Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: itkindaofhappened    27/02/2014    1 recensioni
Lei aveva sempre avuto un debole per quelli come lui, stronzi e arroganti, pensava che il suo amore l'avrebbe cambiato.
Ci aveva provato in tutti i modi, gli aveva fatto capire l'importanza dell' amicizia, gli aveva insegnato ad amare.
Lui aveva sempre avuto un debole per quelle come lei, libere e fragili, pensava che amandola avrebbe potuto redimersi.
Ci aveva provato in tutti i modi, l'aveva seguita, aveva trovato in lei un'amica, un'amante.
Poi, l'aveva fatta a pezzi.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Agrodolce.
Quando l'amore fa male.

C'era agitazione nell'aria quella sera, di lì a poco si sarebbe tenuta la festa che -si sperava- sarebbe stata ricordata per le estati a venire.

Era il cosiddetto “ballo scolastico” americano, solo senza professori e stupidi guastafeste.

Lara e Sofia, assieme ad un incredibile numero di aiutanti avevano iniziato a prepararlo mesi e mesi prima.

Tutto doveva essere perfetto, nessun errore sarebbe stato perdonato.

Sofia, da buona maniaca dell'ordine qual era, si affrettava a riporre gli ultimi stuzzichini su uno dei tavoli posti ai lati della pista da ballo.

Per l'occasione, la villetta della ragazza era stata svuotata e ri-arredata.

I mobili in legno pregiato erano stati spostati al piano di sopra, così come i tappeti ed i divani.

Il salotto era poi stato riempito da quattro enormi tavoli posti lungo i muri della stanza.

Al centro era stata posizionata una console per il dj, Diego, un loro compagno di squadra che si era offerto per la musica.

Dove si svolgeva una festa, lui c'era sempre.

Tutto intorno era stata allestita una pista da ballo con tanto di luci stroboscopiche che illuminavano la sala.

I genitori, per fortuna, erano in viaggio di affari all'estero e, per il giorno del loro ritorno, tutto sarebbe tornato al proprio posto.

Almeno così sperava Sofia.

All'esterno invece, la piscina era stata dotata di luci colorate.

Vi avevano inoltre messo uno scivolo e diverse ciambelle, tubi e palloni gonfiabili galleggiavano sull'acqua trasparente.

In mezzo al giardino era stato posto,per le coppiette, un enorme gazebo bianco che Lara aveva guardato con aria schiafata pensando:”Io li non ci metto piede”.

Il gazebo era stato decorato con minuscole rose rosa e blu che Lara era riuscita a fregare dal giardino della madre.

Tutto intorno erano state messe delle piccole lanterne che formavano una stradina che conduceva alla costruzione; Lara aveva definito il tutto “troppo stucchevole per i miei gusti.”

Era risaputo da tutti che odiava ogni genere di romanticismo e che rifiutava in ogni suo aspetto l'amore.

Ma si sa, l'amore è cieco e ti colpisce quando meno te lo aspetti.

Questo Lara, ovviamente, non poteva saperlo.

 

Del cibo, ma soprattutto degli alcolici, si era occupata Lara.

Assieme a Simone aveva infatti preparato centinaia di diversi stuzzichini e aperativi sfiziosi.

Involtini fritti, orecchiette di mozzarella, pizzette, bastoncini di pasta sfoglia, splanatine,crocchette, girelle, frittelle, muffin, biscotti sono solo alcuni esempi di ciò che i due avevano cucinato con cura ed attenzione.

La parte del bere era stata la più facile, avevano comprato almeno 5 bottiglie di ogni alcolico che avevano trovato, ci avrebbe poi pensato Marco, il bar man a preparare i cocktail migliori.

 

Alla fine, soddisfatte del loro risultato, erano andate a prepararsi per non essere da meno alla bellezza della festa.

 

Sofia aveva optato per un semplice abito monospalla nero con un fiocco color oro sul fianco, le scarpe, anch'esse oro, avevano un leggero tacco, questo perchè Sofia era già abbastanza alta senza bisogno di un ulteriore aiuto.

