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Autore: BellaSwan95    26/06/2008    6 recensioni
"Avevo amato la mia vita. L’avevo apprezzata più di qualsiasi altra cosa. La mia vita con mia madre,Phil … La mia vita nella calda e soleggiata Phoenix … Ma la mia vita si era interrotta all’improvviso …"
Genere: Romantico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billy Black, Charlie Swan, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora …

Devo dire che questa volta mi avete fatta veramente feliceee!

Ho battuto il mio record personale di 4 recensioni …

Questa volta ne ho ricevute 5!! Whoooo!! [ovviamente continuate ad aiutarmi a battere questo penoso record … ugghhh…. ]

Comunque grazie a tutte voi che avete commentato,cioè:

sophie_95

_sefiri_

gianna88

ka chan

Inuyasha__girl92

 

Ok,ora vi lascio alla lettura di quest’altro capitolo,ancora una volta raccontato da Bella …

 

-Sara- =)

 

 

 

 

 

 

 

Infinito

(Bella)

 

 

 

 

 

-Beh,piacere di conoscerti.- continuò lui con disinvoltura,curvando le labbra in un ampio sorriso. Lo ricambiai,mentre la mia mente veniva invasa da un numero di domande a cui non seppi trovar risposta.

-E così i tuoi amichetti ti hanno assegnato La Push,eh?- non era ovviamente una domanda,bensì una constatazione,e lo osservai prendere a camminare su e giù per il piccolo giardino di casa Black. Notai quanto la sua figura,bellissima nonché dall’aspetto delicatissimo, fosse in contrasto con quel luogo,quasi … squallido.

-Non pensavo … - borbottò,- che potessero affidare un compito tanto difficile ad una fragile ragazza come te … -

-Sono molto più forte di quanto tu creda.- ribattei prontamente,e le parole mi uscirono così velocemente che non mi resi conto di aver ripreso il perfetto controllo dei muscoli della bocca.

-Ah,- sogghignò,voltandosi nella mia direzione,- allora è una provocazione ciò che serve per farti parlare?-

Avvampai fino alla radice dei capelli,ma riuscii comunque a mantenere il suo sguardo.

-Sei testarda.- osservò,incatenando quei suoi occhi dorati ai miei.

-Sì.- risposi,in un sussurro,cercando di mantenere un tono di voce neutro.

-Lo avevo capito …. –

-Da cosa?- sbottai,mentre riprendeva ad avanzare in mia direzione.

 

-Tu non accetti la tua natura.- constatò,oramai a pochi centimetri da me.

Aveva evitato la mia domanda,ed io ero il tipo di persona che odiava gli atteggiamenti evasivi. Decisamente. Indugiai con lo sguardo sul suo volto perfetto,per poi abbassarlo e imbarazzata,presi a fissarmi i lacci delle scarpe.

-Non c’è nulla di cui vergognarsi.- continuò,e il suo tono di voce era così profondo che sembrava stesse parlando a se stesso.

-Nemmeno te,vero?- domandai,notando quel vago senso di rammarico che la sua espressione esprimeva.

-Più o meno … - rispose,indifferente,- Mi sorprende il fatto che tu non mi abbia ancora ucciso.-

Quel cambio repentino di discorso mi disorientò per un momento,ma ripresi immediatamente il controllo di me stessa,anche se quel volto perfetto davanti ai miei occhi sembrava non smetterla di ipnotizzarmi ..

-Nemmeno te lo hai fatto.- replicai,incrociando le braccia sul petto,ed incontrando nuovamente quei bellissimi occhi color topazio.

-Già … - borbottò,- E stranamente la cosa non mi sorprende.-

-Cosa?-

-Beh … non ho voglia di attaccare una giovane signora.- rispose,elargendomi un altro dei suoi sorrisi.

-Sono pur sempre un licantropo.-

-Lo sei … ma non nel profondo.- sussurrò.

-Ma che vai dicendo?!- gridai inorridita,voltandogli le spalle,e avviandomi verso la dimora dei Black,decisa ad evitare il suo sguardo incantatore.

-E’ inutile fingere. Lo sappiamo entrambi.-

Mi sorprese la rapidità con cui  mi aveva raggiunto, e pensare che mi ero sempre considerata la creatura più veloce del mondo.. Cominciai a rimuginare sul fatto che forse ero sempre stata un po’ troppo orgogliosa di me stessa …

-Bella.-

Un mormorio. Una dolce parola che mi giunse alle orecchie con la stessa delicatezza di una carezza. Mi voltai,oramai a pochi passi dalla porta di casa Black,e  lo vidi ancora una volta intento a scrutarmi.

-Come mi hai chiamata?-

-Bella,sbaglio forse?- domandò,fingendo un’espressione preoccupata.

Scossi la testa impercettibilmente,chiedendomi come facesse a conoscere il mio … nome. Insomma,io mi ero presentata semplicemente come Isabella.

-Come devo chiamarti,io?- risi,cercando di eliminare la tensione scesa tra noi due,- Ed? Eddino?-

-Edward.- rispose,in un sussurro.

-Okay … - ghignai,questa volta determinata a sostenere il suo sguardo.

 

-Ehm,ti sembrerà stupido … - riprese a parlare,- ma … te senti,il … il .. mio odore?-

Esitai, chiedendomi se stesse mettendo in atto uno sporco trabocchetto o non so cosa per uccidermi .. ma che diavolo andavo a farneticare?

