Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: acciosnape    25/02/2014    2 recensioni
Ricordava la figura maschile dal completo scuro, gessato, elegantissimo e probabilmente anche costosissimo seduta al fianco sinistro del letto, dove riposava un giovane Sherlock stremato dai sedativi e le mille domande che si pose e che vennero esaudite non appena la figura si alzò e si presentò.
[ Mystrade ispirata ad un roleplay. ]
INCOMPIUTA - ho deciso di riscriverla, modificandone alcuni pezzi, nome compreso e magarli darle un giusto finale. Spero di ripubblicarla presto!
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

File 01.
Perdonami, da quando comandi tu?


“Il buongiorno si vede dal mattino” recitava il proverbio e a detta dell'Ispettore Gregory Lestrade, lo era se quel giorno portava il nome di “sabato”, il suo giorno libero. Non aveva in programma assolutamente niente da fare, se non quello di perdere tempo dietro alle registrazioni della partita di calcio del suo Arsenal mandata in onda due giorni prima, per poi andare a comprarsi dei pantaloni nuovi come aveva promesso alla moglie, prima di salutarla all'aeroporto.
Dopo la soddisfacente vittoria della sua squadra del cuore e dopo aver indossato quei jeans rattoppati per l'ennesima volta, si diresse con moltissima riluttanza ad Oxford Street – dove era solito fare da schiavo alla moglie, quando aveva quelle incredibili voglie di spendere uno stipendio in shopping –. Quasi si dimenticò di avere un cellulare e per un momento lo scambiò per quello di lavoro, quando gli vibrò in tasca.
Buon pomeriggio, Gregory. Mi chiedevo se avessi già scoperto dell'austriaco e di tua moglie.
M

SMS da M. Holmes – 16.25

Si fermò nel bel mezzo dell'uscita metropolitana di Bond Street. Tra tutti i nomi della sua rubrica, quello di Mycroft Holmes era l'ultimo che potesse mai sperare di leggere. Soprattutto, non un testo del genere. Non si sentivano dal giorno di Pasqua e il loro ultimo incontro – in cui Lestrade gli spifferava clandestinamente gli affari del fratellino minore – risaliva a più di un anno fa. E poi, perché accidenti pensava al loro ultimo incontro e scambio di messaggi? Il testo riportava ben altra informazione.
Buon pomeriggio a te, Mycroft. Io e mia moglie abbiamo chiarito, non c'è nessun austriaco.
SMS da G. Lestrade – 16.31

Scelse una risposta educata, chiara e concisa, nonostante l'assurdità del testo riportato. Semplicemente, la moglie era impegnata per via di un corso d'aggiornamento lavorativo e sarebbe rientrata da lì a giorni. S'infiltrò in uno dei tanti negozi della zona, acquistando due capi assolutamente anonimi ed uscì, confondendosi con il traffico pedonale composto principalmente da turisti.
Ti consiglio di controllare il portagioie in camera da letto.
M

SMS da M. Holmes – 16.38

Non si scompose più di tanto, sapeva che tipo di persona fosse Mycroft Holmes, sapeva cosa gestiva ed essendo abituato con Sherlock, lui non sarebbe stato da meno in fatto di deduzioni. Non che si fidasse di quel messaggio, si chiese soltanto perché. Si stava forse annoiando? Probabile.
Ora non sono a casa.
SMS da G. Lestrade – 16.39

Non sei al lavoro, secondo le mie informazioni.
M

SMS da: M. Holmes – 16.48
O forse aveva semplicemente voglia di socializzare? Decise di stare al gioco, continuando a rispondergli. Fu quasi intenzionato a mandargli una fotografia della strada affollata da ragazzi e ragazze che invadevano i negozi, in modo da indurlo ad indovinare, ma ci sarebbe arrivato in meno di mezzo secondo e non ci sarebbe stato nessun divertimento per entrambi.
Ho semplicemente il giorno libero. Sarebbe gradevole, se smettessi di spiare le persone.
SMS da G. Lestrade – 16.51

Certamente, faceva parte del suo hobby quello di aver il controllo di ogni telecamera della città, se non dell'intera regione, il che lo fece rabbrividire e gli provocò un fastidio che non riuscì a togliersi di dosso, senza sapere nemmeno il perché di tanto astio tutto insieme
.
Le entrate delle stazioni metropolitane avevano almeno una telecamera, in modo da controllare chi entrava e chi usciva. Alzò lo sguardo verso di essa, accennando un sorrisetto sarcastico, mentre tirava fuori dalla tasca il pacchetto con l'ultima sigaretta che fumò velocemente prima di buttarla dentro l'apposito spazio e scendere le scale che portavano ai binari.
Ora potrai controllare il cassetto.
M

