Nda:
Questa volta le metto all’inizio perché voglio
essere sicura che tutti voi leggiate. Siamo giunti
all’epilogo di questa long
che avevo cominciato così per gioco, nient’affatto
sicura che avrebbe riscosso
un successo come questo, e voglio ringraziare tutti voi. Lo dico
veramente dal
profondo del cuore: Siete assolutamente fantastiche/fantastici! Giuro,
il
sostegno che avete dato alla long di capitolo in capitolo, il tempo che
avete
dedicato a leggere i miei sproloqui e i complimenti ricevuti mi hanno
fatto un
piacere immenso. Scrivo da alcuni anni e ogni volta è
un’emozione completare
una storia e sapere che ciò che ho scritto è
piaciuto e ha appassionato così
tante persone. Come promesso, il primo capitolo delle vicende di Loki e
Tyra si
chiude così, ma già qui:
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2482752 (“Sinner
like me”) troverete il seguito. Spero di ritrovarvi tutti
lì. Non mi resta che
mandarvi un abbraccio forte e augurarvi una buona lettura nella
speranza che
questo epilogo sia degno del suo nome.
Epilogo
-
E così sei venuto. –
Laufey
osservava con appena una punta di curiosità e
stupore quell’essere gracilino che era il suo unico figlio.
Avevano fatto un
accordo, certo, ma non immaginava che l’avrebbe rispettato.
Loki era un Gigante
di Ghiaccio cresciuto ad Asgard, il figlioccio di Odino, eppure
malgrado questo
sembrava non aver preso nulla dal Padre degli Dei.
-
Ne dubitavi? –
Ignorò
la sua domanda.
-
E sei da solo. –
Aveva
sentito circolare alcune voci sul sentimento
che suo figlio sembrava nutrire nei confronti di
quell’asgardiana. La figlia di
Lyra.
Si
ricordava bene la madre della ragazza e, se quest’ultima
le assomigliava anche solo un po’, allora
l’attrazione che Loki provava per lei
era ampiamente giustificata. Lui stesso era rimasto vittima del fascino
di
quella donna, anni prima, ma tutti sapevano come era andata a finire.
Lyra
aveva scelto Odino, non lui, e quella non era stata che la goccia che
aveva
fatto traboccare il vaso di risentimento e odio che provava nei
confronti del
Padre degli Dei.
-
Sì, sono solo. – replicò, sforzandosi
di celare
quella lieve punta di malinconia che era trapelata dalla sua voce. Non
poteva
mostrarsi debole, non ora che era a un passo dal prendersi la sua
rivincita.
Laufey
sembrava sul punto di fare qualche altra domanda,
ma Loki lo precedette.
-
Non dobbiamo dare inizio a una guerra? Sarà il
caso di muoverci. –
********
-
Giganti! Padre degli Dei, i Giganti di Ghiaccio
sono qui. –
Fandral,
a corto di fiato, era appena entrato nella
sala del trono e fissava Odino con sguardo apprensivo.
-
Come hanno fatto a passare il ponte? – domandò
Thor,
accigliandosi.
-
Laufey ha detto che ad Asgard c’erano dei
traditori. Un maestro di magia potrebbe portare dei Giganti ad Asgard
senza
farsi notare da Heimdall. – considerò Hogun,
venendo prontamente zittito da un’occhiataccia
del biondo.
-
È di mio fratello che stai parlando, Hogun. Non lo
farebbe mai. –
Tyra,
seduta sullo scranno accanto a quello di
Frigga, abbassò lo sguardo con aria colpevole. Ormai aveva
fatto la sua scelta
e restare in silenzio in attesa che Asgard venisse conquistata non
l’avrebbe
certo portata da nessuna parte.
-
Hogun ha ragione. Loki è con loro. –
decretò asciutta,
ignorando le occhiate incredule dei suoi amici e rivolgendosi al padre,
- Ma
questo tu lo sapevi già, non è vero? –
Odino
annuì.
-
Sì, figlia mia, lo sospettavo. –
-
E ora che facciamo? – volle sapere Thor, spostando
lo sguardo dal padre alla sorella. C’era
incredulità nei suoi occhi azzurri, ma
anche desiderio di scendere in battaglia e proteggere la sua terra.
Fu
Tyra a rispondere.
-
Ora combattiamo; non hai sempre voluto uno scontro
con i Giganti dei Ghiacci? Bene, ora ce l’hai. –
Thor
osservò lo sguardo della sorella, assottigliato
e gelido come mai lo aveva visto prima. Se il suo cuore era in
tormento, la sua
lealtà era incrollabile. L’ammirò per
questo, ben sapendo quanto doveva esserle
costato.
-
Allora andiamo, Asgard non si salverà certo da
sola. – esclamò, rivolgendosi ai suoi compagni
d’armi.
Tyra
si alzò dallo scranno, sistemandosi con
maggiore cura il fodero della spada che portava dietro alla schiena.
-
Hai intenzione di prendere parte al combattimento?
– le chiese incredulo.
