come “biscotti”, “fame”, “maledette dispense”, “frigoriferi”.
-”E poi hanno il coraggio di chiamare me strana, si vede che non conoscono te.” e scoppiarono in una fragorosa risata.


Il bisonte aveva, ovviamente, un nome: Stefano. Secondogenito della famiglia Rizzo, aveva ormai raggiunto i venti anni e quindi si era trasferito nell'appartamento regalato dai nonni in seguito al suo diploma conseguito con il massimo dei voti, infatti, anche se è difficile crederlo dal suo comportamento infantile, era un ragazzo dall'intelligenza sopra alla media che gli consentiva di arrivare ad alti risultati con il minimo sforzo.
Era alto almeno una ventina di centimetri in più di Lara, per questo, fin da piccoli, si divertiva ad usare la sua testa come poggia braccio, ben sapendo quanto le desse fastidio; aveva un corpo muscoloso e ben definito dalle spalle e dal torace enormi, risultato di anni di nuoto e palestra.
Era quasi impossibile riuscire ad abbracciarlo totalmente.
Il viso era squadrato dandogli un tocco più mascolino.
Due luminosi occhi color nocciola, un naso all' insù ed una bocca carnosa completavano il tutto.
I capelli invece erano biondi e portati sempre verso l'alto, con qualche ciocca castana.


-”Vieni in piscina con me? Oggi allenamento di subacquee!” quasi urlò Lara entusiasta, era la più brava della squadra in quello ed ogni volta si divertiva a vedere i compagni arrancare per arrivare ai 40 metri mentre lei ne faceva tranquillamente 60 o, talvolta, 70.
-”Massì, giusto per ricordare a quei pivellini che sei la mia sorellina e che non devono nemmeno metterti gli occhi addosso.” se c'era una cosa che Lara amava e odiava di suo fratello, quella era la sua gelosia.
A volte era carino avere qualcuno che ti togliesse di torno gli scocciatori ma più di una volta il fratello aveva mandato a monte molti appuntamenti con ragazzi -che lui definiva bambini-, scatenando le ire della sorella.


