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Autore: M_Wonnie    26/02/2014    3 recensioni
-Bene signori... Risolverete le vostre questioni in un altro momento, adesso voglio la ragazza-
[...]
-Quindi chi si butta nella mischia?- Stark lo riportò di nuovo alla realtà -Eviterei Banner e il capitan ghiacciolo, io sono troppo famoso e riconoscibile... Rimangono i due assassini pazzi e la coppia di fratelli shakesperiani-
Il dio dell'inganno e Thor si guardarono alzando un sopracciglio.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Green Desires

1: A(b)normal Girl







Non era assolutamente abituata ad alzarsi a quell'ora.
Nonostante le lezioni alla New York University mai e poi mai le era capitato di doversi alzare alle quattro di mattina perché la sua coinquilina, che la ospitava, era in fibrillazione per l'appuntamento con il ragazzo per il quale aveva una cotta da tre anni.
Quella matta di Anna stava mettendo a soqquadro la stanza in cerca di un vestito adatto a quel giorno speciale.
La camera era ancora nella penombra ma per Armida, si lo so... Non è un nome comune ma che ci volete fare? Stavo dicendo...? O si, giusto! Per Armida quella poca luce che penetrava dalla finestra era troppa e assolutamente insopportabile, come lo erano i lamenti della sua coinquilina.
-Armi...- si lamentò accucciandosi nel letto della suddetta -Dammi una mano per favore-
Cantilenò.
Da sotto le coperte si sentirono dei rumori strani e poco femminili ma dopo qualche secondo la testa della ragazza fece capolino insieme alla massa di capelli color cioccolato che la sera prima si era dimenticata di legare in una coda alta come faceva di solito.
-Che palle...-
Sibilò in italiano a denti stretti mentre si toglieva le coperte di dosso.
-Non mi insultare in italiano, non ti capisco bene ancora...-
Si lamentò Anna incrociando le braccia appena al di sotto del petto prosperoso.
Armida si limitò ad alzare gli occhi al cielo, al momento era l'unica cosa che il suo cervello, annebbiato ancora dal sonno, era in grado di fare e si diresse verso l'armadio della coinquilina cominciando una rapida ed efficace selezione dei vestiti.
Trenta secondi dopo aveva in mano una gonna a balze, una maglietta che avrebbe di sicuro messo in evidenza il seno di Anna e degli stivali con tacco.
La ragazza guardò tutti quei vestiti che aveva trovato e che adesso teneva in braccio come se fossero stati dei temibili serpenti a sonagli, così dopo avergli fissati ancora per qualche secondo li dette ad Anna, che la guardò con tanto d'occhi, mentre tornava a dormire del suo letto caldo senza aver proferito una parola a parte il mezzo insulto in italiano.
-Grazie Armi..-
Le sussurrò all'orecchio prima che questa sprofondasse nel mondo dei sogni.

