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Autore: Neve_Marty    01/03/2014    1 recensioni
One direction nel mondo di Percy Jackson e gli dei dell' olimpo.
«Non è che questo è un manicomio, siamo tutti pazzi e ci stiamo immaginando tutto?»
«No, purtroppo non siamo pazzi ma siamo condannati a vivere nello stesso modo di questi ultimi. Ma Harry, non è colpa nostra, lo sai, sono loro, i nostri genitori divini che ci hanno imposto tutto questo... E poi... Io spero vivamente che ti riconoscano come loro figlio, chiunque sia tuo padre... O tua madre... Sennó vivrai qua, solo, e non saprai nemmeno di chi è la colpa se la tua vita fa così schifo.».
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Erano le otto di mattina e la sveglia cominció a suonare. Victor, il capo della casa, spense la sveglia, poi si occupó di farmi alzare, ero sempre stato un gran dormiglione: «Ehy, Louis!- Urló- Muoviti! Oggi devi accompagnare il novellino a fare il giro del campo! Ricordi?» Cosa? ... Me ne ero completamente dimenticato, mi dovevo sbrigare, non potevo certo arrivare in ritardo proprio oggi, giusto? Mi vestii in fretta e furia, e per in fretta e furia si intende alla velocitá di una tartaruga, ma almeno alle 8:55 ero pronto, un record... Non ebbi nemmeno il tempo di fare colazione (quando mai lo avevo? -.-) e mi presentai alle nove davanti alla mensa. Harry era già là, probabilmente aveva anche giá fatto colazione così lo chiamai:«Ehy, Harry, piacere, sono Louis, sono incaricato di farti vedere il campo, vieni?» «Oh... Così sei tu Louis... Piacere...» «Allora, seguimi, ti mostro il campo!» Harry mi seguì senza fare troppe storie, gli feci vedere il parco, le case, l' entrata del bosco, l' arena, insomma, gli feci da guida, parlavo, parlavo, parlavo, ma lui... Nulla, semplicemente ascoltava, era molto nervoso, si vedeva, cercai di sdrammatizzare la situazione, anche per me il primo giorno era stato un vero shock, così iniziai a fargli delle domande: «Allora Harry, da dove arrivi?» «Ehm... Holmes Chapel... Un paesino... Non penso tu lo conosca...» «Cosa facevi... Mmh... Nella... Nella vita, prima di finire quá?» «Allora... Andavo a scuola, liceo artistico, scultura... Poi... Suonavo, suonavo il pianoforte! ... Poi... Mmh... Uscivo, andavo al cinema, a fare shopping... Cose così, normali...» «Wow, allora un giorno mi fai sentire come suoni il pianoforte vero? Io suono la cetra e l' arpa, sai, sono figlio Apollo, nella mia casa suoniamo tutti qualcosa, a noi non piace combattere, fare la guerra, 'ste cose qua... Preferiamo le arti. Sai io adoro recitare, quá ci sono tanti laboratori, ognuno fa ció per cui è più portato e la mattina, ogni giorno tranne la domenica si fanno tre ore di scuola. Oggi pomeriggio se vuoi ti porto a vedere i laboratori! Sai, io ho finito la terza media nel... Mondo... Diciamo normale... Sono arrivato quà a quattordici anni, so come ti senti...» Lui aveva seguito tutto il mio discorso molto attentamente, poi fece una strana espressione e chiese: «N...Non è che questo è un manicomio, siamo tutti pazzi e ci stiamo immaginando tutto?» Rimasi spiazzato, come potevo spiegargli una cosa tanto strana? ... «No, purtroppo non siamo pazzi ma siamo condannati a vivere nello stesso modo di questi ultimi. Ma Harry, non è colpa nostra, lo sai, sono loro, i nostri genitori divini che ci hanno imposto tutto questo... E poi... Io spero vivamente che ti riconoscano come loro figlio, chiunque sia tuo padre... O tua madre... Sennó vivrai qua, solo, e non saprai nemmeno di chi è la colpa se la tua vita fa così schifo.». «È tanto brutto stare quá?» Ora si che era preoccupato... Miei dei, cosa avevo fatto, non ne combinavo una giusta... Ormai la mia voce tremava, lui sembrava accorgersene ma fortunatamente non diceva nulla, ascoltava, io stavo per piangere, avevo gli occhi lucidi molto probabilmente: «Harry... E che... N... No... Non ti interessa...» «Si invece che mi interessa!» ribatte'. «Dopo anni che vivi normalmente, circondato di amici, non è facile cambiare tutto, vivere con estranei che sconvolgono la tua vita, il tuo modo di pensare... Io... Harry, a me manca la normalitá, mi manca mia madre, le mie sorelle, ogni giorno di più, poi quei pochi giorni all' anno che le vedo le trovo diverse, le trovo cambiate, e vedo che loro riescono a vivere anche senza di me, e questo da una parte mi fa piacere, davvero, ma dall' altra, dall' altra mi... Mi distrugge. Mi distrugge sapere che senza di me la loro vita continua normalmente mentre la mia... Io non so più nemmeno cosa sia la normalitá e quando le vedo e me lo ricordo fa male, fa malissimo...» Ero completamente in lacrime, per fortuna che dovevo essere io ad aiutarlo, non ero buono a far nulla. Lui improvvisamente mi abbracció. «Scusa...» Mi disse. «Per cosa?» «Per averti chiesto cose che era meglio non chiedere.» «Non è colpa tua.» E lo pensavo davvero, non era colpa sua, ero io, Tomlinson l' incapace, che ora era anche frignone... «È ora di pranzo, -dissi- andiamo, ti porto alla mensa.».
  
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