Scosse la testa e lo schiaffeggiò su una spalla.
-”Se continui così non mi si avvicinerà mai più nessuno.” disse con tono fintamente sconsolato, in realtà lei non era affatto interessata all'amore, lo riteneva una stupida perdita di tempo, che le impediva di concentrarsi solo ed esclusivamente sul nuoto.
-”Meglio così, invecchieremo insieme. Te, io e qualche dozzina di gatti... Mh, magari anche qualche canarino e...” ma fu prontamente interrotto prima che potesse dilungarsi su discorsi privi di ogni logica.
-“Sì, ho afferrato il concetto! Ora muoviti, fra un'ora abbiamo, e sottolineo abbiamo, allenamento e non posso assolutamente arrivare in ritardo. Io vado a prepararmi!” e corse via lasciandosi alle spalle il fratello che si chiedeva dove trovare il latte ed il Nesquick.
Salì le scale a due a due ed iniziò a preparare la borsa, o meglio, aggiunse solo le cose che aveva messo ad asciugare quindi asciugamano, cuffia e occhialini.
Indossò subito il costume, per evitare di dover perdere tempo successivamente.
Sopra mise un paio di shorts color turchese ed una semplice maglietta bianca con su disegnato il simbolo della pace.
Non si truccò, non ce ne era bisogno per andare in piscina, soprattutto se non voleva trasformarsi in un panda.
Occhiali da sole in testa e zaino sulle spalle, chiuse la porta della sua camera e scese velocemente le scale.
-“Bene, let's go!” fece per avviarsi fuori di casa quando il fratello le ricordò che...
-”E le vitamine dove le metti? Sai di essere carente, muoviti a prenderle!” il solito fratellone apprensivo.
-”Ma sai che non mi piacciono!” cercò in qualche modo di fargli cambiare idea.
-”Niente ma. Prendile, adesso.” ogni suo tentativo di protesta fu vano.
Brontolando, caratteristica di famiglia suppongo, si diresse in cucina dove prese le pastiglie.
-”Ti odio.” borbottò mentre usciva da casa seguita da Stefano con un sorriso sornione sulle labbra.
La porta principale di casa si affacciava sul giardino, perfettamente tenuto dalla madre Claudia.
Era suddiviso, se così si può dire, in tre parti inframezzate da un vialetto di ghiaia e pietre bianche, vi erano poi diverse aiuole con fiori dai più disparati colori e nella parte laterale sinistra vi era un grande salice sotto al quale Lara passava gran parte delle giornate primaverili tra un compito e l'altro.
Attraversarono il vialetto centrale e si diressero alla macchina di Stefano, fortuna che c'era lui con la sua auto altrimenti sarebbero dovuti andare a piedi o in bici e di certo non ne aveva bisogno visto il carico che avrebbe dovuto affronatre successivamente.
-”Bene, signorina. Dove la porto?”
Lara rise: era raro per lei vedere il fratello senza quell'aria indaffarata e preoccupata e quindi voleva godersi quei momenti.
-”Aspetta, se prima facciamo un salto veloce veloce in quella pasticceria del tuo compagno di classe? Ti prego, sai quanto io sia goloso!” e lo sapeva bene, alla pancia di quel ragazzo non c'era mai fondo.
-”Va bene, ma fai in fretta, manca poco all'inizo dell'allenamento.” in realtà mancavano circa 45 minuti ma conoscendolo era meglio non rischiare.
-”Non ti preoccupare, farò in un lampo!” Lara sospirò per poi abbandonarsi allo schienale del sedile.
In men che non si dica arrivarono ad una delle pasticcerie più famose, “Vanilla” così si chiamava, e Stefano si precipitò dentro.
Lara lo seguì scusandosi con i passanti per l'infantilità del fratello, chi doveva essere il maggiore?
Entrarono in un'ampia sala, su una parete vi era un lungo bancone con i più golosi e appetitosi biscotti, bignè e brioches; sull'altra ve ne era un altro con un'infinità di torte di tutti i generi e numerosi tiramisù, specialità di quel posto; al centro vi erano diversi tavolini e sedie per potersi fermare a prendere un caffè; infine alla fine della stanza vi era il reparto salati con diverse pizze dalle più svariate farciture, poi tramezzini, panini...
Insomma quel posto era un paradiso per le persone come Stefano.
Infatti quest'ultimo corse al reparto biscotti e bignè e ne prese di diversi, con una bava alla bocca che arrivava al pavimento.
Si recarono alla cassa ed una volta pagato il conto tornarono alla macchina.
Lara controllò l'orologio e si accorse che erano già le 8.30, per le 9.00 dovevano essere in piscina e in quel momento si trovavano dalla parte opposta rispetto alla piscina.
-”Stefano! Siamo in super ritardo, muoviti.” iniziò ad urlare al fratello.
-”Arrivo, arrivo. Tranquilla, saremo in tempo” la rassicurò.