I lunghi capelli neri erano stati acconciati in una treccia a spina di pesce lasciata su una spalla.

Lara, invece, aveva scelto un abito con una scollatura a cuore senza spalline.

Il colore era di un blu acceso, per creare contrasto con i capelli rossi che per l'occasione erano raccolti in uno chignon con qualche ciocca ondulata lasciata libera ai lati del viso.

Le scarpe, dal tacco alto, erano nere come la pochette.

Il trucco di entrambe era molto leggero, uno smokey eyes oro per Sofia ed uno nero per Lara.

Erano entrambe stupende.

 

Sofia non ne aveva bisogno, non doveva fare colpo su nessuno: era fidanzata da quasi un anno con Luca, un ragazzo di quattro anni più grande che la amava alla follia.

Molti erano stati i commenti maligni che li avevano seguiti giorno e notte in seguito alla loro rivelazione ma a loro non era importato, erano andati avanti a testa alta.

Si erano conosciuti su un treno.

Sofia aveva appena sedici anni, Luca già venti.

I primi giorno si limitavano a rapide occhiate, accenni di sorriso.

Poi Sofia, intraprendente com'era, si era fatta avanti.

Si era presentata e da lì avevano iniziato a frequentarsi, di nascosto da tutti e tutto, consapevoli che nessuno avrebbe appoggiato la loro relazione.

Lara li aveva scoperti, una mattina, abbracciati e felici mentre passeggiavano.

Si era arrabbiata e molto.

Non perchè non volesse che la sua migliore amica stesse con uno più grande ma perchè non le aveva detto nulla.

Ovviamente, tutto si era risolto rapidamente.

Una discussione e poi amiche come prima.

I tre avevano iniziato ad uscire spesso insieme; Luca cercava in tutti i modi di trovare un ragazzo a Lara; lei non ne voleva sapere niente.

Era felicemente single e non voleva che nulla cambiasse.

 

Mentre si apprestavano a scendere le scale per aspettare gli ospiti al piano terra, sentirono un campanello suonare seguito da numerose imprecazioni.

Scesero e, aprendo la porta di ingresso, trovarono Chiara piuttosto infervorata.

Aveva un vestitino striminzito fucsia con una scollatura a cuore e, sotto al seno, una fascia impreziosita da piccole gemme.

-”Guardate!”- urlò, mostrando una scarpa con il tacco rotto.

-”Adesso come faccio?”- si mise una mano tra i capelli castani.

Lara corse al piano di sopra e tornò con un sorriso a trentadue denti tenendo in mano un altro paio di scarpe.

Chiara le saltò addosso abbracciandola, dicendo che, testuali parole, “le aveva salvato la vita”.

 

Piano piano iniziarono ad arrivare tutti gli invitati e, in men che non si dica, la festa era diventata follia pura.

Sulla pista da ballo, le ragazze -”quelle più cagne.” disse Lara, con una sorta di smorfia disgustata sul viso- si strusciavano su più ragazzi, esibendosi nelle smorfie che Angelica definì “da vacche in calore”.

Erano entrambe conosciute per il fatto di dire in faccia alla gente ciò che pensavano, senza alcun pelo sulla lingua.

La differenza era che Angelica lo faceva con dolcezza e discrezione; Lara invece lanciava frecciatine velenose, specialmente quando era nervosa, e spesso a voce alta.

Era una caratteristica che l'aveva portata a farsi molti nemici: “Meglio così” diceva ”meno leccaculo in giro.”

Era estremamente sincera con le persone, spesso finiva per ferirle e altrettante volte le sue amiche le avevano consigliato di contenersi, non sempre era carino sentirsi dire cattiverie.

 

Stava sorseggiando un cocktail quando una mano le si posò sulla spalla.

-”Come mai tutta sola, Rizzo? Nessuno ha avuto il coraggio di invitarti a ballare?”- chi poteva essere se non Esposito, il ragazzo che avrebbe ucciso volentieri con le sue mani se non avesse poi avuto la conseguenza di poter finire in carcere?

Indossava un paio di jeans neri ed una camicia blu, sembrava che si fossero messi d'accordo.

