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Autore: bluees    27/02/2014    5 recensioni
«Perché piangi?» disse istintivamente Harry, non curante di strane e possibili reazioni da parte della ragazza. Lei lo guardò serrando gli occhi, boccheggiando un po’ d’aria gelata.
«Non sto piangendo. I miei occhi mentono, hanno imparato a mentire, al contrario di molti.» parlò, squarciando quel rigido silenzio che sembrava esser durato una vita.
«Quindi non dovrei fidarmi dei tuoi occhi? Al momento sembra che dicano ‘voglio compagnia’» continuò, Harry, avvicinandosi di poco a quel marciapiede umido e sporco per via dei numerosi graffiti che c’erano dipinti sopra.
«Ti sbagli, infatti stavo proprio andando via». Detto questo si alzò afferrando la sua roba, inserendo tutto in un’enorme borsa prima di girare i tacchi, o meglio, gli anfibi, e camminare verso la strada principale.
«Comunque sono Harry!» urlò, lui, sperando che lei sentisse.
Silenzio, silenzio.
Un silenzio che sembrava interminabile dove Harry non riusciva a distinguere più neppure i battiti del suo cuore, niente, completamente niente.
Neanche il movimento dell’aria… poi un improvviso ed inaspettato urlo in risposta: «Sono Jess, ma non penso che ciò ti possa cambiare la vita, Henry».
«Mi chiamo Harry!» urlò ancora.
«Lo sapevo già, Harry.»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Dating



 
Jess era rimasta sconvolta da quel concerto, sconvolta in positivo, ovvio. Non si sarebbe mai aspettata una cosa lontanamente simile, anche se non sapeva bene cosa aspettarsi. Era stato semplicemente fantastico ed aveva completamente rivalutato la musica dei cinque.
Era ansiosa già alla penultima canzone perché sentiva che il momento di rivederlo si stava avvicinando e pensava già a quali sarebbero state le sue mosse o a come si sarebbe dovuta comportare in sua compagnia; cosa fare e non fare, mentre Harry, in tutto ciò, cantava puntandole gli occhi addosso con disinvoltura facendo crescere la curiosità nei volti di gran parte delle ragazze presenti lì per lui ed i suoi amici.
Quelle due canzoni sembrarono durare un attimo e l’arena cominciò a svuotarsi piano, mentre Jess, al contrario, si riempiva di ansia e terrore, e panico, e paura.
Prima che se ne accorgesse il suo smalto che aveva comprato in saldo era tutto smangiucchiato e mentre poco prima vedeva Harry su un palco sopra di lei, adesso l’aveva davanti.
Si, lui.
Harry con i capelli spettinati, il fiatone, le occhiaie, il sorriso stampato sul viso, la maglietta blu ed i soliti skinny jeans neri. Sembrava apprezzare quella situazione che poteva apparentemente sembrare imbarazzante, come apprezzava il fatto che Jess si fosse presentata, così come apprezzava il fatto che lei fosse sempre così timida e riservata nel parlare con lui, anche se era fortemente convinto che prima o poi avrebbe cominciato a raccontargli tutto.
Non era una certezza, qualcosa di scritto da qualche parte ma lui ci credeva, aveva questa sensazione che lo spingeva ad invitarla e a conoscerla; forse semplicemente perché l’aveva sin da subito incuriosito con quella sua sigaretta fra le dita e le cuffie nelle orecchie mentre guardava le stelle stesa su un marciapiede, con la Canon accanto ed i capelli un totale disastro.
Era un piacere rivederla, soprattutto in quel momento che aveva un appena accennato sorriso stampato sul viso, mentre gli occhi le brillavano di luce propria.
Come sempre, come quando l’aveva conosciuta la settimana prima e come la ricordava perfettamente. La fece accomodare nella suo camerino, che aveva pregato i ragazzi di far ripulire dalle loro cartacce varie di patatine, cioccolata e schifezze varie.
«Puoi aspettarmi qui, se vuoi. Devo solo cambiarmi e possiamo andare.» le disse cordialmente, gesticolando lievemente mentre le indicava un divano in fondo alla camera, sul quale era appoggiata una chitarra e delle vecchie riviste che variavano dall’attualità, ai capelli, al gossip.
Jess annuì curiosa, non si aspettava una frase di quel genere; pensava che tutto fosse iniziato e finito in quel backstage, per quella sera.
«Non mi avevi detto nulla riguardo questo ‘appuntamento’» ribadì, sorridendo mentre sfogliava una di quelle riviste, in parte colorate da un pennarello verde ed una scrittura goffa ed incomprensibile – che secondo le sue ricerche, apparteneva sicuramente alla piccola Lux, figlia dell’hair-stylist del gruppo – .
Aveva lievemente sottolineato la parola appuntamento, per fargli capire quanto lei non se lo aspettasse completamente e quello, in realtà, era l’obbiettivo di Harry.
«Se ti avessi detto ‘ehi, ti porto fuori per prendere qualcosa’ probabilmente non ti saresti neanche presentata»
«Oh, come siamo esagerati!» rise, Jess, trovando alquanto giusta la supposizione fatta dal ragazzo «Visto, invece adesso non sono pronta per una cena fuori. Sembro una barbona»
«Stai benissimo» aveva confermato Harry, prima di uscire dal camerino con una nuova maglietta ed i capelli decisamente più in ordine di prima.
La ragazza non chiese niente e si limitò soltanto a seguire le indicazione di Harry, che non si era mai sbilanciato tanto nel parlare della cena che li aspettava da lì a poco. In auto non c’era stato silenzio, quel silenzio imbarazzante che tutti temono, e Jess fu grata ad Harry per questo.
Era una persona che amava dialogare e non le aveva dato modo di sentirsi in imbarazzo neanche per un istante se escludiamo tutte le volte che l’aveva guardata negli occhi – fin troppe, vorrei sottolineare –.
La cena non era stata niente di fin troppo impegnativo ed entrambi avevano passato quel tempo raccontando brevi aneddoti sulla loro vita e bevendo Coca- Cola accompagnata da un’enorme pizza e delle patatine fritte.
«Con questa cena hai fatto centro, lasciatelo dire» ammise, Jess. L’imbarazzo era scivolato via insieme a tutte le sue preoccupazioni pre-appuntamento con una popstar di fama mondiale.
Lui sorrise facendo una smorfia compiaciuta, sapeva che le sarebbe piaciuta una cena di quel genere perché lei era normale, era una ragazza normale completamente opposta alla situazione in cui si trovava lui, nel suo Mondo fin troppo pesante da reggere da soli. Quel momento finì velocemente ed entrambi a cena finita, si accomodarono fuori dal locale.
Jess corse verso un parco lì vicino, sedendosi su un muretto pieno di graffiti sbiaditi e con le gambe a penzolone, mentre da lì su’ guardava Harry che l’aveva seguita.
«Vuoi che salga?» domando, grattandosi la nuca come un bambino impacciato, prima di non attendere risposta e raggiungerla. Jess aveva già una sigaretta fra le dita ed aveva incrociato le caviglie mentre guardava dritto davanti a lei, nel silenzio profondo della notte che li stava ingoiando. «Perché fumi? Dovresti smetterla» disse Harry, guardandola da vicino, mentre sedeva esattamente accanto a lei su quel muretto davvero congelato per colpa del freddo e dell’umidità «Sai com’è, se muori poi non saprò chi insultare con le mie avances anche all’una di notte».
Jess rise di gusto a quelle parole, mentre finiva l’ultimo tiro della sua Marlboro; la spense sulla superficie, tirandola di sotto fra il terreno non coltivato. Si accorse che da lì c’era una discreta vista sulla città e pensò che quel ristorante non dovesse trovarsi molto distante dal molo, davvero un posto carino che non l’era affatto dispiaciuto per una serata come quella.
«Ho sentito che l’altro giorno stavi ascoltando gli Imagine Dragons. Ti piacciono?» chiese, con un sorriso beffardo, Harry.
«Li ascolto… a te?»
«Abbastanza, li ascolto anch’io»
«Forte, mi aspetto un concerto, allora!»
«Puoi contarci»
Rispose sorridendo Harry, più che disponibile per un concerto di quel tipo. Non gli sarebbe dispiaciuto affatto andarci… e con lei. Ci furono pochi istanti di silenzio imbarazzante, quello che avevano provato ad evitare ore prima in auto, prima di arrivare al ristorante.
«Harry?» aveva chiamato con calma la sua attenzione, Jess.
«Si?»
«Grazie della bella serata, del concerto e di tutto il resto, io...non so davvero come ringraziarti» ammise, con un sorriso sincero; uno dei molti che era riuscito a farle scappare, Harry.
Gli si avvicinò e gli lasciò un bacio sulla guancia definita e coperta da un quasi invisibile strato di barba. Harry sorrise ancora, prima di riaccompagnarla a casa.
Soddisfatto del suo appuntamento così strano; non ne aveva mai avuto uno così imprevedibile e strambo!