Era successo di nuovo.
Aveva sognato ancora una volta il suo appartamento a Firenze, il che era strano perché non sentiva tutta quella nostalgia.
Ricordava poco o niente della sua infanzia, almeno fino ai cinque sei anni, e i suoi genitori erano morti quando lei ne aveva una decina, le loro facce erano scolpite nella sua mente e se le portava dentro come se fossero un'ancora che la manteneva con i piedi per terra.
Di lei si era occupata una lontana parente, che preferiva non parlare della mamma di Armida e di suo marito, quindi la ragazza era cresciuta guardando le foto dei genitori e inventando storie fantastiche sulla loro vita e sulla loro prematura morte.
Una volta raggiunta la maggiore età e ricevuti i soldi dell'eredità preferì staccarsi dalla zia e vivere per conto proprio, le era sempre piaciuto quel senso di libertà.
Ed un giorno, mentre passava davanti alla bacheca dell'università, vide quel volantino che le fece prendere la decisione più azzardata della sua vita.
Conobbe Anna dopo aver scelto il suo nome a caso tra le persone rimaste nella lista, iniziarono a scambiarsi email poi a parlare con Skype e infine Armida si era trasferita da lei.
Anna l'aveva accolta a braccia aperte e non ci volle molto che le due diventassero grandi amiche.
Ma ogni tanto Armida tornava a sognare il suo intimo appartamento e le serate con le sue amiche a mangiare schifezze e guardare film con protagonista il bel ragazzo di turno, non che con Anna non facesse queste cose ma si sa... Casa rimane pur sempre casa anche se si tratta di quattro stanze messe in croce.
-Armi!-
La sua coinquilina richiamò la sua attenzione dalla cucina facendola tornare alla realtà.
-Farai tardi a lavoro!-
-Mi sbrigo, ok!-
Le rispose di rimando.
La ragazza aveva trovato lavoro in un bar vicino all'università, frequentato principalmente da studenti, per guadagnare qualche soldo e non dare fondo a tutti i risparmi che le avevano lasciato i suoi e poi, doveva pur pagare qualcosa ad Anna.
Si fece una doccia veloce e si infilò i primi jeans chiari e canottiera che trovò nell'armadio.
Quando arrivò nel cucinotto Anna stava ancora bevendo il suo caffè annacquato... Ecco l'altra cosa che le mancava dell'Italia, il buon cibo e il caffè forte la mattina con una bella brioche.
-In bocca al lupo per il tuo appuntamento- a quelle parole la vide intirizzirsi come un blocco di ghiaccio -Verrete al Lucky's?-
-Grazie... Ma non ne ho idea-
Cominciò a ridere istericamente ma Armi poteva capirla infondo, il ragazzo del tuo amore creduto impossibile ti chiede finalmente di uscire e tu non puoi fare altro che sclerare di brutto.
-Anna- la richiamò -Andrà alla grande, sei una ragazza fantastica e sei bellissima, il che non guasta, e ancora non ti sei accorta che metà campus ti sbava dietro-
Lei roteò gli occhi al cielo salutandola con una mano e Armida non poté fare a meno di ridere di gusto mentre si chiudeva la porta alle spalle.

Appena uscita i suoni di New York la schiaffeggiarono brutalmente.
Andava fiera del suo spirito di adattamento ma tutti quei rumori la infastidivano un po' troppo la mattina appena sveglia.
Il loro appartamento, come il Lucky's, era appena fuori del campus dell'università e fortunatamente non era stato danneggiato, almeno non troppo, dagli ultimi recenti e catastrofici eventi che avevano colpito la città.
Camminò a passo svelto fino al bar e salutò il proprietario che ricambiò il saluto con un sorriso a cinquantasei denti.
Jack era un ragazzone moro, bello da far paura e... Gay, già...
Armida e Anna avevano trovato un grande alleato per le loro serate a base di cioccolata e film e poi conoscendo praticamente tutti riusciva a farti imbucare in qualsiasi festa.
-Oggi è il gran giorno eh...-
Ridacchiò riferendosi ad Anna e al suo appuntamento.
-Ti giuro che non ce la facevo più a sopportarla- gli urlò lei dal camerino dove si stava cambiando mettendosi la divisa che Jack le obbligava ad infilarsi -Ci credi che stamani mi ha svegliata alle quattro per decidere cosa mettersi?!-
Il ragazzo ridacchiò di cuore mentre Armida tornava nel locale principale legandosi il grembiule dietro la schiena.
-Tu non puoi capire Jack...-
-Se parli in italiano non ti capisco, tesoro-
Ridacchiò ancora ottenendo l'effetto di farle alzare gli occhi al cielo.
Quella mattina alzavano tutti gli occhi al cielo... Forse speravano di vederci qualcosa.

