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Autore: Smora    26/02/2014    3 recensioni
Scorci di vita. Attimi di esistenza.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vegeta
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La base di Freezer era un luogo freddo e asettico posta su un pianeta spoglio e inospitale, dove i raggi del sole non posavano mai il loro generoso sguardo, troppo lontani da quel mondo e nemmeno desiderosi di scaldarlo. Le tenebre quindi imperversavano sul pianeta, e la sola luce che si poteva ammirare, oltre a quella delle stelle che brillavano lontane, proveniva dai neon posti un po' ovunque, e dai fari esterni che tentavano in qualche modo di dissipare l' oscurità.

Ogni volta che Vegeta terminava una missione faceva ritorno in quel luogo sterile di vita e di felicità. Era giunto li sanguinante e prossimo alla morte molte volte, ma sempre vincitore.

A tredici anni era partito da solo, senza il suo scarno seguito e dopo 3 giorni di lotta aveva conquistato il pianeta dei Rahitini, famosi in tutta la galassia per le loro armi sofisticate.

Si era presentato al cospetto di Freezer e con un inchino gli aveva comunicato la sua impresa.

-Se non sbaglio ti aveva assegnato cinque giorni per la conquista del pianeta...- disse il tiranno sorridendo, mentre con la mano faceva ondeggiare il calice di vino.

-I Sayan non sono in grado di comprendere nemmeno il più stupido degli ordini a quanto pare- si intromise Dodoria ghignando.

Vegeta sollevò lo sguardo in sua direzione e trattenne a stento un ringhio di collera.

-Suvvia Dodoria, per essere una scimmia è stato piuttosto bravo. Non mi pare il caso di rimproverarlo se in preda alla furia della sua giovane età è stato un po' troppo rapido.

Il giovane sapeva bene che non c'era motivo per cui il pianeta dovesse essere conquistato in cinque giorni. Tutte quelle parole erano state proferite solamente per umiliarlo e lui ingoiava la rabbia e la nascondeva nel profondo del suo animo, pronta a farla esplodere in battaglia.

-Comunque credo che mariti un premio – continuò la lucertola – un premio speciale che gli permetta di sfogare un po' tutta quella foga. Va pure a mangiare e rilassati per ora principino, te lo sei meritato.

 

Aveva mangiato fino a saziarsi, anche se gli alimenti che venivano serviti alla mensa erano a mala pena commestibili, poi aveva percorso i corridoi fino alla sua stanza, o meglio alla cella che gli avevano assegnato, e quando aveva aperto la porta aveva sentito un odore dolce ma nauseante, che percepiva talvolta sulle vesti di Napa e Radish di ritorno dal bordello, e proprio li sulla branda aveva visto una donna dai capelli fulvi.

La giovane aveva la palle di un rosa talmente pallido da ricordare il cielo di Emre, gli occhi grigi e le labbra piccole e carnose, rese più invitanti dalla tintura rossa. L'abbigliamento consisteva in poche vesti variopinte che mostravano le forme più che nasconderle.

-Chi sei?- disse atono

-Dodoria, per ordine di Freezer, dice che io sono il tuo premio per questa notte. Il mio nome è Rubia e sono una delle prostitute del bordello di Ice.

Vegeta alzò un sopracciglio, non era mai stato con una donna e sebbene conoscesse la teoria era piuttosto incerto sul da farsi. Tuttavia non era certamente una codardo e se qualcuno pensava di metterlo in difficoltà con una donna si sbagliava di grosso. Aveva richiuso la porta alle sue spalle e con movimenti fluidi si era levato l'armatura; aveva quindi camminato fino al letto e li si era seduto.

-Non temere, dicono che sono molto brava nel mio lavoro, sarò delicata – disse pensando di metterlo a sua agio, e nel frattempo lo massaggiava, scendendo dalle spalle, percorrendo gli addominali e fermandosi all'inguine, dove, complice il fiorire della virilità, qualcosa aveva iniziato a muoversi.

Vegeta gli aveva afferrato lesto un polso e l'aveva stretto con forza, fino quasi a spezzarlo.

-Io non temo niente, e sicuramente non ho paura di una puttana.

Con queste parole la costrinse a reclinare sul letto, strappandole i vestiti di dosso e piazzandosi immediatamente tra le sue gambe divaricate. Rimase immobile un istante, poi si abbassò semplicemente i pantaloni ed entrò in lei.

Non durò molto a lungo, non c'era piacere in quell'atto, era stato semplicemente un ordine da svolgere nel minor tempo possibile, perciò non un gemito uscì dalle loro labbra.

Terminato l'amplesso Vegeta vide il suo volto specchiarsi nelle iridi che aveva di fronte, e si sentì ancora più profondamente schiavo, si sentì la puttana di freezer, e in preda all'ira uccise con un unico colpo l'unico essere su cui poteva riversare la sua rabbia, ovvero la giovane Rubia.

 

  
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