Probabilmente era il suo volto a mandarmi in trance … Forse avrei dovuto rischiare di mostrarmi meno coraggiosa,ed evitare il suo sguardo per potermi concentrare …

-No.- risposi,forse dopo un’attesa di un minuto o due ..

-Pensi che io senta il tuo?-

-No.-

-Perché?-

-Mi avresti già uccisa,suppongo.- osservai,- Quindi,alla fin fine … quando mi hai vista poco fa,non mi hai attaccato perché non hai percepito il mio incredibile e fetido odore,e non perché sono una signora.- e pronunciai l’ultima parola con una certa enfasi.

-Forse … - rispose semplicemente,- Ma una giovane signora lo sei di sicuro.-

-Se lo dici te … - sospirai.

Restammo in silenzio per diversi minuti,un silenzio imbarazzante rotto solamente dal lontano infrangersi delle onde sugli scogli di First Beach.

Ad un tratto cominciai a sentire che le gambe rischiavano di cedere sotto il mio stesso peso,probabilmente per il troppo tempo trascorso in una posizione a dir poco eretta (visto che avevo cercato di sostenere lo sguardo di quell’Edward,ben più alto di me di una decina, o giù di lì,di centimetri) e quindi mi accasciai a terra, in prossimità della finestra che dava sul salotto di casa Black.

-Dovrei aiutare il branco … - mormorai,pervasa improvvisamente da un vago senso di colpa.

-Perché … devi?- domandò,e notai la sua perfetta figura sedersi a pochi centimetri di distanza da me.

-Perché mi è stato assegnato un compito. Un compito importante. E … e non voglio deluderli,visto il fatto che alcuni di loro mi considerano addirittura debole per questa battaglia.- sbottai,irritata.

-Debole?- rise.

-Sì,cosa c’è di tanto divertente?!- sbottai,voltandomi a fissarlo.

-Sei la creatura più pericolosa che abbia mai incontrato.-

-Ah si?- sogghignai,- e come fai ad esserne certo, se non ti ho ancora attaccato? Che ne dici,un piccolo scontro – me e te – e poi potrai anche rimangiarti le tue parole.-

-Non intendo battermi.- rispose deciso, fissandomi con sguardo inquisitore.

-Ok … era solo un’idea … -

-Pessima idea. -

-Andiamo … non dirmi che da perfetto vampiro che sei,non oseresti attaccare un licantropo indifeso per portare a casa un po’ di quella gloria che tutti desidererebbero conquistare?-

-Dipende dal licantropo.- borbottò,guardandomi severo.

-E allora …  che genere di licantropo saresti disposto ad uccidere?-

- Al momento non lo so … - rispose,pensoso- ne conosco solo uno che non oserei toccare.-

Mi chiesi a chi si riferisse … Non potevo di certo essere io,in fondo non mi aveva attaccata semplicemente perché non aveva percepito il mio orribile odore .. Forse cominciava addirittura a dubitare che fossi un licantropo.

-Ah.-

-Ne sei sorpresa?- domandò,inclinando il capo di lato per potermi osservare.

Rimasi nuovamente incantata da tanta bellezza,ma riuscii a riprendermi, e distogliendo lo sguardo,annuii impercettibilmente.

-Io non lo sarei,al tuo posto.-

-Perché non hai intenzione di uccidere questo licantropo?- proseguii,intimandolo ad andare avanti.

-Percbè … Sa che in questo dannato mondo c’è una vita migliore per lui,ma che non avrà mai la possibilità di goderne i privilegi … Non apprezza perciò quello che è,o meglio … è diventato. Ma non vuole deludere chi gli sta intorno,quindi cerca di convincere anche se stesso che in fondo deve accettare e andare fiero della sua natura … . – concluse,in un sospiro.

-Come hai saputo cogliere tanti particolari della mia vita in così pochi minuti?- domandai,cercando di non mostrarmi sbigottita. Lo ero,eccome se lo ero.

Io ero il licantropo di cui parlava.

E quella che aveva appena terminato era la perfetta descrizione della mia stessa vita.

-Sai … spesso anche un’espressione,una parola .. possono farti intendere molto.- rispose,sorridendomi con disinvoltura.

-A me sembra che tu possa fare molto di più. – replicai,con aria pensosa.

-In che senso?-

-Beh … è come se io fossi stata .. voglio dire,come se io sia un libro aperto per te. – risposi,cercando di spiegare ciò che frullava nella mia mente con le parole più semplici che riuscii a trovare.

-Vorrei fosse così … - sospirò,rivolgendo lo sguardo al cielo plumbeo.

-Cosa intendi dire?-

-Nulla .. – si affrettò a rispondere,- niente di cui preoccuparsi.-

E gettando il capo all’indietro esplose in una fragorosa risata,tanto divertita e sincera che riuscì a contagiare anche me. Lo guardai di sottecchi,chiedendomi cosa volesse dire con il suo discorso di poco prima …

Era strano,essere così vicina ad una creatura che mi avevano insegnato a definire pericolosa,un assassino. Ed era altrettanto difficile capacitarsi che quell’Edward potesse avere la forza,il coraggio di commettere azioni condannate dalla legge.

Eppure aveva appena detto che avrebbe deliberatamente ucciso un licantropo …

… ma non me.

Tutto ciò riusciva a  rassicurarmi,anche se in realtà avrei dovuto temere per i restanti componenti del branco,continuamente minacciati dal fatto che un vampiro potesse ucciderli.

 

-Bella?-

-Sì?-

 

-Non puoi immaginare quanto vorrei che questo momento si prolungasse all’infinito.-

 

  
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