Trenta minuti e paracchie imprecazioni dopo, arrivarono in piscina.
Lara saltò giù dalla macchina e corse verso l'entrata, tirato fuori in fretta e furia il badge, attraversò lo stretto corridorio che portava agli spogliatoi.
Da fuori arrivavano le voci dei bambini ridenti ed urlanti che giocavano assieme agli animatori.
La piscina infatti, durante il periodo estivo, brulicava di bambini di ogni età che frequentavano i campi ricreativi; di conseguenza non erano inusuali le grida felici, e talvolta i pianti dei bambini che non volevano lasciare le madri.
Attraversò il grande portone che conduceva di fuori e si recò al gazebo sotto il quale lei, ed il resto della squadra, appoggiavano borsoni e vestiti, prese occhialini e cuffia e si avvicinò al resto ai compagni che si trovavano a bordo vasca.
-”Eccola! Ve l'avevo detto che sarebbe venuta.” urlò una sorridente Emily appena la vide.
-”Come mai in ritardo?” chiese Sergio, l'allenatore.
-”Ehm... io, ecco...” non poteva dire che si era fermata in pasticceria, no? Non dopo la dieta ferrea che le aveva dato propiro lui.
-”Scusate, colpa mia. L'ho trattenuta, ma sapete non vedo mai la mia sorellina.” pronunciò un trafelato Stefano dopo la corsa.
La squadra esplose in grida di gioia, erano mesi che non lo vedevano.
Lavorava fuori città quindi era andato ad allenarsi con un'altra squadra.
Sapete, potete pensare che il nuoto non sia uno sport individuale, ed è vero, ma nascono comunque delle profonde amicizie, indissolubili.
E' impossibile non rimanere legati a persona con cui condividi gli allenamenti più faticosi, le imprecazioni verso gli avversari che ti battono per qualche decimo di secondo, le gare andate bene e molto più spesso quelle andate male, le trasferte, le notti a scappare da una camera all'altra, i ritiri per la preparazione atletica.
E' decisamente impossibile.
Stefano venne sommerso da un numero indefinito di braccia che volevano abbracciarlo.
Anche l'allenatore si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla per poi tornare serio.
-”Ragazzi, ho un importante annunciò da fare.” disse con un tono che incuteva paura.
Tutti i volti si voltarono verso di lui, alcuni curiosi, altri spaventati.
-”Sono contento e soprattutto orgoglioso di annunciarvi che alcuni di voi sono stati convocati per un importante trofeo di livello internazionale che si terrà a Roma.
A fine allenamento quelli che chiamerò ora verranno con me in sala riunioni per discutere dei particolari.
” scambi di occhiate seguirono l'annuncio di Sergio, più o meno si sapeva chi sarebbe andato, era risaputo chi fossero i migliori.
Tuttavia erano comunque curiosi, magari ci sarebbe stata qualche sorpresa.
-”Quindi per le ragazze abbiamo Emily, Chiara, Angelica, Sofia e Lara.” le ragazze, già vicine, si unirono in un abbraccio.
Era conosciuta da tutti la loro profonda amicizia, soprattutto quella che univa Sofia e Lara.
Tuttavia nacquerò delle proteste da parte di Giorgia e Marilena, le due “nemiche” delle cinque.
Vi era, infatti, una rivalità tra di esse, tale da non permettere lo svolgimento di un allenamento senza qualche litigio.
-”Con voi due parlerò dopo, in separata sede. Non è il momento ora.” uno sguardò severo seguì le sue parole, e le interpellate si zittirono immediatamente.
-”Procediamo con i nominativi dei ragazzi: Simone, Roberto, Pietro, Lorenzo ed Andrea.” Chiara corse ad abbracciare Andrea, il suo ragazzo. Lara invece si espresse con un verso di disgusto, tra lei ed il ragazzo non scorreva buon sangue. Lui infatti le fece il dito medio di rimando.
-”Bene, ora entrate in acqua. Cinquecento metri di riscaldamento dovrebbero bastare, i dieci convocati si mettano in due corsie vicine, affronteranno un allenamento di scarico in questi giorni.” sospiri di sollievo si levarano dagli interessati, mentre quelli esclusi si tuffarono sconsolati.