Il lavoro procedeva alla grande quella mattina finché non arrivò un gruppo di cinque ragazzi, verso l'ora di pranzo, che ad Armida non piacevano per niente.
La ragazza si appoggiò al bancone dato che c'era un attimo di quiete e dette un ultima occhiata al gruppo.
-Si vede dalla tua faccia che sei schifata-
La voce di Jack la fece voltare verso il ragazzone che stava asciugando alcuni bicchieri.
-Non posso farci niente se il mio viso riflette troppo quello che penso-
Ridacchiò lei che ormai era abituata a quel tipo di commenti da parte sia di Anna che di Jack, una volta le dissero addirittura che avrebbe anche potuto non parlare tanto erano eloquenti le sue espressioni.
Poi qualcosa alla televisione la distolse di nuovo dai suoi pensieri e Jack si trovò a seguire quello sguardo smeraldino.
-... Queste sono solo alcune delle immagini dell'attacco a New York e dei paladini che l'hanno protetta...-
La cronista continuava a parlare sopra le immagini di video amatoriali e non che erano stati fatti durante quella mezza invasione.
-...Il gruppo di eroi si fa chiamare Avengers e...-
E a quel punto Armida smise di ascoltare e guardò solo le immagini di quel gruppo eccezionale che li aveva salvati, c'era però chi aveva il coraggio di dare la colpa a loro.
Certo, i danni provocati non erano da poco, ma se non ci fossero stati loro che cosa sarebbe successo all'intera città e ai suoi abitanti?
-Quel Thor è un gran bel pezzo di manzo-
Jack faceva sempre quel commento tutte le volte che un' immagine del biondo dio del fulmine appariva da qualche parte, e non si poteva certo dargli torto.
Diamine...! Sembrava che quel gruppo di super eroi fosse stato scelto in base al loro aspetto fisico invece che alla loro abilità a far roteare martelli magici o a diventare di un bel verde brillante e grosso come tir.
Quello che però incuriosiva di più Armida era Tony Stark, aveva letto articoli e guardato anche l'intervista di qualche anno prima dove aveva rivelato, tra il caos generale, che era Iron Man e il carattere di quell'uomo che sembrava avere tutto bè... Stuzzicava il suo interesse.
Fu di nuovo portata alla realtà all'improvviso però stavolta furono le urla quasi isteriche della sua migliore amica e quelle di Jack che cercava di attirare la sua attenzione e trattenere Anna che sembrava pervasa da una furia omicida.
-Anna calmati!! Che diavolo è successo?!-
Armida le si avvicinò immediatamente e vide i sorrisi sadici e gongolanti del gruppo di ragazzi di prima insieme a Eric, a giudicare dalla situazione ormai vecchia fiamma di Anna.
I capelli biondi e lunghi di Anna sembravano formare un'aura intorno alla sua testa quando si voltò con gli occhi fiammeggianti verso di lei.
-Questo coglione aveva fatto una scommessa con i suoi amici- la bionda vide la sorpresa negli occhi di Armi -Doveva portarmi a letto entro due giorni e poi lasciarmi a bollire nel mio brodo-
Gli altri studenti che erano nel bar, per fortuna non troppi in quel momento, guardavano la scena curiosi di quello che stava succedendo.
-Ok An... Adesso ti porto di la e poi andiamo a casa-
Ancora un po' riluttante la bionda la seguì.
-Andiamo italiana...!- le urlò dietro Eric -Era solo uno scherzo innocente, ma se vuoi...- prese un polso di Armida facendola voltare verso di lui -Possiamo divertirci in tre-
E sghignazzò insieme al suo branco di amici idioti.
Arm sentì la rabbia che le ribolliva dentro e poche volte si era ritrovata a lottare contro se stessa per non uccidere qualcuno, ma quell'idiota non accennava a lasciarle il polso, così con l'altra mano, che prima stringeva le spalle della sua amica, prese il vassoio che aveva posato poco prima sul bancone e con un movimento fulmineo glielo diede in testa.
L'intero bar si zittì all'istante e l'unico rumore erano i respiri pesanti della mora e il ridacchiare sommesso della bionda.
Sul vassoio era rimasta stampata la faccia di quel coglione mentre i suoi amici si affrettarono ad uscire prima di ricevere lo stesso trattamento.


