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Autore: SidV    24/02/2014    2 recensioni
A otto anni l’ho conosciuta. E lei si è completamente attaccata a mio fratello. A tredici anni l’ho baciata, ed ero incazzato nero. Non ci siamo quasi parlati per più un anno. A quindici anni le ho spezzato il cuore. Per i tre anni successivi ci vedevamo raramente e, quando succedeva lei mi trattava come uno passato di lì per caso. Già... neanche avessi speso quegli anni montandomi tutto quello che mi passava vicino. A diciotto anni abbiamo fatto l’amore. Poi lei ha pianto. E mi ha mollato. A ventun anni sono completamente fuori controllo. E mi manca come l’aria che respiro.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A 24 anni lei mi disse di essere incinta.
Ho riso, ho pianto un po’... mi sono anche agitato come uno scemo.
Erin mi strinse forte, dicendomi che era tutto ok, che eravamo ancora io e lei, solo con un qualcosina in più.
Mi andava bene? Si. Si. Si.
Ero contento? Non lo sapevo, mentirei a dire l’incontrario. Non me lo aspettavo. Forse non ero pronto, forse avevo paura... forse tutte queste cose insieme.
Ma lei era vicino a me, mi teneva la mano e leggevo nei suoi occhi chiari tutta la determinazione e la forza che me la fecero sembrare già una madre.
La madre di mio figlio.
Beh, la madre delle mie figlie per meglio dire, anche se questo lo scoprimmo insieme solo al terzo mese di gravidanza. Ce lo disse un medico paffuto che fu così gentile da non commentare neanche il pallore inquietante che avevano assunto le mie guance quando vidi quelle due specie di rane nuotare nella pancia della mia donna. Erin disse - sono perfette - e io non osai aggiungere altro. O contraddirla per carità... gli ormoni la facevano essere leggermente più isterica del solito in quel periodo e io sono uno molto affezionato alle sue palle.
Comunque aveva ragione, ovviamente. Avrei dovuto ricordarlo allora, Erin non sbaglia quasi mai. Quello, solitamente, sono io.
Infatti avevo torto... le due rane sono nate il 14 Novembre, fuori pioveva fortissimo ma io non riesco a collegare alle mie bambine altro che non sia la luce. Già, Kris ed Edith brillano.
E si, io le volevo. Tanto tanto da morire.
Andi mi proibì pure di fare una scenetta tipo re leone fuori dalla finestra ma io ero talmente orgoglioso di loro da non capirne il motivo. Solo quando Erin disse le parole “probabile bronchite” mi fermai... considerando che, probabilmente, ero assolutamente negato in quanto istinto paterno, ma fortunatamente mi ero circondato da gente che ne aveva in abbondanza. Perfino David era davvero bravo con loro, anche se sosteneva fosse solo perchè aveva passato anni ad accudire me e mio fratello e che di esperienza con i mocciosi ne aveva anche per le prossime sei generazioni di Kaulitz.
Bill era più ridicolo e imbarazzante di me. Perchè era occupato al contempo a dire che erano le bambine più carine del mondo e contemporaneamente nell’berciare quanto fossero stronze a scombinargli i vestiti.
Hanno quattro anni adesso.
Io ed Erin non le lasciamo mai da sole, seguono me nei concerti e lei viene con noi, facendo compagnia alla piccole dietro il palco mentre io suono. E stata a lei a mettere da parte la sua passione per il momento. Ho provato a parlarle, dicendole che potevamo fare a turni o che qualcosa ci saremmo inventati, che qualcuno che ci aiutasse l’avremmo trovato di certo. Ma è stata irremovibile. Le bambine erano sue ed era compito solo di lei in quanto madre crescerle. E che erano loro il suo sogno, adesso.
- siamo noi, la nostra famiglia ad essere il mio sogno, Tom. Forse lo sono sempre stato. Adesso l’ho capito.
Porta comunque la macchina fotografica sempre con se e abbiamo ormai almeno dieci album di foto loro e di noi insieme.
Io però ne ho una mia preferita. Me l’ha regalata Erin a Natale un paio di anni fa. La porto nel portafoglio sempre con me le la mostro continuamente a tutte le interviste, a tutte le persone che incontro con la mia solita espressione da padre orgoglioso e un po’ scemo.
C’è la mia famiglia ritratta, tutta la mia famiglia.
Bill, dietro di noi, fissa l’obbiettivo con un sorrisone da modello che non si toglierà mai dalla faccia, Erin è accanto a me e mi poggia una mano sulla spalla, in quel suo modo di essermi sempre vicino... delicato... costante... perfetto.
E poi ci sono io, in centro... con le piccole in braccio, Kris sulla destra ed Edith sulla sinistra. E, tutte e due, tengono tra le piccole manine ben salda una ciocca dei miei capelli.
Un dejavù.
Bellissimo.



davvero la fine.
  
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