L'allenamento raggiunse presto il termine, fecero a malapena un'ora e tutto ad andature mediamente blande.
Lara si tolse cuffia ed occhialini e rimase a mollo nell'acqua aspettando che anche gli altri terminassero la vasca.
La raggiunse Andrea, la persona che più detestava.
-”Ho notato che sei piuttosto ferma, come farai ad entrare a Roma? A malapena farai le regionali.” inizialmente nemmeno lo calcolò e si allontanò con lente bracciate a rana, poi, ripensandoci, si girò lo chiamò per cognome e poi gli mostrò il dito medio con tanto di sorriso.
Dio, quanto lo odio, pensava mentre raggiungeva le scalette e le saliva, subito seguita dalle altre.
-”Chiara, ma come fai?” l'interessata, che stava parlando con Angelica, si voltò verso di lei con sguardo interrogativo.
-”A stare con quella sottospecie di ragazzo, intendo.” Chiara sbuffò, com'era solita fare quando incorrevano in questo argomento.
-”Te l'ho detto, si comporta così solo con te. Gli starai antipatica...” Lara fece spallucce e cominciò a parlare con Sofia della festa che avrebbero organizzato la sera stessa.
O meglio, dovevano decidere come vestirsi.
Il resto era già tutto pronto.
Non ebbero nemmeno il tempo di incominciare che Sergio le richiamò: ”Muovetevi, dobbiamo discutere di molte cose! Andate il saletta ed aspettatemi.”
Si avviarono quindi verso la struttura interna, non pima però di essere passati per il bar.
Lucia aveva già preparato il loro pranzo che quel giorno consisteva in una bell'insalata di riso, una cotoletta ed un frutto a scelta.
-”No ragazzi, prima in sala riunioni, poi palestra e solo dopo potrete mangiare!” urlò dalla cucina, indaffarata a farcire le pizzette.
Raggiunsero la sala riunioni sconsolati e, con un certo languorino, presero posto aspettando l'arrivo di Sergio.
-”Eccoci qua!” pronunciò entrando nella stanza, ed avviandosi verso la scrivania.
-”Come vi ho accennato si terrà questo trofeo a Roma la prossima settimana, ricordatevi che non andiamo in gita, abbiamo dei tempi da fare.” il tono non ammetteva repliche, Sergio era serio più che mai.
-”Qualcuno non riuscirà nemmeno a farli.” bisbigliò Andrea con tono maligno al compagno di sempre, Pietro.
-”Quel qualcuno sei tu, o sbaglio? Perchè se stai parlando di me, si dà il caso che io li abbia già fatti.” Lara era parecchio irritata, è vero nell'ultimo periodo non era esattamente in forma ma si sarebbe risollevata, come sempre.
-”Oh beh, se continui così farai solo figure di merda agli italiani. Non voglio essere paragonato a te.” la situazione si faceva calda, presto avrebbero iniziato a litigare, cosa per niente nuova.
-”Ehi ehi, calmi. Lara sa bene cosa deve fare e tu, Andrea, pensa ad impegnarti un po' di più, anche tu sei abbastanza piombo ultimamente.” Andrea era stato zittito del tutto, Lara gli rivolse un sorrisetto compiaciuto e riprese ad ascoltare il coach.
-”Quindi, tornando a noi, partiremo lunedì e torneremo la settimana dopo. So che possono sembrarvi molti giorni ma ci alleneremo con la squadra di un mio vecchio amico, così almeno avrete un breve tempo per rilassarvi prima degli allenamenti di Luglio e Agosto che, comesapete bene, saranno molto duri. Per quanto riguarda il viaggio, andremo con il pulmino della società, alloggeremo presso un albergo vicino alla piscina, così da rendere semplici gli spostamenti. Domande?” scrutò i suoi atleti, nessuno aveva domande.
-”Ora passiamo alle gare, si possono fare un massimo di quattro gare più le staffette. Cosa volete fare?” si guardarono tutti sbalorditi, da quando...?
-”Scherzavo! Ho scelto io ovviamente.” e si mise a sghignazzare, ecco ora lo riconoscevano come il solito Sergio.
-”Simone, tu sei bravo nelle distanze corte quindi farai i 50 ed i 100 nelle gare stile e delfino.” questo annuì ed una chioma di biondissimi ricci ondeggiò con la sua testa.
-”Roberto, 200 delfino, stile e misti più i 100 stile.” anche lui mosse la testa in cenno affermativo.
-”Pietro, a te piacciono le gare lunghe quindi 400 misti, 400 e 1500 stile, poi potresti provare un 200 rana, cosa ne pensi?” Pietro era perplesso, era tantissimo tempo che non si allenava seriamente a rana ma nonostante tutto, forte della sua competitività, decise di mettersi in gioco.
-”Lorenzo, tutte le gare a dorso e a delfino tranne i 200.” il ragazzo fece spallucce come a dire “E che me ne importa?”, infatti lui ormai nuotava solo per il gusto di farlo, e tuttavia rimaneva uno dei migliori in Italia.