-*-


Fury tamburellava con le dita sul tavolo di vetro che aveva davanti.
Quella mattina era successo di nuovo, e ancora non voleva credere alle immagini che aveva visto registrate da una telecamera di sicurezza di un bar, i sensori per l'energia che avevano installato in punti strategici sul tutto il continente avevano rilevato qualcosa, nella zona dell'università di New York.
La volta precedente era accaduta la stessa cosa poco lontano dalla lettura di quella mattina ma avevano esitato ad intervenire in massa poiché l'energia era poca e poteva essere un falso allarme anche se poi aveva mandato un solo agente per controllare.
Passò in rassegna la parte degli Avengers che era arrivata dopo che li aveva chiamati, come al solito Tony Stark doveva fare la sua entrata ad effetto così decise di iniziare quella riunione.
-Allora signori- cominciò -Vi ho convocati perché dalla fine dell'attacco dei Chitauri ad oggi abbiamo rilevato una quantità di energia, che sembra provenire da Asgard, ormai non più trascurabile e sembra aumentare-
Guardò per qualche secondo i presenti per assicurarsi delle loro reazioni.
-Vuole dire che in città sono rimasti dei Chitauri?! Ci sono in giro quei cosi?-
Chiese allarmato Capitan America.
-No- intervenne l'agente Romanoff -Non sappiamo spiegarlo ma quando questa energia diventava rilevabile dagli strumenti si manifestava in luoghi frequentati alle volte da molte persone ma non è mai successo niente di grave in quei momenti, niente interventi della polizia, niente morti, niente...-
-Aspettate!- la interruppe il dottor Banner -Volete dire che pensate che questa forma di energia provenga da un umano?-
-Nella mattina di oggi abbiamo appurato che sì, è un essere umano a produrre quell'energia anche se non abbiamo capito come-
Rispose Fury e fece partire il filmato.
Quando la ragazza mora prese il vassoio per poi calarlo violentemente sulla testa del malcapitato nella sala si diffusero delle risate poco velate.
-Che cosa mi sono perso?!-
La porta della sala dove erano riuniti si aprì, lasciando entrare Tony Stark con i suoi immancabili occhiali da sole.
-Stark- lo richiamò Fury -Quando qualcuno ti dice un orario dovresti rispettarlo-
-Non è nel mio stile- guardò i presenti -Legolas, Vedova Nera, Capitan Ghiacciolo, omino verde...-
Salutò tutti con un cenno.
-Mi ha appena dato dell' “omino”?-
Chiese a bassa voce Banner all'agente Romanoff che si limitò ad una bella scrollata di spalle.
Fury passò in rassegna ancora una volta quegli uomini straordinari che era riuscito a riunire e che poi gli facevano perdere il sonno, specialmente il signor Stark, ne sapeva una più del diavolo ma non riuscivi mai a capire cosa gli passasse in quella sua testa da genio.
-Dobbiamo entrare in contatto con la ragazza-
Nessuno fece caso alle parole del capo dello S.H.I.E.L.D., continuarono invece la loro discussione sui nomignoli che Tony aveva appena affibbiato alla squadra, il più indignato era Rogers... Essere chiamato “ghiacciolo” non faceva parte dei suoi programmi della giornata.
Nick Fury alzò l'occhio buono al cielo e ricominciò a tamburellare con le dita sul tavolo, iniziò a pensare che la sua autorità non fosse così rilevante in quel momento, nessuno lo stava a sentire, dannazione!
Si guardò per qualche secondo attorno sperando che quella accozzaglia di persone diventasse conscia della situazione, ma la cosa non avvenne, così con tutta la compostezza del mondo prese la sua pistola e sparò un colpo verso l'alto, anche se sapeva che sparare proiettili a caso in una stanza chiusa non fosse una cosa saggia da fare.
Ma a mali estremi, estremi rimedi.
-Signori!- iniziò -Se avete finito con le vostre ciance, e non volete anche del té con i biscotti, gradirei la vostra attenzione-
I presenti, come se fossero stati addestrati a farlo, si misero a sedere tutti insieme e nello stesso tempo.
Fury annuì finalmente soddisfatto e fece partire di nuovo il filmato della telecamera di sicurezza a beneficio di Tony Stark che prima non era presente, impegnato forse a costruire qualche nuova diavoleria.
Una volta finito di vedere il filmato anche Iron Man ebbe la stessa reazione degli altri, iniziò a sghignazzare di fronte alla forza che aveva usato quella ragazzina.
-Agente Hill-
Il capo dello S.H.I.E.L.D. la invitò ad entrare.
-I fascicoli sulla ragazza che mi ha chiesto-
Lasciò sul tavolo sei copie, una anche per Thor, e uscì di nuovo dalla stanza tornando al suo lavoro.
I presenti sfogliarono il contenuto e Tony rimase stupito dai risultati che la ragazza stava ottenendo alla New York University.
-Lo trovo ironico- Stark lasciò volutamente la frase in sospeso aspettando che qualcuno gli chiedesse di continuare, ma ormai lo conoscevano bene e chiedere avrebbe solo contribuito a fare aumentare il suo già immenso ego -Questa ragazza studia mitologia norrena... Vale a dire i nostri amici di Asgard, secondo voi ci potrebbe essere di qualche aiuto?-
-Non la stiamo cercando per farla unire al gruppo- intervenne Steve -Ci serve per capire se l'energia proviene da lei, come vuole che ci muoviamo signore?-
Chiese rivolto a Fury.
-Agente Romanff, agente Barton inizierete a tenere d'occhio la ragazza già da stasera-
I due annuirono in sincrono scambiandosi anche un veloce sguardo.
-Non credo sia una buona idea mandare in campo i vostri agenti, signor Fury... La fareste scappare o nel peggiore dei casi uccidere, senza neanche spiegarle il motivo. Ci vuole qualcuno con del fascino..-
-Tipo lei signor Stark?-
Chiese Fury alzando il sopracciglio dell'occhio buono.
-Non mi tiro mai indietro in queste occasioni ma mi duole ammettere che ci vuole qualcuno un po' più giovane-
Passò in rassegna con lo sguardo i presenti nella sala.
Banner sarebbe stato più un pericolo pubblico che un aiuto, Legolas... Meglio lasciar perdere.
-Potremmo mandare Capitan ghiacciolo!-
Sentendosi chiamato in causa il capitano alzò lo sguardo sui presenti.
Tony si pentì subito della proposta, conoscendo le ragazze d'oggi quella in questione lo avrebbe masticato e poi sputato senza troppi complimenti, lasciando Capitan findus disorientato.
-Raperonzolo non c'è mai quando serve?-
-Il dio del tuono ha altro a cui pensare in questo momento-
-Fare da baby sitter al fratello squilibrato?-