 
 

 






Si, lo ammetto, sono imperdonabile ed avete tutto il diritto di odiarmi ma in mia difesa posso dirvi che non è tutta colpa mia!
Mi scuso tanto per il ritardo ma non sono riuscita a far coincidere gli impegni scolastici con l'aggiornare la storia e sono stata davvero tanto impegnata; fra una giornata terribile e l'altra, i compiti ed il computer che non voleva saperne di accendersi... avevo perfino scritto un capitolo che non sono riuscita a pubblicare così eccomi qui a pubblicarne un altro e spero di essermi fatta perdonare con la parte finale del capitolo, perché sono sicura che molte di voi stanno solo aspettando momenti più romantici da parte di Jess, anche se lei proprio sembra non volerne sapere.
Avete visto il nuovo nick? oddio ne sono felicissima perché lo adoro, che ve ne pare? mi piace molto di più di aleasy, ad essere sincera!
Detto ciò voi che mi raccontate, tutto bene? tutto okay? spero vivamente di si.
Ringrazio chi recensisce, chi segue in segreto, chi legge e basta, chi aggiunge alle seguite-preferite ecc... vi adoro tutte e grazie mille davvero! Come al solito potete tranquillamente trovarmi sul mio 
Twitter Scrivetemi, se sarei felice!
Sono disponibile per qualsiasi domanda o curiosità. Potete contattarmi per qualsiasi cosa e per informazioni sui capitoli che vi darò purché, ovviamente, non siano cose troppo 'topsecret' ahah. 
Okay, adesso vado via e credo che riuscirò ad aggiornare più frequentemente durante questo fine settimana, dato che stando al mio diario non ho moltissimi compiti assegnati.
P.S.: Scusatemi come al solito, ma non ho riletto.
P.P.S.: ringrazio ancora 'xehiistyles' per il bellissimo banner

 
Ancora un bacione,
Ale.
 
 
 


 
 


 
   
 
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