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Autore: B_Tonks    26/02/2014    2 recensioni
E se una strega si innamorasse di un babbano? Questa storia vede protagonista la figlia di Luna e Neville (inventata da me) che si innamora di un babbano la loro storia d'amore è romantica ma allo stesso tempo triste. Legati dal destino per via del loro nome (nomi di due maghi che sono stati sposati).
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Un po' tutti | Coppie: Luna/Neville, Teddy/Victorie
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
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Un addio ed un inizio.

 

Passato il passaggio magico per arrivare al binario 9 e ¾, Dora incominciò a correre per riuscire a prendere il treno. Era in ritardo come sempre; si mise ad urlare cercando di fermare i suoi amici Albus Severus e Rose. I due si girarono verso di lei e Albus le urlò di muoversi. Salì sul treno ansimante ed entrò nella carrozza dove stavano i suoi due amici. “Ciao ragazzi... anf...” “Ninfa... Ninfa sempre la solita ritardataria.” “Esatto Albus e sono fiera di ciò” disse Dora mettendosi ritta in piedi con la testa alta e battendosi la mano sul petto salvo poi cadere sul sedile a causa del movimento del treno. “Ahahahah te sei capace di essere fiera di tutto, dai pregi ai difetti, sei pazza." disse ridacchiando Rose. "Sono o non sono la figlia della famosissima Lunatica Lovegood? Sono fiera anche di ciò” si battè di nuovo la mano al petto senza alsarzi in piedi però per evitare di cadere e farsi male, “Certo, certo lo sappiamo." disse Albus con l'aria di uno che pensa “La dobbiamo internare questa, è andata”. “Maaaaa, cambiando discorso cosa avete fatto quest'estate?” chiese Dora tutta eccitata dalla curiosità. “Beh, siamo stati in giro per l'Europa insieme, è stato bello, abbiamo visto molte cose, siamo stati soprattutto in Francia... Oh, io e la mia famiglia siamo andati a trovare Teddy, mi ha detto di salutarti e ha aggiunto che gli è dispiaciuto non vederti quest'anno.” fece Albus “Giusto Teddy, beh io volevo andarlo a trovare ma papà ci ha portato in giro per tutta l'estate o quasi perché sta facendo delle ricerche di Erbologia e cose simili... Bah, chi lo capisce quello. L'unico posto che sono riuscita a visitare da sola è Londra, lì ci sono stata spesso.” “E che c'è di tanto interessante a Londra, scusa? Ci vai tutti gli anni.” “Sono stata nella Londra babbana. Lì ci arrivo da sola senza la magia, da Teddy no.” “Sarà, ma continuo a non capire che può esserci di interessante nella Londra babbana." “Eeeh niente di che, ma volevo fare qualche giro, sono interessanti i babbani, dovreste osservarli di più.” “Perché non ti specializzi in Babbanologia allora?”, Albus e Rose scoppiarono a ridere e Dora mise il broncio come una bimba. “Suvvia scherziamo...” “Lo so, lo so” disse lei sospirando e guardando fuori dal finestrino.

Fissava il paesaggio che passava sotto il treno pensierosa. C'era una parte di lei che non voleva andare ad Hogwarts quell'anno, si sentiva più diversa di quanto si sentisse di solito e questa volta non ne andava fiera: più che diversa si sentiva sbagliata. Ripercorse nella sua mente le storie di tutti i grandi maghi studiati e conosciuti che l'avevano preceduta cercando qualche sorta di conforto e l'unica strega che si fosse innamorata di un babbano che le venne in mente era la ex professoressa Minerva McGranitt ma lei alla fine si era sposata con un mago il che non confortava Dora un granché. Rose notò che il volto della sua amica non era raggiante come al solito “Va tutto bene Ninfadora?” “Sì certo sono solo un po' pensierosa e stanca. Penso che prenderò qualcosa da mangiare.” disse alzandosi e andando incontro alla signora che vagava col carrello pieno di dolci. “Qualcosa dal carrello signorina?” “Sì, grazie. Un pacchetto di gelatine tutti i gusti più uno e tre cioccorane.” disse lei porgendo i galeoni alla signora e prendendo i dolciumi richiesti, poi ritornò alla sua cuccetta e si mise a chiacchierare del più e del meno per tutto il viaggio.