-*-


Jack e Armida avevano chiuso il Lucky's e adesso stavano preparando qualcosa da mangiare.
Ogni tanto si radunavano alla tavola calda di Jack e passavo le ore a raccontarsi la giornata e a ridere con un buon bicchiere di vino in mano che la maggior parte delle volte diventavano anche di più.
-Dovresti incorniciare quel vassoio, dico davvero Jack-
Rise An assaporando il vino di quella sera. Avevano deciso di aprire la scorta che aveva portato Armida dopo essere tornata in Toscana per qualche giorno, del buon Chianti faceva bene sia al palato che all'anima.
-Io l'appenderei ad una parete- disse lui -Come trofeo di caccia della nostra Armi! Avete visto come se n'è andato con la coda tra le gambe?!-
E tutti risero.
Armida non aveva fatto altro che seguire il suo istinto, che di solito la faceva finire nei guai, ma Eric si sarebbe vergognato troppo a raccontare di essere stato preso a vassoiate in faccia da una ragazza che era la metà di lui.
Sorseggiò anche lei un po' di vino assaporandone il gusto deciso che le ricordava le colline toscane.
-Però Arm, me lo devi dire adesso- Anna la riscosse dai suoi pensieri -Come fai ad essere così lucida nelle situazioni di crisi? Io stavo per mettermi ad urlare dall'isterismo e non sarei stata di aiuto, suppongo-
Rise un po' sguaiatamente, evidentemente il vino cominciava a circolare nelle vene e ad avere effetto.
-Hem... Adrenalina...?-
Provò a rispondere Armida, tanto sapeva che qualunque cosa avesse detto sarebbe stata usata contro di lei, quindi era meglio non sbilanciarsi troppo.
-Non dire bischerate- Jack aveva appena usato una delle prime parole toscane che Arm gli aveva insegnato -Secondo me sei uno di quegli alieni che ci hanno invaso pochi mesi fa!-
La ragazza lo guardò veramente sorpresa per quella affermazione e si ripromise di non far bere più di tre bicchieri di vino ai quei due pazzi, cominciavano a vaneggiare e poi era lei quella che ci doveva fare i conti... Anche con i tassisti che gli riportavano a casa.
Armida rise di gusto.
-Mi consideri così poco attraente Jack?!-
Chiese risentita. Essere paragonata ai Chitauri, non le faceva molto piacere, specialmente se quei cosi somigliavano a delle lucertole non molto in salute.
Armida rabbrividì, una cosa era studiare sui libri un'altra era scoprire che quelle divinità esistevano davvero e avevano i controcazzi, se mi passate il francesismo. Avrebbe tanto voluto sapere che cosa c'era di vero nei libri che studiava e invece cosa aveva bisogno di essere riscritto.
-A dire il vero ti considero una delle ragazze più belle che abbia visto-
Rispose il ragazzone cercando di rimanere serio, cosa che non riuscì prontamente a fare.
Armida roteò gli occhi al cielo ma dopo pochi secondi si unì alle risate dei suoi amici; ormai erano le una di notte passate e anche se il giovedì era il giorno di chiusura del Lucky's, Jack aveva bisogno di riposare per recuperare le fatiche di una settimana intera.
La mora iniziò a mettere un po' a posto mentre gli altri due finivano la bottiglia di Chianti brindando alla sua salute, erano pazzi, su quello nessuno poteva obiettare, ma erano le prime e le migliori persone che potesse trovare in un luogo sconosciuto come la Grande Mela.