-”Andrea, decidere le tue è stato davvero un parto, ovviamente farai tutte quelle a dorso e proverai i 400 misti.” Andrea era davvero bravo nel dorso, a dire il vero era bravo in tutto ma in quello stile in particolare non aveva rivali.
-”Ed ora le ragazze, Emily 400 e 800 stile.” non poteva fare altro, era una fondista nata e nelle altre gare non era un granchè.
-”Chiara, 100 e 200 stile e delfino.” la ragazza annuì perplessa, lei un 200 delfino? Non sarebbe mai riuscita ad arrivare alla fine ma valeva la pena almeno provarci.
-”Angelica, la rana è tutta tua e in più i 200 misti.” la ranista della squadra, era piccolina e quindi andava come un missile e scivolava come nessun altro.
-”Sofia, 50 e 100 stile e delfino.” annuì contenta, erano le sue gare preferite.
-”Lara, cosa devo fare con te? Ero indeciso su cosa metterti. Potresti fare tutto ma ho deciso di metterti le stesse di Andrea. Dato che siete sempre in competizione magari riesci a svegliarti un po'.” la ragazza sollevò gli occhi al cielo pensando che avrebbe dovuto passare gran parte degli allenamenti a discutere con Andrea su chi doveva condurre il lavoro.
-”Bene, abbiamo finito! Muovetevi ad andare in palestra, due orette non ve le toglie nessuno.” i dieci ragazzi si guardarono scioccati, già un'ora era dura, figurarsi due!
Quindi uscirono e passarono nuovamente per il bar, beandosi dei profumi che provenivano da esso, per poi avviarsi abbattuti verso la palestra.
Spalancarono la porta trovando seduti a limonare Marilena e Davide, i due si staccarono per guardarli male.
-”Oh, guarda chi c'è! I dieci convocati per il prestigioso bla bla bla.” disse la ragazza facendo il verso all'allenatore.
-”Marilena, sloggia. Non sei simpatica.” intervenne Angelica, solitamente calma e pacata.
-”Oh la piccola puritana, quando ti deciderai a scopare?” disse Giorgia che era entrata proprio in quel momento.
Le reazione furono tra le più diverse: Lorenzo, da sempre innamorato della ragazza, si scagliò verso quella che aveva pronunciato le parole ma venne prontamente trattenuto da Simone che ora la fissava con odio; Andrea e Pietro invece si misero a ridere sguaiatamente, i due erano infatti molto amici di Davide e di conseguenza anche delle due ragazze.
-”E tu quando ti deciderai a chiudere la tua amica là sotto?” la sfidò Lara che si ritrovò, in men che non si dica, scagliata a terra da Giorgia.
Iniziarono quindi a tirarsi i capelli, pugni e calci.
Andrea e Pietro continuavano a ridere, facendo il tifo per Giorgia.
Lara tuttavia, come tutti sapevano, era di gran lunga più forte e quindi l'istigatrice del litigio si ritrovò sbalzata a terra mentre l'altra si alzava tranquillamente e si scrollava di dosso la polvere.
Si girò poi verso Andrea e Pietro mimando con sguardo truce:”Con voi faccio i conti dopo.”.
I due ripresero a ridere ancora di più dicendo:
-”Non vediamo l'ora.” e mandandole un bacio con la mano.
Chiara era rimasta estranea a tutto questo, essendoci da una parte il suo ragazzo e dall'altra le sue migliori amiche, non sapeva cosa fare.
Si avvicinò ad Andrea che le agguantò un fianco e la avvicinò a sé; Chiara guardò con espressione dispiaciuta le amiche che le fecero cenno di assenso come per dire: “Ti capiamo, tranquilla.” e la capivano davvero, il ragazzo esercitava una sorta di influenza negativa ma lei non se ne accorgeva, era troppo innamorata.
Come non si accorgeva del fatto che lui la usasse solamente, senza provare nulla per lei.
Giorgia nel frattempo se ne era andata, seguita da Marilena e Davide, troppo umiliata per rimanere ancora in quel posto.
Quelli che rimanevano iniziarono quindi a fare i soliti esercizi di routine, tutti zitti e senza guardarsi negli occhi.
Alcuni con un ghigno sulle labbra, come Andrea e Pietro; altri con sguardi dispiaciuti.
-”Sentite, dobbiamo stare per una settimana intera a stretto contatto. Possiamo almeno cercare di convivere civilmente? Senza insulti o litigi inutili?” Emily aveva preso parola, era una ragazza un po' cicciottella, per questo motivo bersaglio delle prese in giro da Andrea, ma comunque bella.
Lunghi capelli biondi le incorniciavano un viso dai lineamenti dolci, gli occhi azzurri erano sempre gentili e le labbra sottili sempre sorridenti.
Era buona come il pane, farla arrabbiare o litigare con lei era praticamente impossibile, per questo voleva mettere pace tra i convocati.
-”Emily, è impensabile non litigare con quei due. Guardali, sono due teste di cazzo.” Lara era così, si infervorava per nulla e farla calmare era davvero difficile.