SMS da M. Holmes – 18.41

Grazie al cielo era un uomo paziente, grazie anche al fratello di quell'interessante soggetto che in quel pomeriggio era così di buon umore. Si diresse velocemente in camera buttando il cellulare sul letto, così da accontentare i capricci del primogenito Holmes. Prese questo fantomatico portagioie in mano e lo osservò, non trovandovi naturalmente nulla, ma posandolo al suo posto notò un microscopico angolino di un pezzo di carta: sicuramente qualche ricevuta di qualche regalo. Volendosi levare quello sfizio lo tirò, facendone fuoriuscire un biglietto che avrebbe preferito gli mangiasse la vista all'istante:


“Non potrei fare a meno di te nemmeno se lo volessi.
- Christoph Wimmer”

Lo rilesse più e più volte, non essendo ben sicuro delle scritte riportate. Guardò poi il portagioie, decidendo infine di scassinare il cassetto chiuso a chiave da cui era fuoriuscito il bigliettino. Pessima idea; non contento di quanto aveva tra le mani, all'interno di quell'affare vi trovò ciò che Mycroft confermava: l'ennesimo tradimento. Perché aveva deciso di dargli retta? Perché gli aveva scritto? Perché a lui? Ciò che aveva tra le mani era un anello in platino diamantato, costato probabilmente tre stipendi di Lestrade stesso, che in meno di mezzo secondo, si sentì il fallimento più grande della Terra, mentre cercava a tentoni il cellulare abbandonato sul letto.
Dimmi come. Come potevi a saperlo. Come, Mycroft. Ho forzato il cassetto, e ho trovato un bigliettino ed un anello.
SMS da G. Lestrade – 19.01

Si sorresse la fronte con la mano, non riusciva neppure a formulare un pensiero di senso compiuto e si limitò ancora una volta a cacciare il cellulare al suo fianco, evitando di rispondere al messaggio. Non tardò molto la vibrazione che lo disturbò ancora.
Ora potrai stare meglio, non ho ragione?
M

SMS da M. Holmes – 19.05

Era così incazzato con il mondo e con chiunque, che se l'avesse avuto davanti un pugno su quel suo naso non glielo avrebbe tolto nessuno, probabilmente in relazioni umane era messo peggio di Sherlock. Aveva assolutamente bisogno di sfogarsi in qualche modo, era anche intenzionato a chiamare a lavoro e sovraccaricarsi di straordinari, ma poi avrebbe dovuto spiegare il motivo e no, non sarebbe diventato ancora una volta lo zimbello dell'Istituto. Optò per uscire velocemente di casa e imbucarsi nel primo pub di strada.
Non permetterò di lasciarti passare la serata attaccato ad un boccale di birra scadente.
M

SMS da M. Holmes – 19.53
E cos'hai intenzione di fare? Sentiamo.
SMS da G. Lestrade – 19.59
Venirti a prendere.
M

Pensò ad una visita da un neurologo molto bravo, considerando le fitte alla testa che lo stavano prendendo da quando quella conversazione aveva avuto inizio, forse era tutta una lunghissima allucinazione.

Riprese coscienza di sé non appena posò il fondoschiena sulla panchina completamente gelata della piazzola, non accorgendosi minimamente poi della grossa berlina scura appostata qualche metro lontano da essa, decisamente fuori luogo.
« Prima che tu tragga conclusioni affrettate, lo sto facendo per “buona educazione”. »
Si accigliò, alzando lo sguardo e notando la persona che non vedeva da circa un anno di fronte a sé: era esattamente come se lo ricordava, impeccabile ed elegante.
Scosse leggermente la testa e accennò un lieve sorriso, probabilmente sarcastico, neppure lui lo sapeva. Sapeva soltanto che Mycroft non si sarebbe schiodato da lì, se lui non si fosse alzato e lo avesse seguito in macchina. Così come sapeva benissimo che se avesse provato a svignarsela, qualcuno sarebbe uscito dalle pareti di qualche palazzo e lo avrebbe riportato lì di peso. Fu breve lo sguardo che si scambiarono non appena Lestrade si alzò , facendo qualche passo verso la macchina, ma inconsciamente s'impresse nella mente ogni singolo dettaglio del viso di Mycroft che aveva dimenticato.
Una volta preso posto non proferì parola, non chiedendo neppure dove fossero diretti. Di tanto in tanto si sentiva lo sguardo dell'Holmes analizzarlo a fondo, sentendosi un po' il cucciolo di una scimmia allo zoo di fronte ai turisti. Avrebbe dovuto invitarlo a smetterla? In quel momento non gli importava, sarebbe potuto diventare anche una bestia da macello. Le strade notturne di Londra, avevano un interessante spettacolo da offrirgli e decise di farsi catturare l'attenzione da esse.

