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Autore: up_mentality    25/02/2014    9 recensioni
Sotto un cielo stellato, tutto sembra così perfetto e immutabile.
Luke e quella fragile ragazza sono sdraiati, immersi nel silenzio e circondati da colori.
Questo, però, non potrà durare per sempre...
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una leggera brezza mi accarezza il viso mentre i miei occhi viaggiano lentamente alla scoperta del suo, lineamenti che ormai conosco alla perfezione, ma comunque ne rimango sempre affascinato.

Questa notte le stelle sono di una bellezza travolgente, piccoli diamanti che luccicano nella più completa oscurità, delle piccole speranze anche nella più totale ombra riescono a confortarci, ma nulla è comparabile a quello che ho davanti, a quanto mi faccia sentire al sicuro.
Sono sdraiato in un prato ricoperto da una moltitudine di fiori dai colori brillanti, anche loro riescono ad illuminare in un modo nuovo a quello a cui sono abituato, ma sempre, il loro profumo, non si avvicina minimamente alla dolce fragranza di lei.
Nell'aria notturna si sente solo il leggero fruscio delle foglie, un suono rilassante che però incute anche una leggera inquietudine. 
La sua attenzione è rivolta alle costellazioni, nella sua mente sta sicuramente cercando di riconoscerne qualcuna, ma sa già che non è facile collegare quei minuscoli puntini.
I capelli color mogano sono sparpagliati sul terreno, un solo ciuffo le ricade sul viso, ma non ha intenzione di spostarlo e glielo lascio lì, appena penso di poterla anche solo sfiorare, una scarica di brividi mi pervade.
Il viso è pulito, truccarsi non è mai stato da lei e ne sono contento, la sua bellezza acqua e sapone è stata una delle prime cose che mi hanno colpito. 
Due iridi verdi scrutano innocenti le piccole lucine, risplendendo insieme a loro, catturando quel verde smeraldo, rendendolo se possibile, ancora più bello, rendendole secondarie di fronte a lei. 
Le piccole lentiggini sottolineano le sue guance rosee, so che le odia, le chiama “piccole imperfezioni”, ma per me sono solo un motivo in più per ammirarla.
Labbra carnose fanno uscire ogni tanto la lingua morbida, bagnandole delicatamente, facendomi desiderare ardentemente di poterne sentire il sapore.
Il suo corpo, leggero quasi come se si possa sgretolare da un momento all'altro, è steso sui fili d'erba, le braccia scoperte piegate così che le piccole dita si possano intrecciate fra di loro sulla pancia, come se quella stretta fosse l'unica cosa che possa aiutarla e dare un po' di conforto ai suoi pensieri tormentati. 
Il delicato vestito le copre il seno e i fianchi appena pronunciati, la fantasia floreale si adatta perfettamente con la vegetazione intorno a noi che quasi si confonde con essa. 
Le lunghe gambe sono incrociate, sinuose mentre muove i piedi di tanto in tanto, facendo dondolare le ballerine blu, quasi come se non riuscisse a stare ferma, il suo corpo sempre irrequieto. 
E' a pochi centimetri da me, riesco a sentire il suo respiro caldo e rilassato e ho un'assurda voglia di toccarla. 
Allungo la mia mano in un secondo di follia, ma subito tolgo questi pensieri dalla testa, non voglio disturbarla, assorta nei suoi misteriosi pensieri. 
Sono steso sul fianco, non riesco a staccarle gli occhi di dosso mentre con i denti giocherello con il mio piccolo piercing nero, è più forte di me, evitarlo sarebbe solo uno spreco di tempo.
Il mio braccio è indolenzito visto che deve sostenere il mio corpo, ma quella posizione è perfetta, ho il suo profilo ad un palmo dal naso ed è divertente osservare come le piccole ciglia svolazzanti chiudersi sulle palpebre nude. 
Non ci parliamo, perché ho paura, non so cosa potrei raccontarle, quali parole usare per dirle tutto quello che le ho sempre voluto far sapere, quello che non le ho mai detto e che forse la terrebbero qui, insieme a me.
Sento il mio cuore cominciare a battere, un martello in pieno petto che, ad ogni suo movimento, sussulta, per paura che possa scappare via di nuovo. 
Cerco di ascoltare il suo e mi accorgo che battono all'unisono, ma siamo così lontani uno dall'altra e questo fa davvero male. 
La mia mente viaggia veloce, come un treno in corsa che ha il timore di arrivare in ritardo, ricorda tutti i momenti, tutte le risate, tutti i pianti, tutte le grida e le parole dolci.
 
Sei importante per me, non andare via.” implorai un giorno.
Non vado da nessuna parte.” giurò lei. 
Sorrisi nel ripensare a quel momento, a quella promessa, a quanto fossimo perfetti e pazzi allo stesso tempo, 
alle voci delle persone che ci ritenevano ancora così giovani per poter amare. 
Il suo respiro incomincia a diventare inspiegabilmente irregolare, cosa è successo?