L'esatto opposto di Emily, insomma.
E se l'aspetto di Emily faceva pensare ad un angelo, quello di Lara si rispecchiava nel suo carattere focoso.
I capelli rossi tinti, o, come li definiva lei, colorati con l'hennè, le arrivavano fino al seno ed erano sempre scompigliati, sembravano una fiamma.
Il viso era quasi sempre corrugato in una smorfia di arroganza.
Non che facesse a posta, ma i suoi lineamenti davano quell'impressione.
Gli occhi erano di un verde acceso ed imperscrutabili, era davvero difficile capire cosa pensasse.
Il naso, come quello del fratello, era piccolo e all'insù con qualche lentiggine che arrivava fino alle guance.
Quelli che non la conoscevano dicevano che fosse una bulletta che guardava dall'alto in basso tutti.
Quelli che invece erano suoi amici, non l'avrebbero scambiata con nessuno, mai.
O almeno così dicevano.
Perchè come succede sempre, le persone che in apparenza sono le più forti, in realtà crollano piuttosto facilmente.
Lei era così, esuberante, spigliata, sempre in movimento, forse un po' troppo logorroica ma se avevi bisogno di lei, c'era.
Anche a costo di fare del male a se stessa.

-”Ha parlato!” ovviamente Andrea doveva dire qualcosa, no? Non poteva rimanersene sui suoi attrezzi a pompare ancora il suo fisico?


Non lo conosceva bene, sapeva solo che era uno spocchioso narcisista, arrogante e viziato.
Non si era mai interessata a lui abbastanza da tentare di farci amicizia, se lo sentiva a pelle che era una cattiva persona.
Tra loro due c'era una sorta di rivalità insensata, essendo Andrea maschio era normale che fosse più forte, lei però non demordeva e cercava continuamente di superarlo.
Il suo corpo, a differenza del carattere, invece era conosciuto a mezza popolazione mondiale, non che fosse difficile dato la sua tendenza a cambiare ragazza ogni giorno, anche ora che era impegnato.
Non si poteva dire che fosse un brutto ragazzo, anzi.
Gambe toniche e muscolose, addominali scolpiti, pettorali ben definiti e delle spalle potenti, il tipico nuotatore.
Due occhi di una tonalità non ben definita di blu -anche se spesso coperti da un paio di occhiali da vista- un naso dritto ed una bocca non troppo sottile né troppo carnosa, formavano il viso di quello che si poteva definire un figo da paura.
I capelli biondi, erano spesso pettinati in un modo strano ma che a lui stava d'incanto.