Finalmente scesero dal treno e si diressero verso l'enorme castello, entrarono e Dora tirò un sospiro di sollievo esclamando “Finalmente!” e cambiando il colore delle punte dei suoi capelli da blu a viola fino ad arrivare ad un lilla agli estremi di esse, “Penso che questo sia uno dei motivi migliori per venire a scuola, fino ai diciassette almeno.” “Te sei pazza.” “Se dovessi segnarmi ogni volta che me lo dici, Potter, dovrei compilare un intero libro.” “Spiritosa...” disse Albus svogliato. Cenarono assistendo all'ennesima cerimonia dello smistamento dei nuovi arrivati poi ognuno andò nella propria sala comune per ritrovarsi coi compagni che non vedevano da mesi.

La sala comune dei Tassorosso era impregnata dall'odore di biscotti appena sfornati che probabilmente i suoi compagni avevano elemosinato dagli elfi. A dir la verità in quella sala comune c'era sempre profumo di cibo vista la vicinanza con le cucine. C'era trambusto tra il via vai dei nuovi arrivati e le risate sonore degli studenti più “anziani” che sgranocchiavano dolci davanti ai caminetti. Dora si recò verso un gruppetto di persone sedute urlando “Stavate parlando di me?” per poi scoppiare a ridere, “Capra, o dolce Capra, cosa abbiamo qua? Un biscotto? Bene è mio!” disse rubando un biscotto dalla mano di un ragazzo e mettendoselo in bocca. “Sempre la solita ladra, eh?” rispose lui “Chi? Io? Nooo lo prendo solo in prestito.” disse lei sorridendo “Se vuoi te lo restituisco rigurgitato.” “No, grazie... E non chiamarmi Capra.” “Sì che ti chiamo Capra, caro John.”.

John era un ragazzo poco più alto di Dora, aveva capelli lisci, lunghi fino alle spalle color cioccolato e due vispi occhi nocciola. Veniva chiamato Capra dai suoi amici perché era un animagus e l'animale in cui si trasformava era appunto una capra. Di tutti i Tassorosso lui era quello con cui Dora si sentiva più in sintonia, forse per il fatto che avevano entrambi un po' di pazzia nel loro carattere o perché entrambi erano ritenuti abbastanza strani: erano molto simili e in sintonia, a volte quasi empatici.

“Capra, Capra, Capra...Beeeh... Dai siccome ti voglio bene ti faccio un regalo.” I suoi capelli cambiarono da blu e viola a verde prato. “Verdi come l'erbetta che mangiano le capre.” John la fulminò con gli occhi e lei scoppiò in una sonora risata cadendo dalla poltrona su cui era seduta. “Anche io ti voglio bene” disse lui scuotendo la testa e vergognandosi per lei “Ora però è meglio se ognuno vada nella sua stanza”. Si diedero la buonanotte e andarono tutti a dormire. Dora però quella notte non riuscì a dormire: continuò a rigirarsi nel letto, a passare da stesa a seduta, era tormentata da mille pensieri. Ad un certo punto decise di stare stesa ed immobile con gli occhi sbarrati autoconvincendosi che quell'insonnia era causata dal cibo troppo pesante mangiato in quantità esorbitanti e dall'euforia per l'inizio del nuovo anno.

n.d.a Ringrazio WhoLovesLife per aver recensito e aver sopportato i miei errori grammaticali nel correggere questo capitolo.
Ho già iniziato a scrivere il terzo. Vi prego fermatemi.
  
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