-Hai visto Luke, una stella cadente!- sorride felice

Alzo lo sguardo appena in tempo per vedere la coda del fascio luminoso, per poi sparire, lasciando nessuna traccia se non il ricordo di essa. 
Sorrido agitato, non ne avevo mai vista una, immagini su immagini erano passate davanti ai miei occhi, ma vederla lì, veloce e incontrollabile, mi lascia estasiato. 
Torno su di lei, gli occhi allegri e lucidi, le labbra socchiuse dalla sorpresa e le sopracciglia fini appena alzate. 
Voglio chiederle se ha espresso un desiderio, ma lo terrebbe certamente custodito con sé, nessuna rivelazione, è una ragazza romantica e a queste cose ci tiene davvero, me lo ricorda ogni santa volta.

-Ti manco?- chiede all'improvviso, il viso piegato in un'espressione corrucciata

Provo a dare una risposta, ma nulla sembra giusto, nessuna parola sembra all'altezza di quello che penso, di quello che provo in quell'istante. 
Rimango in silenzio, decidendo di ascoltare la sua voce melodiosa, di assorbire completamente tutto quello che sarebbe uscito dalle dalle sue labbra.

-Tu mi manchi.- sospira, il suo sguardo rivolto sempre alle stelle sopra di noi

Quelle semplice parole mi mandano in estasi, questa è la frase più importante nella vita di una persona, se non manchi a nessuno, 
significa che non hai lasciato nulla di te, non occupi neanche un piccolo spazio nella sua anima. 
Il tempo si è fermato, mi sembrano ore che siamo sdraiati qui, senza muoverci, assorti nella notte, ma non mi lamento, anzi vorrei che rimanessimo così per sempre. 
Perché non c'è cosa più perfetta che rimanere a guardala, ma questo so che non potrà succedere. 
Senza preavviso, si gira verso di me, sistemandosi sul fianco così che il suo corpo si incastri al mio, senza toccarci, senza poter sentire ancora la sua pelle sulla mia. 
E mi viene in mente tutte le carezze e i baci passionali sotto la pioggia, la paura per la sua prima volta e i segni indelebile della sua stretta intorno al mio braccio, le unghie sulla mia schiena incurvata dal piacere, a come sembrasse che fosse nata solo per fare quello con me, l'unico che avrebbe avuto la possibilità di assaporarla davvero. 
Mi guarda perplessa, scrutando ogni parte del mio volto: gli occhi azzurri, i capelli biondi disordinati, il naso piccolo e l'unica fossetta sulla guancia destra. 
Tutti questi particolari che non le sfuggono, era riuscita a trovare il significato anche in quelli, ma ora li osserva con malinconia e nostalgia. 
Rimango con gli occhi fissi nei suoi, sinceri, perdendomici dentro, pregando che non li chiuda, ma lo ha già fatto.

-Prima che me ne vada, voglio dirti una cosa che non ti ho mai detto...- sussurra appena -...ti amo.-

Il paradiso non può superare la meravigliosa sensazione che sto provando. In pace. Tutto sembra perfetto, anzi lo è. 
Il suo sorriso è emozionato, anche se i suoi occhi non possono mentire, la malinconia è palese nelle sue iridi verdi. 
Forse in modo affrettato, non dando la giusta importanza, glielo avrei potuto dire prima, quando ancora c'era tempo. 
Muovo la mano verso la sua, piccola e indifesa, appoggiata vicino ad una margherita bianca. 
Pochi millimetri ci separano, ma non posso farlo, anche se il desiderio è forte, qualcosa me lo impedisce e so che non posso combattere. 
Ora so di poter chiudere gli occhi, ho tutto quello che mi serve, capisco che è il momento giusto per abbandonarsi alla propria oscurità per qualche secondo, so che la troverò ancora lì. Abbasso lo sguardo un'ultima volta su di lei, stampo nella mente ogni suo particolare, ogni piccolo difetto che per me non lo sono mai stati. 
Un sorriso nasce sulle sue dolce labbra, ma non uno di quelli tristi né di quelli felici, ma uno di quelli che sanno di essere in pace con sé stessi, che hanno avuto quello che volevano e che adesso può lasciarsi andare completamente. 
Chiudo gli occhi, il paesaggio, le stelle e la ragazza scompaiono per un paio di secondi, lasciandomi di nuovo da solo.