-”Oh Andrea, che spiacevole sorpresa. Strano, eppure mi sembrava di non averti invitato a questa festa.”- Per puro caso, l'invito che avrebbe dovuto consegnargli, era finito -per sbaglio ovviamente- nel caminetto del suo salotto.

-”Oh suvvia, sii più gentile. Mi sembrava ovvio che, invitando la mia ragazza, anche io fossi ben accetto.”- calcò sulla parola ragazza, indicandola con il mento mentre lo salutava dall'altra parte della sala mentre parlava con delle amiche.

-”Hai pensato benissimo, ovviamente.”- fece per voltarsi e tornare a bere il suo drink quando...

-”Quindi immagino di essere invitato anche per questa notte, giusto? Non potrei mai lasciare Chiara sola.”- doveva aver scoperto che alla fine della serata di sarebbe tenuto una sorta di “pigiama party” tra gli otto -ora dieci perchè ovviamente Andrea avrebbe invitato anche Pietro- convocati al trofeo in modo che, il giorno dopo, fossero già tutti insieme per la partenza.

-”Certo, senza alcun dubbio.-” e così dicendo se ne andò verso il centro della pista dove si mise a ballare assieme a Simone.

 

-”Abbiamo un problema.”- gli sussurrò mentre gli allacciava le braccia dietro al collo.

-”Dimmi tutto.”- le rispose.

Lara potè chiaramente sentire la fragranza del suo profumo e, un po' nascosto, vi era l'odore di alcool.

-”Quanto hai bevuto, Simo?”- si alzò sulle punte per sovrastare il suono della musica.

Simone le fece fare un rapido mezzo giro.

Ora Lara aveva la schiena contro il petto del ragazzo e poteva chiaramente sentire il suo respiro, leggermente affannato, sui capelli.

-”Quanto basta. Ora dimmi cosa succede.”- lo disse con una voce talmente roca che a Lara vennero i brividi.

-”Esposito. Vuole dormire qua.”- disse girandosi di nuovo e ritrovandosi i suoi occhi che la scrutavano profondamente.

-”E che problema c'è? E' giusto che ci sia anche lui.”- glielo disse con un tono duro, quasi con rimprovero. Il tutto era abbastanza comico se consideravi il fatto che era alquanto ubriaco.

Lara gli lanciò una rapida occhiataccia.

-”Sinceramente non capisco perchè siate così in competizione. Okay, è una testa di cazzo ma potreste provare a ignorarvi? Così noi non dovremmo sorbirci i vostri litigi interminabili.”- la guardò con aria seria, sembrava diventato improvvisamente sobrio.

-”Da quando sei così saggio?”- e scoppiarono entrambi in una risata.

 

Parecchie ore dopo la festa finì e rimasero solo i dieci ragazzi che si misero a mettere in ordine.

-”Finchè non è tutto come prima nessuno va a dormire, okay?”- urlò Sofia per farsi sentire dagli altri.

-”Non darci ordini!”-dissero Andrea e Pietro di rimando, guardandola dall'alto al basso.

-”Siete in casa mia, dovete dormire qui. Si da in caso che io abbia tutti i diritti per farlo.”- disse con tono calmo ma minaccioso.

Nessuno fiatò più.

Iniziarono a raccogliere piatti e bicchieri per terra, a buttare le bottiglie e a togliere le luci e la stazione da dj.

Finirono relativamente presto di pulire e di riportare divani e mobili al piano terra.

Crollarono tutti, chi per terra, chi sul divano, chi addirittura sul tavolo.

Alla fine non ci sarebbe stato alcun pigiama party.

Erano distrutti e il giorno dopo sarebbero dovuti partire per Roma, se non si fossero addormentati in fretta il giorno dopo nessuno di loro sarebbe riuscito a stare in piedi.





Angolo autrice.
Ehilà, questo capitolo è molto corto in quanto è un semplice capitolo di passaggio.
Dal prossimo ne vedremo delle belle.
Voglio ringraziare chi ha recensito e chi ha messo tra le preferite/seguite/ricordate.
Bye, fobic.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: itkindaofhappened