Giovedì.
Alla fin dei salmi erano tornate a casa alle quattro di mattina e quando Armida riuscì finalmente ad aprire gli occhi era già mezzogiorno passato, guardò per qualche secondo il soffitto cercando di capire come mai lo trovasse così interessante in quel momento.
La mora riuscì a voltare la testa di lato e cercare la sagoma di Anna ancora addormentata in quelle sue pose strane a cui aveva fatto tante foto e di cui la sua amica non conosceva l'esistenza, ma le coperte in disordine rivelavano che l'amica bionda si era già alzata e molto probabilmente stava mandando a fuoco la cucina.
Si alzò e fece una doccia veloce, indossò i pantaloni di una tuta e una canottiera. La primavera stava lasciando lentamente il passo all'estate e la calura iniziava davvero a farsi sentire.
Fortunatamente quel giorno aveva solo un incontro nel tardo pomeriggio con il suo professore di mitologia così poteva prendersela con calma e recuperare la mezza sbronza della sera precedente.
Come aveva pensato, Anna era in cucina e stava litigando con le pentole che in quel momento stavano avendo la meglio sulla povera ragazza.
-Non so come tu ci riesca- iniziò Armida -Ma fai sembrare l'arte di cucinare una battaglia... Prima che arrivassi io come facevi a mangiare?-
-Andavo da Jack-
Rispose candidamente.
La mora alzò gli occhi al cielo e si mise al lavoro. In pochi minuti due bei piatti di pasta erano serviti in tavola.
-Sono ingrassata di tre chili da quando sei arrivata, te ne rendi conto?-
-Qualche giorno fa mi hai detto che ne eri contenta perché ti erano finiti tutti nelle tette, An-
Armida rise mentre la bionda le faceva il verso ottenendo solo il risultato di farla ridere di più.
Nessuna delle due sembrava avere voglia di fare qualcosa di utile quella sera ma entrambe avevano degli impegni, quindi dovevano farsi forza e vincere la pigrizia che le abbracciava come una dolce coperta.
La prima ad uscire di casa fu Anna che doveva seguire delle lezioni fino alle sette di sera, la mora invece aveva l'appuntamento con il professore alle cinque, poteva prendersela con più calma.


-*-


-Dobbiamo chiamare il biondino-
Disse Stark con cipiglio sicuro e per chi non l'avesse capito, il “biondino” in questione è Thor.
Erano di nuovo tutti riuniti nella sede newyorkese dello S.H.I.E.L.D. e stavano cercando di organizzarsi per avvicinare la ragazza senza procurarle un trauma psicologico o cranico, con gli elementi che facevano parte del gruppo non si poteva mai sapere.
-Questa energia proviene dal suo mondo...- fece una pausa ad effetto -È del tutto normale far intervenire lui-
-Ma la ragazza è umana-
Intervenne Steve Rogers.
-Per quanto mi duole ammetterlo devo dare ragione a Stark questa volta...-
Aggiunse Bruce.
Quando facevano quelle riunioni diventava ancora più teso; l'altro si agitava come se sentisse che da un momento all'altro dovesse succedere qualcosa di brutto... Dopo l'ultima esperienza con Loki e il suo esercito era pronto ad affrontare Lucifero in persona.
Qualche secondo dopo un tonfo sordo rimbombò per l'edificio e le luci tremolarono.
-C'è Thor con suo fratello, signore-
La voce dell'agente Hill all'interfono ruppe il silenzio che era calato nella stanza.
-Lasciali passare-
-Anche Loki, signore...?-
-Anche Loki-
Maria Hill non credeva che quella fosse una mossa molto saggia ma il capo era lui così lasciò passare i due fratelli di Asgard.