-”Sentite, convivere tra noi è impossibile, siamo troppo diversi. Cerchiamo solo di non venire alle mani, okay?” Era stata Angelica a parlare, con la sua voce dolce e pacata.


Era bassa, molto bassa. Per questo veniva chiamata affettuosamente “Puffo” dalle amiche.
Di carnagione olivastra, aveva dei lunghi capelli castani con qualche meches bionda che le arrivavano fino al sedere.
Gli occhi nocciola, grandi ed estremamente espressivi, erano spesso coperti da una frangia che la ragazza si ostinava a portare, sebbene la infastidisse molto.


I dieci convocati fecero spallucce e, guardando l'ora, si accorsero che le due ore di palestra erano passate.
Gli occhi di Lara e Simone si illuminarono di felicità, finalmente avrebbero potuto mangiare.
I due, come dei bambini, si presero per mano e corsero verso il bar in cui il prando delizioso li aspettava.


Simone era il classico rubacuori ma, a differenza di Andrea, mostrava un innato rispetto nei confronti delle ragazze che conquistava. Le trattava da principesse, riempiendole di attenzioni e piccoli regali.
Di media statura, aveva un corpo pressochè perfetto, il classico fisico da nuotare direte voi, e invece no, lui, se possibile, era anche meglio.
Non faceva solo nuoto infatti, avendo finito la scuola, aveva molto tempo libero quindi si dilettava in diversi sport tra cui arti marziali miste e atletica.
Uno sportivo con i fiocchi, in pratica.
Questo gli aveva permesso di sviluppare un corpo armonioso in tutte le sue componenti.
I capelli erano biondo cenere ed erano molto, molto ricci; Lara spesso si divertiva a metterci le dita in mezzo durante le trasferte.
Ma ciò che colpiva di lui erano gli occhi, erano azzurri, ma non di quell'azzurro acquoso, scialbo, loro erano di un azzurro intenso.
Guardandoli da vicino sembravano formati da numerossimi cristalli.
Si rischiava di perdercisi in quegli occhi.
Il loro rapporto era strano, potevano infatti sembrare un coppia di fidanzatini.
In realtà erano tutto l'opposto.
C'era stato un periodo in cui flirtavano l'una con l'altro, erano anche stati insieme per due settimane ma poi avevano capito che non era quello che cercavano.
I due avevano deciso di rimanere amici e con gli anni si erano talmente legati da non poter più fare a meno dell'altro.
Non erano migliori amici, questo mai.
Nessuno dei due credeva nell'amicizia tra maschio e femmina.
Come ho detto, il loro rapporto era strano, assurdo, bizzarro.
Forse perchè erano loro i primi ad esserlo.
Erano una coppia scoppiettante, energica, di quelle che non trovi in giro.
Quelle amicizie che non hanno bisogno di sentirsi ogni giorno.
Quelle amicizie che ti cambiano.
Quelle amicizie che invidi.
Li riconoscevi, da lontano.
Erano sempre stretti in un abbraccio, sempre a parlare fitti fitti.
E tutti si chiedevano per quale motivo non stessero insieme.
E solo loro sapevano la risposta.
Una risposta che, forse, vi rivelerò più avanti nella nostra storia.





Angolo autrice.
Bene, come avrete (forse) capito il prologo è collocato temporalmente in un secondo momento rispetto a questo capitolo.
La nostra storia inizia effettivamente da questo, vedremo cosa ha portato Lara ed Esposito a questo strano rapporto e vedremo come si evolverà la loro relazione.
In questo capitolo inziamo a conoscere i personaggi principali che verranno approfonditi con l'andare avanti della storia.
Beh, ho altro da dire.
Se vi va, lasicate un piccolo segno del vostro passaggio.
Baci, fobic.

 
  
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