Li riapro, ma tutto è diverso.
Sbatto le palpebre molte volte, cercando di ritornare al punto di prima, ma la realtà mi colpisce forte, un pungo in pieno petto frantuma la mia cassa toracica.
Non sono sdraiato sul prato, non ci sono le stelle ad illuminare una notte buia, ma ho solo un vuoto nel cuore, uno di quelli che è difficile da rimarginare.
L'agitazione prende il sopravvento, il cuore comincia ad aumentare i suoi battiti, secondo dopo secondo lo sento esplodere.
Cerco invano quegli occhi, ma riesco a vedere solo un soffitto scuro e dei piccoli fasci luminosi entrare flebili dalla finestra, provocati dai lampioni fuori dalla stanza.
I ricordi affiorano veloci, come un nastro che viene mandato a doppia velocità:
la risatina per averle fatto il solletico baciandole il collo;
il piccolo cenno dall'uscio della porta prima di uscire di casa;
il sorrisetto mentre pensavo alla bella serata che avremmo passato;
decidere cosa indossare per la cena e accordare la chitarra, pronta per suonare la sua canzone;
l'attesa davanti alla sua porta, senza nessuna risposta;
la suoneria davvero fastidiosa del telefono che vibra nella tasca dei jeans;
la voce spezzata di sua madre, i singhiozzi per cui non riesco a capire nulla di quello che dice;
le parole pesanti attraverso l'apparecchio telefonico “Ha avuto un'incidente.”;
la corsa disperata verso l'ospedale, le lacrime che mi avevano fatto male come dei pugnali;
i visi sconvolti dei genitori e del piccolo fratellino, incosciente di quello che stava succedendo;
le domande a cui non mi diedero una risposta;
l'arrivo di un medico, la sua espressione addolorata e l'urlo del padre;
l'incredulità nel sentire “Non ce l'ha fatta.”, rinnegando tutto quello che disse dopo l'uomo, sentendo rimbombare nella testa solo quella frase;
la voglia di vederla, ma senza esser ascoltato da nessuno in quella piccola sala d'aspetto;
le mani fra i capelli, le lacrime che minacciavano di uscire, ma che avevano paura di quello che le aspettava;
l'abbraccio del fratello, troppo piccolo per capire, ma grande abbastanza per farmi forza;
il ritorno a casa, la porta della mia camera che sbatté forte e la lampada in mille pezzi sul pavimento;
l'arrivo di mia madre e delle dolci parole di conforto;
il dolore che non è ancora andato via.
Tutto questo torna a galla, facendo troppo male, obbligandomi a chiudere di nuovo gli occhi e a mettere una mano sul petto,
cercando di diminuire tutta la sofferenza aggrappandomi alla sottile maglietta che sto indossando.
Un sogno. Era stato solo un sogno.
L'illusione di poterla avere ancora lì accanto a me sparisce definitivamente, non sarebbe potuto succedere, lei non c'è più.
Rimango qualche secondo paralizzato, non so cosa fare, come posso andare avanti?
I miei occhi si muovono veloci per la stanza, soffermandosi sull'oggetto a cui tenevo di più, l'unico che, forse, avrebbe potuto aiutarmi.
Mi alzo, rabbrividendo al contatto con il pavimento freddo.
Prendo la chitarra, lisciando il legno ormai consumato, toccando le sei corde facendo uscire la melodiosa scala di note.
Mi siedo sul bordo del letto, appoggiando lo strumento sulla coscia, mentre muovo veloci le dita sulla tastiera, in una danza che ormai sapevo a memoria.
Posso suonare solo quella, la canzone che ho scritto per lei, ma che non ha mai avuto la possibilità di ascoltare.
Le note risuonano lente nella stanza, tutto sembra più leggero adesso.
Non ci sono parole, solo una dolce melodia.
Chiudo gli occhi e un piccolo sorriso nasce sulle mie labbra, mordendomi il labbro per reprimerlo, non è giusto essere felice.
Decido, mi rassegno forse, ma decido che sarà questo il modo per ricordarla e nello stesso tempo dimenticarla.
Quei movimenti che mi ricordano lei sono l'unica via di guarigione, il modo per lasciar scorrere i pensieri e lasciare il passato alle spalle.
Erano passati sei mesi, sei mesi senza sentire la sua voce, la sua risata, i suoi baci e le sue carezze.
Ma è arrivato il momento, quello dove la persona capisce che è andata via, che rivederla in sogno ogni notte non fa bene, anzi, rende tutto più difficile.
Più suono, più un sorriso si apre, più il ricordo di lei è positivo.
Non c'è cosa più sbagliata, ma mi sento bene, so che posso finalmente andare avanti.
Finisco il pezzo, mi fermo due secondi, osservando le corde vibrare fino a che anche loro si quietano e adagio la chitarra dietro di me.
Lei è qui con me, ora la sento, come se una mano si muovesse lenta sulla mia schiena, cercando di lenire tutto quello che il mio cuore ha sopportato fino ad adesso.
Ci rimarrà sempre ed è tutto quello che mi serve sapere, o almeno, la convinzione è quello che adesso mi può tenere in piedi.

-Ti amo anch'io...- sussurro nella notte, la stanza nel completo silenzio

L'immagine sorridente della ragazza dalla pelle bianca lascia la mia mente, una piccola crepa rimane nel cuore, ma non fa più così male,
rimarrà lì fino a che avrò il suo ricordo e sarà per sempre.

Hello there :)
Prima di tutto grazie al Lilac per il meraviglioso banner :D
Piccola OS su Luke che è stato uno dei primi a colpirmi del gruppo dei 5SOS, ispirata dalla loro canzone "Beside you".
Beh, che dirvi, siate buone, è la mia prima VERA one shot ed è un pò corta, lo so, ma mi è venuta così ;)
Grazie per quelle che la leggeranno e se vi ha colpito o anche se avete delle critiche, lasciate un piccolo commento <3
Un bacio <3

Se avete voglia passate nelle mie storie:
Start again?

Life is a movie

Fix you

  
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