-*-


Loki non aveva molta voglia di tornare sulla terra ma il dio del tuono e il padre degli dei non gli avevano lasciato molta scelta al riguardo: o seguiva Thor su Midgard o la sua punizione si sarebbe allungata.
Quando entrarono nella stanza la tensione era così palpabile che il dio dell'inganno credette di poterla toccare e nutrirsi di quella sensazione così forte, gli era sempre piaciuto riuscire a disorientare le persone che gli stavano attorno, non importava che sentimento riuscisse a provocare nei suoi interlocutori, l'importante era che l'attenzione fosse tutta su di lui.
-Perchè hai portato tuo fratello, Thor?-
A parlare era stato Occhio di Falco, aveva già un freccia incoccata nel suo arco e puntata direttamente al cuore del dio che non fece alcuna piega suscitando rabbia nell'animo dell'agente Barton.
-Heimdall ha visto che mi stavate cercando e mi ha riferito anche la situazione, così ho portato Loki-
Il dio dell'inganno sorrise, quel sorriso che poteva significare tutto o niente. Era il sorriso di chi porge un mazzo di fiori e nell'altra mano, dietro la schiena, ha un pugnale.
Loki si divertiva sempre tanto con i midgardiani.
-Ma era proprio necessario portare il fratello psicopatico?-
Il dio si voltò verso l'unico possibile proprietario di quelle parole così sarcastiche, Tony Stark lo stava fissando senza vederlo, negli occhi del miliardario sembrava esserci il ricordo dell'attacco alieno e del suo volo dalla torre Stark.
Le labbra del dio dell'inganno si distesero ancora di più; era bello essere ricordato dai propri nemici.
-Loki conosce meglio di chiunque altro su Asgard questo tipo di energia e ha le conoscenze necessarie, amici miei-
Nessuno era stato convinto dalle parole di Thor, ma agli occhi di quei patetici umani il suo caro e adorato fratello era un dio giusto e indistruttibile e per più di una ragione era meglio non farlo arrabbiare.
Loki non capiva l'attaccamento che provava il suo stupido fratello per quel mondo così insignificante; gli umani non facevano altro che affaccendarsi tutta la vita per delle cose inutili ed effimere... Effimere come lo erano le loro esistenze.
-Ha passato due anni nelle prigioni di Asgard!!- la voce tonante di Thor lo riportò alla realtà, evidentemente si era perso alcune parti del discorso -Costretto ogni minuto a subire...!!-
-Basta così- disse calmo, al dio dell'inganno non interessava far sapere ai suoi nemici le suo pene -Ai tuoi amici non interessa, e mi hai portato in questo mondo per un'altra faccenda, non per litigare con dei bambini midgardiani-
Nessuno apprezzò quel commento, lo vide dai loro occhi e dalle mascelle serrate ma nessuno osò muovere un muscolo contro di lui.
-Aspettate- il silenzio venne interrotto dal dottore che aveva un altro essere dentro di se, se non ricordava male si chiamava Banner -Qui sono passati appena sei mesi dall'attacco alieno-
Loki pensò che non tutti i midgardiani erano degli stupidi, qualcuno usava anche il cervello che gli era stato donato.
-La punizione che ho dovuto subire ha alterato la percezione che avevo del tempo- e indicò la propria testa con un dito -Era questo che voleva dire mio fratello, per la mia mente sono passati quasi due anni ma in realtà solo pochi mesi a quanto pare-
Il dio dell'inganno era stato breve e conciso e, cosa di cui si sorprese anche lui, la frase non conteneva nessun insulto verso il gruppo degli Avengers.
-Bene signori... Risolverete le vostre questioni in un altro momento, adesso voglio la ragazza-
Loki si voltò verso il direttore dello S.H.I.E.L.D., che fino a quel momento non aveva proferito parola, ma nella sua voce aveva percepito qualcosa di strano, e non solo lui evidentemente, perché anche il gruppo lo guardò . Il suo unico occhio buono sembrava nascondere... Che cos'era? Ooooh certo, sorrise tra sé, l'aveva riconosciuta.
Paura.
Paura di rivivere quegli attimi di sei mesi prima.
Grazie al padre degli dei aveva passato gli ultimi due anni a convivere con quel sentimento, la mente squarciata dal dolore, dalle immagini che Odino gli faceva vedere e poi, quando tutto sembrava finito, l'incubo ricominciava.
-Quindi chi si butta nella mischia?- Stark lo riportò di nuovo alla realtà -Eviterei Banner e il capitano, io sono troppo famoso e riconoscibile... Rimangono i due assassini pazzi e la coppia di fratelli shakesperiani-
Il dio dell'inganno e Thor si guardarono alzando un sopracciglio.





Salve! ^^
grazie mille a tutti quelli che si sono presi la briga di leggere questo primo capitolo
-si inchina-
spero che vi sia piaciuto e che la storia vi incuriosisca almeno un po'
alla prossima
ciauuu

M_Wonnie










  
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