*

L'attuale casa di Mycroft, si trovava in una zona decisamente tranquilla di Londra: il giardino colmo di verde e due piani dello stabile furono le prime cose che si fecero notare, insieme all'illuminazione. Mycroft ordinò all'autista di fermarsi una volta dinnanzi alla portone d'ingresso e così fece, ed una volta messo piede nel vasto ingresso accorse uno dei domestici a privarli dei loro rispettivi cappotti: in men che non si dica il lusso di Mycroft lo fece sentire volgarmente fuori luogo, così come la prima volte che mise piede in quel luogo per “affari”.
Rimase per un attimo sulla porta, indeciso se entrare nel tutto, o girare i tacchi ed andarsene a gambe levate, poiché le intenzioni di Mycroft ancora non le aveva capite. Optò per la prima scelta, seguendo lentamente il padrone di casa in quella grande sala che già conosceva di sfuggita.
Perché si trovava lì, esattamente? Provò a cercare una risposta, quando la voce di Mycroft interruppe ogni cosa con un velo di noncuranza, con cui probabilmente invitava la propria assistente per un tè pomeridiano.
« Se proprio devi bere alcolici, prego... fallo decentemente. »
Gli porse uno snifter con appena più liquido ambrato del normale e lo invitò a prendere posto dove meglio gli aggradasse. Appena titubante, afferrò quella specie di calice e prese posto sulla poltrona di fronte al camino, poiché il fondoschiena era ancora gelato, nonostante tutto; e lo stesso fece Mycroft, prendendo posto sulla poltrona gemella. La conversazione partì non appena Lestrade portò alle labbra il bicchiere e ne assaporò il contenuto, rimanendo piacevolmente colpito dal gusto, e non ci pensò due volte a riempire di domande Mycroft riguardo gli alcolici, il quale non se lo aspettava di certo.

*
Quando la conversazione terminò, era ormai notte fonda e Lestrade, dirigendosi verso l'ingresso, prese in considerazione l'idea di trascorrere la notte senza dormire e andare direttamente in ufficio a Scotland Yard, ma il suo raziocinio gli ricordò che ormai vent'anni non li aveva più e il suo organismo aveva bisogno almeno di qualche ora di sonno per funzionare correttamente.
« La stanza degli ospiti è sempre libera. Domattina potrai andartene liberamente, ma non questa sera. »
In meno di mezzo secondo Gregory trasalì, passando lo sguardo dalla mobilia costosa, a Mycroft, impassibile. Sicuramente era l'alcool che gli fece pensare “insomma, perché no?”, considerando gli altri due (o forse tre) bicchieri di liquori altrettanto buoni che il maggiore degli Holmes gli fece assaggiare durante la conversazione, in cui aveva scoperto che sapeva tutto, qualunque cosa persino sui liquori, o almeno quelli che gli interessavano.
Non rispose subito, guardando di sottecchi Mycroft. Rispondeva agli ordini di poche persone e quando si rese conto che l'uomo che aveva di fronte era proprio una di quelle, la propria espressione cambiò, cominciando a guardarlo accigliato.
« Perdonami, da quando comandi tu? »
Mycroft fece elegantemente spallucce, accennando perfino un sorrisetto, guardando l'Ispettore dritto in volto.
« Sono abituato a dare ordini, questo dovresti saperlo da un po'. E ora gradirei che andassi a dormire, la stanza ti verrà indicata da uno dei due domestici. »
Lestrade fece una piccola smorfia, in risposta alle parole di Mycroft e pensò di non avere scampo per quella notte, poiché gli tornò in mente di avere la propria auto parcheggiata nel parcheggio di casa propria e l'idea di percorrere a piedi Londra con un grado, lo fece appena rabbrividire.

Una volta in stanza, continuò a sentirsi fuori luogo nonostante la solitudine della stanza, per di più nudo dei suoi vestiti, poiché il domestico, gli aveva quasi intimato di lasciare i vestiti fuori dalla porta e glieli avrebbe fatti trovare fuori dalla porta il mattino seguente, perfettamente puliti e stirati.
Santo cielo, che strana accoglienza.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: acciosnape