-
Tu prova a impedirmelo, fratello. –
********
Lo
scontro tra le due fazioni infuriava da più di
un’ora,
con ingenti perdite da entrambi i fronti. Tyra, i capelli appiccicati
sulla
fronte in un misto di polvere, sudore e sangue, menava fendenti
combattendo
spalla a spalla con Sif. Il braccio destro, quello che usava per
impugnare la
spada, cominciava a dolerle, ma sapeva che se avesse abbassato la
guardia anche
solo per un attimo le sarebbe di certo stato fatale. Si
guardò attorno,
cercando con lo sguardo Thor.
Lo
trovò sul ponte e, con una stretta al cuore, si
rese conto che il suo avversario era proprio Loki. Combattevano con
foga, come
se non avessero vissuto gli ultimi anni come fratelli ma non fossero
altro che
nemici giurati. O meglio, Thor sembrava cercare di farlo ragionare, ma
il moro
era completamente sordo ai suoi appelli accorati. Poi, Tyra non seppe
dire
come, il ponte su cui combattevano venne distrutto. Li vide cadere nel
vuoto,
sentì Sif che urlava qualcosa, ma non le importava. Corse
verso di loro. Doveva
salvarli, doveva riuscirci.
Odino
arrivò prima di lei, afferrando entrambi.
Il
cuore di Tyra si rasserenò per una frazione di
secondo, poi Loki mollò la presa e cominciò a
precipitare.
Un
dolore lacerante la invase, dandole l’impressione
di venire straziata dall’interno. Si lanciò verso
il vuoto, pronta a seguirlo,
ma un paio di braccia forti la tirarono indietro. Scalciò,
si divincolò, usò
tutta la sua forza, ma la presa ferrea non la lasciò.
-
Lasciami, lasciami. Devo andare da lui! Lasciami,
ti ho detto! –
-
No che non ti lascio. Tyra, guardami. – replicò
Thor,
rinsaldando la presa e costringendola a voltarsi verso di lui, - Ti ho
detto
guardami. –
Controvoglia,
lo accontentò. Tra le lacrime, vide il
volto del fratello e lesse il dolore che stava condividendo con lei.
-
Non puoi più fare nulla per lui. È andato, ormai.
Loki è … –
Lo
interruppe, puntandogli minacciosamente un dito
contro, - No, non è vero. Non osare dirlo, lui non
è morto! Mi hai sentito? Lui
non è morto! –
Tempestò
di pugni il petto del fratello,
singhiozzando senza ritegno.
-
Non è morto. Non è morto. Non è morto.
– mormorò
tra le lacrime, mentre una mano callosa le accarezzava delicatamente
una
guancia.
-
Non sai quanto vorrei che tu avessi ragione. Sul
serio. – le sussurrò.
Tyra
stava per replicare, ma improvvisamente un
senso di torpore la invase. Era incredibilmente stupido mettersi a
dormire in
una situazione come quella, ma non riusciva a farne a meno. Gli occhi
le si
chiusero contro la propria volontà.
-
Dormirà per parecchio, è un incanto potente.
– li informò
Frigga, accarezzando delicatamente la chioma corvina della ragazza.
-
La porto nella sua stanza. –
********
Tyra
aprì gli occhi di scatto, mettendosi a sedere
sul bordo del letto. Non ricordava neanche come ci era finita
lì sopra; anzi, a
dire la verità non ricordava nulla dopo il crollo del ponte.
L’unica cosa che
al momento affollava la sua mente era l’immagine del suo
sogno. Era stato così
nitido, così reale. Avrebbe tanto voluto che lo fosse.
Loki
avanzava alla testa di un grande esercito.
Sorrideva, trionfante, e sembrava essere sicuro di avere ormai la
vittoria in
pugno. Quella su cui stava marciando però non era Asgard, ma
Midgard. Tyra l’aveva
riconosciuta per via di alcuni ricordi che aveva di quando da piccola
aveva
chiesto a Heimdall di farle dare un’occhiata agli altri
mondi. Nel sogno Loki
aveva guardato dalla sua parte, come se la vedesse, e aveva sussurrato
una sola
parola: “Tornerò”.
Si
alzò dal letto, dirigendosi verso il suo bagno
personale. Aveva bisogno di una doccia, qualcosa che
l’aiutasse a rilassarsi e
a riacquistare la lucidità. Non riusciva più a
cogliere la differenza tra un
sogno e la realtà, stava forse impazzendo del tutto?
Guardandosi
allo specchio ebbe un sussulto. Ci mise
un paio di secondi a realizzare che quei bulbi gonfi e insanguinati
erano i
suoi occhi. Aveva visto Frigga in quello stato molte volte, e dopo un
po’ si
era abituata a quella reazione fisica causata dalle visioni della
donna, ma
vederle sul suo volto era inquietante. Gli occhi sarebbero tornati a
posto nel
giro di un paio d’ore, ma questo non la preoccupava.
L’unica cosa importante
era che quello non era stato solo un sogno.
Loki
era vivo. Era da qualche parte, a progettare
chissà quale piano di conquista, ma stava bene. Un sorriso
raggiante si dipinse
sul suo volto. Sarebbe tornato, ma forse poteva essere lei ad andargli
incontro.